
Wimbledon amaro per Berrettini: “Mi sento stanco, devo riflettere sul mio futuro”


Un Matteo Berrettini profondamente abbattuto lascia prematuramente il torneo di Wimbledon, sconfitto al quinto set dal polacco Kamil Majchrzak dopo una battaglia che ha mostrato tutte le sue fragilità attuali, soprattutto dal punto di vista emotivo e mentale. L’azzurro, già reduce da mesi difficili segnati da infortuni e stop ripetuti, ha salutato l’erba londinese con parole che non lasciano spazio a troppi sorrisi e che mettono addirittura qualche dubbio sul suo futuro immediato.
“Fisicamente non mi sentivo neanche così male”, ha ammesso Berrettini subito dopo la partita, “quello che è mancato totalmente oggi era il mio solito atteggiamento e l’energia, tutto quello che ha caratterizzato la mia carriera”. Una sconfitta che brucia più per la sensazione di impotenza che per il risultato in sé, come lui stesso spiega: “Sono state settimane difficili, ho avuto molti down e molti momenti in cui dovevo decidere se provarci o no. Ricadute su ricadute, è stato complesso. Fondamentalmente sono un po’ stanco, stanco di dover sempre rincorrere le cose. Ho bisogno di prendermi qualche giorno per riflettere perché, per come sono io, stare in campo così non è quello che voglio”.
Berrettini non nasconde il dispiacere per chi gli è stato vicino e per chi ha creduto in lui: “Mi dispiace per i ragazzi che mi stanno aiutando e per i miei genitori, oggi ero piatto e non sono riuscito nemmeno a caricarmi. Spero sia solo un passo falso”. Ma il suo è un discorso lucido, senza scorciatoie né giustificazioni: “Normalmente mi prendo le colpe, sono uno che si fustiga molto, ma questa volta sento di essere giù ed è normale visto quello che è successo in tutti questi anni. Ci sta che uno si senta un po’ stanco e abbia bisogno di tempo per riflettere e capire cosa fare”.
Berrettini si sofferma anche su un aspetto che spesso passa in secondo piano nella carriera di un atleta: l’importanza della testa, della serenità e della consapevolezza dei propri limiti. “Troppe volte ho messo la parte fisica davanti a quella mentale, senza dare importanza a come mi sentivo dentro. Ma siamo persone normali che vengono messe davanti a decisioni e non è semplice quando c’è di mezzo la competizione. Oggi probabilmente non mi sentivo pronto a competere, senza quell’energia lì è difficile”.
Il finale delle sue dichiarazioni è quello che lascia più di un punto interrogativo sul suo futuro: “La partita è appena finita e forse dovrei aspettare un attimo a esprimermi, ma ho bisogno di prendermi del tempo e pensare al mio futuro, perché questo non è il modo in cui voglio stare in campo”.
Una sconfitta che fa rumore non solo per l’esito, ma soprattutto per le parole di un campione che, dopo anni vissuti tra gioie e dolori, ora si trova davanti a un bivio personale e professionale.
Marco Rossi
TAG: Matteo Berrettini
Più che a Del Potro mi somiglia a Isner e a Raonic
Il Servizio gli ha rovinato gli addominali e il rovescio come quello di Sonego è da B1 e in ATP è un bel limite.
@ livio (#4425393)
E chi ha detto che non è da ammirare? Puoi dirmi un post di un non ammiratore? Mi mancava lo script del social performer che dice “Qui tutti psicologi…” Della serie Livio è uan perosna che rispetta le opinioni e il sentire degli altri.
@ andrewthefirst (#4425391)
Non sono affatto d’accordo sull’inguardabilità del gioco di Berrettini.
D’accordo, non aveva, non ha e mai avrà il tocco (ed il rovescio) di Fognazzo, ma le sue smorzate, i suoi rovesci affettati d’attacco (in questo colpo era il migliore delle ultime due generazione, unitamente a Raonic), persino il suo gioco al volo sotto rete (specialmente su questa superficie) erano poesie, che combinate alla potenza devastante di battuta+dritto gli consentirono gli altissimi risultati raggiunti, nonostante una mobilità deficitaria.
D’altra parte tutti i lungagnoni che battono forte devono saper difendersi molto bene anche sotto rete perché altrimenti ogni volta che incontrano un avversario capace di chiamarli a rete perdono il punto.
Era così per Isner, per Carlovic, per Raonic (seconda versione).
Non era così per Del Potro, Cilic, Zverev (parlandone al passato in ordine, dal “più passato” al “meno passato”), che però compensavano, e per Zverev ancora se ne può parlare al presente, con altre qualità: chi il dritto ancora più esplosivo, chi la maggior mobilità, chi un rovescio assassino per precisione+potenza.
Tornando all’inguardabilità: per me erano molto meno guardabili questi ultimi tre da me elencati che i primi 4, Berrettini compreso. Eppure (non è casuale, credo), sono proprio gli ultimi 3 ad aver conseguiti i risultati più eclatanti.
Quindi in definitiva il gioco di Berrettini, quando funzionava, era guardabile; certo non rubava l’occhio, non affascinava, ma questo è il problema (problema per me; c’è chi invece lo trova bellissimo) del tennis contemporaneo (con pochissime eccezioni, tipo Federer od AlcarazGarfia): vince chi dà meno spettacolo.
primo giorno di Wimbledon
Fognini “chiudo qua la mia carriera”
Berrettini e Tsitsi forse anche
🙁
no dai “Krejakova” ha ancora da dare. Wawrinka e Monfils non fanno parte di questo discorso, Djoko è ancora forte
Se Matteo tornasse con Santopadre non farebbe male, a mio avviso. Forse troverebbe una serenità che non ha più avuto. Non so se questo sia possibile, credo che il logorio fisico e soprattutto mentale di Berrettini sia ormai irreversibile. purtroppo.
Ma ci ha abituato a rinascite improvvise, resta comunque un grandissimo. In ogni caso il suo futuro sarà sulla sedia che adesso occupa Volandri.
@ luchador (#4425329)
Per me Alcaraz, come già detto in lungo e in largo e lasciato intedere più volte anche da lui stesso, non ha proprio la mentalità per rimanere 10-15 anni a quei livelli mostruosi, settimana dopo settimana, pressioni dopo pressioni, obiettivi dopo obiettivi. Magari mi sbaglierò e li supererà pure, però penso che la sua componente mentale sia piuttosto chiara (e non c’è nulla di male in questo, ci mancherebbe). Sinner lo vedo più di quella tipologia.
Ma poi c’è anche il discorso fisico e lì è tutta un’incognita.
Berrettini
Medvedev
Tsisipas
Rublev
Aliassime
Shapovalov
De Minaur
Jabour
Badosa
Pliskova
Andreescu
Krejakova
Ostapenko
Djokovic
Wawrinka
This is the End
boh, immagino una via di mezzo, al top fino ai 30 anni
Purtroppo Matteo sente che non riuscirà più a ritornare ai livelli di qualche anno fa’ che lo hanno portato a giocare semifinali e e finale Slam… Gli acciacchi fisici lo limitano ormai da troppo tempo, e nonostante questo è cmq il n. 32 al mondo ancora. Se accetterà questa nuova condizione magari riuscira’ a togliersi ancora delle soddisfazioni ( meriterebbe un 1000). Ma occorre la salute, 6/7 mesi libero da infortuni. Vai Matteo, non arrenderti
Non è un dramma, rientrava dopo l’ennesimo infortunio, senza partite sulle gambe e lui quasi sempre è partito piano per poi crescere. Che dovrebbero fare allora Medvedev, Rune, Tsitsipas, Fritz che rischia dato che deve giocare il quinto set, Zverev che ha pareggiato dopo aver perso il primo, Alcaraz che è stato costretto addirittura al quinto dopo che Fabio ha giocato un tennis meraviglioso, Griekspoor che ha perso, Rublev che ha si vinto, ma ha dovuto giocare 3 tie break, Auger-Aliassime vince al quinto,, F. Cerundolo fuori, Popyrin pure. Ovviamaente ho citato solo i nomi più noti, e sappiamo tutti che vi sono alcuni che normalmente trovano l’erba un pò ostica, al contrario di Berrettini. Insomma, una partita ci sta che si può perdere, ma non credo che per questo bisogna arrivare a pensare di mollare tutto.
Del Potro non si è mai pianto addosso, non si è mai lamentato, non ha mai perso motivazioni, e ha subito diversi interventi chirurgici. I suoi infortuni erano gravissimi ed invalidanti, oltre ad essere un giocatore infinitamente più forte. Voglio bene a Matteo, ma Delpo era di tutt’altro spessore.
oh qua tutti dottori e psicologi!
Riuscite un attimo ad immedesimarvi in un ragazzo che spinge come un matto, si prepara per un evento, ha voglia di fare e vincere e poi CRACK? e non una ma ormai decine di volte. Quanti di voi avrebbero continuato a provare e provare e provare? Probabilmente nessuna. Quello che fa è ammirevole e allo stesso tempo è devastante perchè appare come una persona ferma in un corpo che non sente più suo, di cui ha perso fiducia. Sembra, fino a Madrid, che fosse in costante crescita e di nuovo CRACK!
Mesi senza giocare, allenarsi per riprovarci e con voi interiori che ti dicono di lasciar perdere, di abbandonare, che non ne vale la pena.
Questo ragazzo è solo da ammirare e nient’altro.
Che peccatto sentire queste parole…a soli 29 anni! Io mi fermerei per un pò di mesi magari anche fino alla fine dell’anno per ricostruire tutta la parte atletica e mettere dentro anche quella mentale! Poi ripetirei per il tentativo di una seconda carriera dal prossimo anno!
Me lo auguro per lui e per noi perchè nei momenti d’oro era uno spettacolo vedre le sue randellate!
Berrettini è stato vincente con un mix di tigna stellare e potenza brutale. Tennis inguardabile. Difficile ricreare quelle condizioni che lo hanno portato a svariati successi.
Il fatto che in un anno abbia ricambiato allenatore e preparatore era il segnale chiaro di un grosso disagio. Se non ci sei con la testa non riesci a lavorare bene e non serve cacciare chi magari te l’ha fatto notare. È giusto che si prenda tutto il tempo necessario per ripartire con convinzione e con uno staff all’altezza. Altrimenti inutile andare avanti così.
non penso che una partita possa decidere il suo futuro, di certo è giusto riflettere su cosa fare, se magari prendersi un periodo di riposo.
e magari cercare un allenatore più…”adulto” che possa aiutarlo nelle decisioni da prendere
Non mollare Hammer!
Premessa:non tutti sono uguali e le dichiarazioni a caldo sono spesso “incaute”.
Matteo non ha la dedizione al lavoro di Sinner o Musetti,diciamo che la costanza non è mai stata il suo forte vuoi per carattere vuoi perché con quel fisico non è tipo da viaggiare a velocità di crociera, è più incline ad accelerazioni e pause anche ai box.
Quest’altalena,forzata ma non sempre,non ha fornito purtroppo ulteriori successi ma a Matteo dobbiamo tanto,un italiano in finale a Wimbledon è stato incredibile in un’estate post COVID (che lo fregò l’anno dopo) con la vittoria dell’Italia di calcio sul suolo londinese.
Ora,dopo una giornataccia (con alibi quale l’infortunio) con riflessioni sul domani,occorre raffreddare gli animi e guardare con lucidità a quali siano gli obiettivi e quali siano le strade per arrivarci.
Se si accetta il percorso si può tentare altrimenti si resta nei sogni.
Non è facile credere in sé stessi quando da un momento all’altro il fisico ti può lasciare col culo per terra.
Mi spiace ma le cose hanno preso una piega da cui temo non ne possa più venir fuori
Temo,ahimè,che si ritiri ancor prima di Dyokovic
Una giornata splendida per Fogna e terribilmente dura per Matteo. Personalmente prevale la tristezza per questo ragazzone che lotta con il suo fisico da oramai 5 o 6 anni, senza trovare le soluzioni per competere con continuità. È dura per lui sicuramente.
Non è l unico attualmente che stiamo vedendo a fine carriera già a 28 29 anni. Addirittura ci sono ex promesse 24 25enni sul viale del tramonto. La pressione è enorme, inoltre questo tipo di tennis di intensità è molto logorante. Carriere cortissime forse per tutti, forse anche per Sinner, considerato lo stesso discorso di intensità del tipo di tennis che gioca. Forse solo Alcaraz, con la sua mentalità “a sua manera”,col tennis istintivo, col suo staccare, può avere una carriera più longeva ma mai come un Djokovic. Sono cambiati i tempi, sono cambiate le nuove generazioni
Matteo fa un’analisi lucida, un po’ tutti hanno visto quello che dice.
Oltre alla parte fisica ed atletica , è mancata la parte mentale ed uno schema tattico preciso, troppe volte ha perso il servizio per gratuiti.
Se non avessimo visto Matteo nei suoi anni migliori si potrebbe pensare che sia stata una partita sfortunata.
Invece Matteo è ben altro è sempre stato un guerriero.
La situazione dei mid gen è pessima, i nuovi next gen prenderanno i posti vacanti lasciati.
Non mi aspetto molto neanche da Zverev e Fritz.
Sono dell’idea che fisici così “pesanti” come ad esempio Sock Raonic Kyrgios Berrettini alla soglia dei 30 anni pagano dazio agli infortuni.. Forza Matteo sempre e comunque però è dura…
Berrettini è un “ace-men” dalla tecnica modesta. Se non gli funziona il servizio, perde con un dodicenne!
@ scriccio (#4425343)
Un paragone improprio, Del Potro è stato un grande del tennis, enzo
Succede quando manca la “fame” enzo
La mia impressione, espressa da tempo, è che Berrettini, almeno dall’inizio dell’anno, abbia cominciato a perdere focus sul tennis giocato. La scelta di rinunciare al tecnico che gli aveva fatto recuperare oltre 100 posizioni e, soprattutto, gli aveva fatto fare un anno quasi completo, senza problemi fisici, per la prima volta da 4 anni. Poi la scelta di rinunciare ad un preparatore atletico come Ferrara (che è stato subito “assoldato” da Cinà, uno con le idee ben chiare, alla Sinner, per intenderci), e, ad inizio anno, il contratto con IGM, mi fanno pensare che ormai nella sua testa ci siano (anche) altre cose. Dopo 10 anni continuiamo a vedere Rianna nel suo box, cosa che mi lascia due volte perplesso: per Matteo, che sembra sempre aver bisogno di figure “paterne”, e per il tecnico, perchè forse dovrebbe occuparsi soprattutto dei giovani.
Viene dall’ennesimo infortunio, non ha avuto nessuna occasione per riprendere ritmo, la rinuncia a lottare è stata una conseguenza, non una causa. Piuttosto avrebbe fatto bene a tenersi Ferrara, non si è capito chi dei due ha mollato. Comunque ha 29 anni e la posizione di ranking non è poi così male anche se non è da lui, non può mollare e non credo che lo farà, almeno non per motivi psicologici
Matteo è così in difficoltà perché, purtroppo, il fisico l’ha tradito pesantissimamente praticamente dal 2021.
Già ha fatto tantissimo a rientrare tutte queste volte e ogni volta carburare, prendere punti, ricostruirsi carriera e rompersi di nuovo.
Secondo me è veramente al capolinea, poi si vedrà se riesce a trovare la forz di rimettersi a provarci, ma io credo che sia proprio difficilissimo a questo punto.
@ luchador (#4425329)
P.S: Fenomeni come Sinner – e soprattutto Alcaraz, se esistono, sono nati non prima del 2015 (a spanne)…
Dispiace vederlo così perché Berrettini merita di meglio, ma se non se la sente il ritiro è la decisione più sensata. Certo viene da pensare che se non si fosse costretto a giocare il doppio col fratello a Roma dopo il ritiro di Madrid magari non avrebbe dovuto saltare il RG e quasi tutta la stagione sull’erba. Ieri poteva vincere ma non ha avuto l’atteggiamento corretto, sempre scuro in volto, almeno a Madrid contro Giron ha avuto uno scatto d’orgoglio. L’anno scorso Wimbledon gli diede fiducia per fare la doppietta Gstaad-Kitzbühel, vediamo come va a questo giro, sarei positivamente sorpreso se si ripetesse o arrivasse perlomeno in finale.
Berrettini se sei stanco e in futuro non sei competitivo di una volta rischia di uscire dalla tpo 50. Non mi fido più di tanto di Berrettini.
In effetti questa è una riflessione interessante: i Big 3 sono stati davvero dei fenomeni a tenere quel ritmo travolgente per 20 anni e pensare che ci sia ancora uno di loro che si gioca tutti gli Slam , arrivando in fondo ( 2 semifinali di cui una persa solo per ritiro…) è veramente incredibile.
Io credo che sia Jannik che Carlos riusciranno ad essere molto competitivi per tanti anni , bisognerà vedere anche se uscirà seriamente un terzo incomodo capace di giocarsi con loro tutti gli Slam ( è ancora presto per sbilanciarsi in tal senso anche su uno come Fonseca) oppure no.
Gli altri che citavi ( Medvedev, Tsitsi, Rublev, forse anche Zverev) hanno perso il loro treno e, pur essendo ancora giovani, sono già logorati fisicamente e forse ancora di più mentalmente.
Credo anche che si sentano frustrati per non essere stati in grado di cogliere la loro occasione quando era il momento di farlo ed ora ci sono Jan e Carlos che viaggiano ad un’altra velocità rispetto a tutti
Cmq Rafa, Roger e Nole hanno compiuto qualcosa a livello sportivo che ritengo non sia replicabile….solo il tempo ci dirà se Jan ( e ce lo auguriamo di cuore) e Carlos riusciranno ad eguagliarli o fare ancora meglio oppure no.
Per me da questo punto di vista nessuno riuscirà ad arrivare all’età di Nole con la stessa integrità fisica e la stessa competitività, di questo ne sono praticamente certo.
@ luchador (#4425329)
Bella questione. Per me Carlitos potrebbe vincere 30 slam in 10 anni; Sinner lo vedo peggio alla lunga; ma ovviamente sono solo sensazioni… Le variabili sono infinite…
@ luchador (#4425329)
per me staranno lì hanno più margine degli altri quelli citati non sono arrivati in cima se nn momentaneamente (il russo)..il logoramento c’è per tutti ma credo resisteranno un po’ di più…
Per forza non si fa neanche l’aceto quindi, come accade oramai per l’ex greco che si è prefabbricato un malessere da cui non si esce per avere poi l’alibi di uscire dal tour per interposto infortunio perché non si sente all’altezza, matteo deve decidere se dentro o fuori per non dover fare la stessa ingloriosa fine. Questa Sconfitta dimostra che oramai la spinta psicofisica per competere è esaurita, che una sospensione non serve a nulla. Gli potrei consigliare di ricominciare da tornei minori, minori per modo di dire, ci sono giocatori che lo possono battere in un amen, ma che almeno potrebbero mettergli nelle gambe ore di ritmo oramai sparito. Se continua ad accanirsi in tornei top, nelle condizioni in cui si trova fai solo primi turni, solo un match o massimo due. Totalmente inutile.
Matteo sempre più simile a Del Potro. Un tempo per caratteristiche fisiche e di gioco… negli ultimi anni purtroppo per la sequenza di infortuni che ne condizionano la parte finale di carriera.
Spero ritrovi la voglia di rimettersi in gioco, ma capisco che le continue frustazioni causate dagli infortuni siano difficili da gestire sia fisicamente sia (e forse soprattutto) mentalmente
È normale parlare così nella sua situazione…è stanco di tutti questi stop, sta perdendo motivazioni, e senza quelle non si va molto avanti.
Dopo tutta la fatica che si fa ogni volta per recuperare da un infortunio adesso inizia a chiedersi… ma chi me lo fa fare? È comprensibile. Sono le stesse domande che si sta facendo anche Tsitsipas.
Daje Matte’, nun molla’!
E ora di mostrare i cosiddetti attributi.
Più che altro il saltare troppi tornei sa di evitamento! Ora se io evito un qualcosa evidentemente non me la godo a sufficienza per poter eccellere. Se diventa un martirio invece di una cosa che piace è normale che non si renda. Tra l’ altro mollare al volo l’ allenatore Nadaliano già sapeva di disimpegno perché era lui ad averlo ricostruito!
Spiace leggere queste considerazioni da lui, io credo siano frutto della grande delusione, ha 29 anni ed il tempo per recuperare la forma fisica e mentale c’è.
Certo, se all’inevitabile pensiero di un infortunio che può ripresentarsi, si aggiunge la mancanza di motivazioni allora è preoccupante, senza la voglia di competere a quei livelli non è possibile giocare
Berrettini, Medvedev, Rublev, Tsitsipas. Sono tutti della stessa generazione. Adesso sono in difficoltà, perché quelli della generazione successiva alla loro, su stanno dimostrando più forti. Ma c’è anche una componente di stanchezza/ logoramento…
Medvedev, Rublev e Tsitdipas sono stati costantemente in top 10 almeno dal 2018/19 fino al 2024 … hanno retto quei 5/6 anni al top in cui hanno spinto a tutta, chiedendo tanto troppo al loro fisico…e adesso stanno pagando il conto.
Questo rimarca ancora di più la grandezza dei big 3 che hanno dominato per quasi un ventennio, quando invece per gli “umani” …il massimo che si può fare al top ê appunto 5/6 anni prima del calo …
La domanda che vi faccio é : jannik e carlito li vedete come i big 3 a dominare mentalmente e fisicamente da adesso fino a quando avranno 35 anni oppure, anche loro, attraverseranno un processo di logoramento e dureranno a questi livelli altri 5/6 anni per essere poi rimpiazzati da nuovi fenomeni
Siamo ai titoli di coda, ora pensi alla salute.
Matteo è troppo un bravo ragazzo, troppo bravo da provare persino a giocare il doppio con il fratello a Roma appena dopo l’infortunio
Povero Matteo, mi dispiace molto.
L’unica cosa che gli si può rimproverare sono stati quegli anni buttati dietro feste e dietro a una relazione per lui deleteria. Forse, se avesse investito sulla preparazione fisica in quegli anni, oggi sarebbe un giocatore più forte e resiliente
Mettiamoci nei suoi panni: appena inizia a carburare subito un infortunio o un incidente gli nega le soddisfazioni che meriterebbe (ha saltato gli ultimi quattro Roland Garros per esempio). La speranza è che non molli, che provi comunque a darsi altre chance. Siamo tutti con te!
non fosse stato Wimbledon, sicuramente non avrebbe giocato.
come a Roma, non fosse per il fratello, non avrebbe giocato il doppio..
La parole chiave è “orgoglio”, quella che impedisce al campione di perdere senza provare a lottare…
Mi spiace Matteo, ti voglio bene, ma stavolta ti devo proprio bocciare!