Spacca Palle - Numero 30 ATP, Copertina

Spacca Palle: Francesi a Roland Garros, occasione di rilancio?

21/05/2014 13:02 7 commenti
Jo Wilfried Tsonga classe 1985, n.14 del mondo
Jo Wilfried Tsonga classe 1985, n.14 del mondo

Nemo propheta in patria…”. Questa locuzione tratta dai Vangeli è diventata di dominio pubblico per indicare le situazioni in cui si fa fatica ad affermarsi “in casa”, in tutti i campi dell’umano vivere. Il tennis non sfugge a questa regola, almeno in moltissimi casi, tanto che le eccezioni sono considerati veri e propri passaggi storici. Basti pensare alla vittoria di Andy Murray lo scorso anno a Wimbledon, ben 77 anni dopo quella di Fred Perry. Restando sui tornei dello Slam, non se la passano molto meglio gli australiani, che non vincono un’edizione maschile del loro major dal 1976 con Edmonson, sprecando poi più di un’occasione con le finali perse da Cash e Hewitt. Se la passano un po’ meglio gli americani, che grazie al movimento storicamente più poderoso hanno dominato la maggior parte delle edizioni dello Slam della grande mela; tuttavia il vento è girato anche per loro, visto che l’ultimo successo casalingo è datato 2003 con Andy Roddick, e tutto lascia pensare che occorrerà più di un lustro perché una loro racchetta possa tornare a dominare l’atto finale a Flushing Meadows, vista la crisi profonda che sta attraversando tennis maschile a stelle e strisce.

E in Francia? Se ne parla di meno, perché il livello medio del tennis francese è sempre piuttosto alto; ma andando scorrere l’albo d’oro di Roland Garros mica se la passano tanto meglio degli inglesi… Yannick Noah vinse l’edizione 1983 e da allora nessun francese è riuscito a ripetere l’impresa, con il solo Herni Leconte capace di issarsi in finale nel 1988, dominato da Wilander. E prima di Noah l’ultimo successo di un transalpino sul rosso di Bois de Boulogne risaliva addirittura all’epoca eroica degli Moschettieri

Con il Roland Garros già scattato con le qualificazioni, in questi giorni sta imperversando sulla stampa francese (molto attenta al tennis, in genere) il primo dibattito sulle reali possibilità dei loro atleti per l’edizione 2014. Che uno di loro possa ambire ad alzare la coppa in singolare è non proprio utopia ma estremamente difficile sì, e non solo perché dovranno superare alcuni “mostri” come Nadal e Djokovic, ma soprattutto perché praticamente tutti i migliori giocatori francesi stanno vivendo un momento complicato, della stagione o addirittura della propria carriera.

A livello di movimento generale, la Francia resta una delle nazioni leader per quantità e qualità media. Questa settimana i “Blues” vantano ben 13 tennisti nei primi 100 del ranking ATP, appena dietro la Spagna con 14 (ma gli iberici navigano con una qualità media piuttosto superiore, visto che i primi 8 francesi sono compresi tra il n.13 ed il 47, mentre i primi 8 spagnoli tra il n.1 ed il n.37, inclusi due top5!). Andando a vedere lo stato di forma e la stagione dei transalpini top100, vediamo come tutti stiano passando un momento non particolarmente buono, per colpa di problemi fisici o di scarsa forma. Inoltre sono tutti tennisti piuttosto maturi, alcuni già nel pieno della propria parabola discendente dopo tante battaglie e infortuni.

A questo riguardo, prima di continuare con la mia personale analisi, è interessante riportarvi le quattro chiacchiere che ho fatto sul tema con Carole Bouchard, prima firma sul tennis del quotidiano sportivo parigino L’Equipe. Eccone un estratto.

Carole, praticamente tutti i tennisti francesi non stanno attraversando un buon momento di forma, tra infortuni e altri problemi. Secondo te è possibile tracciare un filo che unisca le varie situazioni oppure no?

No, sono situazioni sono molto diverse tra di loro. Gasquet è stato protagonista di una stagione 2013 molto intensa e dura sul piano fisico, cosa che probabilmente sta pagando adesso, e il suo problema alla schiena è complesso e di non facile soluzione, pareva una cosa più leggera invece continua a dargli fastidio. Monfils vive da tempo di alti e bassi… sfortunatamente a questi livelli non puoi permetterti di soffrire di frequenti problemi fisici, perché poi ritrovare il tuo miglior gioco diventa complicato. Sappiamo come Gael sia capace di fare miracoli quando vuole, la speranza è che il suo corpo lo lasci in pace per un po’. Tsonga invece ha passato una crisi di risultati e problemi di fiducia, ma ci sono segnali incoraggianti dagli ultimi tornei, sta ritrovando il suo gioco. Ha impostato la stagione con il focus su Roland Garros, stiamo a vedere… Gilles Simon ha sofferto di parecchi infortuni, ha vinto pochi match e questo l’ha portato ad una crisi di fiducia. Chissà che il grandissimo match contro Nadal a Roma non gli dia quella spinta di cui ha bisogno, gli servono alcuni buoni risultati per ritrovare se stesso”. Personalmente a differenza di Carole, il filo conduttore che trovo per spiegare il momento è che quasi tutti i migliori tennisti francesi sono già molto avanti con la loro carriera, con parecchi infortuni alle spalle e a volte qualche disastro nelle scelte della guida tecnica. Tutti fattori di certo non aiutano, soprattutto guardando in prospettiva.

La pressione di giocare in casa al Roland Garros è un fattore importante che penalizza la loro prestazione? Penso soprattutto a Gasquet, che ha sempre giocato piuttosto male a Parigi

Gasquet credo sia quello che più ha sofferto la pressione del pubblico di casa. Lui vuole fare bene ma questo lo paralizza. L’anno scorso ha giocato finalmente bene, inclusa una partita pazzesca con Wawrinka (persa 8-6 al quinto negli ottavi, ndr) che resterà come un classico. Invece Tsonga e Monfils amano il pubblico di Parigi e si caricano a tutta, giocando spesso al loro meglio. Il pubblico è di solito più un vantaggio che un problema, ma è chiaro che hanno tutti gli occhi della nazione puntati e può essere duro per loro, specialmente quando non sono al meglio e la pressione può rivelarsi negativa; ma non si può generalizzare, dipende dall’anno, dal match, dal giocatore…”.

Tornando ad analizzare i francesi nella top100 ATP, l’anno scorso nella settimana pre-Roland Garros ne avevano 10 invece di 13, ma erano posizionati tutti meglio: Tsonga n.8 (oggi 14), Gasquet 9 (oggi 13), Simon 17 (oggi 30), Paire 26 (oggi crollato al n.63), Chardy 27 (oggi 40), Benneteau 32 (oggi 43), Llodra 56 (oggi fuori dai 100); il solo Roger-Vasselin si è molto migliorato, passando da 75 a 47, ma ovvio che potrà ambire solo ad un buon piazzamento. Numeri evidenti a segnare un periodo negativo per tutto il movimento francese di vertice.

Relativamente alla forma del momento, l’unico francese che ha dato segnali incoraggianti è Jeremy Chardy, che la scorsa settimana al Foro Italico s’è preso la grande soddisfazione di estromettere dal torneo Federer annullandogli pure un match point con un passante di una difficoltà assoluta. E’ giunto ai quarti, dove ha disputato una partita piuttosto buona contro Raonic senza però riuscire a girarla a suo favore. Ipotizzare Chardy come “da corsa” per il titolo non è realistico, ma che possa togliersi qualche soddisfazione è molto probabile. Ha tennis e qualità per compiere qualche impresa, tanto che se fossi un big non me lo vorrei trovare nei primissimi turni, magari su di un Lenglen infuocato.

Tsonga l’anno scorso ha fatto sognare i propri tifosi disputando un Open di Francia bellissimo, in cui si è issato sino alla semifinale dopo aver dominato Federer nei quarti. Purtroppo si è trovato davanti un Ferrer tostissimo, che gli ha sbarrato la strada. Buono anche il suo torneo 2012, in ottavi superò in un match eroico Wawrinka e quindi nei quarti si inchinò all’allora n.1 Djokovic in 5 set. Purtroppo l’istrionico Jo-Wilfried da qualche mese non sta giocando il suo miglior tennis, forse penalizzato dal cambio di coach recente, da cui non ha tratto vero giovamento. Il suo è un gioco esplosivo, che non potrà mai essere estremamente solido perché non ha grande sensibilità e capacità di resistere in difesa, con il lato sinistro assai più debole di quello destro. Per trarre il meglio del suo talento credo che debba concentrarsi sul rafforzare se possibile i punti di forza, ossia la qualità e percentuali del servizio, del drittone a chiudere e del coraggio con cui entra negli scambi cercando soluzioni rischiose ma spesso vincenti. Il tentativo di farlo diventare “un consistente” non ha prodotto frutti positivi; al contrario ha insidiato qualche dubbio tattico e minato parte di quella fiducia che è indispensabile per rischiare un gioco così spinto. Da mesi non sta giocando al suo meglio, ma nelle ultimissime settimane qualche segnale positivo si è visto, soprattutto a Monte Carlo. Lui è uno che si esalta di fronte al proprio pubblico (ha vinto spesso in Francia e nel Master 1000 di Bercy); forse trovarsi sul Chatrier potrebbe riaccendere la miccia e farlo risbocciare. Se dovessi puntare sul miglior francese per il RG 2014, non avrei dubbi e sceglierei lui.

Gasquet è fermo da tempo per i problemi alla schiena, tanto che in pratica non si è potuta ancora vedere la mano del lavoro con Bruguera, visto che la stagione su terra è stata praticamente saltata. Dovrebbe giocare: si sta allenando con più intensità, ma pare quasi impossibile che possa subito ritrovare il suo miglior tennis, ancor più in un torneo dove ha sempre sofferto. Più facile che possa esser Monfils una mina vagante, anche se dopo un inizio di 2014 ottimo (finale a Doha e vittoria a Montepellier) si è di nuovo incartato, con qualche sconfitta di troppo. Vanta una semifinale a Parigi, ma di ben 6 anni fa; resta un altro da evitare nei primissimi turni per i big. Il Gilles Simon visto a Roma contro Nadal è un bruttissimo avversario da affrontare. Pare tornato velocissimo in campo, un incubo per come non molla mai una palla e si appoggia perfettamente sui colpi dell’avversario, costringendolo sempre ad una battaglia tattica e mentale. A Parigi non ha mai superato gli ottavi (come l’anno scorso, battuto in 5 set da Federer), ma spesso ha giocato match interminabili e a suo modo spettacolari, e forse ancor più di Monfils sarà un avversario molto ostico in un ipotetico terzo turno. A 32 anni, Mahut sta vivendo un momento eccellente, sul proprio best ranking, ma seppur in casa sul rosso non lo vedo molto avanti nel torneo; più facile che possano passare alcuni turni gli esperti Benneteau e Roger-Vasselin.

Ultima nota per Benoit Paire, forse la più grande delusione in questo momento in casa Francia. Il grande talento di Avignone 12 mesi fa aveva incantato tutti al Foro Italico producendo un tennis fantastico per qualità, facendo intravedere finalmente quella consistenza che gli era sempre mancata; e prendendosi una bella rivincita su quei tecnici francesi che gli avevano consigliato il ritiro intorno ai 19 anni “perché tanto non andrai da nessuna parte…”. Tra alti e bassi naturali per la bizzarria del soggetto, ha chiuso benino il 2013, gustato però da problemi alla schiena. Il fisico pare tornato a posto dal punto di vista clinico, ma la condizione atletica, tecnica e mentale sono stati terremotati dallo stop, tanto che lui stesso si schernisce dopo ogni sconfitta dicendo robe del tipo “Boh? Prima o poi ritroverò il mio gioco, spero…”. Ritrovare il miglior tennis in un torneo duro come Roland Garros non sarà affatto facile, ma visto lo spettacolo che è in grado di produrre con le sue improvvise giocate in accelerazione glielo auguro sicuramente, anche perché Paire era di fatto il miglior “nuovo” giocatore del tennis transalpino. Infatti come accade alle principali federazioni dei grandi paesi, anche la attivissima ed efficiente FFT fa fatica a crescere e far emergere dal basso i migliori talenti. Il ricambio generazionale sembra ancora piuttosto lontano, con i vari Herbert, Pouille che stanno crescendo ma molto molto lentamente. Anche su questo aspetto importante, ecco il parere di Carole Bouchard: “I giovani? Sono lontanissimi dal grande tennis… Credo che non abbiano ancora fatto abbastanza perché io ne possa scegliere qualcuno come futuro buon giocatore. Serviranno almeno un paio d’anni per vedere chi ce la può fare. Potrebbe esserci un periodo difficile per il nostro movimento, ma forse qualche sorpresa arriverà, come in passato, di giocatori meno considerati che invece esplodono. Nel tennis di oggi i giocatori raggiungono il loro meglio più avanti, non si vedono più ragazzi di 16-18 anni già competitivi o che crescono rapidamente, così che diventa difficile indicare qualcuno. Di sicuro oggi non abbiamo alcun tipo di giovane giocatore come Tsonga, Monfils o Gasquet”.

Una constatazione amara e perentoria, che conferma come sia difficile nel tennis di oggi riuscire a crescere e produrre ottimi giocatori, anche per la federazione forse meglio organizzata (e finanziata) al mondo.


Marco Mazzoni


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7 commenti

Marco Mazzoni (Guest) 22-05-2014 09:36

@ groucho (#1074716)

ciao groucho, grazie del commento e delle critiche, che accetto molto volentieri 🙂
non ritengo il pezzo così debole e privo di interesse, semmai lo ritengo più un tema di nicchia, visto che non si parla né di italiani né di grandi campioni, ecc. Però mi pareva un momento interessante per parlare del tennis francese, visto che il loro movimento è da prendere a modello come qualità ed efficienza organizzativa. Più o meno in ogni epoca sono riusciti (anche senza il campionissimo) a produrre e proporre ad alto livello un grande numero di giocatori, spesso molto diversi tra loro e altamente competitivi su tutte le superifici. Forse per la prima volta da decenni si vedono segnali preoccupanti, per come sono invecchiati i loro top e per come stentano a tirar fuori nuove leve; ecco che ho pensato di proporre il tema.
Chiaro che se mi chiedi cosa mi piace scrivere, preferisco anche io cose più profonde, con più storia… ma non credo sia nemmeno giusto fare ogni settimana un pezzo con taglio sempre uguale!
buon RG 🙂

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groucho (Guest) 22-05-2014 08:48

Forse il pezzo di Marco Mazzoni più debole tra quelli che ho letto. La scelta di parlare dei francesi di oggi non mi pare potesse portare a un articolo interessante, nessuno di loro ha quel carisma che infiamma l’interesse, specie di noi italiani. Io avrei centrato il pezzo su Yannick Noah e sui tennisti più o meno del suo periodo (i Laconte, i Forget…) per raccontare del Roland Garros, approfittando anche della poca conoscenza che credo tutti abbiamo dei “tre moschettieri” per scovare episodi e aneddoti storici e narrare il tennis francese lasciando ai tennisti d’oggi lo spazio dei comprimari, quali in realtà sono.
Comunque scritto bene eh, solo che… E infatti pochissimi commenti.
Marco tu sei un narratore molto prima che essere un giornalista, io ti consiglierei di usare questo tuo punto di forza, raro e prezioso, per connotare sempre i tuoi pezzi con il tuo stile. Altrimenti perdono di riconoscibilità e soprattutto di interesse.
Ciao!

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Davide1977 (Guest) 21-05-2014 22:32

Ne dubito..

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groucho (Guest) 21-05-2014 21:14

Non ho ancora letto l’articolo di Marco Mazzoni, lo farò più tardi con calma.
Intanto volevo fare un’osservazione sul nome di questa rubrica: “Spacca Palle”.
Non so se è una scelta dell’autore o una scelta editoriale (oddio, se ci fosse una quota sarei anche propenso a scommettere) ma poco importa. Il nome è terribile e propongo di cambiarlo. Tra l’altro non si confà allo stile dei pezzi. Capirei (ma non gradirei) se fossero articoli con vis polemica, ma così non è.
A dopo

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Alessandro (Guest) 21-05-2014 19:31

Dovranno attendere ancora. I francesi sono dei piazzati di alto livello, ma non hanno le qualità per vincere uno slam, fuorchè con un po’ di fortuna il miglior Tsonga, che comunque quest’anno non sembra attraversare un grande momento di forma.

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magilla (Guest) 21-05-2014 15:20

dalle q non si direbbe …fino ad ora ne sono passati 3 su 9

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Koko (Guest) 21-05-2014 13:18

Se i Francesi si rilanciano (come non credo alla Razzi) vuol dire che Fogna esce dai 20 dato che altri si sono lanciati vicino ai top ten approfittando del suo uscire di testa proprio su terra europea! Mors loro vita di Fogna vicino al 12 ATP fino al diluvio annichilente di luglio! 😛

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