Zverev: “Sinner ha fatto la differenza nei momenti chiave, ma il match era più equilibrato di quanto dica il punteggio”
5 commenti
Dopo la sconfitta per 6-4, 6-3 contro Jannik Sinner, Alexander Zverev ha analizzato con lucidità e rispetto la prestazione del suo avversario, sottolineando i progressi dell’azzurro e la qualità del match, nonostante il punteggio netto.
“Penso che la grande differenza oggi sia stata nel modo in cui ha servito nei punti importanti,” ha spiegato il tedesco in conferenza stampa. “Ho avuto sette palle break, ma su ognuna ha messo la prima. Non ho mai avuto l’occasione di entrare nello scambio. Lui ha avuto due opportunità, e le ha sfruttate entrambe. Questo è ciò che fanno i migliori.”
“Serve incredibile, livello altissimo”
Zverev ha riconosciuto come il servizio di Sinner sia migliorato enormemente negli ultimi due anni, diventando un’arma decisiva anche contro i migliori battitori del circuito:
“Due anni fa nessuno avrebbe pensato che Jannik potesse servire più ace di me. Oggi ne ha fatti dodici. È impressionante quanto sia migliorato in questo aspetto. Dal fondo abbiamo giocato un match di altissimo livello, ma la differenza l’ha fatta il suo rendimento nei momenti chiave.”
Nonostante la sconfitta, il tedesco si è detto soddisfatto della qualità del suo gioco:
“Il punteggio è 6-4, 6-3, ma a mio avviso il match è stato più equilibrato di quanto sembri. Dal fondo mi sono sentito bene, forse anche meglio che a Vienna. Ho avuto tante opportunità che non sono riuscito a sfruttare.”
“Questa è la differenza tra me e il numero 1”
Zverev, con il suo consueto realismo, ha riconosciuto che la capacità di capitalizzare le occasioni è ciò che separa i top assoluti dal resto del gruppo:
“Non era una partita ingiocabile. Ho avuto tante chance, lui una sola e l’ha convertita. È per questo che è il numero uno del mondo: sfrutta ogni possibilità. Io invece non l’ho fatto, e questa è la differenza.”
“Prima di tutto, devo restare in salute”
Il tedesco ha poi spiegato come la stagione 2025 sia stata complicata a causa di problemi fisici ricorrenti:
“Quest’anno è stato un incubo dal punto di vista degli infortuni. Ho sempre avuto qualcosa, e diventa difficile migliorare quando devi solo cercare di stare in piedi. La priorità per me è restare sano e poter lavorare con continuità.
“L’unica volta che l’ho battuto? Ho sfruttato la palla break”
Infine, un sorriso ironico quando gli è stato chiesto cosa aveva funzionato nella finale di Vienna, dove fu l’ultimo a strappare un set a Sinner:
“Beh, lì ho sfruttato la palla break (ride). Contro Jannik devi farlo, perché non te ne concede molte. Se esiti o sbagli, lui non ti perdona.”
Francesco Paolo Villarico
TAG: Alexander Zverev, ATP Finals, ATP Finals 2025, ATP Finals Torino, ATP Finals Torino 2025

Sinner
Alcaraz
Zverev
Djokovic
Shelton
de Minaur
Auger-Aliassime
Draper
Sabalenka
Swiatek
Rybakina
Andreeva
5 commenti
Numero 1 del mondo , bravo Zverev.
Questo è vero, Sacha ha tenuto benissimo sugli scambi oggi, si è anche guadagnato 7 palle break, ma su quelle Sinner serviva ace o prime assurde, non poteva farci nulla Zverev
Jannik è stato… Jannik. E con Zverev è sufficiente, non servono punti da fenomeno ma essere solido come solamente lui riesce ad essere nella continuità di un incontro. Ha fatto il suo, può essere risultato noioso agli occhi dei non appassionati – e competenti – ma ha fatto estremamente bene quello che era necessario per vincere. Ed in quello è un “mostro”, a mio parere molto più di Jokovich a pari età e non solo…
Analisi corretta. Jannik non ha servito benissimo durante i game, tanto che nel primo turno di servizio ha dovuto fare 4 ace (!!!) per riuscire a tenere il servizio. Game durato ben 9 minuti, una eternità… per lui e certamente per noi che sugli spalti soffriamo per questi momenti di difficoltà. Jannik è stato MOSTRUOSO a servire PERFETTAMENTE sulle palle break recuperando anche da 0-40 ma l’andamento del match è stato molto equilibrato. Sacha, come suo solito, nei momenti tipici non ha MAI spinto, riducendo la velocità dei propri colpi sia di diritto che di rovescio. Questo ha consentito a Jannik di prendere il controllo degli scambi, dei punti e dei game. Da sempre questo è il tallone di Achille di Zverev, e purtroppo per lui non lo ha mai riconosciuto. Jannik ha vinto certamente perché non ha mai tremato nei momenti importanti, ma Zverev gli ha dato una mano. Stretta a fine incontro, as usual.
Zverev ha ragione di dire che il match è stato più equilibrato di quanto si potrebbe pensare, ma solo perché la prima associazione che verrebbe in mente di fare è con il risultato del match precedente, a Parigi. In un’ipotesi normale, è proprio quel dettaglio dei momenti chiave a fare la differenza