Djokovic racconta Federer e Nadal: rispetto, distanze e la rivalità che ha segnato un’epoca
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Novak Djokovic ha offerto una riflessione diretta e personale sul rapporto con i suoi due grandi rivali, Roger Federer e Rafael Nadal, ripercorrendo le dinamiche che hanno accompagnato una delle rivalità più iconiche della storia dello sport. In un’intervista con l’ex calciatore e allenatore Slaven Bilić, il serbo ha spiegato come il suo atteggiamento nei loro confronti sia rimasto invariato nel tempo, mentre a cambiare sarebbe stato il comportamento degli altri due.
“Il mio comportamento verso di loro non è mai cambiato”, ha spiegato Novak Djokovic. “La situazione è cambiata perché loro hanno cambiato atteggiamento nei miei confronti. Li ho sempre ammirati e continuo a considerarli quelli che mi hanno aperto la strada”. Djokovic ha riconosciuto in particolare una certa distanza da parte di Federer: quando ha percepito freddezza, ha semplicemente accettato la situazione, sottolineando però di aver sempre ricambiato con naturalezza ogni successivo avvicinamento.
Diverso, invece, il rapporto con Nadal, che Djokovic ha detto di aver sempre compreso un po’ di più. La vicinanza d’età e un percorso in parte parallelo avrebbero contribuito a una maggiore empatia reciproca, pur nella durezza della competizione.
Proprio Nadal, in una recente intervista, ha offerto una spiegazione tecnica e molto lucida sulle difficoltà incontrate negli ultimi anni contro Djokovic, soprattutto sul cemento. Secondo il maiorchino, il problema non era soltanto il livello del rivale, ma l’enorme richiesta fisica necessaria per sostenere lunghi scambi su una superficie rapida. “Contro Novak era tutto più aleatorio”, ha spiegato. “Soprattutto sul duro, quando il fisico non mi permetteva più certi sforzi, diventava molto più complicato”.
Nadal ha ammesso che, per competere davvero con Djokovic, aveva bisogno di una risposta fisica che negli ultimi anni non sempre riusciva a trovare. Ha provato anche a modificare il piano tattico, cercando di accorciare gli scambi o di variare maggiormente con soluzioni come il serve and volley, ma senza risultati costanti. “Vincere contro Novak in due o tre colpi è estremamente difficile”, ha riconosciuto, spiegando che quelle strategie potevano funzionare contro altri avversari, ma non contro il serbo.
Il quadro cambiava parzialmente su altre superfici. Nadal ha infatti ricordato come su terra battuta e su erba le sue possibilità rimanessero più concrete, citando in particolare la semifinale di Wimbledon 2018, una delle sfide in cui sentiva di avere ancora “opzioni vive” per competere alla pari.
Le parole incrociate di Djokovic e Nadal restituiscono così uno spaccato sincero della loro rivalità: fatta di rispetto, di adattamenti continui e anche di limiti fisici che, con il passare de
Francesco Paolo Villarico
TAG: Novak Djokovic, Rafael Nadal, Roger Federer

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Roger Federer ha vinto il premio come giocatore preferito dal pubblico per ben 19 anni di seguito, Novak Djokovic nessuno. Con tutto quello che papà Djokovic ha detto su Roger, te credo che lo svizzero abbia preso le distanze. Caro Nole, fossi in te mi chiederei il perché un campione come te non ha mai avuto l’ammirazione che in tanti hanno avuto per i Fedal.
Djokovic sente che pur avendo vinto di più degli altri due non è riuscito ad eguagliarli come un’icona globale,fatica ad occupare lo stesso spazio mitologico.
Djokovic si deve chiedere se magari è stato il suo comportamento da villain in campo o le sue reazioni passionali e relazioni extra campo a renderlo indigesto a Roger.