
La riflessione di Medvedev: “Ha ragione Ruud, siamo come criceti sulla ruota. Quando uno viene sostituito agli altri non interessa molto”


Daniil Medvedev è al Foro Italico cercando di vincere nuovamente un titolo che manca proprio da Roma, edizione 2023. Da allora il moscovita ha preso discrete “sberle” sportive, con poche soddisfazioni e molte sconfitte anche cocenti, a partire dalla finale persa contro Jannik Sinner a Melbourne 2024, rimontato con due set di vantaggio nella finale. Dopo il suo successo all’esordio Daniil ha riflettuto con Sky Sport sulla vita del tennista, sottolineando che le recenti parole di Ruud (“i tennisti come criceti sulla ruota”) sono centrate e le condivide. Il discorso è iniziato dal suo pensiero sul rientro di Jannik dopo la sospensione di tre mesi.
“Non ho parlato di questo argomento con altri giocatori in questo periodo” ammette Medvedev sulla sospensione di Sinner. “La verità è che il tennis è uno sport davvero unico, dove sei da solo e tutto si muove molto velocemente. La verità è che sono completamente d’accordo con quello che ha detto Casper su noi tennisti come dei criceti sulla ruota”. La considerazione di Casper veniva dal fatto di considerare i giocatori come dei forzati che giocano e giocano, un po’ spremuti e senza possibilità di uscita da questi ritmi intensi a cui un calendario molto compresso li sottopone.
“Questa vita da tennista professionista è come una ruota per criceti che non si ferma mai e spesso sento come se ci fossi proprio dentro. Il tennis non si ferma mai, tranne che per sei settimane tra novembre e dicembre. Ma poi si torna subito dopo capodanno. Quindi, in un certo senso, si sacrifica tempo personale e familiare, il che a volte è difficile. Mi sento come se fossi in una spirale senza fine e non andassi da nessuna parte, o come se fossi bloccato e avessi bisogno di fermarmi un attimo per riflettere”.
“Il tennis è uno sport individuale. Sono anche io come un criceto su una ruota, da solo ma in realtà siamo 100 persone molto vicine e, purtroppo, quando uno dei criceti viene sostituito agli altri non importa molto. Da parte mia, posso dire di essere molto felice di riavere Jannik con noi. Nutro molto rispetto per lui e sono molto contento di rivederlo”, ha concluso il russo, che negli ottavi affronterà Lorenzo Musetti per un posto nei quarti di finale. I due hanno giocato due volte, con due vittorie di Daniil (tra il Masters 1000 del Canada e Cincinnati).
Mario Cecchi
TAG: Daniil Medvedev
Poverino, ma chi lo obbliga a fare sta vitaccia?
Esistenzialismo russo…
Ma va a lavorare in fabbrica poi vedi come si vive da criceti
Prima o poi arriveremo agli umanoidi tennisti..
Si è cominciato coi raccattapalle, poi sarà il turno dei giudici di linea e poi toccherà ai tennist
Non capisco dove voglia andare a parare con queste dichiarazioni, né cosa propone. Fino a prova contraria, l’organizzazione del tennis professionistico è nella mani dei giocatori, attraverso l’ATP. Non voglio cadere nel populismo, ma vedo sicuramente mille altre figure professionali nei panni del criceto. Molto più dei tennisti.
Il problema è che i criceti hanno una vita breve e per fortuna non lo sanno mentre sudano sulla ruota.
Ha fatto uno scalo tecnico a Ryad il russo, tra Asia e Montecarlo, lo scorso novembre, ha giocato una partitella e due giorni dopo aveva sull’Iban un paio di milioni in più di dollari…che darei x essere un criceto tennista
Ma per piacere. Nessuno punta la pistola alla tempia del giocatore dicendo “accetta di prenderti 10 milioni all’anno per 10 anni oppure ti spariamo”. Chi si stufa smette. E’ un mestiere di globtrotter.
Secondo me perdono il senso del loro lavoro. Di recente avevo fatto i calcoli e giocano circa 28 settimane su 52. Considerando anche la prima settimana dei 1000 in cui iniziano a giocare il venerdì o sabato. Certo, stanno lontano da casa per mesi e questo può stancare, ma è il prezzo da pagare in uno sport itinerante. Come il giocatore di basket NBA, che ha 3/4 mesi di off season, ma poi deve giocare 100 partite in 8 mesi che è un vero massacro.
Se vogliono possono fare i mastri di tennis a 30 euro all’ora, lavorare 5 ore al giorno e tornare a casa tutte le sere.
Io preferirei fare il professionista che sta fuori casa 6 mesi all’anno, anche al n. 150 del mondo se ne avessi le capacità.
@ Peter (#4381223)
se intendi Musetti, mi sa che sbagli
tutti noi siamo criceti sulla ruota,chi più chi meno, ognuno fa il suo e non è interessato agli altri.La differenza è che i tennisti top guadagnano una cifra di soldi e se non volessero potrebbero saltare dei tornei tipo gli slam….Ma gli slam portano tanti soldi e quindi non ci rinunciano.Invece il tipico impiegato del catasto deve andare lavorare….medvedev fai il bravo e non lamentarti
Si, ma poi non ci lamentiamo se medici, avvocati, architetti e ingegneri, cotti dall'”assorbenza” e dalla “dedizione totale”, combinano disastri come quelli che si vedono in giro…
si capisce che ama giocare a scacchi, i criceti sono come i pedoni, ma poi ci sono regine, torri, cavalli e alfieri
C’è del vero in quello che dice Meddy. I tennisti anche di alta classifica sono molto meno privilegiati rispetto ad altri sportivi come i calciatori di alto livello che fanno mediamente una vita molto meno stressante e soprattutto hanno stipendio garantito e pochissimi costi fissi (al contrario dei tennisti che devono pagare staff, viaggi ecc)
@ ilpallettaro (#4381198)
È vero.
io non credo che questi tennisti di vertice siano così liberi di ritirarsi quando vogliono.
sono presi in una girandola di contratti sponsor/premi/penali che li obbliga di fatto a rimanere sulla ruota fino ad esaurimento che
per i big del tennis (e non solo) corrisponde a circa 20 anni di carriera pro a costo di arrivarci zoppi e storditi
Vabbe’, ma non tutto è oro quel che luccica…potranno anche i famosi, ricchi tennisti denunciare aspetti della loro attività che, anche se retribuita, può avere aspetti logoranti? A Genova si dice che “il mugugno è libero”, non vedo perché frenarlo o dare per scontato che i tennisti nei 100 godano solo di privilegi senza guadagnarseli anche in termini di sacrifici, tensione, usura precoce rispetto ad attività più gestibili nel tempo…perché questi devono concentrare in 15 anni una carriera lavorativa fatta di competizione che comunque richiede massima efficienza non garantita, per poi arrivare alla pensione, dove altri professionisti vengono ringraziati con riconoscimenti e omaggi vari mentre anche i campionissimi plurititolati del tennis vengono bistrattati e spietatamente criticati alle prime sconfitte, come se davvero fossero condannati a correre vispi sulla ruota all’infinito
il problema però è diverso. non si tratta tanto di applicarsi, tutti i tennisti lo fanno a vario grado. il punto è che da una parte una stagione praticamente senza soste non permette né un’adeguata preparazione né al corpo di riposare. Le conseguenze sono infortuni sempre più frequenti e una qualità del gioco che si abbassa. è lapalissiano che il signor gaudenzi sta sacrificando il fisico dei tennisti e la stessa qualità del gioco sull’altare dei soldi, e il futuro sembra ancora più fosco, con il nuovo 1000 in arrivo in arabia.
Medvedev, a differenza del criceto, è una persona intelligente e può fermarsi quando vuole
Sono del parere che Medvedev sia una persona sincera e se ha detto gli fa piacere avere di nuovo Sinner in gioco ,gli credo.
Nonostante che ,dallo sbadiglio è passato alla rassegnazione per le continue e importanti sconfitte contro il nostro campione ,il russo non ha mai dimostrato di avere un atteggiamento avverso nei confronti di Jannik a differenza di tanti altri “colleghi”(anche italiani),senza far nomi tanto si conoscono.
Il problema che poneva Ruud era quello di accettare questo stato di cose, riuscira a starci senza soffrirne. Il ragionamento di Medvedev mi sembra, per quel poco che viene riportato, più riferito alle rinunce alle quali ci si deve sottoporre per “sopportare” lo stress del circuito.
La leva economica è sicuramente importante, per lo meno per i primi 100, perchè per molti manca anche questa. Ma credo che non sia sufficiente. Abbiamo avuto recentemente il ritiro, pare definitivo, della numero 1, ed un periodo di ritiro da parte di un’altra numero 1. Non mi stupirei che cose del genere possano avvenire anche fra i maschi.
Come avete detto voi in QUALSIASI lavoro dopo qualche anno ti senti un criceto sulla ruota. Con la differenza che noi non prendiamo le sue vagonate di milioni.
Il discorso ci può stare ma quando la carriera era al massimo e i tornei vincenti erano la normalità andava tutto bene e i criceti erano gli altri e giustamente se ne fregava altamente.
Ma anche l’impiegato del catasto vive una routine spersonalizzante e alla fine quando va in pensione si accorge che nessuno è fondamentale e tantomeno insostituibile..
Senza offesa, ma forse solo lo stereotipato “impiegato del catasto” non ha di questi problemi.
Certo, il problema esiste, ma non mi sembra onestamente paragonabile al burnout di un caregiver, del personale ospedaliero e di pronto
La sua felicità di ritrovare Sinner è dettata dal fatto di trovarsi a Roma, credo che sia soltanto una frase di circostanza.
Anzitutto perché questo è uno sport di egoisti prima ancora che di singolaristi, poi perché è stato l’azzurro a “tagliargli le gambe” con una serie di sconfitte brucianti.
Daniil ha vinto a Wimbledon ma contro un Jannik debilitato.
Sulla storia dei criceti: l’immagine è pietosa, ma in sostanza il tennista può scendere dalla ruota quando gli pare e per i top10 anche con il piacevole ricordo di una valanga di dollari sul conto in banca!
qualsiasi professione svolta ad alto livello è assorbente e chiede dedizione totale: dal medico all’avvocato, dall’ingegnere allo sportivo. chi non ce la fa, può fare altro.