
Musetti analizza i campi del Foro: “Roma è lenta, ecco le differenze con Madrid e Monte-Carlo”. Il tennista toscano si sofferma sulle condizioni di gioco degli Internazionali e sull’emozione di giocare davanti al pubblico italiano (Video)


Lorenzo Musetti, fresco vincitore al secondo turno degli Internazionali BNL d’Italia, ha condiviso in conferenza stampa le sue impressioni sulle condizioni di gioco del torneo romano, confrontandole con quelle degli altri due prestigiosi appuntamenti sulla terra battuta che lo hanno preceduto.
“Parto da Madrid che è sicuramente tra i tre quello che condiziona di più la palla”, ha spiegato il carrarese. “Secondo me è dove salta di più e dove forse c’è anche meno terra nel campo, quindi si ha una sensazione più simile a una superficie veloce e lì non è facile difendersi”.
Ben diversa la situazione a Monte-Carlo, torneo particolarmente apprezzato dal toscano: “Devo dire che secondo me, come qualità del campo, è uno dei migliori, è proprio il migliore. È difficile trovare un brutto rimbalzo, quindi specialmente poi il centrale è un campo dove si gioca proprio bene”.
Quanto alle condizioni del Foro Italico, Musetti ha notato un cambiamento rispetto al passato: “Ho giocato nel centrale oggi ma in questi giorni lo avevo trovato molto molto lento. Devo dire quest’anno credo siano condizioni… Non so cosa abbiano detto i miei colleghi, però credo siano condizioni abbastanza lente. Sono curioso di vedere anche la sera con l’umidità come diventerà e credo ci sia parecchia terra, quindi questo lo rende abbastanza lento e le palle diventano molto molto grosse”.
Nonostante le differenze, l’azzurro si ritiene a suo agio in tutti e tre i contesti: “Credo che in tutte e tre le condizioni posso esprimere un buon tennis, quindi quello non cambia”.
Interrogato sulla pressione di giocare davanti al pubblico di casa, Musetti ha offerto una riflessione interessante sulla gestione emotiva del torneo: “Si sente tanto la pressione, è difficile. Più che altro si deve gestire l’arrivo in campo. Ecco, nel senso che poi in campo si porta un po’ il lavoro fatto nei giorni precedenti”.
“Secondo me è un torneo che ti dà tantissimo a livello di felicità, di pubblico, di calore. Ecco, tanto affetto, però allo stesso tempo ti togli tantissime energie senza fare veramente nulla”, ha aggiunto il toscano. “Quindi bisogna essere bravi, secondo me, a organizzarsi bene. Avere uno schedule abbastanza limitato, avere un ordine anche al di fuori dal campo perché Roma già come città è una città un po’ caotica. Quindi comunque è molto bella e a me fa impazzire, però non è tra virgolette ideale per prepararsi a un torneo”.
Musetti ha concluso con fiducia: “Bisogna essere bravi a gestire le cose e credo oggi di esserlo stato. Quindi ora concentrazione e pensiamo alla prossima”.
Il tennista italiano sembra aver trovato la formula giusta per affrontare il torneo di casa, combinando l’entusiasmo per il calore del pubblico con la necessaria disciplina nella gestione degli impegni e delle energie, elementi fondamentali per proseguire il cammino nel torneo romano.
Dal nostro inviato al Foro Italico, Enrico Milani
TAG: Lorenzo Musetti, Masters 1000 Roma, Masters 1000 Roma 2025
5 commenti
@ Max66 (#4379285)
Parigi ovviamente
Ovvio che le sensazioni in campo di chi gioca siano fondamentali, ma io Madrid avevo la percezione che fra centrale e campi secondari le differenze, a livello di velocità della palla, fossero enormi… a Roma noto poche differenze ed a Madrid sarà lo stesso… Musetti,uno che ha talmente tante variazioni nel suo gioco, che anche solo poche frazioni di secondo in più per pensare cambano tutto, può fare grandi cose… qui lo dico e lo nego: magari non quest’anno ma Musetti vincerà al Roland Garros e a Wimbledon
Effettivamente pare che i campi siano lenti,cosa che dovrebbe favorire Muso.
Interessante l’opinione di Ljubicic che spiegava come sia corretto per uno come lui l’approccio al match in modo “semplice”,affidandosi ad un gioco solido per “sentire” la palla,stando pure lontano dalla riga e utilizzando alcune soluzioni di fantasia con parsimonia. Via via ,avanzando e salendo il coefficiente di difficoltà dovrà avanzare,fare leva sulle sue giocate trovando padronanza nei gesti.
PS non amo le canotte ma pazienza però…non parlare in terza persona,per favore no…
@ mauri (#4379193)
Stessa cosa con Baez – Kopriva. Ci sono gli spettatori tranquilli, normali e quelli che fanno un tifo da stadio di calcio perché hanno scommesso. Piuttosto fastidiosi.
La cosa più interessante e’ che a Roma anche uno come Gaubas riesce ad avere un tifo esagerato grazie agli scommettitori