Adriano Panatta e quel magico 1976

01/10/2014 08:43 31 commenti
Adriano Panatta vincitore del Roland Garros 1976
Adriano Panatta vincitore del Roland Garros 1976

Adriano Panatta nella sua carriera sportiva è stato tante cose. Innanzitutto è stato l’unico giocatore italiano capace di vincere un torneo del Grande Slam nell’era Open. È stato l’autore di battaglie epiche contro i più grandi tennisti della sua generazione. È stato il campione di un’Italia vincitrice di una Coppa Davis, regolando avversari con un piglio e un sangue freddo tipico dei grandi campioni.

È stato un giocatore che ha raggiunto grandi picchi intervallandoli a lunghi periodi di appannamento. È stato il tormento di Bjorn Borg sulla terra battuta parigina del Roland Garros. È stato un giocatore capace di vivere un anno di grazia (il 1976) e vincere tutto ciò che era possibile. È stato più semplicemente il tennista italiano più forte di sempre (sebbene per molti appassionati ed esperti del settore il buon Nicola Pietrangeli gli fu superiore per costanza di rendimento e colpi in uscita dalla racchetta).

Dicevamo che il 1976 fu il suo anno di grazia, un anno in cui colse scalpi eccellenti e vittorie prestigiose che rappresentano l’apice di un’intera carriera per un tennista specialista della terra battuta: il classe ’50 romano vinse prima gli Internazionali d’Italia, annullando addirittura 11 match point al primo turno contro l’australiano Warwick, sconfiggendo John Newcombe in semi finale e Guillermo Vilas all’atto conclusivo rimontando in 4 set, arrivando poche settimane dopo alla vittoria parigina battendo in finale Harold Solomon (6/1 – 6/4 – 4/6 – 7/6), dopo aver salvato un altro match point nel suo primo turno contro il cecoslovacco Pavel Hutka e aver sconfitto Bjorn Borg nei quarti di finale. Proprio lo svedese fu l’avversario che rappresentò una vera e propria nemesi nella carriera dell’italiano: Panatta fu l’unico tennista in grado di sconfiggere Borg agli Open di Francia e per ben due volte, avendo già raggiunto questo scalpo eccellente nel 1973 e sempre in 4 set.

Quell’anno magnifico, quel 1976 in cui tutto sembrò possibile e nessuno sembrò saper opporre resistenza al gioco di Panatta, fu l’anno in cui durante l’estate l’italiano raggiunse il 4° posto nel ranking mondiale, suo miglior piazzamento e tuttora migliore classifica raggiunta da un tennista italiano nell’era Open e in cui Adriano seppe incantare il mondo con le sue eleganti “veroniche”. Altri successi personali importanti furono raggiunti da Panatta, contro avversari di richiamo e con colpi giocati alla perfezione in grado di scaldare le folle sugli spalti, ma sempre a intermittenza e senza quella continuità che l’avrebbe potuto mantenere nell’èlite del tennis mondiale più a lungo: era un’epoca d’oro del tennis mondiale, di certo non inferiore agli anni 2000 in cui campionissimi si sono battuti rubandosi Slam a ripetizione e a vicenda ma capaci comunque di scalare ranking e segnare record su record.
C’è una partita però, che nel corso della vita sportiva di Panatta rappresentò una macchia nera, la sconfitta più difficile da digerire e che l’italico giocatore non subì sull’amata terra rossa ma sull’erba londinese di Wimbledon: sui campi in erba nel 1979 avvenne il suo unico vero exploit sul verde, quando raggiunse i quarti di finale venendo però sconfitto dall’americano Pat Du Pré in 5 set e con molti rimpianti (con l’americano vinse infatti anche in altre occasioni come la finale di Tokyo l’anno prima), raccogliendo una sconfitta così dura da digerire da definirla la più amara della carriera, nell’unico momento in cui sembrò possibile il raggiungimento della semi finale nel torneo più prestigioso del mondo.

Panatta rappresentò il bene e il male dell’Italtennis, rivelando il talento puro e l’incostanza di chi quel talento avrebbe dovuto sfruttarlo meglio e maggiormente, senza vivere solamente di sprazzi ma progettando sul lungo periodo successi seriali ed essendo realmente un avversario forte e duro da battere per i migliori giocatori dell’epoca: dopo la sua generazione, di cui lui fu il fiore all’occhiello, l’Italia ha fatto tremendamente fatica, non riuscendo a raggiungere i fasti che caratterizzarono gli anni più luminosi del re del Roland Garros 1976.

Canè, Camporese, Furlan, Gaudenzi, Seppi, Fognini, citando solo quelli che nel passato recente si sono fatti meglio valere a livello di ranking, sono tutti giocatori che non hanno messo a frutto fino in fondo il potenziale a loro disposizione, non riuscendo a trovare, ognuno in diversa maniera e percentuale, quella continuità nei risultati in grado anche solo di avvicinarli alle vette raggiunte dall’imperatore romano della racchetta: i rimpianti possono essere sempre tanti e la vita sarebbe sempre potuta andare in una maniera differente da come in realtà si è sviluppata, avremmo potuto metterci più attenzione nel fare le cose e credere maggiormente nei nostri mezzi, ma ogni cosa si incastra alla perfezione nel modo in cui la storia si è progressivamente raccontata. Panatta avrebbe potuto sicuramente soggiornare più a lungo nei quartieri alti del tennis che conta ma i suoi successi, i suoi trionfi personali su campi prestigiosi dopo di lui, non sono stati conseguiti da nessun altro giocatore e le imprese di Panatta sono state un musicale canto del cigno (tennistico).

Un maestro può essere un punto di riferimento prezioso ma può anche divenire la causa di un continuo confronto, con la propria strada che sarà sempre paragonata a quella intrapresa da chi ci ha preceduto. Panatta è riuscito a emulare se non superare, le vittorie di Nicola Pietrangeli, ma dopo di lui nessuno ha mai solo avvicinato il livello che lui stesso aveva raggiunto: Adriano Panatta, nel bene o nel male, rappresenta pertanto un significativo crocevia del tennis italiano.


Alessandro Orecchio


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31 commenti. Lasciane uno!

Sara (Guest) 02-02-2015 23:52

Un po’ di gossip. l’ ho visto senza fede al dito in una intervista a ” Un giorno da pecora” .Si e’ mollato con Rosaria?

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io (Guest) 02-10-2014 12:22

Scritto da andri60
Panatta è stato per il tennis quello che Tomba è stato per lo sci.
Ha portato le masse al tennis ed aveva picchi di classe inarrivabili.
il tennis stava passando dal bianco e nero alla tv a colori.
Gianni Mina’ andava a chiedere pareri ai giocatori durante i cambi di campo !
io giocavo contro il muro del garage, sognando.
E sembra solo ieri

Ti immagini adesso un giornalista che al cambio di campo va con il microfono a chiedere un commento tecnico in diretta a Fognini? Magari mentre è sotto nel punteggio?!!! Da ridere…

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andri60 (Guest) 01-10-2014 21:57

Panatta è stato per il tennis quello che Tomba è stato per lo sci.
Ha portato le masse al tennis ed aveva picchi di classe inarrivabili.
il tennis stava passando dal bianco e nero alla tv a colori.
Gianni Mina’ andava a chiedere pareri ai giocatori durante i cambi di campo !
io giocavo contro il muro del garage, sognando.
E sembra solo ieri

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Marco mazzenga (Guest) 01-10-2014 19:04

E’ stato l’unico giocatore emulato da tutti, sulla bocca di tutti, alla stregua di alberto tomba, panatta era panatta, noi bambini giocavamo a tennis e dopo un colpo ben giocato c’era sempre la classica domanda “ma chi sei panatta????”, e poi tornavamo a casa e in televisione raiuno raidue c’era ancora lui in chiaro, le sue interviste, le sue poche parole, ma in campo, quando gli andava, e non sempre gli andava, era il migliore.

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ILSanto (Guest) 01-10-2014 18:49

Adriano Panatta è stato un grandissimo fuoriclasse del tennis mondiale. Il suo modo di giocare era fantasioso e spettacolare. Adriano Panatta, è da considerarsi come uno dei migliori tennisti al mondo di sempre. Purtroppo aveva dei cali di concentrazione. Adriano Panatta N° 1

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Hector (Guest) 01-10-2014 17:27

Io ricordo che in una intervista Panatta cito’ la sconfitta con Szoke in coppa Davis a Budapest nel 1978 come la peggiore della carriera. Szoke faceva il cameriere per vivere e l’Italia ex campione e finalista fu eliminata a sorpresa.

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Hector (Guest) 01-10-2014 17:24

Scritto da panattaforever
Io ricordo le emozioni che suscitava Panatta in campo. Il Foro Italico stravedeva per lui. Il suo gioco era uno spettacolo. Aver battuto sulla terra 2 volte Borg è di per se un passaporto per passare alla storia. Non so se fosse più forte lui o Pietrangeli e davvero mi interessa poco. Dispiace che, col passare degli anni, sia stato messo nel dimenticatoio dai media per le note questioni con la FIT. Per inciso : io sto ancora recriminando per qulla partita persa con Dupre a Wimbledon sopra 2 set a 1…

La Rai interruppe la diretta da Wimbledon con Panatta avanti due set a uno per trasmettere il tg1. Quando la mattina dopo andai a comprare la Gazzetta in edicola subii una delle delusioni sportive peggiori della storia.

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bao.bab (Guest) 01-10-2014 16:12

Scritto da Goergestuttalavita

Scritto da bao.bab
…E io me lo sono perso… per la mia generazione Panatta era Claudio e non e’ mai stato un granche’!

Non concordo. Era più leggerino di Adriano ma aveva una tenuta atletica superiore e una grande classe. Non meno bello di Adriano da veder giocare. Si fece un quinto ser a Forest Hill con Connors che ancora adeso Jimbo ricorda. I limiti erano soprattutto caratteriali

Insomma i limiti non erano pochi… di lui ricordo bene la sconfitta con un anonimo coreano al quinto set che per poco non anticipo’ la nostra esclusione del gruppo mondiale di Davis… a memoria mi sembra che 2 giorni prima era riuscito per puro miracolo (tipo 12-10 al quinto) a vincere con un ancor piu’ sconosciuto sudcoreano

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fisherman (Guest) 01-10-2014 14:30

Articolo che mi riporta agli anni della fanciullezza quando bambino delle elementari
sgranwvo gli occhi estasiato pet seguire le prodezze di Adriano..e po di Corrado e degli altri..i cosiddetti moschettieri della squadra di coppa Davis…io vome tanti ultraquarantenni della mia generazioni ci siamo legati indossolubilmente al tennis grazie all epopea.fine anni 70…ricordi indelebili….

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Eman32 01-10-2014 14:04

Bell’articolo. Una menzione anche per il match perso da Adriano nel 78 a Flushing Meadows contro Connors, 7/5 al quinto negli ottavi di finale, dopo aver anche servito per il,match. Connors avrebbe poi vinto il torneo senza perdere alcun set nelle 3 partite successive.

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panattaforever 01-10-2014 13:45

Io ricordo le emozioni che suscitava Panatta in campo. Il Foro Italico stravedeva per lui. Il suo gioco era uno spettacolo. Aver battuto sulla terra 2 volte Borg è di per se un passaporto per passare alla storia. Non so se fosse più forte lui o Pietrangeli e davvero mi interessa poco. Dispiace che, col passare degli anni, sia stato messo nel dimenticatoio dai media per le note questioni con la FIT. Per inciso : io sto ancora recriminando per qulla partita persa con Dupre a Wimbledon sopra 2 set a 1…

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Pallettaro Mingherlino (Guest) 01-10-2014 13:31

Scritto da gbuttit
A me risulta che il più grande tennista italiano di tutti i tempi é considerato quasi all’unanimità Nicola Pietrangeli.
Non ho avuto modo di seguire la sua carriera (e meno male, sarei piuttosto anziano..) ma i risultati li so leggere… Pietrangeli ha vinto 2 roland garros contro 1, due open d’italia contro 1, ha fatto semifinale a wimbledon contro quarti, ha vinto molti tornei in più, ha avuto una classifica migliore (3 contro 4) per quanto ai tempi di Pietrangeli le calssifiche fossero un po’ aleatorie, non c’é un dato statistico in cui Panatta risulti superiore… e non é questione di come uscivano i colpi dalla racchetta, semplicemente di risultati…
Panatta é stato comunque un grande giocatore ma Pietrangeli é stato superiore.
Non condivido neanche l’idea che i vari Furlan, Camporese ecc… non abbiano messo a frutto il loro potenziale, condivido invece quanto detto da Nux, l’unico che avrebbe potuto fare di più era forse Gaudenzi ma é stato limitato dagli incidenti, non gli si può imputare nulla.

Tuttavia, bisogna ben considerare che, all’epoca di Pietrangeli, i tornei erano giocati solo dai cosiddetti “dilettanti”, mentre ai “professionisti” la partecipazione era preclusa.
Quindi, Pietrangeli vinse indubbiamente molte più gare di Panatta, ma ad esse non partecipavano i “pro”, molti dei quali erano di livello nettamente superiore. Tant’è vero che, non appena i principali tornei diventarono “open”, essi furono quasi sempre dominati dagli stessi “pro”

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Paolo (Guest) 01-10-2014 13:04

@ gbuttit (#1179658)

Infatti, l’aver dedicato un campo del Foro Italico a Pietrangeli invece che a Panatta può avere un qualche significato, senza comunque togliere nulla al nostro grandissimo Adriano.

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Goergestuttalavita (Guest) 01-10-2014 12:56

Scritto da bao.bab
…E io me lo sono perso… per la mia generazione Panatta era Claudio e non e’ mai stato un granche’!

Non concordo. Era più leggerino di Adriano ma aveva una tenuta atletica superiore e una grande classe. Non meno bello di Adriano da veder giocare. Si fece un quinto ser a Forest Hill con Connors che ancora adeso Jimbo ricorda. I limiti erano soprattutto caratteriali

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Adriano (Guest) 01-10-2014 12:52

@ ghisallo (#1179581)

Quando Pietrangeli era ai vertici della sua carriera almeno 8 giocatori più forti di lui giocavano fra i professionisti .
Per questa ragione panatta è stato più forte .

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Goergestuttalavita (Guest) 01-10-2014 12:46

E Martin Mulligan dove lo mettiamo ? Finale Wimbledon (con un certo Rod Laver),3 Internazionali d’Italia vinti e 10 anni da allenatore dell’Italia.

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gbuttit 01-10-2014 12:36

Scritto da lending
@ gbuttit (#1179658)
Attenzione: l’autore dice non hanno messo a frutto il loro potenziale e non sono riusciti a raggiungere i risultati di Panatta. Su questo mi sembra ci sia poco da discutere: basta guardare i rispettivi best ranking.

Che non abbiano raggiunto i risultati di Panatta é evidente, basta leggere le classifiche ed i risultati, però dire che non hanno messo a frutto il loro potenziale é come dire che avrebbero avuto il potenziale per raggiungere questi risultati o comunque fare più di quello che hanno fatto e su questo non sono affatto d’accordo, ognuno di loro aveva grossi limiti, o di gioco, o di fisico o di testa…

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lending (Guest) 01-10-2014 12:28

@ gbuttit (#1179658)

Attenzione: l’autore dice non hanno messo a frutto il loro potenziale e non sono riusciti a raggiungere i risultati di Panatta. Su questo mi sembra ci sia poco da discutere: basta guardare i rispettivi best ranking.

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gbuttit 01-10-2014 12:17

A me risulta che il più grande tennista italiano di tutti i tempi é considerato quasi all’unanimità Nicola Pietrangeli.
Non ho avuto modo di seguire la sua carriera (e meno male, sarei piuttosto anziano..) ma i risultati li so leggere… Pietrangeli ha vinto 2 roland garros contro 1, due open d’italia contro 1, ha fatto semifinale a wimbledon contro quarti, ha vinto molti tornei in più, ha avuto una classifica migliore (3 contro 4) per quanto ai tempi di Pietrangeli le calssifiche fossero un po’ aleatorie, non c’é un dato statistico in cui Panatta risulti superiore… e non é questione di come uscivano i colpi dalla racchetta, semplicemente di risultati…
Panatta é stato comunque un grande giocatore ma Pietrangeli é stato superiore.
Non condivido neanche l’idea che i vari Furlan, Camporese ecc… non abbiano messo a frutto il loro potenziale, condivido invece quanto detto da Nux, l’unico che avrebbe potuto fare di più era forse Gaudenzi ma é stato limitato dagli incidenti, non gli si può imputare nulla.

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Raul Ramirez (Guest) 01-10-2014 11:46

Dire che Furlan, rispetto ai risultati raccolti, non ha messo a frutto fino in fondo il proprio potenziale mi sembra un’assurdità. Seppi per me ha raggiunto il suo massimo così come Fognini cosi’ come Gaudenzi e Camporese.
Semmai Canè e lo stesso Sanguinetti potevano fare meglio, soprattutto il secondo in termini di classifica

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io (Guest) 01-10-2014 11:31

Il segreto di Panatta? Essere il figlio del custode del club (ai Parioli). Panatta è stato solo il risultato di una favorevole coincidenza storica: un figlio di povera gente che ha potuto fin da piccolo giocare a tennis (in un paese in cui il tennis è sempre stato un sport per figli di papà).

E questo spiega anche perchè non ce ne siano più stati come lui, mentre in compenso abbiamo avuto un sacco di giocatori bizzosi, viziati e presuntuosi – poco inclini alla fatica, gente che al primo successo si monta la testa e comincia a fare la ‘star’ del circuito…

Fin che non si cambia questo ‘settaggio’ socio-culturale del tennis in Italia (come è stato fatto in spagna credo), dovremmo accontentarci dei Fognini di turno. Amen

(Ovvio che il ruolo della FIT, in tutto ciò, è determinante).

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NUX (Guest) 01-10-2014 10:58

Non condivido l’opinione espressa sulla incapacità di gaudenzi, furlan, camporese,canè,fognini, e seppi di raggiungere o di non aver raggiunto risultati proporzionali alle loro capacità. Furlan e seppi hanno ed avevano dei grossi limiti tecnici, e grazie alla loro volonta ed al lavoro hanno fatto forse più di quello cui ci si aspettav; Camporese aveva dei grossi limiti atletici e comunque ha raggunto la posizione n.18 del ranking; canè e fognini hanno ed avevano dei grossi problemi di tenuta mentale. L’unico forse che non ha raggiunto livelli eccelsi, rispetto alle proprie potenzialità è stato gaudenzi che pur raggiungendo la posizione 18 nel ranking è stato notevolmente frenato da infortuni. Ricordiamoci che gaudenzi a differenza degli altri citati a livello giovanile è stato un fenomeno e che stava per essere rovinato dalla federazione, poi dopo due anni persi si andò ad allenare con l’allenatore di muster.

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mirko.dllm (Guest) 01-10-2014 10:57

Scritto da bunga bunga
sono passati 38 anni e stiamo aspettando ancora un altro campione…..
a dir la verità ne abbiamo avuti a decine ma hanno avuto tutti la sfortuna di nascere in Italia….. dove esiste una sciagura chiamata politica FIT!!!

Assolutamente d’accordo,perchè penso che diversi nostri tennisti che si sono succeduti nel dopo Panatta,avrebbero avuto carriere ben più importanti se avessero avuto la fortuna di nascere altrove,tipo al di là delle Alpi,come ad esempio in Francia o Svizzera,e penso ai vari Canè,Camporese,Pescosolido,più altri,tipo Nargiso,che se non fosse stato italiano,e avesse avuto la fortuna di essere seguito da tecnici stranieri validi e competenti e che di tennis ne capiscono,credo proprio cheavrebbero saputo tirare fuori da lui gran parte del suo potenziale più spesso,e così non avremmo avuto la sgradevole sensazione che sia rimasto inespresso,mper colpe sue e di chi lo ha seguito specialmente negli anni cruciali della sua carriera,come in quel 1988,il suo primo vero anno da professionista,o come nel biennio 1992-93,dove arrivò prima nei quarti a Miami nel 1992,mentre l’anno seguente giocò la sua prima finale ATP a Bordeaux,che potevano essere gli anni della sua definitiva consacrazione.

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evan (Guest) 01-10-2014 10:56

Per me che sono romana, Panatta è un mostro sacro! Grande articolo, grazie!!!

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danailo (Guest) 01-10-2014 10:51

Il tennis l’ha inventato il diavolo, Panatta Docet 🙂

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Pierre Herme the Picasso of Pastry (Guest) 01-10-2014 09:43

Panatta ha vinto poco avrebbe dovuto vincere tanto di piu
Cmq un grande come non ne abbiamo piu avuti
Mi sono ammalato di questa malattia guardando lui in davis nella finale persa a praga con l allora Cecoslovacchia di Lendl e Smid 😆

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lending (Guest) 01-10-2014 09:40

L’articolo, scritto sempre magistralmente, ti racconta che Panatta vinse tutto quello che si possa desiderare da uno specialista italiano su terra battuta…sfido che Montecarlo potesse avere per lui un valore superiore agli Internazionali!

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bao.bab (Guest) 01-10-2014 09:37

…E io me lo sono perso… per la mia generazione Panatta era Claudio e non e’ mai stato un granche’!

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Fabio (Guest) 01-10-2014 09:33

Non so chi sia stato più forte Adriano o Nicola, ma so che x ritornare a quei livelli, passeranno anni….

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ghisallo (Guest) 01-10-2014 09:19

Che Panatta abbia vinto nel 1976 tutto quello che era possibile mi sembra un po’ esagerato. A parte il RG negli altri slam non ha combinato nulla. A Montecarlo è uscito al 2° turno ecc. Lui e Pietrangeli appartengono a due generazioni diverse, quindi non si può dire chi era più forte. Si può dire che Pietrangeli ha vinto molto di più e a giocato molto di più.

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bunga bunga 01-10-2014 09:08

sono passati 38 anni e stiamo aspettando ancora un altro campione…..
a dir la verità ne abbiamo avuti a decine ma hanno avuto tutti la sfortuna di nascere in Italia….. dove esiste una sciagura chiamata politica FIT!!!

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