
Panatta duro su Gauff: “Un prodotto di laboratorio”. Ma Paolini la difende: “Porta cose positive al nostro mondo”


Adriano Panatta non ha usato mezzi termini nel commentare la prestazione di Coco Gauff nella finale degli Internazionali BNL d’Italia persa contro Jasmine Paolini. L’ex campione italiano ha espresso un giudizio durissimo nei confronti della giovane tennista americana, attualmente numero 3 del ranking mondiale.
“Coco Gauff è un prodotto di laboratorio come tante tenniste della sua generazione. Pensa solo a tirare forte. Nel 95 per cento delle azioni non pensa proprio, colpisce e basta. Le sue partite sono una noia mortale,” ha dichiarato Panatta senza filtri. “Nell’arco del match non ha mai cambiato strategia, a differenza di Jasmine Paolini che è una campionessa e ha saputo variare il suo gioco.”
Un attacco frontale che non è passato inosservato, soprattutto agli occhi della stessa Paolini, che ieri ha voluto prendere le difese della sua avversaria durante la conferenza stampa tenuta dopo il trionfo nel torneo di doppio insieme a Sara Errani.
La campionessa italiana ha scelto un approccio decisamente più diplomatico e rispettoso: “C’è poco da criticare, Gauff è una ragazza giovanissima, una grande atleta ed è molto influente nel circuito. Penso porti solo cose positive al nostro mondo.”
Le parole di Paolini, che a 29 anni ha appena vissuto la settimana più importante della sua carriera con la doppia vittoria in singolare e doppio agli Internazionali d’Italia, evidenziano una maturità che va oltre il campo da tennis. La toscana ha preferito sottolineare i meriti dell’americana, ricordando che nonostante i suoi già notevoli successi – tra cui un titolo Slam agli US Open – Gauff ha appena 21 anni.
Il contrasto tra l’analisi tagliente di Panatta e la risposta elegante di Paolini ha già acceso il dibattito nel mondo del tennis italiano. Resta ora da vedere se l’ex campione del Roland Garros 1976 replicherà alle parole della nuova stella del tennis azzurro, che con la sua doppia vittoria romana ha scritto una pagina indelebile nella storia del tennis italiano.
Nel frattempo, la polemica solleva interrogativi interessanti sul contrasto tra il tennis moderno, spesso basato sulla potenza e sull’atletismo, e uno stile di gioco più vario e tattico, che secondo Panatta sarebbe rappresentato proprio da Jasmine Paolini.
Francesco Paolo Villarico
TAG: Adriano Panatta, Coco Gauff, Jasmine Paolini
@ Luce nella notte (#4389880)
E questo sarebbe un motivo sensato per accanirsi contro Camila? Ma semmai sarà stato un problema non secondario che Camila avrà dovuto gestire oltre agli altri, con un padre, col connesso legame affettivo, che l’ha avviata e guidata nella carriera e che tecnicamente l’ha strutturata più che egregiamente, ma evidentemente dotato di un caratterino non indifferente cui Camila contrapponeva un temperamento, almeno per come appariva, più schivo e riservato…e certo non si chiede a chi segue il tennis comprensione per aspetti personali e famigliari dei tennisti, ma che non fosse facile per Camila sciogliere un legame col padre/coach, dove si mescolavano sentimenti privati ed esigenze professionali, input vari che venivano da una personalità dominante, mi sembra evidente e non vedo come si possa ascrivere a Camila come motivo di critica il carattere del padre o decisioni in cui non aveva autonomia decisionale/affettiva come, per esempio, Jasmine quando ha interrotto il rapporto con Furlan (che rimarrà sempre nel mio cuore per la pacatezza, che ovviamente mi sono immaginata tante volte nell’angolo di Camila ma che per fortuna continua a mettere il suo sensato equilibrio nei collegamenti Sky)
2 finali slam l’anno scorso. Per me valgono più di un 1000 soprattutto considerando che si tratta dell’abbinata terra/erba, le superfici più opposte.
… e l’ unico “1000” vinto in carriera si è verificato con il papá a casa, laddove avrebbe fatto bene a rimanere per agevolare la carriera di alto livello della figlia.
Cosa che evidentemente non gli interessava e se sono contenti loro , rioeto, affari loro.
Mai vista una gestione piú dissennata degli incontri di alto livello e della “impostazione” del gioco.
Altri genitori, esempio papà e Mamma Williams, hanno avuto la saggezza di farsi da parte quando il livello della figlia decollava verso vette internazionali.
Purtroppo la inadeguatezza pacchiana del papà Giorgi ha letteralmente stroncato la carriera di alto livello della Camila che non ci puó essere dubbio alcuno aveva ampianente alla sua portata i risultati di una Vinci, Erranu e forse anche Pennetta.
Contenti loro contenti tutti.
Una gestione piú stupida e controproducente degli incontri di alto livello non si era mai vista.
Alla fine qualche palla giocata in vase alla situazione di gioco si è anche vista e
Fondamentalmente ha ragione, poi è chiaro che l’evoluzione va in quella direzione e che sono cose che se le dici ti saltano addosso ma che le cose stiano come dice è evidente.
Paolini ha giocato il match della vita ma solo a 29 anni. Metterla come pietra militare di confronto universale per questo rispetto ad altre giovanissime che a tennis sarebbero scarse è un attimo esagerato. Se la sua natura fosse di tennista strutturalmente superiore sarebbe uscita ben prima.