Arnaldi riparte dopo un 2025 difficile: infortuni, nuovo coach e la sfida del riscatto nel 2026: “Il 2025 è stato duro, ma ora sento di poter vivere un anno importante”
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Il 2025 di Matteo Arnaldi è stato un anno complesso, segnato da problemi fisici e da risultati al di sotto delle aspettative, ma anche da una consapevolezza nuova in vista della ripartenza. In una lunga intervista rilasciata a Il Corriere dello Sport, il tennista ligure ha raccontato senza filtri le difficoltà vissute e le ambizioni con cui guarda al 2026.
«È stato un anno difficile», ammette Arnaldi. «All’Australian Open ho iniziato ad avere problemi al piede destro e me li sono portati dietro per tutta la stagione. Prima non avevo mai avuto grandi infortuni. Ho vinto veramente poco ed è giusto che io sia dove sono, ma è tutta esperienza e adesso sento di poter vivere un anno importante». Il 24enne di Sanremo ha chiuso la stagione da numero 61 del mondo, lontano dal best ranking di n.30 raggiunto nel 2024, ma con la convinzione di poter risalire se le condizioni fisiche lo assisteranno.
Il finale di stagione ha coinciso anche con un cambiamento significativo nel suo team. Dopo anni di collaborazione, Arnaldi ha salutato lo storico coach Alessandro Petrone, affidandosi a Marcel du Coudray, allenatore di profilo internazionale. Una scelta maturata in tempi rapidi ma ponderata: «È stato difficile dopo tanti anni con Petrone. Ho parlato con tante persone e alla fine Marcel mi è sembrata la figura più adatta. Cercavo esperienza, ma anche un aiuto tecnico e tattico: con lui ho trovato il mix giusto». Du Coudray lavorerà in sinergia con il resto dello staff, che resta confermato a partire da Matteo Civarolo.
La preparazione invernale, come ormai da tradizione, si svolge a Melbourne, dove Arnaldi si allena da diversi anni. «È il terzo anno che faccio la preparazione qui. L’ultimo allenamento l’ho fatto con 40 gradi», racconta sorridendo. «Ma è utile per adattarsi subito e, in generale, mi trovo molto bene». L’obiettivo è arrivare al meglio all’inizio della stagione, anche se la cautela resta massima: se dovesse riemergere dolore, non è escluso il forfait a Brisbane per esordire direttamente ad Adelaide.
Ripercorrendo il 2025, Arnaldi spiega come l’infortunio al piede destro abbia condizionato gran parte dell’annata. Il problema è nato nel match contro Lorenzo Musetti all’Australian Open, per poi ripresentarsi a fasi alterne. «Tra Indian Wells e Roland Garros sentivo fastidio ma non dolore, ed è stata infatti la parte migliore della stagione. Poi sull’erba si è aggiunto un problema alla caviglia e a Wimbledon e agli US Open ho giocato con antidolorifici». A New York, avanti due set contro Cerúndolo, il dolore ha fatto la differenza. «Avrei dovuto fermarmi prima, ma stavo perdendo punti e ho provato ad andare avanti. Mentalmente è stato duro».
Nonostante tutto, la fiducia non è mai venuta meno. «Non ho mai avuto paura di scendere troppo in classifica. Anche in una stagione negativa ho chiuso da 61. Se sto bene, l’obiettivo è tornare dov’ero e fare ancora meglio». Un’iniezione di fiducia arriva anche dalle vittorie contro i big: Arnaldi vanta già cinque successi contro Top 10 e nel 2025 ha vissuto uno dei momenti più alti della carriera battendo Novak Djokovic a Madrid. «Giocare contro il mio idolo era speciale, vincere lo è stato ancora di più. Lì ho espresso uno dei livelli migliori della mia carriera».
Guardando al panorama attuale, Arnaldi riconosce la distanza che oggi separa il resto del circuito da Jannik Sinner e Carlos Alcaraz. «Hanno un livello superiore, soprattutto in termini di continuità. Ma per me è stimolante allenarmi con loro e cercare ispirazione». Il 2026, nelle sue parole, può davvero rappresentare un nuovo inizio: «Se recupero al 100%, sento che può essere un anno importante per tornare dove voglio stare».
E fuori dal campo? Anche la vita privata procede serenamente. Il matrimonio con la compagna Mia non ha ancora una data fissata, ma una certezza c’è: «Quando sarà, ci sposeremo in Italia», dice ridendo. Un sorriso che accompagna la voglia di riscatto di un giocatore pronto a rimettersi in cammino.
Francesco Paolo Villarico
TAG: Italiani, Matteo Arnaldi

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