Federico Cinà: “Sto lavorando bene in queste settimane, e provando un nuovo movimento col diritto”
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Federico Cinà sta preparando il 2026 con un lavoro intenso a Tirrenia, seguito dal padre Francesco, lo staff federale e un nuovo preparatore atletico, il francese Eric Hernandez, con il quale sta focalizzando il lavoro sulla parte atletica. Il 18enne palermitano è uno dei prospetti più interessanti del nostro tennis maschile, forte della grande esperienza del padre (per molti anni a fianco di Roberta Vinci) e di un buon talento complessivo. Dopo le tante prime volte vissute nel 2025, con discreti risultati e un best ranking di n.202 toccato ad inizio settembre, la sua stagione si è conclusa con qualche sconfitta di troppo ma anche la finale al Challenger di Amburgo, battuto dal coetaneo tedesco Justin Engel. In un’intervista concessa a Spazio Tennis Federico afferma di aver accusato un po’ la fatica e il grande carico di novità del primo “vero” anno da Pro, ma anche di aver maturato esperienze importanti, un bagaglio di cui far tesoro per il 2026. Il suo piano è di giocare le qualificazioni agli Australian Open (non è ancora sicuro di farcela, è attualmente n.237 ATP) e quindi restare in tornei sul cemento nella prima fase del nuovo anno. Questi i passaggi più interessanti dell’intervista.
“Ho preso la patente!” esordisce sorridendo Federico, “era uno degli obiettivi del 2025, quindi d’ora in avanti guiderò io, ancora non ho una macchina. Mi sono esercitato tanto…”.
Il bilancio del suo primo anno tra Challenger e ATP: “Ho iniziato con poche aspettative perché l’anno precedente avevo giocato pochi Challenger ottenendo poche vittorie. Dall’inizio del 2025 ho sentito di aver un buon livello nei Challenger. Ho avuto le prime esperienze anche a livello ATP, non è stato facile, ma penso di esser andato bene. Anche nei Challenger è difficile, ci sono giocatori con grande voglia di vincere, davvero agguerriti”.
Un anno che gli ha mostrato le difficoltà della competizione: “Ho sentito principalmente una differenza a livello fisico, nel tour ci sono tennisti pronti a dare battaglia fin da subito. La partita la devi vincere, nessuno ti regala niente, è difficile sul piano mentale e anche nel reggere fisicamente contro di loro”.
Ha vissuto l’esperienza delle qualificazioni negli Slam a New York: “Era un obiettivo, a dire il vero per l’Australian Open 2026 perché per US Open 2025 non ci credevamo tanto. Però col passare dei mesi abbiamo visto che potevamo farcela… Ero molto emozionato dall’idea di giocare il primo Slam, c’ero stato da bambino seguendo papà e poi l’ho giocato da Junior, ma sono due cose completamente diverse. Penso che l’aver già vissuto in qualche modo quest’esperienza mi abbia aiutato, spero in futuro di poter giocare nel tabellone principale”.
Il peso delle aspettative su di lui: “La sento, e in un certo senso che mi piace che si possa parlare di me, insieme ad altri ragazzi della mia età. Devo essere tranquillo, allenarmi senza troppe aspettative perché se già penso a tutto questo il rischio è perdersi per strada. È necessario pensare al quotidiano e fare le cose bene”.
L’attenzione è tutta su Sinner, Musetti, Cobolli… In passato, visto che in Italia mancavano tennisti di grandissimo livello, appena arrivava un giovane su di lui erano riposte aspettative enorme. Un vantaggio quindi crescere, da giovane, con campioni già affermati tra i Pro? Così risponde Federico: “È vero, oggi ci sono tanti italiani bravissimi. Noi giovani ci sentiamo gli ultimi ed è giusto così. È giusto che tutta l’attenzione sia su di loro, noi non ne abbiamo così tanta, ed è certamente di aiuto”.
Roma, un torneo particolare, come l’ha vissuto: “È stato difficile, anche per il contesto. Vuoi fare bene, ti alleni con la pressione dell’evento non è stato facile ma è stato importante. Anche l’aver participato al sorteggio alla Fontana di Trevi, un bel momento, ringrazio per l’opportunità. Il match contro Navone? Ero molto teso all’inizio, non prima del match ma quando sono entrato in campo. Ho visto tutta la gente… tifavano per me ma sentivo il momento. Mi sarebbe piaciuta viverla con un po’ più di tranquillità. Poi mi sono sciolto e me la sono giocata, è stata una bella esperienza”.
Preparazione per il 2026, i focus: “Questa è la mia quarta settimana di preparazione, stiamo lavorando tanto sulla parte atletica, forza e rapidità dove penso di dover migliorare tanto. In campo sto lavorando su di un nuovo movimento del diritto e anche sul servizio. Sento un miglioramento”.
Il team per il 2026: “Abbiamo inserito Eric Hernandez come nuovo preparatore fisico, è francese, mi sto trovando molto bene con lui. Per quanto riguarda il tennis, la parte tecnica, sarà mio padre a seguirmi, oltre a Francesco Cardinale che mi sta dando una mano in allenamento e tornei”.
“Credo di essere cresciuto umanamente con l’esperienza accumulata. Girare e giocare con persone più grandi di me aiuta a maturare, a crescere anche nella comunicazione”.
“Nel tempo libero mi riposo… Mi piace conoscere le città dove mi trovo, ma passo del tempo anche su TikTok. Quando sono casa e non mi alleno mi piace fare comunque sport, come calcio o calcetto. Gioco bene anche a ping pong, mi piace molto, ma anche il padel mi piace. Mi ritengo un ragazzo sereno, tranquillo, mi piace la compagnia degli amici”.
“Quando sono in viaggio riesco ad adattarmi, ma il cibo all’estero un po’ lo soffro. Però se mi dicono che c’è specialità locale molto buona la provo. Adoro il Sushi. Essere lontano da casa a volte mi pesa, la mancanza di casa, degli amici… ma sono sacrifici che vengono ricompensati da tutto il resto. Oggi mi sento un po’ stanco dopo 4 settimane di lavoro intenso a Tirrenia, ma sono molto felice per quello che sto facendo e come lo sto facendo. Mi sto impegnando molto e spero di vivere un 2026 buono, di risultati e di godermelo”.
L’inizio del 2026: “Dovrei entrare nelle qualificazioni degli Australian Open, e partirei il 5 gennaio se entro, ma non ho in previsione di giocare tornei in precedenza. Poi giocherò sicuramente altri tornei nei dintorni ma ancora non sappiamo dove di preciso, sicuramente sul cemento per diversi mesi. Qualche “quali” ATP? Speriamo! Sono felice del 2025 per le sfide che ho affrontato, era tutto nuovo e sono contento di come ho affrontato tutto. Nel 2026 mi porto l’esperienza di periodi dell’anno in cui le cose non sono andate bene… Non è scontato, non devo pensare che le cose vadano come mi aspetto. Per stanchezza fisica e mentale ho vissuto dei momenti difficili, ma devo restare lì e gestirle, lavorando e guardando avanti”.
Marco Mazzoni
TAG: Federico Cinà

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Un po’ perplesso sulla programmazione onestamente, molto bene che sia già alla quarta settimana di preparazione, ma a questo punto che senso ha non giocare nemmeno un torneo in preparazione alle quali agli AO? Va in Australia per Melbourne e basta? Magari gioca i challenger di Brisbane nelle settimane post AO o va in Vietnam, che comunque per me non è la scelta ideale
Sono davvero curioso di vedere cosa hanno fatto sul dritto, perchè aveva dei problemi evidenti…