Italia in Davis Cup: la forza di una squadra compatta e responsabilizzata
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Le vittorie non sono tutte uguali. Si può vincere in tanti modi, e farlo come Berrettini e Cobolli nei singolari d’esordio della Final 8 di Davis Cup è un gran bel segnale, di forza, di compattezza, di ragazzi che sono riusciti a dare il loro meglio affrontando con il piglio giusto una sfida da non sbagliare, cavalcando il momento con entusiasmo e qualità. C’era l’atmosfera giusta a Bologna per le prime partite degli azzurri, da due anni campioni in carica della più antica competizione a squadra per nazioni, svalutata quanto volete ma ancora ricca di quel che fascino che la distingue da qualsiasi altro incontro di tennis nel corso dell’anno. Uno spazio enorme quello fiera bolognese, un filo caotico e con i limiti dell’essere “provvisorio”, inclusi troppi rumori molesti intorno al campo, perlopiù coperti dall’entusiasmo abbondantissimo del pubblico, caldo e appassionato. Un calore trasmesso e ricevuto da Matteo e Flavio, bravi a portarlo in campo con energia e determinazione, tanto che gli avversari sono stati battuti piuttosto nettamente.
Si può obiettare che sconfiggere Misolic e Rodionov non sia è una grande impresa… Vero. Ma come scritto nell’incipit, vincere la sfida con l’Austria era un imperativo categorico vista l’enorme differenza di valore tra i nostri e i loro giocatori, e vista anche l’enorme aspettativa per il debutto da campioni in carica in casa. Questa responsabilità poteva rappresentare un problema che i ragazzi di Volandri hanno spazzato via. È la nota più positiva della giornata azzurra in Davis Cup, ancor più del netto successo stesso. Nella Final 8 2025 non c’è sua Maestà Jannik Sinner a fare da parafulmine, e nemmeno un Lorenzo Musetti cresciuto in modo esponenziale nell’anno, chiuso meritatamente da top 10. Abbiamo altri ottimi giocatori, come Cobolli (a sua volta decollato nel 2025), la classe e personalità di Berrettini, l’energia ed esperienza di Sonego e un doppio che ha fatto semifinale alle Finals di Torino. Ragazzi che senza i due leader nel nostro tennis sono stati bravi, in quest’esordio, a prendersi la responsabilità sulle spalle e gestirla alla perfezione, producendo due partite ottime.
Berrettini ha vinto più di testa e tenuta che per qualità di gioco complessiva. Qualche errore qua e la, un servizio che non è andato come nelle giornate migliori, ma il suo era forse il compito più difficile: rompere il ghiaccio e portare a casa un punto per far giocare sereno e libero da pressioni Flavio, assai meno rodato in Davis. Missione compiuta, con una durezza agonistica nei momenti clou (clamorosa la rimonta da 0-40 con tre set point sul groppone…) da vero Davis man. Cobolli per sua stessa ammissione ha giocato la miglior partita della sua vita. Personalmente ritengo ne abbia giocate di migliori, visto anche il valore relativo dell’avversario, ma ha impressionato il piglio, la potenza, la forza è riuscito a mettere in ogni impatto, diventando per quasi tutto l’incontro imprendibile per la difesa di Misolic.
In modi diversi, Berrettini e Cobolli hanno dimostrato di reggere l’evento, la responsabilità di guidare una squadra campione da due anni e che, di fronte al proprio pubblico, non ha alcuna intenzione di abdicare, nonostante Jannik (e Lorenzo) abbiano deciso quest’anno di saltare l’appuntamento con la maglia azzurra. Da anni ripetiamo che il tennis italiano è leader a livello mondiale: abbiamo un Campione epocale e altri ottimi tennisti, giovani ed esperti, molto diversi tra loro per caratteristiche tecniche e personalità. È il momento di dimostrare che possiamo continuare a vincere anche senza l’apporto del più forte di tutti, per i ragazzi e anche Capitan Volandri. Contro il Belgio l’asticella si alzerà un po’. Collignon in qualche modo continua a stupire, Bergs è un talento vero, assai più forte del suo ranking e capace di esaltarsi e diventare pericolosissimo, e il loro doppio ha dimostrato di essere affidabile. Col piglio dimostrato da Matteo e Flavio andremo in campo venerdì senza alcuna paura, a giocarci l’accesso in finale. Sono gli altri a doverci sconfiggere.
Marco Mazzoni
TAG: Bologna, Davis Cup 2025, Final 8 Coppa Davis, Flavio Cobolli, Marco Mazzoni, Matteo Berrettini

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Ripeto sempre a me stesso(così non lo dimentico!!!):il tennis,seppure
in questo caso parliamo di competizione a squadre,è uno sport individuale,dove ognuno gareggia,da solo,contro l’altro…
non si può contare sul sostegno di un altro/di altri compagni,non ci sono sostituzioni da effettuare durante il match e se ti infortuni,ti ritiri e perdi.
Premesse queste banalità,continuo a chiedermi:che colpa ha un giocatore se incontra,nell’arco di un torneo,uno di livello più basso,molto più basso del suo?
Per caso l’avversario viene scelto? Certo che no…e,quindi,a mio modesto parere,sarebbe ora di finirla con lo sminuire le vittorie
solo rapportandole al livello dell’avversario incontrato.
Venendo al caso concreto:ok,Cobolli o Berrettini erano superiori ai loro avversari….possiamo colpevolizzarli per questo? Cosa dovevano fare…perdere per dimostrare che in Davis la classifica non conta?
Hanno vinto,Cobolli anche abbastanza bene…hanno fatto ciò che il loro status e la loro classifica imponeva.Bene,andiamo avanti e pensiamo ai prossimi avversari,ma ricordiamoci che ogni giocatore non si batte mai da solo,le vittorie non sono mai regalate e a ciascuna
di essa va dato il giusto valore e un adeguato peso.
Poi,sono d’accordo nel scindere due concetti:vanno bene i complimenti e gli incoraggiamenti,le parole di fiducia senza però sfociare in inutili trionfalismi(che,peraltro,nessuno in casa Italia mi sembra abbia lanciato):pensiamo alla prossima partita e a vincere anche quella,sapendo che sarà già molto più difficile.
Ma,nel contempo,il mio invito è sempre lo stesso:basta sminuire, svilire i risultati di uno sport esclusivamente singolo(e non di squadra)perchè il tennis,forse,è l’unico sport(o quasi)dove il risultato finale,per una serie di impronosticabili fattori,non è mai scontato:si può vincere e perdere con tutti.
Avrò detto un mare di banalità,e per questo me ne scuso,ma mi dispiace sentir sempre più spesso etichettare giocatori o partite al solo fine di non riconoscere il giusto valore al vincitore della disputa…
La finale obiettivo minimo con poche chances contro Germania o i Cechi!
Vincere non è mai facile e scontato a qualsiasi livello figuriamoci in Davis. Ricordo che l’Austria per arrivare tra le 8 migliori ha eliminato la Finlandia e l’Ungheria .
L’impegno contro l’Austria era paragonabile a quello contro il Canada di due anni fa, allora mancava di nuovo Sinner, mancava Berrettini,Vavassori era infortunato e Musetti e Sonego erano in crisi. Contro Cile fu Arnaldi a salvarci, assieme a Sonego ed al doppio Sonego-Musetti. Come ho già scritto, l’Italia potrebbe schierare, a ranghi completi, due formazioni, entrambe con buone probabilità di arrivare in finale.
Per fare finale di davis vincere due partite con Rodionov Misolic e con Collignon e Bergs rende veramente l idea del livello raggiunto
Per fare finale di davis vincere due partite con Rodionov Misolic e con Collignon e Bergs rende veramente l idea del livello raggiunto
Berrettini e Cobolli hanno vinto contro 2 ragazzi che stanno nel circuito Challenger… Livello quarti di Coppa Davis da oratorio
forza azzurri!