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Da Ercolano: Claudio Pistolesi parla del momento del tennis italiano: “Momento straordinario, sul quale bisogna fare alcune riflessioni. Innanzitutto ritengo che si stiano raccogliendo i frutti del lavoro svolto negli ultimi 15-20 anni”

12/10/2021 15:00 28 commenti
Claudio Pistolesi nella foto
Claudio Pistolesi nella foto

“Non c’è un ‘sistema italiano’ dietro il boom dei nostri atleti ma una serie di storie straordinarie, nelle quali si distinguono oltre ai ragazzi anche i coach, che credono nelle doti di giovani promesse e investono tempo per puntare alla loro crescita”. Parola di Claudio Pistolesi, uno che di tennisti se ne intende avendo guidato per anni Davide Sanguinetti, Simone Bolelli e avere contribuito all’esordio tra le big di Mara Santangelo: “Per limitarci agli italiani” sorride, lui che ha avuto il privilegio di essere anche il tecnico dell’ex numero uno della racchetta al femminile Monica Seles. Pistolesi è in questi giorni ad Ercolano, dove è in corso di svolgimento il torneo challenger Atp 80 allo Sporting Poseidon di via Benedetto Cozzolino: qui segue la testa di serie numero 6, lo sloveno Andrej Martin (all’esordio ha battuto 63 46 75 Mirza Basic): “Ma anche Francesco Ferrari, che ha firmato ma non è entrato”.

A margine dei numerosi impegni, Pistolesi ha trovato il tempo per parlare del momento del tennis italiano: “Momento straordinario – ammette – sul quale bisogna fare alcune riflessioni. Innanzitutto ritengo che si stiano raccogliendo i frutti del lavoro svolto negli ultimi 15-20 anni, quando una serie di giocatori diventati poi coach ha iniziato a viaggiare, girare, confrontarsi con gli altri. Penso in primis a Riccardo Piatti e Alberto Castellani, due vite dedicate al tennis. Non va dimenticato che Castellani è stato il primo ad introdurre nel tennis la figura del mental training, poi adottata da tantissimi altri team. Ma la figura più emblematica del sacrificio che fa un coach che crede in un proprio allievo è quella di Vincenzo Santopadre, che ha investito 12 anni della propria vita, pagandosi viaggi senza alcuna garanzia e sottraendo tempo ai propri affetti, per portare avanti il lavoro per fare emergere Matteo Berrettini”.

Pistolesi sorride poi quando parla di un altro grande talento del tennis italiano, Yannik Sinner: “L’ho incontrato di recente e l’ho ringraziato. L’ho ringraziato perché mi ha sottratto dopo 33 anni il record di giocatore italiano più giovane ad aver vinto un torneo nel circuito maggiore Atp. Gli ho spiegato che grazie a lui mio padre mi aveva rivisto in televisione sui principali canali nazionali. Ci siamo fatti una risata e da allora siamo diventati amici. Anche la sua storia è emblematica: c’è dietro l’intuizione dei tecnici che hanno visto in un campione giovanile di sci, un potenziale talento del tennis, e insieme al ragazzo hanno lavorato fino ad arrivare ai risultati che tutti conosciamo”.

Il coach nato a Roma ma dal 2012 trasferitosi negli Usa cita altri esempi di importanti sinergie tra tennisti e coach: “Sonego e Arpino Caruso e Cannova, Musetti e Tarantini”. Poi sofferma la propria attenzione sull’organizzazione di tornei come la Vesuvio Cup: “Che contribuiscono ad aiutare gli atleti italiani nella loro crescita. Fino ad un certo livello, i nostri giocatori quasi possono giocare senza passaporto – scherza – visto che ad un’ora di auto o aereo possono trovare tanti tornei. Poi è ovvio, per arrivare a certi livelli occorre viaggiare, spostarsi, imparare nuove lingue, fare esperienze. Questo è il consiglio che posso dare ai giovani giocatori: bisogna uscire dalla ‘confort zone’ e girare per fare nuove conoscenze. Bisogna ringraziare gli organizzatori di questi tornei, anche i challenger. Loro ci rimettono tempo, soldi, cercano sponsor per avere il piacere di essere a capo di eventi come la Vesuvio Cup. Ma i ragazzi devono anche imparare che per completarsi devono fare esperienze all’estero. Ecco, se rimpiango qualcosa, è propria questa: avessi a disposizione la macchina del tempo, tornerei indietro per viaggiare di più già da giocatore”.


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28 commenti. Lasciane uno!

Ariete 57 (Guest) 13-10-2021 05:00

Redazione!!. Si chiama jannik

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Koko (Guest) 12-10-2021 22:28

In sintesi devi trovare un ottimo allenatore che creda in te da giovane ed investa forte nelle tue capacità potenziali. La federazione è per forza di cose più generica come allenatrice e magari ti allena con un tecnico d’ufficio! 😆 Come per un legale d’ufficio spesso questo non porta lontano e a limite ti forma solo da giovanissimo. La svolta è stata promuovere con aiuti variegati ed anche WC più spesso i privati meritevoli.

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+1: Ken_Rosewall
pafort 12-10-2021 21:53

Redazione
Avete dimenticato il più forte di tutti che ha allenato
Robin Soderling del 2008/2009

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gisva 12-10-2021 20:10

Scritto da Shuzo

Scritto da gisva
@ Peppo (#2947958)
I soldi per organizzare i tornei chi li paga?
Il pubblico pagante e le TV coprono bene Slam e Master1000. Già gli ATP di livello minore hanno problemi a far pari.
Poi ci sono Federazione e sponsorizzazioni che organizzano i challenger e tornei minori (tranne quelli organizzati dai resort)-
Il pubblico (fisico o televisivo) paga per vedere solo gli eventi maggiori, non per quelli minori.
Quindi fuori dai 100 si campa con le briciole che cadono dai piatti dei tornei più ricchi.
Per questo, se chi è in grado di mantenersi, decide che si devono mantenere col tennis solo i primi 250, la cosa ha un senso.
Sotto una certa soglia, Campionato Italiano, Bundesliga, Open e torneini vari muovono più pubblico e diventano più convenienti per i tennisti stessi.
Per questo, nessuno vuole sminuire chi va in un Resort e diventa 700 del mondo, ma è un risultato che vale se fa parte di un cammino, se è un obiettivo, conta poco. Ci sono tanti altri giocatori che (investendo cifre analoghe) potrebbero fare quegli stessi punti.

Non mi sento d’accordo con quanto scrivi, pur rispettando il tuo punto di vista!
Se è possibile alimentare e sostenere circuiti professionistici locali, come avviene in Germania, in Giappone, in Corea Del Sud e in misura minore anche in Italia, si potrebbe benissimo allargare la fascia di giocatori e giocatrici in grado di guadagnare abbastanza solo con l’attività tennistica da riuscire a camparci.
Sarebbe sufficiente mettere un montepremi minimo di $ 50.000,00 e l’obbligo dell’ospitalità per i giocatori. Sono d’accordo che i tornei disponibili sarebbero molti meno e la soglia d’ingresso, anche solo per le qualificazioni, molto più alta. Ma questo garantirebbe una maggiore sicurezza economica per chi riesce ad entrare nel circuito internazionale. Coloro che invece non ci riescono, possono accontentarsi dei circuiti professionistici locali, come adesso fa Luca Vanni, tanto per citare un nome.

Guarda, che pur dicendo che non sei d’accordo, non sei tanto distante dalla mia posizione.
Secondo te i tornei dovrebbero partire da 50k di montepremi, ma sarebbero molti meno. Alla fine il numero di giocatori che si mantiene col tennis non sarebbe diverso dall’attuale.

Perché comunque i soldi per organizzare quei 50K arriverebbero da Federazioni e Sponsor, non dal pubblico.

La questione è quanti soldi i top50 (che sono quelli che fanno finire il tennis in positivo) decidono di devolvere ai tornei inferiori (ovviamente con mediazioni varie, soprattutto delle Federazioni).

La questione è: Se i tennisti oltre la 200esima posizione devono guadagnare di più, da chi dovrebbero arrivare questi soldi?

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+1: Ken_Rosewall
Shuzo (Guest) 12-10-2021 19:50

Scritto da gisva
@ Peppo (#2947958)
I soldi per organizzare i tornei chi li paga?
Il pubblico pagante e le TV coprono bene Slam e Master1000. Già gli ATP di livello minore hanno problemi a far pari.
Poi ci sono Federazione e sponsorizzazioni che organizzano i challenger e tornei minori (tranne quelli organizzati dai resort)-
Il pubblico (fisico o televisivo) paga per vedere solo gli eventi maggiori, non per quelli minori.
Quindi fuori dai 100 si campa con le briciole che cadono dai piatti dei tornei più ricchi.
Per questo, se chi è in grado di mantenersi, decide che si devono mantenere col tennis solo i primi 250, la cosa ha un senso.
Sotto una certa soglia, Campionato Italiano, Bundesliga, Open e torneini vari muovono più pubblico e diventano più convenienti per i tennisti stessi.
Per questo, nessuno vuole sminuire chi va in un Resort e diventa 700 del mondo, ma è un risultato che vale se fa parte di un cammino, se è un obiettivo, conta poco. Ci sono tanti altri giocatori che (investendo cifre analoghe) potrebbero fare quegli stessi punti.

Non mi sento d’accordo con quanto scrivi, pur rispettando il tuo punto di vista!
Se è possibile alimentare e sostenere circuiti professionistici locali, come avviene in Germania, in Giappone, in Corea Del Sud e in misura minore anche in Italia, si potrebbe benissimo allargare la fascia di giocatori e giocatrici in grado di guadagnare abbastanza solo con l’attività tennistica da riuscire a camparci.
Sarebbe sufficiente mettere un montepremi minimo di $ 50.000,00 e l’obbligo dell’ospitalità per i giocatori. Sono d’accordo che i tornei disponibili sarebbero molti meno e la soglia d’ingresso, anche solo per le qualificazioni, molto più alta. Ma questo garantirebbe una maggiore sicurezza economica per chi riesce ad entrare nel circuito internazionale. Coloro che invece non ci riescono, possono accontentarsi dei circuiti professionistici locali, come adesso fa Luca Vanni, tanto per citare un nome.

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Paolino (Guest) 12-10-2021 19:38

Mi aspettavo di più dal Pistolesi allenatore, considerando come era iniziata la sua carriera. Non so se abbia fatto scelte diverse dal seguire giocatori sul circuito, ma di fatto è sparito dai radar.

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gisva 12-10-2021 18:42

@ Peppo (#2947958)

I soldi per organizzare i tornei chi li paga?
Il pubblico pagante e le TV coprono bene Slam e Master1000. Già gli ATP di livello minore hanno problemi a far pari.

Poi ci sono Federazione e sponsorizzazioni che organizzano i challenger e tornei minori (tranne quelli organizzati dai resort)-

Il pubblico (fisico o televisivo) paga per vedere solo gli eventi maggiori, non per quelli minori.
Quindi fuori dai 100 si campa con le briciole che cadono dai piatti dei tornei più ricchi.

Per questo, se chi è in grado di mantenersi, decide che si devono mantenere col tennis solo i primi 250, la cosa ha un senso.

Sotto una certa soglia, Campionato Italiano, Bundesliga, Open e torneini vari muovono più pubblico e diventano più convenienti per i tennisti stessi.

Per questo, nessuno vuole sminuire chi va in un Resort e diventa 700 del mondo, ma è un risultato che vale se fa parte di un cammino, se è un obiettivo, conta poco. Ci sono tanti altri giocatori che (investendo cifre analoghe) potrebbero fare quegli stessi punti.

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Evolution 12-10-2021 18:38

Secondo me una svolta è stata, a livello italiano, capire che il tennis non era solo la terra rossa, perchè il circuito privilegia il cemento e quindi far crescere giocatori “moderni” dotati di un buon servizio (se non ottimo come quello di Berrettini)e non una rimessa in campo per iniziare a remare da fondo campo.
Sbaglio o ci fù anche una campagna nazionale con incentivi per trasformare i campi in terra rossa in cemento?

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+1: gisva
Giampi 12-10-2021 17:24

Scritto da Peppo
OT ma non troppo. Questa storia dei soldi, del professionismo, dell’attivo economico dalla posizione 250, delle turiste con la racchetta ha un po’ stufato. Ho letto la splendida intervista a Chiara Catini e ho letto commenti da parte di chi neanche ha letto le risposte. Chiara è stata molto chiara: chi dedica gran parte del suo tempo ad un’attività può essere considerato un professionista e quell’attività la sua professione. Ore ed ore di allenamento, supporto fisioterapico oltre che tecnico, d a volte psicologico, organizzazione di trasferte. Farne una mera questione di attivo in bilancio è riduttivo. Ripeto: Chiara è stata chiara ed evviva la tautologia. Poi che non vada in attivo economicamente è anche colpa di un sistema, andrebbero sostenute queste ragazze e noi tifosi dovremmo sostenerle invece di definirle turiste con la racchetta. Miliardi girano intorno al mondo del calcio tanto per fare un esempio ma non riusciamo a dare un prize Money decente a giovani tenniste che veramente fanno del tennis il proprio lavoro. E non venite a parlarmi di talento perché io ne ho visti molti di tornei ITF 25.000 e 15.000 e di talento ce ne è e non è scontato essere tra le prime 700 del mondo ma neanche tra le 2000! Leggiamo le interviste prima di commentare e supportiamo le ragazze. Ma questo è il trend, tutti a salire sul carro della Paolini come se il mondo ITF fosse derisibile. Tutto gira intorno al vile denaro. Un po’ di sostegno a tutti i livelli e tutte le ragazze potrebbero vivere della loro fatica, anche guadagnando 1.500 euro al mese che poi è il mio stipendio. Saluti

Il mio maestro, purtroppo alto meno di un 1.60 da giovane ha fatto un punto atp ed è stato di primi 90 giocatori italiani. Negli anni ha vinto con Vanni, Berrettini, ed altri giocatori di alto livello. Ora a 45 anni è un 2/4 e vince regolarmente i campionati italiani over 40. Tralascio cosa avrebbe potuto fare se fosse stato alto 1.80 ma gioca ancora divinamente. E se guardiamo da vicino come giocano le seconde categorie io ancora mi stupisco della qualità. E la differenza con i giocatori di più alto livello è minima. Poi che so, Berrettini, poteva tranquillamente rimanere a quel livello. La differenza talvolta la fa ancor prima ancora del necessario talento la voglia di emergere, le possibilità economiche, la disposizione al sacrificio e altri fattori.

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+1: gisva, Ken_Rosewall
biglebowsky 12-10-2021 14:56

Scritto da biglebowsky
mi sembra che il succo del discorso sia:
rimanere lontani da FIT e Tirrenia e scegliere un percorso one to one personalizzato.

…il più presto possibile

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+1: Ken_Rosewall
Potoandavi (Guest) 12-10-2021 14:41

Nessuna citazione per Umberto Rianna, uno che secondo me ha aiutato tanto il movimento.

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biglebowsky 12-10-2021 14:29

mi sembra che il succo del discorso sia:
rimanere lontani da FIT e Tirrenia e scegliere un percorso one to one personalizzato.

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+1: Ken_Rosewall
Peppo (Guest) 12-10-2021 14:23

Oltretutto i soldi sono loro non vostri. Invidiosi!

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Peppo (Guest) 12-10-2021 14:19

OT ma non troppo. Questa storia dei soldi, del professionismo, dell’attivo economico dalla posizione 250, delle turiste con la racchetta ha un po’ stufato. Ho letto la splendida intervista a Chiara Catini e ho letto commenti da parte di chi neanche ha letto le risposte. Chiara è stata molto chiara: chi dedica gran parte del suo tempo ad un’attività può essere considerato un professionista e quell’attività la sua professione. Ore ed ore di allenamento, supporto fisioterapico oltre che tecnico, d a volte psicologico, organizzazione di trasferte. Farne una mera questione di attivo in bilancio è riduttivo. Ripeto: Chiara è stata chiara ed evviva la tautologia. Poi che non vada in attivo economicamente è anche colpa di un sistema, andrebbero sostenute queste ragazze e noi tifosi dovremmo sostenerle invece di definirle turiste con la racchetta. Miliardi girano intorno al mondo del calcio tanto per fare un esempio ma non riusciamo a dare un prize Money decente a giovani tenniste che veramente fanno del tennis il proprio lavoro. E non venite a parlarmi di talento perché io ne ho visti molti di tornei ITF 25.000 e 15.000 e di talento ce ne è e non è scontato essere tra le prime 700 del mondo ma neanche tra le 2000! Leggiamo le interviste prima di commentare e supportiamo le ragazze. Ma questo è il trend, tutti a salire sul carro della Paolini come se il mondo ITF fosse derisibile. Tutto gira intorno al vile denaro. Un po’ di sostegno a tutti i livelli e tutte le ragazze potrebbero vivere della loro fatica, anche guadagnando 1.500 euro al mese che poi è il mio stipendio. Saluti

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+1: Giampi, arrivodopo
Henry (Guest) 12-10-2021 14:14

Dillo a quello che ha scritto l’articolo di ieri…

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Hoila Sinner 12-10-2021 13:53

Scritto da Giurasampras
Ha messo qualche chilo rispetto a quando giocava…direi circa una trentina…
Grande Pistolesi!!!

Diciamo che s’è magnato mezzo elefante.

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Kenobi 12-10-2021 13:46

Scritto da Perugino doc
Al maschile sono d’accordo, sul femminile no,non vedo nulla all’orizzonte.

Evidentemente non conosci Pistolesi e cosa ne pensa.
Ti consiglio di recuperare le sue interviste perché prova a dare alcune dritte.

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Luca Martin (Guest) 12-10-2021 13:41

Intervista molto interessante.
Sul discorso del mental training ci sarebbe da aprire una discussione e un approfondimento. Credo che Berrettini sia quello più avanti su questo aspetto. Ho visto il suo match contro il cileno (…) ad I.W. e solo una persona molto centrata mentalmente poteva vincere giocando senza essere in forma. L’importanza del dialogo interiore, di come ci parliamo, sarà un campo della psicologia che diventerà fondamentale per le generazioni attuali e future.

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Lo smadonnatore di Taggia (Guest) 12-10-2021 13:29

E mi ricordo bene quando giocavi tu,facevamo una pena a livello maschile. 🙁

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+1: sebaSeppi
-1: bizzo
Markuxo. Siamo seri (Guest) 12-10-2021 13:18

Il Pistolero non spara a salve!

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Giurasampras (Guest) 12-10-2021 12:46

Ha messo qualche chilo rispetto a quando giocava…direi circa una trentina…
Grande Pistolesi!!!

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Markuxo. Siamo seri (Guest) 12-10-2021 12:33

Claudio non le manda a dire! Sfodera la pistola e spara sulle criticità del movimento italiano.

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Shuzo (Guest) 12-10-2021 12:24

Claudio Pistolesi conferma ancora una volta tutta la sua simpatia, la sua umanità e la sua genuinità umana. Sono convinto che se tutte le persone a questo mondo fossero come lui, questo mondo funzionerebbe molto meglio!

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+1: Kenobi, drummer
Mithra 12-10-2021 11:57

C’è un refuso, il coach di Musetti è Tartarini e non Tarantini.

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+1: Ken_Rosewall
Paola (Guest) 12-10-2021 11:57

Bisht era indiano

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Paola (Guest) 12-10-2021 11:56

Pistolesi con la frase ” i nostri ragazzi possono giocare senza passaporto” ha sottolineato l’importanza dell’avere un circuito challenger praticamente tutto l’anno a disposizione.
In Italia si investe tantissimo sul tennis vero…ed è una fortuna per un giovane.
Quanti talenti stranieri di varie parti del mondo non sono emersi proprio a causa della loro nazionalità??
Un esempio su tutti, l’inglese Bisht, un fenomeno a 14 anni ma che la famiglia nn ha potuto pagare gli studi e l’accademia in USA

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Perugino doc (Guest) 12-10-2021 11:53

Al maschile sono d’accordo, sul femminile no,non vedo nulla all’orizzonte.

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ilpallettaro (Guest) 12-10-2021 11:52

chi paga i viaggi? di sinner ce ne è uno.

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