
“Ho ancora il gioco per competere negli Slam”: Djokovic analizza il suo momento difficile. Dusan Vemic suo coach fino a Parigi


Novak Djokovic non nasconde le difficoltà del suo presente tennistico. Con le recenti eliminazioni premature a Montecarlo e Madrid, il campione serbo sta vivendo una stagione sulla terra battuta ben al di sotto dei suoi standard storici. Nonostante il buon torneo disputato a Miami, il passaggio alle superfici lente ha evidenziato una costanza che, per la prima volta in vent’anni di carriera, sembra sfuggirgli. Con la disarmante sincerità che lo contraddistingue, il fuoriclasse di Belgrado ha deciso di aprirsi completamente durante il Media Day dell’ATP di Ginevra.
La scelta di disputare il torneo svizzero nella settimana che precede il Roland Garros rappresenta già di per sé un segnale chiaro: Djokovic ha bisogno di partite nelle gambe, di ritrovare sensazioni e fiducia. “È bello essere di nuovo a Ginevra, ho giocato qui per la prima volta l’anno scorso”, ha esordito. “Stavo cercando di disputare alcune partite prima del Roland Garros, considerando che ho perso nei primi turni sia a Montecarlo che a Madrid. Con il team abbiamo deciso che è meglio provare a giocare almeno un match in più per prepararci al meglio per lo Slam parigino.”
Alla domanda sulla ricerca di un nuovo allenatore dopo la separazione da Andy Murray, Djokovic ha mostrato la tranquillità di chi non ha fretta di prendere decisioni affrettate: “Al momento non sto cercando un allenatore. Non credo ci sia bisogno di affrettarsi in nessun contesto, mi sento a mio agio con le persone che mi circondano. Ho Dušan Vemić, che è qui, è stato anche negli Stati Uniti, dove vive. Sarà con me a Ginevra e al Roland Garros, e Boris Bošnjaković è qui come analista e assistente allenatore. Dopo vedremo.”
Il serbo ha anche condiviso le sue impressioni sulla recente finale degli Internazionali d’Italia, riconoscendo l’emergere di una nuova era: “Ho visto la fine del primo set, solo quei pochi game, credo che abbiano giocato ad alto livello. Ora Sinner e Alcaraz sono i leader del nostro sport, la loro rivalità è attualmente la più grande ed è un bene per il tennis che abbiamo nuovi giovani tennisti. Sono felice che sia così, negli ultimi 20 anni c’è stato grande entusiasmo attorno al Big 4. C’è anche Zverev, non bisogna dimenticarlo. È stato bello vederli competere. Alcaraz si è fatto strada vincendo il primo set, Sinner ha ceduto un po’ all’inizio del secondo.”
Ma è nell’analisi della propria condizione che Djokovic ha mostrato tutta la sua profondità di pensiero, in un perfetto equilibrio tra consapevolezza delle difficoltà e fiducia nelle proprie capacità: “Questo è un capitolo diverso della mia vita, sto cercando di abituarmi. Queste non sono le circostanze a cui sono abituato, perdere nei primi turni consecutivamente. Non credo mi sia successo in 20 anni, ma sapevo che momenti così sarebbero arrivati. Faccio fatica a guardare indietro, mentre continuo a giocare, a tutta la mia carriera.”
La motivazione, nonostante tutto, rimane intatta: “Continuo con il desiderio di vincere Slam ed essere tra i migliori al mondo. Per questo gioco, alla ricerca di trofei, per arrivare in piena forma prima del Roland Garros, per sfidare i migliori al mondo. La motivazione c’è ancora, ma in questo periodo di transizione, devo capire il mio corpo e le mie circostanze, cosa devo fare per restare in salute, così come per essere in condizioni ottimali per i tornei che sono più importanti per me, che sono gli Slam.”
Con la saggezza acquisita in decenni di carriera, Djokovic non si nasconde dietro scuse: “Lo stress e la pressione fanno parte di ciò che facciamo. So quanta dedizione serve per essere campione di uno Slam, ma per me non è così facile come lo era dieci anni fa perché la mia vita è cambiata. Sento che ho ancora il gioco per essere un contendente agli Slam. È chiaro che, in termini di risultati, ho più alti e bassi di prima, ma devo accettare che il mio livello di gioco non è così costante come prima. So anche quali sono le mie priorità.”
Francesco Paolo Villarico
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4 commenti
x me conterà molto la tenuta atletica ….vedremo
Mah…
Non ci credo
Il problema è trovare le motivazioni fuori dagli Slam; senza quelle farebbe meglio a smettere il prima possibile.