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Open Court: l’infortunio di Kyrgios e la “salute” dei giovani (di Marco Mazzoni)

21/05/2015 11:26 11 commenti
Nick Kyrgios classe 1995, n.30 ATP
Nick Kyrgios classe 1995, n.30 ATP

Mentre sui campi del Roland Garros sono in pieno svolgimento le qualificazioni, sull’ATP tour alcuni giocatori preparano lo Slam parigino in due tornei 250: Ginevra (un ritorno, mancava dal 1991) e Nizza. In Costa Azzurra ieri spiccava il match di secondo turno tra Dominic Thiem e Nick Kyrgios, due tra i giovani più interessanti e futuribili per l’altissimo livello. Una partita così intrigante che la tentazione di salire in auto e farmi una tirata di quattro ore fino alla “Promenade” è stata reale e fortissima… Impegni vari mi hanno fatto desistere dal seguire l’istinto. Per fortuna. La partita non si è di fatto giocata. Dopo pochi scambi si è intuito subito che qualcosa in Nick non andava. Timoroso, non spingeva, si guardava attorno con lo sguardo un po’ perso, come a cercare qualcuno o qualcosa che non trovava. Servizi troppo modesti per la sua velocità d’esecuzione canonica, nessun affondo nemmeno col drittone. Ha iniziato quindi a fare movimenti col braccio a vuoto, a toccarsi il gomito. Sul 4-3 Thiem, Nick ha preferito abbandonare. Gelo sul campo di Nizza, ma anche nel mondo del tennis, che segue con grande attenzione la crescita del talento aussie . Per tutto il pomeriggio si temeva qualcosa di grave al gomito, e visto che non arrivavano notizie l’ansia è salita a dismisura. Su twitter s’è pure sparsa la voce che Kyrgios fosse in un ospedale per sottoporsi a risonanza magnetica (voce non confermata da nessuno, quasi sicuramente falsa). Finalmente lo stesso Nick ha diradato le nuvole nere sulla faccenda con un post su Facebook: “E’ stata dura ritirarsi oggi, ma ho giocato un sacco di tennis recentemente ed ho bisogno di pensare a me stesso con il Roland Garros alle porte. E’ stata solo una precauzione, niente di grave ma devo ascoltare i messaggi dal mio corpo. In bocca al lupo a Dominic per il torneo…”. Pericolo scampato, e presenza a Parigi assicurata a meno di improvvise ricadute.

A pochi giorni dal Roland Garros e poche settimane da Wimbledon, sarebbe stato il momento peggiore per un infortunio, per tutti e Kyrgios in particolare, che sui prati è quest’anno attesissimo. Gli infortuni sono il vero incubo per tutti i giocatori. Se chiedi loro cosa si aspettano per il futuro prossimo, praticamente tutti da Djokovic in giù non risponderanno “vincere” o “giocare bene…” ma diranno senza indugio “restare in salute”. Normale, il tennista è un atleta, e se il fisico non è a posto non si può giocare bene. E’ sempre stato così.

Tuttavia è corretto sottolineare come l’aspetto fisico della prestazione è divenuto sempre più importante, quasi predominante. E’ cambiato il gioco, più sbilanciato sul piano atletico rispetto a quello tecnico. La palla corre sempre più veloce, si scambia tantissimo, il livello medio si è molto alzato. Non basta più un gran colpo per costruirsi una carriera, serve continuità, agonismo, fisicità. Qualità come resistenza, potenza, velocità, e mixando tutto la continuità della prestazione sono basilari per eccellere ed ottenere risultati. Non è un caso che il momento dei giocatori di misura sempre di più dalla loro forma fisica piuttosto che tecnica o agonistica. Non è un caso che in un tennis sempre più duro e “demanding” la programmazione è diventata critica, perché non è possibile essere al top per tutta la lunga stagione e si sta attenti a giocare in modo da arrivare al meglio in pochi precisi momenti dell’anno. Non è un caso che la maggior parte dei giocatori (tutti i top) abbia nel proprio staff un preparatore atletico, e si preferisca nel caso rinunciare al classico coach piuttosto che a chi cura il proprio fisico. Insomma, per quanto talento si possa avere, se non si è al top fisicamente è molto complicato ottenere risultati.

Questo è anche uno dei motivi per cui i giovani rispetto al recente passato fanno fatica ad emergere. A meno di non esser dotati di qualità fisiche innate straordinarie (penso alla struttura muscolare di Nadal, o l’elasticità di Djokovic per non andare troppo lontano), un teenager anche molto completo sul piano tecnico non riesce ad esprimersi con la continuità necessaria a vincere da subito; ottiene magari qualche exploit in mezzo a diverse cadute contro tennisti più scarsi ma esperti, capaci di spostare l’incontro sulla lotta, dove esperienza e fisicità hanno la meglio sulla differenza tecnica del giovane. Qua si torna a Kyrgios, e non solo a lui.

L’infortunio (speriamo lieve) del ventenne di Camberra è una fattispecie sempre più ricorrente, soprattutto in ragazzi ancora non completi sul piano dello sviluppo, dai 16/17 fino ai 19/20 anni. Giovani che per correre verso l’altissimo livello rischiano di spingere il fisico oltre la propria cilindrata, rischiando problemi seri. Non sono un preparatore atletico, che potrebbe spiegare molto più nel dettaglio la faccenda, con maggior precisione e competenza; però è interessante sottolineare come Kyrgios e tanti altri (Kokkinakis, Zverev, Kozlov, Safiullin per restare ai teenager attuali più promettenti) spesso siano infortunati. Il talento di Nick lo si può misurare da un dato statistico clamoroso: è già al n.30 della classifica mondiale avendo giocato sul tour Pro solo 41 partite, davvero pochissime. Ma nei suoi 3 anni di attività ha già collezionato diversi ritiri in partita, a cui vanno sommati altri periodi di stop per recuperare da problemi fisici vari: alla schiena, alla spalla, alla caviglia, a molte articolazioni. Come se la violenza dei suoi colpi, gli slanci delle sue aperture e la forza dei suoi scatti fossero troppo per la sua struttura. Questo è il vero punto di domanda sul suo futuro: il suo corpo reggerà nel tempo le durissime sollecitazioni della competizione? E’ un discorso che si può allargare anche a diverse altre “new balls”, a partire dal connazionale Kokkinakis. Il gigante Thanasi è appena entrato nella top100 ATP, vincendo il Challenger di Bordeaux. Adesso riesce a giocare con buona continuità, ed i risultati lo testimoniano; però viene da un periodo recente in cui è stato fermo per rimettere in sesto la schiena, che non reggeva le sollecitazioni dei duri allenamenti e lo stress della partita. Il suo tennis così estremo per spinta nel servizio e nei colpi da fondo campo di certo non aiuta, essendo Kokkinakis un tennista discretamente fluido ma anche muscolare. Il timore di vederlo di nuovo fermo ai box è reale, e pure lui l’ha dichiarato di recente, dicendo che il suo vero incubo (oltre al merluzzo fritto della madre che arriva puntuale ogni mercoledì…) non sono le sconfitte ma un nuovo infortunio. Pure il teenager tedesco Zverev è “di cristallo”. Basta vederne la struttura fisica così longilinea per capire quanto sia ancora indietro sul piano muscolare, e senza un’adeguata struttura lo stress della competizione rende l’infortunio assai probabile. Alex ha gioco più fluido dei due australiani, ma è indispensabile che cresca muscolarmente. Idem per il giovanissimo statunitense Kozlov, che dopo qualche approccio straordinario sul tour Pro nei Challenger (e pure ATP), si è già dovuto fermare alcune volte per recuperare da infortuni, in buona compagnia con Roman Safiullin, altro russo con la dinamite nel braccio ma fermo da febbraio.

Sulla crescita dei giovani ed il lavoro a cui è necessario sottoporli per costruire un’adeguata struttura si parla molto tra gli addetti ai lavori. Proprio a Roma ho fatto due parole sull’argomento con un bravissimo coach/preparatore, che mi confermava come sia necessario girare, muoversi, studiare e conoscere; che una scienza esatta per tutti non esiste, visto che la crescita ed il fisico di ogni ragazzo/a è diverso; che nelle fasi di sviluppo è indispensabile andarci coi piedi di piombo, visto che una grave lesione in questa fase rischia di compromettere un’intera carriera. Un percorso “corretto” è quello di lavorare gradualmente sul fisico di ragazzi già piuttosto completi sul piano tecnico, in modo da inserire forza e struttura ad una gestualità piuttosto definita, ma non sempre questo è possibile. Il tutto è aggravato dalla necessità di fare risultato, di crescere sul piano sportivo e quindi la tendenza ad accorciare i tempi della crescita è irrefrenabile, anche se non sempre corretto. E’ un sistema così complesso, con così tante variabili in gioco, che la probabilità di gestirne male qualcuna è reale. Questo accade quando Kyrgios o altri si rompono. A volte è pure casualità, ma non sempre.

Nick è un tennista dotato di mezzi sterminati. Ammirandolo dal vivo al Foro Italico, seppur nella sconfitta contro Lopez, mi ha entusiasmato per la facilità con cui accelera la palla, per la disinvoltura con cui governa la racchetta. Dalle sue corde può uscire di tutto, in qualsiasi momento, dal tocco delicato alla botta di una violenza e precisione inaudita. E’ devastante nei colpi di inizio gioco, sa anche soffrire in campo e detesta perdere. Ha tennis, ha testa, ha cattiveria agonistica. Ha quel senso per la sfida che lo rende antipatico a molti, ma anche estremamente affascinante. Avrà anche un fisico abbastanza resistente per esplodere nel tempo le sua qualità e giocare con la continuità dei grandissimi?

 

Marco Mazzoni

@marcomazz


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rafael (Guest) 22-05-2015 22:45

@ ginglegel (#1348952)

Gli effetti di alcuni farmaci permettono di non sentire il dolore e di conseguenza riprese degli allenamenti più rapidi. Cadute, sforzi o movimenti non corretti possono essere neutralizzati da diversi medicinali. Gli atleti che nel corso delle loro carriere sono stati coinvolti in casi di doping statisticamente sono stati soggetti a un minor numero di periodi di inattività dovuti ad infortuni.

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Shuzo (Guest) 22-05-2015 18:24

Il caso, a mio parere più eclatante, di un tennista rovinato dagli infortuni a causa di sollecitazioni troppo intense a cui era stato sottoposto un fisico ancora “acerbo”, è quello di Kent Karlsson. Tre operazioni alle ginocchia e un ritiro prematuro a 21 anni.
Invece il caso di gestione più saggia del fisico di un giocatore che avrebbe rischiato di essere rovinato, ma invece è stato valorizzato al massimo, è quello di Sergi Bruguera. Già a 18 anni arrivò tra i top 100 e sembrava destinato ad arrivare in alto molto alla svelta. Invece per un paio di anni restò stabile tra i top 20 dando l’impressione di non poter andare oltre, soprattutto per i suoi problemi di tenuta alla distanza (perdeva spesso quando le partite si prolungavano).
Il padre diceva di non poterlo allenare troppo per non farlo infortunare. Erano necessari ancora un po’ di anni prima di allenarlo adeguatamente. La svolta cominciò a vedersi a 20 anni, allorché sconfisse Becker in finale a Montecarlo in 4 set. In conferenza stampa post-match il tedesco dichiarò che Sergi avrebbe vinto il Roland Garros entro due anni.
A me sembrò una profezia fuori da ogni logica perché vedevo troppi giocatori fuori dalla sua portata e non solo per un fatto di resistenza. Invece nel 1993, prima batté in semifinale Andrei Medvedev per la prima volta in carriera, poi addirittura Jim Courier in finale (e in 5 set), altro giocatore che ero convinto che fosse troppo forte per lui.
Oggi per sfondare non basta avere non solo un gran potenziale, ma neanche una buona testa e una grande predisposizione al lavoro. Devi avere a disposizione pure un team di professionisti veramente all’altezza, in grado di programmare la tua crescita (tennistica e non), studiando bene quanto il tuo fisico può essere sollecitato, a che ritmo farlo evolvere e contemporaneamente essere in grado di fare altrettanto nell’aspetto tecnico. E’ fondamentale proprio saper programmare la crescita del giocatore.
Pertanto devono costantemente aggiornarsi anche gli stessi coach, i quali devono saper lavorare in simbiosi con i preparatori atletici e i mental trainer. Tutto questo viene reso ancora più arduo dal fatto che solo quando un giocatore arriva tra i top 100 diventa economicamente autonomo.
Anche a causa di ciò è mancato un vero e proprio ricambio di giocatori a livello di top ten e pure a livello di top 100-200. Solo ora dopo oltre 10 anni il ricambio comincia a essere effettivo con l’arrivo al vertice di giocatori che non sono neanche più giovanissimi. Vedi Wawrinka e Cilic che vincono il primo Slam a 29 e 26 anni, o Nishikori che raggiunge la finale di uno
Slam a 24 e i top ten a 25. Per il resto solo Del Potro era prima riuscito in un’occasione ad alternarsi a Nadal, Federer, Djokovic e Murray nella vittoria di un torneo del Grand Slam.

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ginglegel 22-05-2015 08:18

Scritto da wtennis
Penso sia un classico per un atleta avere degli infortuni, secondo me atleti che subiscono pochi infortuni molto spesso sono legati a pratiche dopanti, penso ad esempio ad atleti della germania dell’est o ad armstrong che nella loro carriera hanno avuto pochissimi infortuni.

questa poi non l’avevo mai sentita.
ma come diavolo fai a farti male nel ciclismo se non cadi?
non ci sono movimenti fuori dal normale o sforzi muscolari estremi, è tutta una gara contro la fatica…

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luka (Guest) 21-05-2015 18:30

A mio avviso ci sono errori di alimentazione dietro questi infortuni. Il fruttosio devasta le articolazioni, ma è di ..moda!

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Gabriele da Ragusa 21-05-2015 17:32

E’ sempre rotto Kyrgios

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eunosio (Guest) 21-05-2015 14:26

Speriamo bene per Donati…
forse è meglio cercare di crescere piano e non arrivare subito

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wtennis (Guest) 21-05-2015 14:01

Penso sia un classico per un atleta avere degli infortuni, secondo me atleti che subiscono pochi infortuni molto spesso sono legati a pratiche dopanti, penso ad esempio ad atleti della germania dell’est o ad armstrong che nella loro carriera hanno avuto pochissimi infortuni.

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fighter90 (Guest) 21-05-2015 12:22

Delle new balls kyrgios è quello cpn le prospettive migliori e infortuni permettendo,potrebbe nel giro di due o tre anni affermarsi a livello slam. Tecnicamente è abbastanza completo, il servizio è ricco di variazioni ed è imprevedibile,ottimi colpi a rimbalzo in particolare un dritto con il quale può produrre vincenti da tutte le posizioni. Il problema secondo me sono gli spostamenti laterali ancora deficitari ma può senz’altro migliorare. Comunque bellissimo articolo sempre un piacere leggerli.

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Palmeria (Guest) 21-05-2015 12:09

A me sembra che Coric abbia un fisico perfetto, rublev nonostante il suo fisico gracilino, mi sembra stia giocando costantemente da mesi, senza seri problemi..
Kirgios secondo me potrebbe perdere ancora qualche kg, ma è così imponente proprio di costituzione.

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dario (Guest) 21-05-2015 12:02

I giganti nel tennis sono notoriamente soggetti a infortuni e lo saranno sempre. Oltretutto sono costretti a chiedere molto dal servizio e quindi spingono come dannati su quel fondamentale.

Sono ben contento che Donati e Quizi siano 1,87/1,88, è l’altezza ideale

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Mattooooo (Guest) 21-05-2015 11:44

“For the ridiculous media out there that keep saying I’m ‘battling’ to get fit for the French Open. I’ll be fine to compete. Put that to bed.” cit. Kyrgios

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