Open Court - 37 ATP, Copertina, Generica

Open Court: il meglio ed il peggio del 2015 (di Marco Mazzoni)

11/12/2015 08:30 13 commenti
Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo
Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo

Cosa resterà del 2015? La favola di US Open grazie alle nostre ragazze; un Djokovic quasi imbattibile; un Federer ancora splendidamente competitivo; la storica Davis di Murray; la crescita di molti giovani ma anche il persistere dello status quo nella fascia medio-alta del ranking. Prima di addentrarci in analisi più approfondite, anche sui nostri azzurri, ecco un pagellone di fine stagione al maschile, tra promossi, bocciati e momenti da ricordare.

 

Miglior giocatore: Novak Djokovic

And the winner is….” Novak Djokovic. Dominante. I suoi numeri raccontano una delle migliori stagioni dell’epoca moderna. Grandissimo “Nole”, ha dato una sensazione di superiorità ancor più netta rispetto al 2011, quando forse giocò meglio come tennis puro, ma raccogliendo meno successi. Quest’anno non ha sbagliato nulla, è arrivato a giocarsi tutte le finali nei grandi eventi a cui ha preso parte, vincendo quasi sempre. Il commento più corretto della sua incredibile annata è “Ad un passo dal Grande Slam”. Djokovic sembra più che mai deciso a riprovarci l’anno prossimo. Gli avversari sono avvertiti…

 

Delusione: Rafael Nadal

Che il campione iberico subisse prima o poi un calo fisico era prevedibile. Il 2015 è scivolato via come un incubo per Rafa, spesso dominato in campo, a tratti irriconoscibile. Per tutta la stagione lui ed il suo team hanno parlato di problemi di approccio al match, di “paura”, di tensione. Personalmente la vedo in modo molto diverso, e molto più semplice: il suo tennis si è sempre fondato su di uno strapotere fisico che gli ha consentito di spingere il suo corpo oltre ogni limite, donandogli anche una sicurezza mentale granitica. L’usura gli ha presentato il conto, salatissimo. Le ginocchia non spingono più come un tempo e la catena cinetica di forze che sorreggeva i suoi drive arrotatissimi è andata a pezzi. Senza la massima efficienza fisica, Nadal si è banalizzato, è diventato attaccabile, e non solo per i big. La sua stagione dal punto di vista numerico è nettamente la peggiore da quando è diventato “Nadal”: solo 3 vittorie – 2 ATP 250 ed un 500. Nessuno Slam e nessuna vittoria in un Masters1000, categoria in cui ha strappato solo la finale in casa a Madrid, persa meritatamente vs. un ottimo Murray. L’aspetto più devastante è la sensazione di vulnerabilità generale e di scarsa efficacia nel suo tennis, che solo a sprazzi è stato degno della sua storia. Pare abbia voglia di riscatto nel 2016, ma solo ritrovando la massima efficienza fisica (insieme ad un necessario stravolgimento concettuale del suo gioco) potrebbe forse tornare a vincere i grandi eventi. Sembra un’impresa troppo ardita, anche per il grande fighter dell’era moderna.

 

Emergente: Hyeon Chung

Ne ho scritto diffusamente la scorsa settimana, raccontando pregi e difetti di questo giovane coreano che ha proprio tutto quel che serve per salire ai piani alti del ranking e restarci. Ha pure un tennis divertente ed è uno di quei “contropersonaggi” che fanno tremendamente bene ad uno sport. E’ atteso da un 2016 non facile sul piano mentale, confermarsi nei tabelloni importanti e crescere. Da osservare molto attentamente.

 

Stella del futuro: Taylor Fritz

Questa categoria è una piccola scommessa, a volte del tutto irrazionale. Punto sul giovane americano, ancora poco noto ma dotato di un potenziale enorme. E’ uscito più tardi all’attenzione del grande pubblico rispetto ad altri classe ’97, come Zverev o Rublev. Dallo scorso settembre è improvvisamente esploso: titolo US Open junior, due Challenger vinti ed una finale, con ranking al 177. Sembra aver più fisico di altri promettenti connazionali, ed anche un tennis più offensivo ed un servizio che fatto scomodare anche un certo Pete Sampras… E’ molto presto, ma il ragazzo potrebbe scavalcare il gruppo in tempi rapidissimi.

 

Impresa dell’anno: Luca Vanni a San Paolo

Favola è un termine perfetto per descrivere la settimana magica di Luca Vanni a San Paolo. Peccato che sia arrivato ad una manciata di punti dal “lietissimo fine”. Dopo la stupenda cavalcata nel 2014 con la scalata di centinaia di posizioni in classifica, il gigante aretino entra nel tabellone del 250 brasiliano passando per le quali, senza aver mai vinto in precedenza un match ATP. Con un tennis straordinario per qualità, freddezza ed intensità vola in finale, dove cede solo al tiebreak del terzo set a Cuevas. Bravissimo Luca, per averci sempre creduto, per il bel tennis mostrato in campo, per la classe dimostrata contro un pubblico a dir poco “ostile” in semifinale, e per averci regalato emozioni purissime. Esempio, per tutti.

 

Ritorno: Benoit Paire

Di questi tempi l’anno scorso il talento francese postava una foto sul social Instagram in cui mostrava la sua auto incidentata sulla A8 nei pressi di Avignone, con tanto di battuta sarcastica. Veniva da una stagione orribile, passata tra dolori alla schiena, sconfitte continue e tanti dubbi. Atteggiamento di chi sembrava perso per il grande tennis. Benoit invece è tornato, e l’ha fatto con umiltà (altro plus per uno dal suo piglio…) ripartendo dai Challenger, ottenendo ottimi risultati anche negli ATP e strappando un best ranking nei top20 di fine stagione. Visto il potenziale di spettacolo che produce quando sta bene ed è focalizzato, e visto che con lui in campo può davvero accadere di tutto, bentornato Benoit!

 

Torneo dell’anno: Wimbledon

In una stagione così dominata da un solo giocatore, non è una scelta facile perché la maggior parte dei tornei è stata la fotocopia dell’altro. Fino all’ultimo ero indeciso se assegnare il premio a Roland Garros, che ha visto molte storie interessanti, anche nella prima settimana, ed è stato “IL” torneo più determinante dell’anno, con Nadal detronizzato brutalmente da Djokovic, ma anche la clamorosa sconfitta del serbo in finale. Tuttavia i Championships hanno prodotto (nel maschile) molte partite interessanti, ed alcune davvero belle sul piano squisitamente tennistico. Nonostante non sia più l’erba di una volta, sui prati si continua a percepire una differenza tecnica – e di spettacolo – che di questi tempi è molto importante. Vince Wimbledon, ma 8-6 al quinto…

 

Match dell’anno: Finale di Roland Garros

Forse non è stata la partita più bella nel senso pieno del termine, ma è stata certamente quella più importante in stagione. Wawrinka ha impedito uno storico Grande Slam di Djokovic, rimontando un set al serbo con un crescendo clamoroso, meritando ampiamente la vittoria sul campo. Quando la coppa dei Moschettieri pareva ad un passo dal n.1, Stan s’è ribellato alla sconfitta, ha chiuso gli occhi e lasciato andare il braccio a tutta, producendo una serie di vincenti mostruosa. Djokovic c’ha provato, ma è stato travolto.

 

Miglior Italiano: Fabio Fognini

Stagione nel complesso interessante per i nostri azzurri “top”, peccato non sia arrivata la vittoria in un ATP. Partenza molto buona di Seppi (battere Roger in uno Slam non è cosa da poco!), peccato per i noti problemi fisici. Poi la favola di Vanni, quindi le buone prestazioni di Bolelli. Ma alla fine è Fognini che merita questo premio. Ha chiuso l’anno al n.21, ha trascinato la squadra di Davis, ha soprattutto battuto 3 volte Nadal, due sul rosso e l’incredibile rimonta a New York che entra per la porta principale tra le imprese di sempre per un azzurro. Veniva da un trend molto negativo dall’estate del 2014; è stato bravo a restare calmo, lavorare e crederci. Più volte in stagione ha giocato benissimo e regalato spettacolo, con la novità di grandi prestazioni anche sul cemento negli ultimi mesi. Nel 2015 ha raggiunto 2 finali; nel 2016 l’obiettivo deve essere confermare il suo livello sul duro e tornare a vincere.

 

Coach dell’anno: Gunter Brensik

L’anno scorso c’era molto più materiale, con la netta crescita di Cilic, Wawrinka, Nishikori, Raonic e via dicendo, tutti guidati da coach determinanti. Essendo forse prematuro premiare uno dei coach dei giovanissimi emergenti, per il 2015 scelgo come allenatore Gunter Bresnik, che ha lavorato molto bene con Dominic Thiem. Il giovane austriaco ha vissuto una stagione di netta crescita sul piano del gioco e della personalità, con ben 3 successi ed un salto di qualità molto interessante. Notevole il miglioramento nel servizio, nella costanza del dritto e nella posizione in campo. Nel 2016 Thiem è atteso al salto più alto, quello necessario a trovare un livello di rendimento così elevato da sfidare e battere i big nei grandi tornei.

 

Pagina nera dell’anno: tiebreak al quinto set in Davis

Spesso ho duramente criticato l’ATP per idee strampalate. Stavolta rimprovero l’ITF, che ha deciso di introdurre in Davis il tiebreak per decidere il quinto set. La ritengo una scelta pessima. Il fascino unico della Davis sta nel suo diventare naturalmente epica, nell’elevare anche un giocatore “medio” ad eroe in battaglie senza tempo, andando oltre ai limiti. Non c’era alcuna urgenza o necessità “salutistica”. Non accade di continuo, sono episodi, che però restano impressi e spesso diventano i match dell’anno; quelli che se hai avuto la fortuna di vivere in prima persona non potrai mai dimenticare, anche se non ci sono in campo Federer o McEnroe. Se aggiungiamo l’ipotesi di far disputare la finale su campo neutro la frittata è completa…

 

Marco Mazzoni

@marcomazz


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13 commenti. Lasciane uno!

laver (Guest) 12-12-2015 17:00

Non lo dirà neanche sotto turtura, ma secondo me Mazzoni pensa che Nadal nel 2015 abbia smesso di doparsi….io almeno leggo questo tra le righe del suo articolo…

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Almas (Guest) 11-12-2015 19:34

@ ale98 (#1497037)

Wawrinca è fortissimo sono d” accordo ma Nole dopo aver vinto il primo set si é spento fisicamente e sappiamo perché, sennò avrebbe vinto

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nere 11-12-2015 18:05

paire per la precisione ha addirittura ricominciato dai futures!!

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Marcus91 (Guest) 11-12-2015 17:01

Fantastico pezzo, concordo in toto. E colgo l’occasione per fare i complimenti al Sig Mazzoni per i suoi articoli davvero competenti. Farà lo stesso articolo anche per le femminuccie?? 🙂

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ale98 (Guest) 11-12-2015 16:35

@ Almas (#1496984)

Djokovic contro quel Wawrinka non avrebbe vinto comunque, lo svizzero in questi ultimi anni è l’unico che se la gioca in tutti gli incontri con Nole 3/5.. Poi che Djokovic sia stato leggermente penalizzato al Roland Garros, beh può essere ma il risultato non sarebbe cambiato..

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luca (Guest) 11-12-2015 16:30

un quinzi come delusione giovani italiani dell’anno ci stava caro Mazzoni

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marco mazzoni (Guest) 11-12-2015 14:52

@ borg (#1497003)

ciao, ovviamente sì, ma qua parlo solo dei maschietti. Sennò giocatore dell’anno sarebbe Flavia 😀

saluti

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borg (Guest) 11-12-2015 14:35

mhmm, partita dell’ anno Vinci-Williams a mio avviso….

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Adriana (Guest) 11-12-2015 13:55

Grande Mazzoni, come sempre!!!!E un grande non poteva non accorgersi di Taylor Fritz. L’ho visto in un video sul vostro sito contro Brown e mi ha veramente impressionata.In primo luogo per la fluidità e naturalezza del servizio, talento puro e non semplice bombardiere.Al contrario di alcuni suoi coetanei ha colpi potenzialmente risolutivi e un fisico già maturo.E,il che non guasta mai,è anche bello come il sole……..

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Almas (Guest) 11-12-2015 13:19

Concordo anchio tranne sulla finale del RG, secondo me i 2 giocatori non hanno avuto lo stesso trattamento e lo spettacolo ne ha risentito visto che Nole non ha potuto giocarsela al meglio

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brizz 11-12-2015 13:13

analisi condivisibile al 100% 🙂

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Marco (Guest) 11-12-2015 12:49

Come sempre grande pezzo del signor Mazzoni…concordo in Toto su tutto.

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goran2001 11-12-2015 12:34

D’accordo su tutto; la finale del roland garros è stata senza dubbio la miglior partita dell’anno; mai visto un giocatore giocare con una tale intensità per così tanto tempo, se chiudo gli occhi sento ancora il rumore della pallina di Wawrinka.

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