
Cahill svela i segreti di Sinner: “Le piccole cose fanno la differenza, è la sua maturità che mi sorprende”. Il coach australiano: “Non si allena per battere Djokovic, vuole essere Jannik Sinner”


Se Jannik Sinner è il giocatore che è oggi, lo deve anche e soprattutto a sé stesso e alla scelta di un team la cui alchimia ha reso possibile l’ascesa al trono della classifica mondiale. L’altoatesino è diventato un giocatore completo che, dopo aver vinto gli ultimi tre Grand Slam giocati sul cemento, giocherà la semifinale al Roland Garros, a riprova dei suoi miglioramenti grazie al lavoro con i coach Simone Vagnozzi e Darren Cahill.
Proprio quest’ultimo ha rilasciato un’intervista approfondita in cui analizza tutti gli aspetti della crescita di Sinner, dalla tecnica alla mentalità, dalla gestione della pressione alle sfide future. Le parole del coach australiano offrono uno spaccato illuminante sul lavoro dietro le quinte che ha trasformato un giovane talento in un campione globale.
“Quando Simone ha cominciato a lavorarci, era già tra i migliori, perché Riccardo Piatti aveva fatto un ottimo lavoro” ha esordito Cahill, riconoscendo il merito della base tecnica costruita dal precedente allenatore. “In ogni caso, quando si lavora con uno così giovane, c’è del lavoro specifico da fare in diverse aree del gioco. Simone lo ha aiutato a rafforzare il rovescio, il servizio, a migliorare le transizioni a rete. Credo che insieme, tutto il team, abbia reso Sinner un giocatore più completo.”
Riguardo ai margini di miglioramento sulla terra battuta, Cahill è stato molto specifico: “Le piccole cose ti mancano un po’. Le reazioni istintive, la lettura del gioco, l’intuizione, un po’ di anticipo, il primo passo, la prima reazione, l’essere più rapido nell’entrare e uscire dagli angoli. Quindi tutte queste cose sono aree in cui possiamo vedere margini di miglioramento per il gioco di Jannik, e normalmente, quando inizi a giocare tante partite, entri in un ritmo e diventa tutto più automatico, più da robot.”
“In questo momento invece deve pensare un po’ di più in quei momenti per spingersi oltre. Quindi, man mano che ogni partita passa, possiamo vederlo migliorare sempre di più. Se questo sarà sufficiente per vincere qui, non lo sappiamo, ma quello che abbiamo fatto è assicurarci che ogni giorno affrontiamo l’avversario che ha davanti, teniamo tutto molto semplice per lui.”
Sul confronto con Djokovic in semifinale, Cahill ha mostrato grande fiducia: “Non c’è sfida più grande e dura che giocare contro Novak in semifinale in uno Slam. Ma è pronto, si è allenato per questo. In questo momento ha molta fiducia, e non vediamo l’ora. Quando si arriva al quinto set, ha comunque un buon record nei tornei dello Slam al momento. Quante partite di fila ha vinto negli Slam? Ne ha vinte 19 consecutivamente.”
L’australiano ha poi analizzato lo stile di gioco fisico di Sinner: “Jannik gioca un tipo di tennis molto fisico. Il suo stile di gioco per tre ore equivale a quello di molti altri che giocano per cinque ore. Quindi ci aspettiamo che Jannik entri in campo e giochi il suo stile, rendendo la partita fisica sin dall’inizio.”
Su Djokovic e l’età, Cahill è stato netto: “Ha appena battuto uno dei giocatori più forti del circuito ieri sera, ed è sembrato dannatamente in forma. Quindi non stiamo nemmeno prendendo in considerazione che l’età possa essere un fattore, dall’altra parte del campo.”
Riguardo al dibattito sui “Big Two” con Alcaraz, Cahill ha mantenuto i piedi per terra: “La mia opinione è che, come allenatori, prima di tutto dobbiamo fare in modo che lui resti con i piedi per terra, che mantenga una buona prospettiva su ciò che sta cercando di ottenere ogni giorno. Le cose possono cambiare davvero molto in fretta nel tennis. Non si allena per competere contro Novak, o Alexander, o Carlos, o Medvedev, o altri. Vuole essere Jannik Sinner. Questo è il modo in cui vuole allenarsi, questo è il modo in cui vuole giocare.”
Sull’aspetto mentale, fondamentale ai massimi livelli, Cahill ha spiegato: “La parte mentale gioca sicuramente un ruolo enorme a livello d’élite. Tutti sanno giocare bene, tutti colpiscono benissimo la palla. Ma i giocatori mentalmente più forti, quelli duri mentalmente, che riescono a scrollarsi di dosso un po’ di avversità, qualche problema durante il match, un fastidio fisico, magari un piccolo infortunio, oppure un momento di scarsa fiducia in una parte del loro gioco… quelli sono i campioni.”
“E penso che Jannik lo abbia capito negli ultimi due anni: non tutte le giornate saranno perfette, ma devi trovare comunque il modo di vincere, anche quando non ti senti al meglio. E negli ultimi due anni lui ha fatto davvero un ottimo lavoro in questo senso.”
Cahill ha poi rivelato la filosofia di allenamento del team: “Parliamo spesso della ‘regola dell’80/20′: lavori sull’80% dei tuoi punti di forza e sul 20% delle tue debolezze. Perché sono i punti forti che ti fanno vincere le partite, e vuoi che il tennis resti divertente. Questo cambia un po’ quando arrivi all’élite, nella top 10. Perché i migliori giocatori del mondo ti trovano le debolezze. I migliori lo sfrutteranno. Quindi, in realtà, abbiamo lavorato parecchio sulle aree più deboli del gioco di Jannik per rafforzarle.”
La parte più toccante dell’intervista riguarda la personalità di Sinner: “Mi ha sorpreso molto il suo carattere fuori dal campo. Ha un senso dell’umorismo incredibile, è davvero una persona molto divertente, molto generosa, molto umile, come i suoi genitori. Prende il tennis molto seriamente, ma quando esce dal campo vuole divertirsi e godersi la vita. Sa che questo è uno sport, non la vita intera.”
“Penso che sia anche per questo che ha gestito molto bene tutto quello che è successo negli ultimi 12 mesi, perché mette tutto nella giusta prospettiva, in modo incredibile. Quindi direi che la cosa che mi ha sorpreso di più è la sua maturità. Ha la testa sulle spalle, è stato cresciuto benissimo dai genitori, ha i piedi per terra e, pur godendosi la vita, sa dare il giusto peso alle cose.”
Su Musetti e il tennis italiano, Cahill ha ammesso: “Se cinque anni fa mi avessero chiesto, forse avrei detto che Musetti avrebbe avuto un futuro migliore di Jannik, ma penso che entrambi abbiano un enorme potenziale, e stiamo iniziando a vedere un Lorenzo più maturo, più completo. Può vincere uno slam, può vincere un torneo importante? Assolutamente sì, assolutamente.”
Infine, sulla rivalità con Alcaraz: “Li amo entrambi. Aspetto con curiosità la loro rivalità nei prossimi dieci anni. Il nostro lavoro come coach di Jannik è di continuare a farlo migliorare, così che quando scende in campo contro chiunque, non importa se sia Carlos o chiunque altro, possa avere la migliore chance di vincere.”
Dal nostro inviato a Parigi, Enrico Milani
TAG: Darren Cahill, Jannik Sinner
Probabilmente non sai cosa è il talento vero, ripeto e lo dice anche Cahill, Sinner viene allenato sempre al 80% del tempo ha disposizione sui tre colpi più importanti (servizio, dritto e rovescio) e solo il 20% sul resto, meno importanti, il perchè è ovvio, deve sempre tenere allenato i tre colpi principali, sono quelli che ti fanno vincere i tornei, poi dedicano solo il 20% dei altri colpi meno importanti…Musetti sa fare tutto ma non è il top nei tre colpi principali, rispetto a Sinner
In poche parole il ritmo di Sinner, toglie il tempo ai avversari e li obbliga a giocare in difesa, l’unico che resiste è Alcaraz perchè è dotato di ottimi riflessi, sempre però che entri in campo al 100%, altrimenti anche lui è obbligato a giocare in difesa
Musetti non è nemmeno un pelo di sincerità in tutto. Impari umilta
In bacheca
Cahill e Vagnozzi,le persone giuste al posto e momento giusto.
Sinner campione di umiltà e talento.
Io aggiungerei,meno male che è italiano e che ci sta dando tantissime emozioni al di delle vittorie importanti e numerose ma per come si pone nella vita.
@ Hans (#4406431)
Più che altro deve cominciare a vincere…
Quello che dici è assai poco scontato. Ci vorrebbe almeno un incontro. L’ultimo su terra risale a due anni fa a Montecarlo, vinto comodamente da Sinner. È passato tanto tempo, entrambi sono molto cambiati. Speriamo che si incontrino domenica, così da avere un raffronto fresco. La mia opinione “a sentimento” è che Sinner sia ancora il più forte tra i due, anche su terra.
Ecco vincere..per ora è un piazzato..
Basta la prossima partita
@ Max91 (#4406477)
se esistesse la terra rossa di un tempo wa di quando nadal vinse il primo set sinner farebbe la figura di una mucca sul ghiaccio ma ormai tutte le superfici sono uniformate e di questo ne paga dazio lorenzo che si ritrova a perdere a madrid da draper e probabilmente perderebbe pure da sinner qua
intanto deve vincere…
Chiaramente se i tennisti fossero F1 chi vuole battere una F1 attuale come Alcaraz non è che si parametra ad una F1 vincentissima per dieci stagioni negli anni 2000 e che sta per essere ritirata! Magari un gran premio da canto del cigno lo concede anche. Deve rapportarsi ad altri giovani colleghi negli anni futuri e non certo a Djokovic che rappresenta una campione in congedo: un fantasma nel gergo naja.
Non è corretto dire così,diciamo che ha più un gioco da terra battuta ma questo non vuol dire che è più forte di Sinner se lo affronta su questa superficie,anche Ruud è uno specialista della terra battuta eppure a Roma si è preso una bella ripassata da Sinner.Se Sinner e Musetti si dovessero affrontare c’è il rischio che accada la stessa cosa al carrarino,questo perché Musetti deve avere tempo per creare il suo gioco e Sinner questo tempo lo toglie agli avversari,la dimostrazione lo si e avuta a Montecarlo quando Sinner lo ha schiacciato dall’inizio alla fine,per certi versi si potrebbe definire un anti-tennis,il suo stile di gioco disintegra quello degli altri e su tutte le superfici possibili,terra,cemento,erba,ghiaccio,sabbia…con tutti tranne che con Alcaraz che sa reggere quel ritmo
La serenità che si respira attorno al tennista che dovrebbe avere più pressione in assoluto é unica, e permette di potersi migliorare giorno dopo giorno senza mai sentirsi arrivati.
Jannik e team davvero esempi per tutti.
In questa intervista Cahill alla fine dice quello che ho sempre pensato: Musetti ha un talento naturale da fenomeno, superiore a Sinner, ma ha meno testa e, aggiungo io, sopratutto persone molto meno competenti che lo hanno cresciuto e allenato.
ma tutto questo cosa c’entra con musetti che scenderà in campo domani per tentare l’accesso a una storica finale? non vedo articoli su di lui trattato come un italiano minore cosa deve fare per avere un minimo di attenzione? quanto deve vincere ancora?
Ma è vero!! Lo scrive repubblica!! Sinner ha donato un asciugamano a una bambina!!!
Darren Cahill è un gran Signore….Jannik è stato molto fortunato a trovarlo…. Darren è stato molto fortunato a trovare Jannik…..
Speriamo lo convincano a restare ancora. Oltre a un grande professionista sembra proprio una bellissima persona.
Intorno a Jannik ci sono persone competenti, amanti dello sport e che tengono a lui, in affetto e considerazione.
È la naturale conseguenza di una persona che oltre ad essere un grande sportivo diventa esempio.
Jannik diventa così una filosofia di vita da seguire per i più giovani, il miglior sponsor del tennis in Italia e all’estero.
Chi va avanti a maalox e non riesce ad apprezzare Jannik sta vivendo molto male il nostro sport.
Spero rimanga:bravo e rassicurante.
Sinner merita tutto il meglio!
Contributo eccellente. Bravo Enrico
Se Sinner fosse austriaco…
Potrebbe anche essere.
Bello da vedere sicuramente ma allora lo deve dimostrare vincendo…
Bellissima intervista, penso non ci sia nulla da aggiungere è per questo che Adoro Jannik
È vero.
Clicca qui per visualizzarlo.
Su terra è Musetti il Numero 1 Italiano.