Il gigante buono: Richard Krajicek

12/10/2014 09:37 5 commenti
Richard Krajicek ha vinto Wimbledon nel 1996
Richard Krajicek ha vinto Wimbledon nel 1996

Era la finale degli Internazionali d’Italia del 1996 e in finale si affrontavano il Terminator austriaco Thomas Muster e il giovane olandese Richard Krajicek: due stili di gioco diversi, uno nato per la terra battuta e uno fatto di variazioni e discese a rete ideali per ben altre superfici. Non avevo ancora mai visto giocare dal vivo il lungagnone olandese, ma quel giorno, tennisticamente parlando, me ne innamorai: mi sembrava un gigante, mi sembrava unico, lo avrei seguito negli anni con una passione viscerale.

Classe 1971, semi finalista in Australia nel 1992 e al Roland Garros nel 1993, Richard mi conquistò con i suoi servizi vincenti, il suo dritto che filava veloce come un razzo e il suo viso da bambinone, dotato di un animo puro che lo contraddistinse per tutta la sua carriera: un vero signore della racchetta, che da quella finale romana uscì sconfitto in 4 set contro il tennista bionico austriaco, ma che proprio quell’anno avrebbe raccolto il suo più grande successo (per lui in totale 17 affermazioni nei tornei di singolare e 3 in quelli di doppio), issandosi anche fino al 4° posto del ranking.
In quell’indimenticabile 1996, Krajicek si presentava sull’erba Slam londinese, da molti indicata come la sua superficie ideale, con 2 primi turni raccolti nelle due edizioni precedenti e con un 4T come best result. Era l’epoca dell’egemonia di Pete Sampras, capace di imporsi a ripetizione sui campi verdi di Wimbledon, con 3 affermazioni consecutive nel triennio ‘93/’94/’95 e assoluto favorito anche per quella stagione: surreale come proprio Thomas Muster, suo castigatore romano in precedenza, gli spalancò le porte verso l’essere designato di una testa di serie a causa di un infortunio, garantendogli una prima settimana di torneo abbastanza tranquilla.

Krajicek con il suo gioco divertente, regolò al 4T il già campione londinese Michael Stich, prima di incrociare la sua racchetta con quella del campionissimo Sampras nei quarti di finale, facendo registrare una delle sorprese più eclatanti degli ultimi 20 anni: vinse contro l’americano in 3 set (7/5 – 7/6 – 6/4), stupendo il mondo per la facilità con cui annichilì le certezze, ritenute granitiche fino a quel momento, di Pistol Pete. Il campione che abdicava, ma che presto si sarebbe saputo riprendere raccogliendo nuove gioie Slam proprio nel suo giardino.
In semi finale l’olandese sconfisse l’australiano Jason Stoltenberg, anch’egli semi finalista a sorpresa, prima di regolare in un’inattesa finale l’americano Malivai Washington, al suo primo e unico acuto in un torneo Major. 6/3 – 6/4 – 6/3 per entrare nella storia e nell’immaginario collettivo sportivo, con una vittoria di certo non pronosticabile alla vigilia ma che non stupì per il gioco espresso da Krajicek, nettamente superiore rispetto a quello degli altri partecipanti al torneo. Quella partita si aprì con una tifosa striker a correre nuda per il campo lasciandomi basito, ma l’esito dell’incontro mi regalò attimi di pura gioia tennistica.

Quel viso da bambino e quei modi gentili, quella timidezza inaudita per un campo da tennis in cui l’agonismo doveva essere padrone unico, trovarono la loro consacrazione definitiva, ritagliandosi nei cuori e nei ricordi degli appassionati un posto speciale.
Krajicek divenne l’unico tennista a sconfiggere sua maestà Sampras nel periodo 1993/2000 e in generale mantenne contro l’americano uno score positivo negli head2head (6/4 per l’olandese): nel ’98 si avvicinò a una nuova affermazione londinese, ma il suo gioco si fermò contro l’imprevedibile muro croato di Goran Ivanisevic in semi finale, con un 15/13 al quinto set entrato di diritto nella storia del nostro sport.
Giocatore dalle ginocchia fragili ma in grado affermarsi su tutte le superfici (cemento, terra, erba e sintetico indoor), Richard Krajicek raccolse altri successi importanti (Stoccarda e Miami), ma l’emozione che diede ai suoi tifosi battendo Pete Sampras in quegli irripetibili quarti di finale londinesi, rappresenta una vetta irraggiungibile nell’omologato panorama tennistico attuale. Quanto mi manchi Richard…


Alessandro Orecchio


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5 commenti

pako (Guest) 12-10-2014 23:28

@ groucho (#1187701)

incompletezza tecnica acclarata?Sei sicuro di aver visto giocare richard?

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mirko.dllm (Guest) 12-10-2014 16:24

Ma non era quello che disse che tante tenniste sono delle grasse porcelle? Gentile,quello? 😯 Ma che concezione si ha della gentilezza,qui?

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Andrea (Guest) 12-10-2014 12:49

@ groucho (#1187701)

Mediocre Krajicek? Scusa ma quante partite di tennis hai visto nella tua vita? 3 o 4?

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Clemente (Guest) 12-10-2014 10:33

@ groucho (#1187701)

Buona domenica! W Krajicek

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groucho (Guest) 12-10-2014 09:59

Una bella dichiarazione d’amore per un tennista tutto sommato mediocre, legnoso, che certamente ha avuto degli sprazzi ma che era di un’incompletezza tecnica acclarata.

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