Riccardo Bonadio chiude la stagione ad Andria: “Questi ultimi due tornei si sono svolti su superfici molto rapide, in cui non riesco ancora ad esprimermi al meglio”

27/11/2016 09:38 5 commenti
Riccardo Bonadio classe 1993, n.486 ATP - Foto Antonio Galizia
Riccardo Bonadio classe 1993, n.486 ATP - Foto Antonio Galizia

Il 2016 di Riccardo Bonadio si è concluso giocando i due Challenger italiani sui veloci campi indoor di Andria e Brescia. Il 23enne friuliano non è stato fortunato in entrambi i Challenger, venendo eliminato al turno finale di qualificazione e non riuscendo a centrare il tabellone principale. “Abbiamo deciso di provare a giocare due tornei di livello superiore rinunciando infatti all’ultima trasferta che doveva essere in Kuwait, visto che ultimamente avevo ottenuto buoni risultati. Questi due tornei si sono svolti su una superficie molto rapida, in cui non riesco ancora ad esprimermi al meglio, ma sono fermamente convinto che giocare su campi così veloci può essermi molto utile per aspetti su cui vogliamo lavorare nei prossimi mesi, risposta, servizio e gioco a rete.”

Ciao Riccardo, come credi sia andata la stagione 2016 appena conclusa, in cui hai confermato il ranking dello scorso anno?

Ciao Antonio, ti ringrazio per l’intervista e saluto affetuosamente tutti i lettori. Non sono per niente soddisfatto della stagione, come dici te ho chiuso quasi con lo stesso ranking di un anno fa e questo deve solo rappresentare una spinta maggiore per il prossimo anno. Tuttavia sento che il mio livello si è alzato anche se i risultati non dicono lo stesso, infatti abbiamo svolto un ottimo lavoro a Milano su molti aspetti del mio gioco e sull’aspetto fisico ma ovviamente c’è ancora molto da fare.



Sei stato indirizzato verso questo sport da tuo padre, maestro Fit. Raccontaci i primi anni e le prime esperienze con il tennis.

Mi sono avvicinato al tennis all’età di 3 anni. Ogni sera vedevo mio padre rientrare a casa con in mano la racchetta ed ero sempre pronto a prendergliela, ero incuriosito da quell’attrezzo. Ho iniziato infatti a frequentare i primi corsi a 5 anni ma purtroppo in una caduta mi procurai una frattura al polso che mi ha allontano per qualche anno dal tennis, perchè ero molto impaurito. A 8 anni ho ripreso a giocare e piano piano, ogni anno che passava, desideravo sempre più frequentare i corsi. La decisione di puntare ad un livello professionistico è però arrivata molto più tardi all’età di 16 anni.



Hai vinto due Futures in carriera, uno sulla terra battuta e uno sul cemento. Quale delle due è la tua superficie preferita?

Ho sempre preferito le superfici lente come la terra, tuttavia quando prima accennavo ad un miglioramento intendevo anche questo. Quest’anno infatti sono riuscito ad esprimermi molto bene anche sul veloce outdoor fino quasi a preferirlo alla terra rossa stessa. Sento comunque che posso adattarmi a queste due superfici ma alla lunga sono convinto che sul cemento riuscirò ad ottenere risultati migliori.



Sei dotato di un rovescio ad una mano molto bello stilisticamente ed efficace. Quali sono le tue caratteristiche di gioco e i colpi su cui devi migliorare?

Il rovescio è sempre stato il colpo su cui ho lavorato di meno poiché sentivo molto naturale. Negli ultimi anni, per salire di livello, abbiamo lavorato molto bene sul dritto e sul sevizio ma sono consapevole che c’è ancora molto da lavorare. Iniziando a giocare su superfici veloci questi due fondamentali sono ancora più importanti insieme alla risposta e al gioco a rete. Grazie al preparatore fisico sono riuscito a completare una stagione senza nessun infortunio grave e quindi poter fare affidamento a un lavoro continuo e completo su tutti gli altri aspetti.



Sei seguito dal 2014 da Fabio Colangelo. Com’è il rapporto con lui? Da chi è composto il tuo staff e dove vi allenate?

In questo momento faccio base al TC Milano Bonacossa. Colangelo mi segue esattamente da due anni per quanto riguarda l’aspetto tennistico e questo che ci accingiamo ad iniziare rappresenta il terzo anno insieme. Per atletica e psicologia ho la fortuna di avere la stessa persona ovvero Alessandro Buson. Personalmente penso sia raro oggi trovare una situazione ideale così in Italia, sempre se non ti puoi permettere coach e preparatore privati e questo mi dà fiducia e consapevolezza per la prossima stagione.



Cosa ami fare nei momenti liberi dei tornei?

Durante i tornei abbiamo molto tempo libero, e ne approfitto per fare ciò che mi piace, ovvero guardare film oppure serie televisive. Se poi capita l’occasione di giocare in città e non nei soliti resort mi piace visitare la città stessa, o girare per i negozi del centro cittadino e fare un pò di shopping e regali.



Lunedì riprendi la preparazione per il 2017. Quando ti rivedremo in campo e quali saranno gli obiettivi per la prossima stagione?

Da domani inizierò la preparazione che durerà dalle sei alle sette settimane, a metà gennaio quindi sarò pronto per iniziare nuovamente l’attività internazionale. L’obiettivo è arrivare ad una classifica che mi permetta di giocare quasi esclusivamente challenger o ATP il più velocemente possibile.



In un’intervista passata hai specificato quanto sia difficile sopravvivere giocando solo Futures. Dal 2017 dovrebbe aumentare il prize money dei Futures da $10000 attuali a $15000. Pensi sia la soluzione giusta?

Negli anni è aumentato il costo della vita e il tennis sicuramente ne ha risentito molto, mentre l’unica cosa a non essere aumentata era il prize money. È giusto che sia stato fatto questo cambiamento. L’importane, ora, è che non vengano dimezzati il numero di tornei altrimenti siamo al punto di partenza, anzi forse peggio per giocatori con ranking inferiore o alle prime esperienze che dovrebbero in tal caso viaggiare molto di più per essere sicuri di poter partecipare.



Qual è il giocatore a cui ti ispiri?

Non ho un giocatore a cui mi ispiro principalmente. Escludendo i Fab4 che hanno alzato notevolmente il livello del tennis, mi piace particolarmente Wawrinka, l’unico ad aggiudicarsi più slam in questi anni al di fuori dei Fab4 stessi.
Mi piace molto il suo gioco, il modo in cui interpreta il tennis, e i miglioramenti e le modifiche al suo gioco che ha apportato in questi anni per poter competere con i primi quattro senza mai porsi limiti.


Antonio Galizia


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5 commenti

veggente90 27-11-2016 18:51

Non mollare toro..

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El92 27-11-2016 16:31

Ha un rovescio delizioso..
Mi auguro riesca veramente a venire fuori.
Bel tennista e belle parole.

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Tedd94 (Guest) 27-11-2016 16:00

Forza Riccardo!!! In bocca al lupo per il 2017

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morellino (Guest) 27-11-2016 15:59

Io invece l’ho visto ad Andria domenica, vittoria mai in discussione, servizio buono e giocatore che può dire la sua anche a questi livelli.
Bella anche l’intervista, e mi sono complimentato con lui per la bella vittoria

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Kikko (Guest) 27-11-2016 13:28

Visto dal vivo a Brescia, che bel rovescio!!!! Giocatore che, come dice lui, può fare bene anche sul veloce..

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