Spacca Palle - Numero 22 ATP, Copertina, Generica

Spacca Palle: Wawrinka, la magia continua?

06/03/2014 08:17 9 commenti
Stanislas Wawrinka classe 1985, n.3 del mondo
Stanislas Wawrinka classe 1985, n.3 del mondo

Marzo riporta il grande tennis negli USA con il primo Master 1000 stagionale. Direzione deserto californiano fino alla piccola oasi di Indian Wells, per uno dei tornei più bizzarri della stagione, e che l’anno scorso ho raccontato nelle sue particolarità e stravaganze, come quella di avere un bellissimo centrale con una capienza di 4 volte …il numero dei suoi residenti ufficiali!

Moltissimi sono i temi caldi della vigilia, ad animare l’interesse intorno ad uno degli eventi più amati dai giocatori (ed uno dei più ricchi, grazie al suo patron Larry Ellison – patron di Oracle e nella top10 dei “paperoni” mondiali). Il Federer deluxe ammirato a Dubai, capace di superare in rimonta Djokovic e Berdych, è tornato quello DOC? Nadal avrà ritrovato la miglior efficienza dopo i problemi alla schiena, e riuscirà a difendere il titolo 2013? Murray crescerà abbastanza di forma nel torneo da poterlo vincere? Inizieranno a vedersi in Djokovic i frutti del lavoro con Becker? Dimitrov ha davvero fatto un salto di qualità? Fognini dopo l’esaltante inizio di stagione sarà da corsa anche in un 1000 sul duro? Tanta carne al fuoco.

Ma tra tutti i temi, quello che personalmente più mi intriga è rivedere in campo Stanislas Wawrinka. Il campione dell’Australian Open, che ha incantato tutti con il suo tennis spregiudicato, bellissimo e vincente a Melbourne, tornerà infatti in gara dopo oltre un mese. Con ancora la coppa dei canguri in mano volò a fare il suo dovere in Davis, un piccola passerella trionfale nel battere il modesto Lajovic in 4 set.

Quindi Stan si è concesso una lunga luna di miele con il successo e la notorietà, diventata planetaria dopo il sorprendente titolo dello Slam conquistato. Ha staccato la spina per un po’, pausa forse necessaria per scaricare eccessi di elettricità ed adrenalina che a volte diventano ingestibili. Si è riposato e ha fatto varie comparsate in tv; ha presenziato ad eventi mondani, inclusa una sfilata di moda a Milano da Armani con il nostro “Fogna”; si è gustato in Svizzera e altre località segrete il suo momento magico, scomparendo anche dai social network che invece di solito scandiscono la sua giornata “normale”, e che da tempo l’avevano reso uno dei campioni della racchetta più cliccati e seguiti.

Nessuno come lui infatti aggiorna il suo profilo twitter con così tanta frequenza, regalando ai suoi fans ed a tutti gli appassionati del gioco foto, particolari e quant’altro. Condivide prospettive uniche di quello che un tennista fa realmente nel contesto dei tornei, svelando luoghi off-limits ai comuni mortali come gli spogliatoi, le aree comune, le sale massaggi, le lounge; fino a ristoranti, hotel a 5 stelle e molto altro ancora. Nessun altro tennista di vertice scatta di proprio pugno una foto ad un metro dal campo di gioco prima di un match importante e lo condivide con i suoi follower come il “Waw”. In fondo Stanislas è una persona vera prim’ancora che una stella dello sport, con spigoli anche acuti ed una lingua veloce e talvolta velenosa.

E’ uno che non le manda a dire, anche quando ha molti cronisti davanti. O addirittura il microfono in mano in diretta mondiale, come accadde lo scorso settembre dopo la cocente sconfitta nella semifinale degli US Open, quando alla domanda sul perché avesse perso quel match durissimo, gridò spontaneamente “Novak è stato f*********** forte oggi…, un f****** campione!”. Il suo è un modo genuinamente scontroso di porsi, con tutti, che storicamente non l’ha reso amatissimo tra compagni di tour, dove almeno di facciata si ostentano amicizie che puzzano molto di falsità.

Invece Stan, pur nei suoi difetti, è uno che ha tirato dritto per la sua strada. Uno che pur avendo vissuto da sempre nell’ombra ingombrante di Federer non ha avuto alcun timore riverenziale nel rimproveragli pubblicamente la scarsa attenzione per la Davis.

E proprio dopo l’ultima apparizione in Davis, Wawrinka scenderà di nuovo in campo ad Indian Wells. Ha saltato i tornei di febbraio, che generalmente erano frequenti nel suo classico schedule, ma è una scelta certamente giusta, necessaria per assorbire la sbornia post-Australian Open (forse anche qualche sbornia vera, come lui stesso aveva dichiarato con la coppa in mano nella press room di Melbourne!), e preparare al meglio un rientro mai così atteso. Da n.3 del mondo e primo svizzero nel ranking.

Un dato numerico è molto significativo: Wawrinka è in questo momento l’unico giocatore ancora imbattuto in stagione tra i big. Vittoria a Chennai, vittoria agli Australian Open, vittoria nel match di Davis in Serbia. 11 successi, 0 sconfitte, ed un numero 3 nel ranking da difendere dagli attacchi di Berdych, Ferrer e soprattutto Murray.
Eppure scrutando il suo ranking breakdown, è molto probabile che se Wawrinka non si sgonfierà dopo cotanto successo sarà proprio lui a scattare in avanti, e gli avversari dovranno inseguirlo per restargli in scia più che pensare ad un facile sorpasso. Impossibile colmare a breve il gap con Djokovic (quasi 5000 punti); però da qua a Monte Carlo incluso ha da difendere ben pochi risultati: ottavi ad Indian Wells, niente a Miami (non giocò nel 2013), i 90 punti della semifinale di Casablanca e poi i quarti del 1000 del Principato. Non molto se i colpi potenti, continui e precisi della sua Yonex continueranno a flirtare così magicamente con le righe e gli angoli scoperti del campo come sulla Rod Laver Arena.
Questo è il punto di domanda: che Wawrinka avremo ad Indian Wells? Soffrirà una pressione per lui tutta nuova, quella di essere uno dei favoriti? Come avrà assorbito questo straordinario momento di celebrità? Si sarà ben allenato per il rientro? La sua mente come avrà reagito a questa vittoria enorme?

Solo il campo potrà darci una risposta. Forse arriverà fin dal primissimo match, che lo vedrà probabilmente opposto a Ivo Karlovic. Non sarà un incontro facile per entrare nel torneo. Il gigante croato sta vivendo un discreto momento, avrà sulle spalle già una partita vera in quelle condizioni un po’ particolari, e soprattutto è un giocatore a suo modo unico sul tour, che non ti da mai ritmo perché sul suo servizio spesso non la vedi mai, e anche quando è alla risposta cerca di chiudere il prima possibile e non si scambia. Wawrinka quindi non troverà una palla da colpire con continuità per ritrovare le giuste sensazioni, il ritmo partita e la confidenza con il campo. Sensazioni che possono apparire scontate per gente che gioca migliaia di ore all’anno su di un campo da tennis, ma che invece anche solo dopo un mese di assenza dalla partita sono spesso complicate da ritrovare al volo.

La curiosità è nel vedere come il Wawrinka campione di Slam riuscirà a reggere il nuovo ruolo di protagonista, e di antagonista a Nadal, Djokovic e compagnia. Il suo tennis era pronto da tempo al grande salto che è stato capace di fare in Australia. Il lavoro sul campo effettuato con continuità e pazienza insieme all’eccellente team di Norman nell’accademia svedese GTGT ha cesellato questo tennista potente e pesante, sgrezzandolo di orpelli e zavorre inutili. Il servizio, da sempre un’arma per velocità e precisione, è diventato più continuo come percentuali e più decisivo come resa nei momenti importanti; è diventato il colpo che sorregge l’intero suo tennis, poiché il Waw è molto più forte quando governa lo scambio ed i ritmi di gioco rispetto a quando rincorre, visto che la sua struttura fisica importante non gli consentirà mai di essere un fulmine (per quanto abbia anche molto migliorato la velocità dei piedi, soprattutto nei cambi di direzione). Il diritto ha avuto un miglioramento simile al servizio, ossia da colpo solo poderoso si è trasformato in soluzione completa, con cui sbaglia di meno e tiene bene lo scambio, e che lo aiuta molto nel controbattere ai vigorosi topspin alti dei rivali. Il rovescio è da sempre un’esecuzione non solo bellissima ma anche molto forte, con cui può colpire la monetina posta sulla riga, e con cui si apre il campo, spaccando in due lo scambio.

Una bellezza stilistica, ma anche soluzione finalmente capace di reggere l’arrotata assassina di Nadal, contro cui aveva invece sbattuto la faccia in ogni sfida prima della clamorosa finale di Melbourne. Wawrinka fino ad un paio d’anni or sono era un colpitore, che ti poteva travolgere ma che andava fuori giri facilmente; che in difesa era troppo debole quando lo scambio si faceva duro; e soprattutto che non reggeva la pressione dei momenti importanti, perdendo spesso match con finale punto su punto, quando tendeva ad esagerare nella spinta. Per vincere uno Slam ha compiuto un percorso straordinario di crescita, a 360°, affinando ogni aspetto del suo tennis, ogni fase di gioco. In tutto questo l’aspetto fisico e mentale sono stati decisivi. Il Wawrinka visto nel 2014 è tosto, tostissimo; molto sicuro dei suoi mezzi, tanto da tremare ben poco (solo in una fase caldissima della finale, quando Nadal pareva menomato e la pressione del vedere il traguardo lo stava umanamente consumando).

E’ lucido, e sparacchia poco, ma anzi regge anche gli scambi più duri in difesa che riesce a girare con soluzioni balisticamente terrificanti. Gioca con coraggio punti vincenti nei momenti clou del match. Questo fa tutta la differenza del mondo. In tutto il 2013 si era reso protagonista di match stupendi, come quelli con Djokovic a Melbourne e New York, con Federer ad Indian Wells, match persi sul filo di lana. Pare aver superato anche quest’ultimo scalino. Attenzione: non credo sia diventato un killer sportivamente spietato come un Sampras (anche se glielo auguro), anche perché il suo tennis resta tanto bello quanto rischioso, e perché tenere la condizione fisica al top non gli sarà facile (e senza di quella in difesa pagherà sempre). Ma sarà molto intrigante vederlo giocare da Indian Wells in poi, e verificare così quanto il successo australiano l’abbia ancor più rafforzato.

Uno che è riuscito ad entrare in campo per la prima volta in una finale Slam, e proprio contro Nadal, il più forte e che l’aveva battuto 12 volte su 12 senza mai concedergli nemmeno un set, e nonostante tutto questo è riuscito a giocare il tennis tutti abbiamo applaudito a Melbourne è un ragazzo non solo maturo ma molto consapevole. E’ una persona che ha imparato dai propri errori, che ha avuto la forza di credere di poter migliorare ed è migliorato, percorrendo una strada in salita, sottotraccia. Wawrinka è molto di più di un tennista di talento. E’ un esempio di come ci si possa rimettere totalmente in gioco, affidandosi ad un team di lavoro giovane e con idee ben precise, e crescere.

Dopo l’impresa di una vita, adesso lo svizzero è atteso alla conferma. Il campo ci dirà se Stan resterà una bellissima meteora oppure se il salto di qualità visto in Australia l’ha elevato a tutti gli effetti al livello dei big4. Un Wawrinka pronto a competere per ogni grande torneo sarebbe un acquisto eccellente. Il suo tennis è adrenalina pura, un mix spericolato tra elementi classici come il suo rovescio maestoso e l’aggressività tutta moderna dello spingere senza compromessi. Con il miglior Wawrinka in campo lo spettacolo è assicurato. Sarà Stan il rivale per Rafa ad Indian? Oppure, se guardiamo i numeri e l’essere ancora imbattuto, sarà proprio lui l’uomo da battere? Una prospettiva niente male per quello che è che sempre stato per tutti “Svizzera 2”…


Marco Mazzoni


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9 commenti. Lasciane uno!

Marco Mazzoni (Guest) 06-03-2014 19:28

@ maxi (#1016603)

Posso dirvi che in effetti le condizioni estremamente variabili del deserto fanno sì che tra i match di inizio giornata e quelli serali ci sia una reale differenza. Il campo di solito è medio-veloce. Mi auguro tuttavia che sulla scia degli Australian Open tutto venga un po’ velocizzato, ma non ho alcun feedback in merito ancora.

9
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maxi (Guest) 06-03-2014 19:02

@ Karlo (#1016542)

Dicono che siano tra i più lenti, specie se fa caldo.

8
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marco (Guest) 06-03-2014 17:33

perde subito con seppi.vedrete…..

7
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Karlo 06-03-2014 16:43

Molto bello.Una domanda,sapete se i campi di Indian Wells sono lenti?

6
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Raul Ramirez (Guest) 06-03-2014 14:08

SECONDO ME I FRUTTI DEL LAVORO CON BECKER IN DJOKOVIC SI SONO GIA’AMPIAMENTE VISTI…..

5
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Marco Mazzoni (Guest) 06-03-2014 13:40

@ groucho (#1016474)

ciao Groucho,
guarda, nessuna censura da LT 🙂 Forse il mio è stato un eccesso di premura… la parola fottuto (quella era) non è poi così tremenda, ma ho preferito ometterla. Il linguaggio si evolve con la società, e parole 50 anni tremende oggi sono quasi gergo… 😎

Ti ringrazio cmq per i complimenti

4
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groucho (Guest) 06-03-2014 12:56

Bravo e lucido Mazzoni, come sempre. Poi su Wawrinka con me ha vita facile perché non mi deve convincere… 😉

L’articolo di Mazzoni però mi ha colpito per un dettaglio, che spero di poter dire senza pericolo di essere censurato. Mi ha colpito la seguente frase che riporto interamente.

“(Wawrinka) è uno che non le manda a dire, anche quando ha molti cronisti davanti. O addirittura il microfono in mano in diretta mondiale, come accadde lo scorso settembre dopo la cocente sconfitta nella semifinale degli US Open, quando alla domanda sul perché avesse perso quel match durissimo, gridò spontaneamente “Novak è stato f*********** forte oggi…, un f****** campione!”. Il suo è un modo genuinamente scontroso di porsi, con tutti, che storicamente non l’ha reso amatissimo tra compagni di tour, dove almeno di facciata si ostentano amicizie che puzzano molto di falsità.”

Ora, la cosa che mi fa riflettere è l’autocensura (spero vivamente che sia un’autocensura e non una censura imposta da livetennis.it, atrimenti ci sarebbe da riflettere più che seriamente) su una frase che è andata in diretta mondiale!

Cosa c’è da proteggere con questa autocensura? La sensibilità di chi?
Se uno fa il cronista e anche lo scrittore (e Mazzoni per me a tutto titolo è uno scrittore, non solo perché ha in curruculum delle pubblicazioni, ma soprattutto perché sono ben fatte) perché decide di censurare su un topic in Internet quello che l’autore ha voluto dire senza censure a tutto mondo con il mezzo più diretto?

E’ come se volendo riportare l’incipit famoso di un libro famoso come “Porci con le ali”, si decidesse di scrivere la frase:

«C****. C**** c**** c****. F***. F***** c*****. F*********, bella calda, tutta p*********. F*** di p*********».

Non sarebbe un insulto a chi l’ha scritta e un insulto a chi la legge? Uno scrittore non dovrebbe porsi obiettivi più ambiziosi?

Grazie per non censurare questo mio post.

3
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Tra93 (Guest) 06-03-2014 09:17

Come al solito d’altronde 🙂

2
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Tra93 (Guest) 06-03-2014 09:16

Fantastico 🙂

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