
Andy Murray, un anno dopo il ritiro: tra ricordi, sogni realizzati e riflessioni sui Big-4


Ad agosto dello scorso anno, durante i Giochi Olimpici di Parigi 2024, Andy Murray ha appeso definitivamente la racchetta al chiodo, dopo un primo tentativo di ritiro nel 2019 a causa dei noti problemi all’anca. Come da tradizione, il britannico non ha perso l’occasione per lanciare una battuta ironica sui social: “Comunque, il tennis non mi è mai piaciuto”, ha scritto su X, lasciando tutti con il sorriso. È con questo spirito – quello di chi non si prende mai troppo sul serio – che Murray ha raccontato il suo “anno 1” da ex giocatore in una lunga intervista a GQ.
Per la prima volta dopo vent’anni, la stagione sull’erba in Inghilterra scorre senza la presenza di Murray in campo. “Adoro questo periodo dell’anno, mi è sempre piaciuto giocare a Wimbledon e al Queen’s. Se mai dovessi sentire la mancanza del tennis, probabilmente questo sarebbe il momento”, ha ammesso lo scozzese. Finora, però, il vuoto lasciato dal tennis professionistico non gli pesa troppo. “Ne ho parlato con la mia famiglia, con il mio team e con gli psicologi: temevo di sentirmi perso, visto che tutta la mia vita adulta è ruotata attorno al tennis. Ma, sorprendentemente, sto vivendo tutto molto bene. Forse era il momento giusto, forse ho dato davvero tutto quello che potevo dare. Non ho rimpianti, anche se ci sono risultati che avrei voluto cambiare. Ma ho sempre dato il massimo, ho raccolto ciò che ho seminato”.
Tra i ricordi più vividi c’è la finale di Wimbledon 2012 persa contro Roger Federer: “Ricordo di essere stato devastato. Paradossalmente, la vittoria dell’anno successivo mi ha lasciato meno emozioni, fu un grande sollievo, ma non me la sono goduta davvero. Forse il mio unico rimpianto è non aver vissuto a pieno quei momenti insieme alle persone a cui tengo di più”.
Murray ha confessato di aver sentito molto il peso delle aspettative: “Guardando indietro, mi chiedo perché mi preoccupassi così tanto di certe cose. Appena mi sono ritirato, la mia prospettiva su tutto è cambiata: risultati, performance, tutto passa in secondo piano. Ora mi sento molto più orgoglioso dei miei traguardi rispetto a quando giocavo. Se a 15 anni mi avessero detto che avrei vinto Wimbledon, US Open, la Coppa Davis e due ori olimpici, avrei pensato che fosse tutto un sogno. Da bambino il mio obiettivo era entrare nei primi 100 del mondo e giocare tra i professionisti, nient’altro”.
Nonostante un palmarès da fuoriclasse – tre Slam, 14 Masters 1000, una Davis, due ori olimpici – Murray si è spesso ritrovato a lottare contro il paragone costante con Federer, Nadal e Djokovic. “So bene che quello che hanno fatto loro è qualcosa di immenso. Ma la gente ha iniziato a parlare di Big-4 perché in ogni grande evento c’eravamo sempre due, tre, a volte tutti e quattro noi in semifinale o in finale. Quando mi sono infortunato all’anca nel 2017, ero numero 1 del mondo. Dopo, purtroppo, non sono più tornato a quei livelli. Ma tra i 22 e i 29 anni ho giocato e battagliato con i più forti, e i tifosi che hanno vissuto quell’epoca sanno che era un periodo magico. Sono stato spesso ‘il più uno’ nei Big-4, ma guardando indietro sono fiero di essere riuscito a vincere Wimbledon contro Djokovic, uno dei migliori di sempre”.
Nell’intervista Murray ha anche raccontato la sua recente esperienza da allenatore, lavorando per sei mesi al fianco di Novak Djokovic: “È stata una bella sfida. Nel suo team ci sono persone di culture diverse, bisogna sapersi adattare, comunicare nel modo giusto, capire cosa motiva Novak. Da coach devi coordinare tutto: allenamenti, racchette, gestione dello staff. Un ruolo più stressante di quanto si immagini, ma anche molto interessante”.
Andy Murray oggi si gode la sua nuova vita, senza rimpianti e senza rimorsi, consapevole di aver dato tutto se stesso in campo e fuori. “Resterò sempre Andy Murray”, conclude.
Francesco Paolo Villarico
TAG: Andy Murray, Notizie dal mondo
6 commenti
Andy campione, uno per cui tifare veniva sempre naturale
murray ha battuto
11 volte djiokovic,
11 volte Federer
7 volte Nadal
Big three and a half
Andy Murray è un grande, punto
Protesi anca in Titanio è il ricordo che il Tennis ha lasciato ad Andy, purtroppo lo Sport PRO ha conseguenze sulla salute degli atleti a lungo andare.
Andy murray ha battuto una volta Djokovic, federer e nadal.