Interessante intervista rilasciata dal campione elvetico Copertina

Federer parla a GQ: “Perdere deve farti male, altrimenti vuol dire che i tuoi giorni sono contati”

27/09/2021 13:01 15 commenti
Roger Federer
Roger Federer

Roger Federer ha concesso una lunga (e bella) intervista alla versione UK del noto magazine GQ. Al collega britannico, Roger ha parlato a 360°, spaziando su molti temi. Lo svizzero si trova attualmente sul lago di Costanza, impegnato per alcuni shooting fotografici per il suo sponsor tecnico. Raggiunto telefonicamente da GQ, così ha risposto (riportiamo alcuni passaggi).

“La standing ovation che ho ricevuto quest’anno dopo la mia sconfitta a Wimbledon è stata sicuramente speciale. Quando ho lasciato il campo, ho potuto sentire l’amore della folla e il loro sostegno. Ovviamente, è sempre difficile lasciare un campo dopo aver perso a Wimbledon prima di una finale… Quando raggiungi una finale, c’è una cerimonia di premiazione, c’è dell’altro, ma quando perdi prima, beh, fai le valigie e vai e, a quel punto, la scena è del tuo avversario che ti ha sconfitto. In quel momento è stata molto dura, però se rivedo il tutto ora, a distanza di tempo, in realtà sono molto grato, molto felice di essere stato in grado di giocare. Voglio dire, il mio ultimo anno e mezzo è stato davvero difficile. È stato difficile con il doppio intervento chirurgico al ginocchio che ho avuto e la riabilitazione, molto lenta. In qualche modo avrei voluto essere più in forma per Wimbledon quest’anno. Ma alla fine, ho fatto i quarti e… ho giocato a Wimbledon! Ancora! Non puoi mai dare per scontato questo genere di cose: altri ragazzi non hanno mai vissuto un quarto di finale nella loro vita a Wimbledon e io ne ho avuti così tanti che penso di dover essere grato e considerare che in realtà, nel complesso, è stato davvero un bel torneo per me”.

Però alla fine è stata una sconfitta… ecco il pensiero di Roger, sulla sconfitta in generale: “Per prima cosa, perdere non è mai divertente. Deve farti male. Se ti va bene perdere, se non senti dolore, vuole dire che i tuoi giorni sono già contati. Nel mio caso è stato un misto di delusione, rabbia per quello che avrei dovuto o avrei potuto fare, diversamente, non solo negli ultimi 20 minuti di gioco ma negli ultimi sei mesi, se è per questo. Ci sono così tanti pensieri che ti passano per la testa in quel momento. E mentre pensi a tutto questo, stai digerendo la sconfitta, sei ancora in campo cercando di goderti la folla che ti vuole bene, anche se hai perso. Ma il tutto dura poco, perché poi sei nel tunnel e torni negli spogliatoi e lì pensi: “Cosa diavolo dirò alla stampa?” Tutto si muove molto velocemente. Ma devo dire che uno dei miei grandi punti di forza sia saper riorganizzare e rivalutare rapidamente la situazione e vedere gli aspetti positivi di ogni decisione. Quindi, sì, ho perso a Wimbledon, ho dovuto rinunciare alle Olimpiadi, altra cosa che mi ha fatto molto male, ma il mio ginocchio ha decisamente bisogno di riposo e altro. Delusione, ma era la giusta decisione”.

Federer descrive come ci si sente a 40 anni: “Sono stupito, è molto strano e faccio battute tipo ‘Non posso credere di avere 40 anni! È terribile!’. Ricordo quando ho compiuto 20 anni… Credi di sapere chi sei ma davvero non ne hai idea! A 30 anni hai un’idea abbastanza buona, ma a 40 penso che tu lo sappia. In questo momento, la mia vita è davvero splendida. Vivo in un bel posto con mia moglie, i miei quattro figli. Le mie ragazze hanno già 12 anni e poi i miei ragazzi ne hanno sette adesso. Abbiamo una vita meravigliosa e non posso certo lamentarmi. Quindi ora non vedo l’ora di continuare a fare esperienze, viaggiare, vivere i miei prossimi 40 anni con la prospettiva di trascorrere più tempo con gli amici e la mia famiglia, anche perché è una cosa che mi è chiaramente mancata. Mi sento un privilegiato per tutto quel che ho oggi”.

Interessante anche la sua opinione su come la gente vive spasmodicamente la corsa al record Slam, con i big 3 fermi a 20 pari. Guardare indietro è sempre utile: “L’anno di Djokovic è stato di nuovo fenomenale. E sarà molto interessante vedere, per tutti e tre, come continueranno le nostre carriere. Ma fermiamoci un attimo, è incredibile che tutti e tre siamo a 20 tornei del Grande Slam. Oggi questo tema è sulla bocca di tutti, la corsa a chi ne vincerà di più, ma riflettiamo a cosa era il tennis qualche anno fa. Quando stavo arrivando sul tour, il record era 12 Slam e Sampras è salito a 14. Sembrava un’enormità, poi l’ho passato nel 2009, facendo 15. Quello è stato chiaramente un momento enorme per me, pareggiando a Parigi a 14 e poi superandolo a Wimbledon. È qualcosa di straordinario. Stiamo facendo cose incredibili e non per forza è necessaria una competizione così dura. Ma penso che gli altri abbiano una mentalità diversa da me in questo momento. Penso che tutti noi vorremmo ovviamente vincere di più e fare di più, perché è quello che serve per essere a questo livello”.

Secondo Roger, ci saranno altre epoche future con campioni che vinceranno tantissimo. “Credo che oggi – e questo non per togliere nulla a Rafa, Novak o a me stesso – è più facile dominare grazie a come sono diventate le diverse superfici e le condizioni in generale. In passato, avevamo tre eventi sull’erba, ma forse i margini erano più ristretti. Sento che c’erano giocatori da cemento, giocatori da terra battuta e non c’erano così tanti giocatori che potevano eccellere su tutte le superfici. Certo, [Bjorn] Borg l’ha fatto, ma le cose erano diverse. I giocatori non stavano inseguendo uno Slam dopo l’altro come fanno oggi e record dopo record. Al giorno d’oggi una tale strategia è molto più parte della tua carriera. Quindi, sono convinto che arriverà prima poi un giocatore formidabile che potrà anche superare la nostra serie di 20 tornei del Grande Slam, ma certo non potrà farlo dall’oggi al domani!”

Si è parlato tanto della salute mentale dei giocatori questa estate. Ecco il parere dello svizzero: “Fa male quando vedi cosa succede e quando è evidente che non si sentono bene. Lo stress è così grande. Penso che molto sia dovuto ai social media: i primi dieci anni della mia vita sportiva non c’erano i social media, forse avevo solo un sito web, poi i dieci anni successivi i social media erano ovunque. Inoltre, a questo proposito, la situazione della stampa deve essere riconsiderata. Penso di essere uno degli atleti che ha fatto più interviste di sempre! E sono d’accordo che è sempre lo stesso. Sempre. Penso che i giocatori, i tornei, i giornalisti, dobbiamo sederci insieme in una stanza e dire: “OK, cosa funzionerebbe per voi e cosa funziona per noi…” Abbiamo bisogno di una rivoluzione. O almeno un’evoluzione rispetto a dove siamo oggi. Penso che abbiamo bisogno di aiutare, allenare e guidare di più le giovani generazioni. Non riesco a immaginare di attraversare l’inizio della mia carriera con i social media. Non ho idea di come l’avrei gestita. Per ogni dieci commenti carini ce n’è sempre uno negativo e, ovviamente, è quello su cui ti concentri. È una situazione orribile. Anche quando mi sento giù, so che devo agire in un certo modo davanti alla stampa mondiale. Dobbiamo ricordare che i tennisti sono atleti e professionisti, ma anche noi siamo umani e siamo fragili, sempre esposti, sempre in copertina”.

Curiosa ed interessante l’ultima domanda a Roger, quale crede che sia stato il singolo colpo più importante della sua carriera. La risposta, non è scontata… “Wow, bellissima domanda… Difficile rispondere, ma…. forse il mio dritto contro Tommy Haas agli Open di Francia: quel break point. Ne parliamo ancora con Tommy ogni volta che ci vediamo. E che alla fine ho vinto quella partita e l’Open di Francia nel 2009. Questo mi ha portato a pareggiare il record di Pete e finalmente vincere Roland Garros. Non lo so, sembrava che avesse qualcosa di super in quel momento. Chiaramente, sono sicuro che se non avessi toccato la riga avrei perso, anche Tommy lo sa. E la mia reazione fu: ‘OK, Roger, finalmente colpiamo un buon dritto. Ci siamo, per favore. Andiamo!’ Dopo quel colpo tutto è cambiato. Dopo quel punto tutta l’estate fu meravigliosa”.

Marco Mazzoni


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15 commenti. Lasciane uno!

Armonica (Guest) 28-09-2021 20:41

Manca la parte dell’intervista in cui Roger dice che gli mancano le differenze di abbigliamento nei tennisti, fra cui le canotte di Rafa!

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deuce 28-09-2021 11:13

Scritto da Raul Ramirez
GOAT.

dispiace Raul sei arrivato secondo….

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ShaqAttack (Guest) 27-09-2021 23:23

Con tutto il dovuto rispetto per chiunque altro, ma quando uno fa 150 interviste l anno da ormai più di 15 anni, la cosa si nota. La leggerezza con la quale ha detto ” Ma penso che gli altri abbiano una mentalità diversa da me in questo momento” fa capire quanto sia consapevole del proprio orizzonte ormai vicino, mentre gli altri due hanno ancora cartucce da sparare. Bello anche sentirsi ricordare ancora una volta che senza Pete non esisteva la sua voglia e, probabilmente, senza la sua fame di record non esisterebbe quella di Rafa prima e Novak poi.
Il frammento di storia su Haas mi fa dedurre che noi e solo noi diamo peso a certe partite/punti/momenti. Per Roger eliminare Tommy ed andare a vincere il suo unico RG credo valga 10 volte tanto che vincere uno di quei 2MPs nella finale di W19. Lo sport del diavolo…..palla sulla riga o una spanna dalla stessa e ti ritrovi da essere potenziale goat a non avere fiducia per vincere un 500. Roba dell altro mondo

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GIALAPPA SBANDY REMIX 27-09-2021 22:04

Scritto da Giuliano da Viareggio

Scritto da smorzatella
Ed io che pensavo che GQ stesse per Gianluigi Quinzi…

Anch’io, per davvero….mi son detto, ma che vuole federer da Quinzi??

E’ ovvio che il GQ più famoso è Gianluca Quinzi e non la rivista Grandi Quisquiglie ! 😛

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Giuliano da Viareggio (Guest) 27-09-2021 21:35

Scritto da smorzatella
Ed io che pensavo che GQ stesse per Gianluigi Quinzi…

Anch’io, per davvero….mi son detto, ma che vuole federer da Quinzi??

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Luca Martin (Guest) 27-09-2021 17:19

Scritto da Givaldo Barbosa
“I giorni contati”, bel film di Elio Petri con un memorabile Salvo Randone.

Complimenti. Bel rimando culturale.

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Luca Martin (Guest) 27-09-2021 17:17

Bellissima intervista.

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pablito 27-09-2021 16:33

Scritto da smorzatella
Ed io che pensavo che GQ stesse per Gianluigi Quinzi…

E io che
“GOAT”
fosse… la capra 🙂

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+1: merlino
Pier (Guest) 27-09-2021 16:08

@ Il bello della Lucania (#2937909)

Concordo. Ma allora dovrebbe valere anche per la Laver Cup no? È un’esibizione o no? Forse, ma Aliassime che fa doppi falli nei momenti clou fanno pensare diversamente. Per me il problema è che non tutti la prendono nello stesso modo, come l’All Star Game di basket: Magic lo viveva con entusiasmo, Bird con fastidio (parole di Dan Peterson).

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Givaldo Barbosa (Guest) 27-09-2021 15:43

“I giorni contati”, bel film di Elio Petri con un memorabile Salvo Randone.

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smorzatella (Guest) 27-09-2021 15:34

Ed io che pensavo che GQ stesse per Gianluigi Quinzi…

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Il bello della Lucania (Guest) 27-09-2021 15:09

Chi vuole essere un campione, chi ha fame di arrivare in alto, vuole vincere. Sempre.
Che si tratti della partitella del circolo o di una finale Slam poco conta.
La partitella 5 vs 5 o la finale di Champions. Rispetto per l’avversario, ma anche voglia matta di batterlo..

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+1: beta
cataflic (Guest) 27-09-2021 14:30

Bella la citazione del dritto, che fa capire quanto conti dare il massimo in ogni singolo, match, in ogni singolo set, in ogni game, in ogni punto!
Solo con questo atteggiamento sì è in grado di cogliere queste occasioni.
Non è una cosa per tutti, solo in pochi sono in grado di avere la leggerezza di non pensarci e la programmazione psicofisica per dare comunque il meglio di se in ogni frangente.

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Armonica (Guest) 27-09-2021 13:49

È interessante come Roger dia importanza al punto contro Tommy Hass. Il tennis è uno sport terribile, dove chiunque tu sia basta un niente per perdersi. Un già 14 volte campione slam afferma che se quel colpo non fosse atterrato sulla riga, quindi a pochi cm da un errore, la sua estate sarebbe stata diversa. Quanta fiducia può dare un singolo punto anche ad un campione del genere.

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Raul Ramirez (Guest) 27-09-2021 13:45

GOAT.

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+1: beta, il capitano, merlino
-1: deuce