
Borg nella nuova autobiografia rivela il suo passato con la droga: “Sono stato vicino alla morte due volte”


“Non lo faccio per soldi. Era come portare un enorme peso sulle spalle. Dovevo liberarmene. La gente mi conosce attraverso il tennis, ma non sa davvero cosa mi è successo come persona. Pubblicare questo libro mi ha dato sollievo. Negli anni novanta non ero pronto, ho avuto delle ricadute, anche se non gravi come negli anni ottanta”. Con queste accorate parole Bjorn Borg racconta in anteprima al quotidiano di Londra Times la sua decisione di scrivere una autobiografia, intitolata “Battiti” (uscirà tra qualche giorno anche in italiano) nella quale svela con dovizia di particolari i momenti più cupi della sua vita, inclusa la lotta contro il cancro di questi giorni e il passato tossico per l’uso di droghe poco dopo il ritiro dal tennis professionistico.
L’ex tennista svedese, vincitore di 11 titoli del Grande Slam, ha deciso di raccontarsi senza filtri in un libro scritto insieme alla moglie Patricia, appena uscito in Svezia. “Non volevo un estraneo per raccontare la mia vita, le più cose intime. Patricia è la mia migliore amica”. Se nelle ultime pagine rivela la diagnosi di un tumore alla prostata “estremamente aggressivo”, nel libro svela come la sua dipendenza dalla droga l’abbia portato per due volte a un passo dalla morte. Il primo di questi drammatici episodi risale al febbraio 1989, a Milano, quando la sua moglie dell’epoca Loredana Bertè lo trovò privo di sensi e lo portò di corsa in ospedale. Ufficialmente la crisi fu attribuita a una reazione avversa a dei sonniferi presi per alleviare un dolore allo stomaco dopo una cena al ristorante, ma in realtà si trattava di ben altro. A salvarlo la tempestività dell’intervento della moglie e le cure dei medici, che praticarono tutte le operazioni necessarie a farlo riprendere, tra cui una lavanda gastrica. “Il fatto che sia ancora vivo è merito di Loredana” racconta Borg. La seconda volta in cui vide la morte in faccia fu qualche anno più tardi, in Olanda, dove fu colpito da un infarto mentre si trovava su un ponte. “Battiti” si apre proprio da quel momento: il cuore che si ferma, la caduta a terra e la fortuna di avere vicino persone pronte a soccorrerlo e salvargli la vita.
È un’autobiografia onesta, a tratti cruda, nella quale Bjorn si prende la colpa per i tanti sbagli che l’hanno portato in difficoltà economica con scelte di investimenti sbagliati, e ancor più ammette di aver perso il controllo della propria vita dopo il ritiro dal tennis a soli 25 anni. “Non avevo alcun piano quando ho smesso” afferma lo svedese. “Oggi i giocatori hanno una guida, io ero perso nel mondo. C’erano droghe, pillole, alcol: servivano a fuggire dalla realtà”.
Il sei volte vincitore del Roland Garros e cinque volte campione a Wimbledon racconta la prima volta in cui provò la cocaina: nell’estate del 1982, a New York, in un notissimo locale della “movida” newyorkese, frequentato da star di ogni tipo. “A Manhattan c’erano sempre feste. Un giorno ci sono andato: non giocavo più a tennis e pensai di poter provare la cocaina. La sensazione di euforia era simile a quella che provavo in campo”. Borg afferma non fare uso di droghe da oltre 25 anni. Nel libro ripercorre anche la dura scoperta della malattia e la battaglia contro il cancro alla prostata, ora in remissione: “Il medico dice che ci sono ancora cellule tumorali nel mio corpo, ma al momento sono inattive. Potrebbero rimanere così per anni”.
Interessante la risposta di Borg alla domanda su quale posto pensa di meritare nella storia del tennis: “Tra i primi cinque ci posso stare. Ma più dei numeri, credo che io, Federer e Nadal abbiamo portato il tennis in un’altra dimensione”.
Marco Mazzoni
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5 commenti
Gli alimenti spettano al coniuge più debole economicamente. Borg all’epoca della relazione con la Berte’ non giocava più da anni, mentre la Berte’ era una cantante affermata e in piena attività. Non si comprende perché avrebbe avuto diritto agli alimenti.
La Berté gli ha salvato la vita, e’ stato fortunato.
Strano personaggio…per non dire altro
MI viene in mente il libro del Palpa …Nel caso di Borg di che droghe parliamo?
gli anni 80 sono associati al dilagare dell’eroina.. solo nel mio paese è stato un massacro.
c’era gente che girava con la siringa nel taschino della giacca perchè faceva figo.
e pensare che la moglie che gli ha salvato la vita (loredana berte) non ha mai preso un soldo di alimenti visto che il loro matrimonio non è riconoscibile per la bigamia di lui….anche per questo grande tennista ma piccolo uomo