Da Bergamo Challenger, Copertina

Da Bergamo: Raul Brancaccio, la scommessa di David Ferrer

19/02/2019 19:47 2 commenti
Raul Brancaccio nella foto - Foto Antonio Milesi
Raul Brancaccio nella foto - Foto Antonio Milesi

Nato a Torre del Greco, Raul Brancaccio ha la mamma spagnola e durante una vacanza a Javea fu notato da David Ferrer. Quell’intuizione gli è valsa una borsa di studio e una scelta di vita: provarci seriamente con il tennis. Al trofeo Faip-Perrel vince un ottimo match. Bene l’Italia: impresa di Sinner su Caruso, OK Vanni e Giustino. Forfait Travaglia.

Quando gli dicono che il suo modo di stare in campo ricorda quello di David Ferrer, il suo sguardo si scioglie in un sorriso. Raul Brancaccio fa parte della nuova ondata di baby-tennisti italiani, ma la sua storia è molto particolare. Ha potuto raccontarla dopo aver vinto il suo match d’esordio al Trofeo Faip-Perrel (46.600€, Greenset). Una partita tosta, combattuta, contro il croato Nino Serdarusic. Raul ha lottato per un paio d’ore, salvo poi imporsi col punteggio di 6-3 4-6 6-4. “Ho iniziato bene, ero molto carico, poi però nel secondo set ho avuto un calo di tensione – racconta Brancaccio – faceva molto caldo dentro il palazzetto, ho avuto un piccolo calo di zuccheri e non ero più così in palla. Ma il tennis è così, bisogna vincere qualsiasi sia il problema. Nel terzo sono scappato sul 3-0, poi mi sono un po’ perso ma ho ugualmente vinto. È un ottimo segnale perché è importante vincere quando non si sta troppo bene”. Il ragazzo di Torre del Greco tornerà in campo mercoledì mattina, alle 10, contro Quentin Halys (finalista a Bergamo un paio d’anni fa). Brancaccio è italiano, ma da qualche anno risiede in Spagna in virtù di una storia molto particolare. Padre italiano e mamma spagnola, sin da piccolo trascorreva le vacanze estive nella casa dei nonni a Javea, cittadina dell’entroterra, a circa un’ora da Valencia. Guarda caso, la città natale di “Ferru”. “Visto che giocavo a tennis sin da piccolo, mi allenavo per restare in forma anche durante le vacanze – racconta Brancaccio – un giorno, avrò avuto 13-14 anni, passò David e mi notò. Andò da suo fratello Javier, direttore dell’accademia, gli disse che avevo delle potenzialità e che gli sarebbe piaciuto seguirmi e darmi una mano”.

L’ACCADEMIA DI FERRER
Il progetto di Ferrer si è concretizzato un paio d’anni dopo, quando l’accademia è partita e hanno offerto una borsa di studio sia a Raul che alla sorella Nuria (18 anni, sta muovendo i primi passi nel circuito WTA). “Abbiamo accettato senza pensarci due volte, era un sogno che si realizzava. Ci siamo trasferiti a Javea con i miei nonni, poi siamo stati raggiunti da mia mamma. Adesso mia sorella è tornata in Italia, mentre io risiedo ancora lì insieme a mia madre”. E nato e si è costruito così, dunque, il progetto Brancaccio. Tanti tornei Futures, tanta terra battuta, decine di partite per edificare il sogno di giocare in un grande stadio. Brancaccio è direttamente coinvolto dalla riforma delle classifiche mondiali, con la netta separazione tra il ranking ATP e quello ITF. “Il cambiamento ha destabilizzato un po’ tutti. Passare dal numero 270 al 450 mi ha fatto un po’ strano, ma sono stato favorito dal fatto di essere top-10 ITF, il che mi consente di giocare quasi tutti i Challenger in virtù dei quattro posti in tabellone riservati ai migliori dell’altra classifica. Lo scorso anno avevo giocato soprattutto tornei ITF per crescere, ma quando ho saputo del cambio abbiamo deciso di puntare sui Futures per migliorare sempre di più la mia classifica ITF, puntare ai top-10 e giocare i Challenger nel 2019”. Missione compiuta, visto che Brancaccio è addirittura quarto nella classifica “ombra” e ha potuto giocare il Trofeo Perrel-Faip, che altrimenti gli sarebbe stato precluso.

CRESCERE SUL CEMENTO
“Il principio del Transition Tour non è sbagliato: se sei forte arrivi, è un modo per riconoscere i giocatori davvero validi – continua Brancaccio – però mi metto nei panni di tanti ragazzi di 18-19 anni, abituati a cercare i primi punti nei tornei ITF. Da quest’anno, si sono trovati fuori da qualsiasi torneo. Per loro è stato negativo, mentre capirei se un giocatore di 29-30 anni, ancora bloccato nei Futures, possa avere altre idee. Credo che cambierà qualcosa, perché ci sono tante lamentele e si sono formati dei gruppi contro la riforma. Personalmente sono tranquillo, guardo alla mia carriera e punto a giocare sempre più Challenger per migliorare la mia classifica ATP”. Per farlo, dovrà migliorare il suo rendimento sulle superfici veloci dopo aver giocato quasi esclusivamente sulla terra. “In realtà credo che il mio tennis sia più adatto al cemento, mi piace giocare aggressivo, vicino alla linea. Il fatto è che in Spagna è difficile trovare campi in cemento: ci sono tanti circoli grandi e accoglienti, ma quasi tutti con campi in terra battuta – spiega Brancaccio – per fortuna, in accademia ci sono due campi in cemento. Lo scorso inverno abbiamo deciso di effettuare la preparazione interamente sul cemento, perché se vuoi diventare un giocatore di buon livello devi essere competitivo su tutte le superfici. Alcuni pensano che io giochi meglio sulla terra perché è dove sono cresciuto, ma non sta andando male. Ho colto buoni risultati, e sono soddisfatto”. Insomma, Brancaccio sta costruendo la base per dare vita ai sogni di qualche anno fa, quando guardava tantissimo sport in TV e sognava di diventare come Novak Djokovic (“Che è milanista come me, anche se io tifo anche per la Turris, la squadra della mia città”). “Poi però ho conosciuto Ferrer e mi è capitato di soffrire osservando i suoi match. Lui ha vissuto certe situazioni e mi ha dato tanti buoni consigli per crederci”. Ne avrà bisogno già mercoledì, contro un avversario che gli sta davanti di 242 posizioni. Ma nel tennis non si può mai dire.

SINNER SORPRENDE CARUSO, OK VANNI E GIUSTINO
Un altro grande protagonista di giornata è stato l’altoatesino Jannik Sinner. Classe 2001, da molti è considerato l’erede di Andreas Seppi e in effetti lo ricorda un po’ nel rovescio, molto nell’atteggiamento. Sinner si allena a Bordighera da qualche anno, e a Bergamo ha trovato un feeling eccezionale: contro un avversario esperto come Salvatore Caruso, è venuto fuori alla distanza. È finita 6-2 2-6 6-2: pochi credevano in lui dopo avergli visto perdere (male) il secondo set. La sua palla viaggiava molto, costringendo spesso il siciliano sulla difensiva. Ha fatto tutto Sinner, nel bene e nel male: spingeva a volontà, tirando tanti colpi vincenti e commettendo un numero accettabile di errori. La palla di Caruso non faceva troppo male, raramente metteva in difficoltà un Sinner scatenato. Dopo essere calato nel secondo, l’altoatesino ha “sprintato” in avvio di terzo e ha impressionato per solidità mentale e coraggio, centrando un meritato terzo turno “Mi ha impressionato la sua capacità di non tremare nei momenti importanti, è una qualità molto rara in un 17enne” ha ammesso Paolo Cannova, coach di Caruso. È stata comunque un giornata positiva per i colori italiani, visto che sono approdati agli ottavi due dei protagonisti più attesi: Luca Vanni e Lorenzo Giustino. In particolare, ha impressionato il napoletano: con un servizio decisamente migliorato, ha lasciato appena tre giochi a Zdenek Kolar, giocatore di talento. Ha fatto il suo dovere Vanni, che si è scrollato di dosso lo spagnolo Carlos Taberner dopo un primo set molto combattuto. I due si affronteranno negli ottavi, dunque c’è già la certezza di un azzurro nei quarti. Peccato per il forfait in extremis di Stefano Travaglia, costretto a rinunciare prima di scendere in campo a causa di un fastidio all’adduttore destro. Nel tardo pomeriggio è arrivata la sconfitta di Dustin Brown: il tedesco di origine giamaicana, molto atteso dal pubblico, si è arreso al qualificato Baptiste Crepatte col punteggio di 7-6 6-7 6-3. Match con un piccolo giallo: nel tie-break del secondo set, dopo un errore, il francese ha dato un calcio alla sua panchina. La sedia ha colpito una bottiglietta d’acqua, volata in tribuna e che ha colpito uno spettatore. Una situazione quasi da default: il francese è stato graziato e ha potuto completare il match.


TAG: , ,

2 commenti

sebaSeppi 19-02-2019 19:56

Applausi per Brancaccio e Giustino, due miei conterranei che si stanno facendo valere alla grande in questo inizio di stagione.

2
Replica | Quota | 1
Bisogna essere registrati per votare un commento!
+1: Alan Mark
Cogito ergo sum; gli uomini hanno incominciato a filosofare a causa della meraviglia; io so di non sapere; l’uomo è una corda tesa fra la bestia e il superuomo (Guest) 19-02-2019 19:56

Beh, se lo ha notato Davidino dev’essere forte a tutti i costi.

1
Replica | Quota | 0
Bisogna essere registrati per votare un commento!