Le insidie di una finale Slam Copertina, Generica

Le insidie di una finale Slam

11/07/2021 19:00 9 commenti
Matteo Berrettini ITA, 1996.04.12
Matteo Berrettini ITA, 1996.04.12

Eccoci arrivati all’epilogo della straordinaria cavalcata di Matteo Berrettini a Wimbledon, che si trova ad affrontare, come fosse un videogioco, il cosiddetto “mostro” di fine livello.
Dall’altra parte si troverà di fronte un Djokovic più che mai affamato di vittoria, disposto a tutto pur di eguagliare i due rivali di sempre, Federer e Nadal, nel numero di titoli Slam vinti.

Il nostro eroe avrà chance di vittoria contro uno dei più forti giocatori di sempre dell’era Open?
Se analizziamo l’ultimo precedente tra i due, possiamo ricavare qualche informazione in più: nella sfida al Roland Garros, secondo precedente tra i due dopo il 62-61 a favore del serbo nelle Atp Finals, Matteo ha sentito di avere le armi per poter giocarsela alla pari, e l’urlo liberatorio di Djokovic a fine partita ne rappresenta la conferma: il serbo ha sentito che il match poteva sfuggirgli di mano.
È evidente quindi che il tennis di Matteo, grazie alla sicurezza dei suoi colpi migliori, servizio e dritto, e che ben si adatta alla superficie con lo slice di rovescio, può mettere in difficoltà Nole anche sull’erba di Wimbledon.
Potrà essere dunque l’approccio mentale all’incontro spostare l’equilibrio della sfida?
Quali saranno le insidie per l’uno e per l’altro giocatore?

Andiamo ad analizzarne alcune:
Djokovic avrà probabilmente il tifo contro, che gli darà un ulteriore stimolo nel voler dimostrare che lui è più forte di tutto e tutti.
Avrà fame di vittoria per eguagliare i suoi rivali e provare a completare il Grande Slam.
Partirà inoltre coi favori del pronostico.
Di contro, sa che la posta in gioco sarà molto alta, e qualora la partita dovesse mettersi male, potrebbe innervosirsi e andare a sbattere contro la solidità del giocatore italiano.
Berrettini, dal canto suo, potrà scendere in campo con la consapevolezza di essere già entrato nella storia del tennis italiano comunque vada questa sfida. Inoltre, avrà il tifo a favore sugli spalti e un’intera nazione a sostenerlo.
Le minacce che potrà percepire, oltre ovviamente alle qualità tennistiche del giocatore serbo, saranno legate all’atteggiamento mentale con il quale affronterà la sfida: qualora avesse aspettative troppo idealizzate di far bene, potrebbe scontrarsi con un esame di realtà eccessivamente “punitivo”, ad esempio perdendo malamente il primo set, con il rischio di disunirsi e soffrire nel ritrovare la concentrazione ottimale per il proseguo del match. Sarebbe un momento psichico molto delicato, dove potrebbero emergere vissuti di vergogna o paure latenti che potrebbero farlo sentire fragile e disarmato, e qui Matteo potrebbe trovarsi davvero in difficoltà. Potrà uscire da questa impasse con la capacità di rifocalizzare l’attenzione su di sé, ricentrandosi sul percorso che l’ha portato tra i migliori, e con la presa di coscienza che la finale sarà una partita che non potrà minare il valore che ha già dimostrato di avere sul campo.
Inoltre, di fronte a un Djokovic estremamente ispirato, potrebbe percepire la sensazione di avere di fronte qualcosa che va oltre le sue possibilità, quasi disumano, e quindi imbattibile.
E allora sarebbe importante e utile ricordarsi ciò che successe a Parigi, dove l’urlo feroce di Nole conteneva non solo la forza ruggente del campione, ma anche la paura umana di chi è consapevole di aver scampato un grosso pericolo.
Forza Matteo!


Dott. Marco Caocci
Psicologo


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9 commenti. Lasciane uno!

ilpallettaro (Guest) 11-07-2021 19:04

Scritto da antosantos
@redazione
Nel testo ci sta un errore pesante
“Uno dei più forti giocatori dell era Open”
Prego corregere con “il giocatore più forte di sempre come dimostrato oggettivamente dai numeri”
Grazie

è così.
li ha dominati tutti, quando è stato in forma ha fatto 16.000 punti vincendo tutti i mille.
ha cancellato federer, solo nadal sul rosso gli è sopra.
è semplicemente il più forte giocatore di sempre.

9
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Luce nella notte (Guest) 11-07-2021 15:34

Scritto da antosantos
@redazione
Nel testo ci sta un errore pesante
“Uno dei più forti giocatori dell era Open”
Prego corregere con “il giocatore più forte di sempre come dimostrato oggettivamente dai numeri”
Grazie

Mah insomma… Rod Laver ha battuto Adriano Panatta nel 1975…

8
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MARAT SAFIN (Guest) 11-07-2021 14:39

L’insidia principale sarà inevitabilmente l’esperienza nei momenti chiave… FORZA MATTEO

7
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+1: chobin
cristiano (Guest) 11-07-2021 14:36

La domenica da leoni è arrivata, wimbledon e wembley saranno teatro di una giornata storica per lo sport italiano e la concentrazione in entrambe gli stadi potrà essere il fattore chiave per decidere dove far pendere l’ago della bilancia. Il serbo da questo punto di vista sta dimostrando di non avere rivali, le sue armi tecniche è superfluo menzionarle, ma il nostro berretto nazionale ha dimostrato di essere in grande crescita anche dal punto di vista mentale e la speranza è che il fattore superfice sia la variante che renda la gara più equilibrata di quanto son stati i precedenti confronti tra i due, con la consapevolezza che …comunque vada sarà un successo!

6
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Carlone 11-07-2021 14:36

Scritto da antosantos
@redazione
Nel testo ci sta un errore pesante
“Uno dei più forti giocatori dell era Open”
Prego corregere con “il giocatore più forte di sempre come dimostrato oggettivamente dai numeri”
Grazie

A che te serve de guarda’ le partite, quando puoi dare i numeri.

5
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antosantos (Guest) 11-07-2021 14:11

@redazione

Nel testo ci sta un errore pesante
“Uno dei più forti giocatori dell era Open”
Prego corregere con “il giocatore più forte di sempre come dimostrato oggettivamente dai numeri”
Grazie

4
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-1: Domy1970
Bix (Guest) 11-07-2021 14:04

Forza Matteo.

3
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Batman (Guest) 11-07-2021 13:45

a proposito di urlo liberatorio: quello che sto per scrivere è solo una supposizione,una sensazione. non ne posso avere ovviamente certezza. però nei match successivi a quel famoso urlo contro Berretto, ho notato che Djoko ha ripetuto quell’ urlo, ma in modo un pò forzato, anche dove non ce n’era obiettivamente bisogno in vari match successivi a quello con Matteo. che il serbo abbia recitato un pò gli urli successivi per far sembrare che son diventati un suo nuovo, ma normale, modo di celebrare le vittorie? e che stia facendo ciò per cercare di nascondere quello che invece fu un vero spavento, una paura effettiva (e valida anche per futuri match) verso il giocatore Berrettini?

2
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sander (Guest) 11-07-2021 13:06

Leggo ora questo bell’articolo del Dott. Caocci, posto anche qui quanto ho scritto nell’altro articolo su Berrettini perchè ancora più attinente.

Matteo ha alcune armi da giocare su questo campo sia a livello tecnico che tattico, le conosciamo tutti, gran servizio, dritto da hammer, rovescio in back che potrebbe mettere in difficoltà Djokovic.
Perchè queste armi diventino letali c’è una cosa la più importante che servirà, prima di tutto, è la fame di vittoria. Se Matteo vorrà veramente raggiungere un obbiettivo che prima di adesso non era mai stato neanche un sogno, se vorrà veramente ottenerlo per se stesso, per l’Italia, per la sua famiglia, per il suo staff allora le sue possibilità aumenteranno.
Energie ce ne dovrebbero essere ancora, conta la fame, quella fame di cui di solito Nole è avanti a tutti, lui che ha sempre fame di successi.
Matteo, nella partita del Roland Garros con Djoko ha potuto vedere e sentire con quelle urla del Serbo quanto lo stesso fosse “toccato” dal rischio della sconfitta. In quella partita a un certo punto l’aveva vista, l’aveva percepita e proprio in quei momenti un campione come lui non molla, anzi triplica le forze, cavalca l’onda, si tiene la “sconfitta” dietro di lui, scacciandola come fosse una strega cattiva. Quelle urla di Parigi, quell’andare oltre l’umano, quasi a sembrare un “pazzo” in uno stadio vuoto erano la volontà di salire sopra, di domare quel rischio di sconfitta, più forte erano le urla più forte erano i rischi che Matteo gli stava proponendo.
Oggi Matteo, al pari, dovrà tirare fuori da dentro di se una rabbia agonistica, una voglia ti tenere a bada la sconfitta, di guardarla negli occhi, mostrargli quanto la detesta e tirare fuori un urlo e una grinta pari a quanto lo stesso Djoko ha fatto a Parigi e farà probabilmente anche oggi. Forza Matteo,per te, per la tua famiglia, per noi, per l’Italia, siamo tutti con te per darti la forza che serve.

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