Matteo sfiderà Hurkacz contro la Polonia Copertina, Generica

Berrettini: “La pressione c’è sempre. Ne parlavo ieri col mio coach, non tanto per questo match ma per la stagione”

03/01/2023 14:57 1 commento
Matteo Berrettini
Matteo Berrettini

Matteo Berrettini ha portato un punto “pesante” al team azzurro in United Cup, battendo con un duplice 6-4 il n.3 del mondo Casper Ruud. Dopo il successo ha parlato alla stampa, soffermandosi non solo sulla competizione in corso ma sul suo momento e sulle aspettative per il 2023. Il suo 2022 è stato segnato da molti problemi, che l’hanno portato fuori dalla top10 nonostante la semifinale raggiunta agli Australian Open lo scorso gennaio. Proprio sul tema della pressione e delle aspettative, così si è espresso il nostro giocatore.

“Gestire la pressione? Questa è una bella domanda… La pressione non va mai via. Non importa se sei un campione di un torneo del Grande Slam, cosa che io non sono, o se sei uno dei primi 10 giocatori al mondo. È sempre lì. Ieri sera ne stavo parlando con il mio allenatore. Ho sentito molta pressione, non solo per questa partita ma anche per la stagione. La stagione sta iniziando e l’anno scorso è stato un anno difficile, la pressione è sempre presente. Come ho detto, tutto sta nell’imparare su te stesso, su chi sei, sulle cose che stai facendo. Lavoro con un mental trainer da quando avevo 17 anni”.

“Cosa direi a me stesso a 15 anni? Ero un junior otto anni fa. Il tempo vola. Anzi nove. Darmi un solo consiglio non è facile. Penso di essere stato molto fortunato perché ho incontrato Santopadre quando avevo 14 anni. Scherzo sempre, ma voglio dire, devo ringraziarti (rivolto a Vincenzo). Non potrò mai ringraziarti abbastanza per quello che abbiamo fatto insieme. Ma penso che la cosa più importante sia che mi stavo divertendo allora e mi sto divertendo adesso in quello che sto facendo. Ovviamente, sta diventando sempre più difficile. All’inizio è tutto nuovo, quindi giochi il primo Slam, giochi il primo grande torneo, poi arriva la pressione. Impari come persona, impari come giocatore e cerchi di imparare da ciò che sta accadendo. Ma penso che la cosa più importante, almeno per me, è che ogni giorno metto un mattone nel muro, quindi anche quando ho perso, non importa, sento che devo imparare qualcosa da quello che è successo. Credo sia questo il consiglio che mi darei. Anche nei giorni peggiori, senti che è successo qualcosa di buono e prendilo come esperienza per migliorare te stesso”.

Tornando sulla vittoria contro Ruud, Matteo si è detto soddisfatto del rendimento del proprio servizio: “Penso di aver servito molto bene. Con lui è importante perché è molto solido, prende sempre la decisione giusta. L’importante è essere aggressivi, non farlo giocare troppo. Penso che abbiamo preparato molto bene la partita, sono stato efficace nei momenti importanti. Non ho avuto molte possibilità, ma avevo quelle giuste ed ero pronto a coglierle. Giocare in modo aggressivo contro di lui penso sia decisivo, se gli dai un po’ più di tempo, allora muove molto bene la palla”.

Berrettini al momento dell’intervista ancora non sapeva che i prossimi avversari saranno i polacchi, e quindi per lui in particolare, Hubert Hurkacz. Tuttavia a suo dire trovare Svizzera o Polonia non fa differenza: “Non ho mai affrontato Stan, a parte un match di esibizione lo scorso dicembre. Sarà interessante se sarà lui. È un grande giocatore, un grande campione, ha vinto tanti titoli. Non l’ho visto, ma credo che l’altra sera abbia giocato un’ottima partita contro Bublik, quindi sarà pronto. Quanto a Hurkacz, lo conosco abbastanza bene, abbiamo giocato più volte l’uno contro l’altro. Entrambi sono grandi giocatori, soprattutto in queste condizioni. Sarà una partita difficile. Ma mi sento bene, sto giocando bene, quindi sono fiducioso”.


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1 commento

Shuzo (Guest) 03-01-2023 16:13

Credo che la vittoria contro contro Ruud possa dare grande morale a Berrettini. Aver battuto un giocatore contro cui aveva perso gli ultimi confronti, avrebbe potuto provocare una sorta di complesso.
Adesso questo rischio è così sfatato!
Trovo anche molto importante, anzi fondamentale, che Matteo abbia iniziato il mental training già a 17 anni. Questo gli ha consentito di arrivare subito nel circuito professionistico con una stabilità interiore che non sarebbe stato possibile avere altrimenti.
Emblematici sono stati i casi di Bolelli e Seppi i quali hanno iniziato il mental training più avanti. A inizio carriera avevano una fragilità mentale notevole che gli ha fatto perdere tante partite cominciate dominando ma finite male a causa della maggiore solidità mentale dell’avversario. Poi sono cresciuti e maturati, tuttavia avrebbero vinto molto di più se avessero cominciato prima.

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