Stefano Cobolli racconta la crescita di Flavio: “L’obiettivo è la Top 10. A volte serve una scossa”
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Stefano Cobolli, padre e allenatore di Flavio, ripercorre in un’intervista al Corriere dello Sport i momenti decisivi della crescita del figlio, oggi numero 22 ATP e protagonista del recente trionfo dell’Italia in Coppa Davis. Un cammino segnato da tappe non sempre semplici, ma che hanno costruito il giocatore e l’uomo che oggi l’Italia ammira.
Cobolli ricorda un episodio in particolare, avvenuto nel 2021 durante due tornei Futures ad Antalya. Flavio aveva perso nei quarti senza mostrare l’atteggiamento giusto, arrivando perfino a mollare alcuni game. La reazione del padre fu drastica: tornare in Italia e lasciarlo da solo per il torneo successivo. «Gli dissi: “Hai diciotto anni, se vuoi vivertela così resta qui da solo”. Venni via, e lui mi disse che avevo fatto bene». Quel gesto si trasformò in una svolta: Flavio vinse il torneo e iniziò un cambiamento profondo. «Da lì prese il tennis con serietà e cominciò a diventare un vero professionista».
Il padre ricorda anche altri episodi che testimoniano la maturazione del figlio, compresa la partecipazione come sparring e alternate in grandi eventi come United Cup, Laver Cup e la squadra di Davis del 2022. «La gavetta è stata fondamentale. Ha avuto modo di vedere da vicino cosa significa preparare match di altissimo livello».
L’eco della recente Coppa Davis, però, è ancora freschissima. «Ho dormito pochissimo per giorni dopo il trionfo. Non pensavo che Flavio fosse già pronto a esprimere un livello così alto in Davis. Mi ha sorpreso, come sempre». L’obiettivo dichiarato ora è chiaro: la Top 10. «Non per forza nel 2026, anche tra un paio d’anni andrebbe bene. Ma quella è la direzione».
Cobolli parla anche della scelta di Flavio di dedicarsi al tennis, dopo essere stato in giovane età una promessa del calcio e dell’AS Roma. «All’inizio pensavo avesse più possibilità nel calcio. Ma gli esposi la realtà e lui scelse la racchetta».
La preparazione alla nuova stagione partirà con alcuni giorni di lavoro all’Accademia di Juan Carlos Ferrero, dove Flavio tornerà ad allenarsi insieme a Carlos Alcaraz. Poi United Cup, Australian Open e una serie di tornei sul cemento americano. Il 2026 sarà un anno impostato privilegiando la qualità sulla quantità: meno tornei, più allenamento mirato. «Salteremo gli eventi ATP precedenti agli Slam per prepararci meglio ai Major. Lavoreremo molto sulla risposta e sulla tecnica di discesa a rete. De Minaur può essere un riferimento: velocità simile e grande attitudine».
Stefano Cobolli chiude con uno sguardo pieno di fiducia: «Flavio ha dichiarato di voler arrivare in Top 10 e ne è davvero convinto. Noi crediamo che ci siano le basi per riuscirci».
Francesco Paolo Villarico
TAG: Flavio Cobolli, Stefano Cobolli

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cobolli per me è stata la vera rivelazione italiana di questo 2025. l’evoluzione da gennaio a novembre è stata netta e costante, e per come gioca, e per come l’ho visto a giocare dal vivo a bologna, l’attuale ranking gli sta decisamente stretto. credo abbia nelle sue corde la top10, di sicuro ci deve provare, perché il talento c’è!
prendere come esempio de minaur è corretto.
dopotutto cos’ha flavio in meno di lui?
A me onestamente se mi avessero detto due anni fa che Cobolli avrebbe potuto puntare alla top 10 ma anche alla top 20 lo dico proprio senza mezzi termini, mi sarei fatto una gran bella risata, mi sembrava troppo leggero e giocatore solo da terra rossa, felicissimo di vedere quanto è migliorato, è l’italiano che mi ha sorpreso di più in queste ultime due stagioni, è diventato un giocatore molto completo, competitivo su tutte le superfici, dalla terra all’erba al rapido indoor. Ora in top 20 ci è passato, rimanerci stabilmente sarebbe una gran cosa e ampiamente alla portata, la top 10 la vedo comunque difficile, ma una capatina lì dentro non la vedo più impossibile, è giusto porselo come obiettivo, poi se anziché nei 10, arriva nei 12-15 credo ne saremmo comunque tutti felici, lui compreso
Top 10 sarà dura, top 15 (STABILE) obiettivo di breve termine (2026). C’è da migliorare alcune cose per poi puntare alla top 10 (che vuol dire eccellenza assoluta, continuità, capacità di competere ad altissimi livelli su tutte le superfici ma SOPRATTUTTO fare seconde settimane nei 3 su 5.
Possibile? Certo.
Fattibile? Anche. Ma bisogna fare ancora un passo decisivo verso l’eccellenza
Tempi? Se fa il bravo ci riuscirà nel 2027.
Glielo dice uno che quando gli pronosticava la top 50 subito dopo la battaglia (persa per un incollatura) con uno Struff in piena forma, veniva deriso dai sapientoni delle esegesi plastiche sulle classifiche gonfiate e dal gomito articolato.
Mi piace tantissimo questo papà Cobolli e spero che Flavio continui a seguirlo sia perché è davvero competente sia perché vuole davvero il suo bene!
Ti aspettiamo nel 2026 più forte e più maturo, auguri di buona preparazione e di buone feste 😉