Vince Lleyton ATP, Copertina

ATP Newport: 30 esimo successo in carriera per Lleyton Hewitt

13/07/2014 23:00 13 commenti
Lleyton Hewitt classe 1981, n.43 del mondo
Lleyton Hewitt classe 1981, n.43 del mondo

Lleyton Hewitt ha vinto questa sera il torneo ATP 250 di Newport (erba).

Il campione australiano ha sconfitto in finale Ivo Karlovic, con il risultato di 63 67 (4) 76 (3) dopo 2 ore e 31 minuti di partita.

Per l’australiano è il successo n.30 in carriera.

Da segnalare che Hewitt nel terzo parziale sullo 0 a 1, ha annullato tre palle break consecutive dallo 0-40, prima di tenere il turno di battuta ai vantaggi.
Da quel momento non accadeva più nulla e si andava al tiebreak.
Nel tiebreak Lleyton dal 2 pari piazzava un micidiale parziale di cinque punti ad uno, vincendo il torneo per 7 punti a 3.

La partita punto per punto

ATP Newport
Lleyton Hewitt [3]
6
6
7
Ivo Karlovic [2]
3
7
6
Vincitore: L. HEWITT

L. Hewitt AUS – I. Karlovic HRV
5 Aces 26
6 Double Faults 10
48% 1st Serve % 57%
41/46 (89%) 1st Serve Points Won 58/73 (79%)
29/50 (58%) 2nd Serve Points Won 18/54 (33%)
6/8 (75%) Break Points Saved 10/14 (71%)
16 Service Games Played 17
15/73 (21%) 1st Return Points Won 5/46 (11%)
36/54 (67%) 2nd Return Points Won 21/50 (42%)
4/14 (29%) Break Points Won 2/8 (25%)
17 Return Games Played 16
70/96 (73%) Total Service Points Won 76/127 (60%)
51/127 (40%) Total Return Points Won 26/96 (27%)
121/223 (54%) Total Points Won 102/223 (46%)


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13 commenti. Lasciane uno!

dieghito (Guest) 14-07-2014 12:38

Come c’é scritto nell’articolo sotto 68 anni e 10 mesi (per la precisione). L’ultima finale ATP aanaloga fra “nonnetti” risaliva addirittura al 1977 quando nel torneo di Hong Kong Ken Rosewall sconfisse Tom Gorman.

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bernie (Guest) 14-07-2014 09:59

Da Repubblica del 14/07
Claudio Giua

FANTASTICO ARTICOLO.

Non è vero che la vendetta si serve fredda. E nemmeno che gli incubi si fanno solo di notte. Sentite questa storia. Lunedì 23 giugno 2003, primo giorno dell’edizione numero 117 degli Championships all’All England Lawn Tennis and Croquet Club. Come si conviene, l’ATP ha ottenuto che la Centre Court sia riservata al match d’esordio del campione in carica, il giovane fenomeno australiano Lleyton Hewitt, che ha vinto anche gli UsOpen del 2001, è stato numero 1 al mondo per 80 settimane e solo otto giorni prima ha ceduto il passo nel ranking ATP a Andre Agassi. Il suo avversario è Ivo Karlovic, croato classe 1979, dunque due anni più anziano, 2 metri e 8 centimetri di potenza pura (è il più alto giocatore della storia del tennis, “uno che serve da un albero”, dirà di lui Federer). Nessuno a Londra sa chi sia, il suo nome non è mai apparso sul tabellone principale di uno Slam. I vecchi cronisti in sala stampa si danno di gomito, il divario in titoli e premi la dice tutta: Hewitt ha ormai in carniere 19 tornei, 52 successi e 19 sconfitte negli Slam, per quasi 11 milioni di dollari complessivi; Karlovic non ha vinto un evento ATP nemmeno piccolo piccolo e ha incassato 37mila dollari in due anni e mezzo da professionista. Nemmeno le spese.

E’ pomeriggio inoltrato, fa caldo, manca il pubblico delle grandi occasioni sulle tribune del vecchio stadio ancora senza la copertura mobile, che entrerà in funzione nel 2009 con un Murray vs. Wawrinka serale. Lleyton l’anno prima ha umiliato proprio qui in

finale l’argentino David Nalbandian (6-1 6-3 6-2), è il favorito del torneo. E’ rilassato, capisce che quel gigante un po’ impacciato ha un servizio di tutto rispetto ma basterà spostarlo o accorciare per rendergli la vita impossibile. Ivo, ATP 203, sembra intimorito dalla situazione del tutto inedita per lui. Il primo set è una passeggiata per il giocatore che ha raggiunto la testa del ranking nel 2001 a 20 anni e 8 mesi, come a nessuno era riuscito prima di lui. Mette sotto il croato per 1-6 in 19 minuti. Sembra fatta.

Invece succede quel che nessuno s’aspettava. Karlovic comincia a piazzare ace a ripetizione e bordate da fondo campo, Hewitt tenta di difendersi a furia di palle alte che vengono inesorabilmente intercettate e trasformate in missili aria-terra. E’ un tiro al piccione che dura altri tre set (7-6 6-3 6-4) e due ore e 5 minuti.

Nella storia di Wimbledon era accaduto che il campione uscente andasse a casa al primo turno soltanto nel 1967 quando Manolo Santana s’era arreso a Charlie Pasarell, in seguito per decenni direttore di Indian Wells. Nell’era Open, prima di allora era successo altre due volte negli Slam, con Boris Becker fuori al primo turno a Melbourne nel 1997 e Pat Rafter a New York nel 1999.

Fatto sta che da quel lunedì stramaledetto di 11 anni fa Hewitt non ha più vinto uno Slam e non è mai tornato numero 1. Per lui, le partite con Karlovic – che nel 2008 è salito fino al numero 14 della classifica mondiale – sono diventate via via un incubo. L’ha affrontato altre quattro volte con cadenza più o meno biennale, vincendo a fatica al Roland Garros del 2009 (6-7 6-7 7-6 6-4 6-3) e basta. A dimostrazione che la sconfitta nella Centre Court non fu un caso.

L’australiano e il croato hanno avuto carriere molto diverse. Hewitt ha ottenuto altre dieci vittorie importanti, ha vissuto alcuni periodi difficili e resurrezioni clamorose. E’ stato protagonista di una vicenda che ha riempito le pagine dei giornali di gossip, il fidanzamento con Kim Cljisters annunciato nel novembre del fatidico 2003 e rotto un anno dopo alla vigilia del matrimonio. Karlovic s’è preso solo cinque tornei, tutti ATP 250, l’ultimo l’anno scorso a 34 anni a Bogotà ai danni di Alejandro Falla (6-3 7-6). Nel 2011 con 251 chilometri orari è stato, per un anno, il recordman del servizio più veloce. Poi è spuntato un altro australiano, Samuel Groth, che ha sparato una palla a 263 chilometri l’ora. Roba da artiglieri. L’anno scorso ha rischiato di chiudere con il tennis – e forse di peggio – per un’encefalite virale.

Oggi, dopo oltre 11 anni, Hewitt e Karlovic si ritrovano di fronte negli Hall of Fame Tennis Championships a Newport, il luogo che, dopo Wimbledon, meglio s’identifica con il tennis più nobile. Per la prima volta, con un titolo in palio. Sull’erba, tra l’altro. Siccome gli americani sono americani, il match over 68 (33 anni l’australiano, 35 il croato) comincia mezz’ora prima che a Rio de Janeiro Nicola Rizzoli fischi l’inizio di Argentina-Germania. A rischio di strabismo seguo entrambe le partite grazie al servizio TennisLive di ATP-WTA.

Come a Wimbledon, il primo set sull’antico e stupefacente campo centrale fila via liscio e veloce per Hewitt in total white, attento a gestire ogni spiraglio tra la gragnuola di colpi di Karlovic e a non cedere il proprio servizio. Chiude sul 6-3. Più equilibrato il secondo set. Ivo punta evidentemente al tie break, Lleyton vuole evitarlo in ogni modo. Ce la fa, l’australiano, all’ottavo game a prendere il largo con il break che lo manda a servire per il titolo. Karlovic però non si rassegna. Lotta su ogni palla e ottiene il controbreak. (La Germania intanto spinge, pericolosissima).

Batte Ivo, adesso. Antico anche lui con una barba parecchio biblica, non si preoccupa quand’è sotto per 0-30: gli bastano quattro servizi per riportarsi sul 5 pari. (Al Maracanà Higuain segna ma il gol viene annullato). Tocca a Hewitt servire e in poco più di un minuto si prende l’undicesimo game. Va a rispondere sul 6-5. Karlovic si porta sul 40-0, ma l’ex numero 1 al mondo recupera e ottiene anche un match point. Il croato non riesce a piazzare con costanza la prima, fa persino un doppio fallo, poi con un ace al centro rimette il conto in pari. È il tie break, la specialità del croato. (Inizia il breve recupero del primo tempo di Argentina-Germania, su calcio d’angolo i tedeschi colpiscono un palo clamoroso). E Ivo non sbaglia. Come quel lontano lunedì, il secondo set finisce 7-6 per lui. L’incubo di Lleyton torna a concretizzarsi.

Quando si riprende, Karlovic ha tre occasioni per un break d’apertura nel set decisivo e le spreca: 1-1. (Inizia il secondo tempo della finale calcistica, Lavezzi – forse il migliore degli argentini – viene sostituito da Aguero). Torna l’equilibrio nella finale dell’unico ATP 250 sul verde di Oltreoceano. Sul 2 pari l’attempato ragazzone di Zagabria mette a segno l’ace numero 21: con oltre ottomila in carriera, ne ha sommati pochi meno di Roger Federer. (Messi ha un’occasione clamorosa, poi Higuain viene abbattuto al limite dell’area dal portiere tedesco: a me sembra rigore). A Newport la partita scorre rapida, gli scambi prolungati sono una rarità, se è costretto ad accettarli Karlovic finisce per sbagliare. Peraltro, nemmeno Hewitt ha interesse a tirarla per le lunghe. Preferisce, quando può, il serve and volley. Dunque entrambi forzano sempre. Con obiettivi strategici diversi: uno vuole il break, l’altro il tie break. Sul 5-5 serve Karlovic, che piazza altri due ace. (Sugli spalti del Maracanà gli argentini ci credono).

La spunta Ivo, alla fine: tie break. Hewitt ottiene immediatamente un minibreak, che deve però restituire, sorpreso da un passante di diritto del croato. L’australiano sembra più concentrato e si porta sul 5-2 (I tedeschi mettono fuori di un soffio). Poi con un bel rovescio in back si procura tre match point. Serve e chiude per 7-3 sull’errore di Ivo, che spara lungo.

Mentre assapora la vendetta finalmente consumata, Lleyton si rende conto che forse l’incubo è finito. Per sempre. (A Rio si va ai supplementari).

È stato un week end di tennis appassionante anche per altre ragioni. Dei quattro italiani approdati venerdì – illudendoci – ai quarti di finale degli ultimi tornei stagionali su terra rossa (Fognini a Stoccarda dove aveva vinto un anno fa, Errani e Giorgi a Bad Gastein, Vinci a Bucarest), solo la tarantina è riuscita a raggiungere la finale. Fermata subito Camila per mano di una sconosciuta americana, Shelby Rogers, la romagnola numero 14 WTA ha fallito ieri (6-7 3-6) la possibilità di arrivare all’ultimo atto, sconfitta dalla stessa Rogers, 21 anni, che con un balzo impressionante si porta a ridosso delle Top 100 pur avendo perso oggi la finale con Andrea Petkovic. Lo stesso ha fatto il ligure, che ieri in semifinale non è mai entrato in partita contro il sempre più convincente Roberto Bautista-Agut (3-6 4-6), poi vincitore su Lukas Rosol e da domani numero 18 del ranking ATP, cioè terza forza del tennis iberico. Bravissima invece Roberta, che ha tentato di resistere -1-6 3-6 a casa sua! – alla numero 3 al mondo, la piccola, agile e potente Simona Halep. Una finale che le ridà comunque fiducia nelle sue potenzialità come singolarista.
Twitter @claudiogiua
(13 luglio 2014) © Riproduzione riservata

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bernie (Guest) 14-07-2014 09:46

Lleyton e Ivo…… 2 grandissimi.
Non sapevo chi tifare…
Avevo pensato Leutonio come nome per mio figlio ma poi era parso un tantino fuori dagli schemi. 😀

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jimmijo (Guest) 14-07-2014 09:36

Ennesima vittoria per un campione inimitabile, ci sono tennisti tecnicamente più forti ma nessuno mai è riuscito ad identificare lo stile del campione come lui. Spero che lleyton non si ritiri mai, cmon grande campione continua un altro anno ad essere l’esempio perfetto per ogni ragazzo giovane che gioca a tennis

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Andreas Seppi 14-07-2014 09:30

Che giocatore!!! grazie di esistere Lleyton!
Non ritirarti mai, ancora vinci e vincerai

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mcmirco (Guest) 14-07-2014 05:55

Bravo,una grande prestazione,con26ace contro molti si sarebbero arresi per cui molto,molto bravo.Ciao a tutti

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Lollo99 (Guest) 13-07-2014 23:59

@ CannoniereKarlovic (#1116522)

Grandissimo karlovic spero faccia bene anche a bogotá settimana prossima

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CannoniereKarlovic 13-07-2014 23:42

Onore anche a Karlovic, che continua a fare aces e finali ATP a 35 anni suonati..

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Goergestuttalavita (Guest) 13-07-2014 23:26

Fognini ! Impara da campioni come questo che non mollano mai!

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Roger Rose (Guest) 13-07-2014 23:18

Che spettacolo! Un campione da imitare

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Edo (Guest) 13-07-2014 23:17

Peccato per il grande Ivo che perde la terza finale stagionale su tre superfici diverse.

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Facciadaprete 13-07-2014 23:15

Grande Lleyton, ce ne fossero come lui…

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Francesco (Guest) 13-07-2014 23:05

Campione infinito speriamo di vederlo anche il prossimo anno nel circuito

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