Hawk eye: il tennis a 360 gradi (Seconda parte-Spotlight su Dustin Brown)

10/09/2013 13:51 5 commenti
Dustin Brown classe 1984, n.146 del mondo
Dustin Brown classe 1984, n.146 del mondo

Dopo la splendida vittoria ottenuta nella scorsa settimana, Blaz Kavcic non è riuscito a riconfermarsi nel torneo cinese di Shangai, dove si è arreso soltanto al secondo turno contro il cinese Di Wu autore di un 2013 non proprio eccellente. Così nella parte alta del tabellone può approfittare di questa situazione la terza testa di serie del tabellone, Sugita, che non riusciva a trovare continuità nei risultati da tempo. Nonostante le vittorie sofferte al secondo turno contro il neozelandese Venus e contro il tunisino Jaziri (entrambe in 3 set), il giapponese è poi salito in cattedra nelle sfide più importanti (contro Zhang e Moriya) conquistando il torneo cinese. Segnaliamo l’ottima prestazione del giapponese Uchiyama che si è imposto sulla testa di serie australiana Mitchell ed ha raggiunto le semifinali del torneo.

Challenger Shangai-50.000$-cemento- Semifinali e finale
Sugita b. Zhang 63 61
Moriya b. Uchiyama 61 63
Sugita b. Moriya 63 63


Uno dei tornei settimanali più interessanti è sicuramente quello di Brasov, a cui partecipano diversi giovani emergenti (Golding, Edmund, Pouille,Fabbiano,Melzer,ecc.) e teste di serie che cercano punti importanti per salire in classifica e entrare nei top 100. Unica delusione, tra le teste di serie, è la sconfitta al secondo turno del giocatore di casa, Ungur, uscito contro la wc Ciorcila. Ennesimo successo invece per l’austriaco Haider Maurer che non ha avuto difficoltà fino ai quarti, poi ha chiuso all’ottavo match point contro Lajovic e infine sotto di un set contro il connazionale Melzer, in rimonta lo ha sconfitto. Melzer appunto, ha raggiunto la finale sorprendendo tra gli altri il tedesco Reister, che sembrava essere il favorito per giocarsi la finale contro la testa di serie numero 1 del torneo. Segnaliamo i quarti di finale del francese Pouille che ha sconfitto il ceco Pospisil e lo spagnolo Carbaless Baena.

Challenger Brasov-30.000$.terra rossa-Semifinali e finale
Haider Maurer b. Lajovic 64 76(6)
Melzer b. Reister 62 64
Haider Maurer b. Melzer 67 64 62


Si conclude nel migliore dei modi la spettacolare settimana di Dustin Brown nel challenger di Genova. Nessuno avrebbe mai scommesso un centesimo sulle possibilità del tedesco/giamaicano di essere immortalato nelle foto di rito con le braccia attorno al trofeo della città ligure . Invece un’incredibile sequenza di scioccanti sconfitte delle teste di serie più accreditate,da tradurre in nomi spagnoli (prime 3 tds) aggiunta alla folle irrazionalità di Dustin, hanno portato all’eclatante esito del pomeriggio domenicale.
Dustin Brown è un giocatore di altri tempi; le trecce rasta (vere più di quelle trendy di Noah), il suo modo naif di stare in campo, la sua tattica scriteriata e le sue scelte di gioco quasi da matita rossa per la poca ortodossia, ne fanno un personaggio unico. Ovviamente quando il braccio lo assiste

Se in giornata è possibile estasiarsi con deliziosi tocchi, mirabolanti volèe, improbabili pallonetti che disegnano parabole allucinanti, dritti fulminanti, smorzate a grappoli,serve and volley su seconde di servizio (cercati più che sulle prime) e un campionario molto ben nutrito di colpi circensi, che altri giocatori mai oserebbero pensare, prima che tentare in partita. Splendide le sue performance nelle 5 partite del torneo, specie le quattro battaglie contro Gabashvili, Arnaboldi, Lorenzi e Volandri, dove ha ribaltato pronostici e partite con il bel tennis. Da quando Brown calca le superfici di gioco è così: prendere o lasciare. A volte capita, come questa settimana di vedere il meglio di Dustin, altre volte – e sono quelle quantitativamente più numerose – si resta delusi dai suoi errori tecnico/tattici, dalle sue manie e dalle molte palline fiondate senza giudizio in rete, in corridoio o sui teloni. Insomma, troppo bello per essere vero l’uragano Dustin apprezzato a Genova. Intanto però il suo 5to trofeo può rimanere esposto in una mensola del camper, con cui gira per i tornei. Strepitoso Brown.

CHALLENGER GENOVA – terra – euro 85.000 + H – SEMIFINALI E FINALE

Brown b Lorenzi(5) 7-6 6-2
(6)Volandri b Martin 6-2 6-1

Brown b Volandri(6) 7-6 6-3



Spotlight: Dustin Brown(Celle,8 Dicembre 1984)

La storia di vita e di tennis di Dustin Brown meriterebbe di essere approfondita in tanti aspetti e sarebbe degna di alcune sacrosante riflessioni. E’ una storia quasi irreale per uno sport che, da quando è nato, è stato sempre di élite.
Brown è figlio di padre giamaicano e madre tedesca. Nasce in Germania ma già a 12 anni, con i genitori trasferitisi nell’isola caraibica, vive e risiede a Montego Bay. Il tennis lo pratica fin da ragazzino, ma le difficoltà di una federazione pressoché inesistente non gli consente una programmazione e una crescita da professionista.

Ricorda Dustin che gli piaceva giocare, ma in assenza di circoli non gli restava altro da fare che andare nei campi ed aspettare che qualcuno andasse là per scambiare e allenarsi. E’ un autodidatta, tanto che conferma la mancanza di maestri per lunghi anni. La cosa, aggiungiamo, gli ha impedito di acquisire quei miglioramenti tecnici, che probabilmente lo avrebbero aiutato ad essere un fenomeno.
Per poter coltivare la sua passione ha dovuto prendere delle decisioni. La prima è stata quella di cercare nel Commonwealth l’aiuto che una federazione strutturata gli avrebbe garantito. La domanda è alla Lawn Tennis Association per la richiesta di un passaporto britannico che lo avrebbe reso eleggibile per la Davis Cup per la Gran Bretagna. Il collegamento, come “Dreddy” ricorda, sarebbe stata la nonna di parte paterna. La risposta negativa giunge per la mancanza di residenza in Inghilterra da almeno due anni. Ma i tanti amici, la fidanzata e il suo nuovo coach sono inglesi e nel frattempo Brown trascorre dei soggiorni nel Regno Unito.
Restava il piano B. Avendo doppia nazionalità non restava che la via tedesca. Dustin sfrutta l’opportunità che la Germania gli offre. Sul punto è quasi filosofico “ho provato a cambiare nazionalità non perché non mi sentissi giamaicano o perché non mi piace esserlo. Naturalmente sono metà e metà; sono orgoglioso di essere giamaicano e tedesco insieme”.
Il treno per la nazionalità inglese passa per i tempi troppo lunghi che avrebbe richiesto il suo caso. La stampa inglese ironizza di come i britannici abbiano perso e i tedeschi abbiano vinto dalla scelta di “Dreddy”.

Ma questa è la parte burocratica della storia di Brown, oramai definita per l’appartenenza ad una federazione. La sua storia sportiva è qualcosa che sfugge alla normalità. Un esempio di romantica follia che finisce per appassionare. Dustin impara da solo a giocare a tennis. Velocità di braccio e capacità atletiche non gli mancano. Gli mancano i soldi per un coach e per girare il mondo alla ricerca di tornei per sopravvivere nel circuito. Nel 2002 e nel 2003 gioca i pochi futures in Giamaica, ma nel 2004 spariscono. Per Dreddy, che nel frattempo è stato n.61 junior, non vi sono possibilità. La disastrata situazione della federazione cancella qualsiasi speranza.
Vi è una sola alternativa. Dustin parte il vecchio continente in cerca di fortuna. Con i pochi soldi a disposizione prova a fare della sua passione un lavoro. La famiglia gli mette a disposizione un camper per viaggiare, in modo da risparmiare per l’alloggio. Per mangiare usa il camper, in assenza di servizi offerti dai tornei con ospitalità. Così va avanti per vari anni.
I limiti tecnici, quelli che un tempo potevano essere corretti facilmente, restano per la mancanza di un coach. Nonostante tutto, con due fondamentali validi, il drop shot e la volèe, che lo fa essere anche un eccellente doppista, Dustin sbarca nei top 100 nel 2011. Poi retrocede per attestarsi tra la 135ma / 200ma posizione. Quest’anno con Wimbledon, nella sua superficie preferita, il pubblico si accorge delle potenzialità di Dustin e dello spirito unico con cui interpreta il tennis. Fa fuori Hewitt e Garcia Lopez, esce onorevolmente con Mannarino, giocando colpi sensazionali che si imprimono nella memoria di chi li ha visti. Poi la settimana di Genova per ricordare di cosa è capace Dreddy quando pesca la settimana giusta.
I suoi limiti ci sono sempre tutti: incostanza, scelte tattiche sconsigliabili, scambi e punti buttati per l’incapacità di giocare a ritmi diversi da quelli imposti da lui. Ma ciò non importa, la lezione di Dustin è un’altra, quella che con grande filosofia gli fa ricordare che il suo camper è ancora lì, parcheggiato nella proprietà dei suoi genitori e che all’occorrenza è pronto per essere rimesso in viaggio.


Alessandro C.
Daniele Sforza


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5 commenti

nere 10-09-2013 20:16

da genovese sono strafelice che dustin abbia messo il suo nome nell’albo di questo torneo… all’inizio avevo auspicato una finale tra lui e cecchinato come unico giovane italiano di prospetto presente… saltato cecchinato sono contento che abbia vinto uno come lui e la storia raccontata così bene qua spiega il perchè!!!! viva il tennis di dustin brown, viva la sua storia…

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CaptainJason (Guest) 10-09-2013 15:05

Dustin Brown è spettacolo puro.Nel tennis di oggi c’è bisogno di giocatori che sappiano divertire come lui.

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Haas78 (Guest) 10-09-2013 15:00

Bel personaggio, che evidentemente cela aspetti di vita importanti dietro il tennis di talento.
Contento che stia raccogliendo qualcosa dai sacrifici e con le possibilità limitate che gli sono state offerte, nello sport milionario è un’immagine spiazzante, che induce a vedere oltre le consuete vicende proposte alle persone

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Bonnie75 (Guest) 10-09-2013 14:31

Bellissimo articolo per un gradissimo personaggio e taleno….Poi vedi la finale di Us Open e ti rendi conto che ti sei divertito di più a vedere il torneo di Genova….Purtroppo il tennis di oggi è questo, 54 scambi a ritmi altissimi e fisici da bodybuilder. Il tutto a scapito del bel gioco 😥 Speriamo sia solo una parentesi…

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verygabry 10-09-2013 14:30

Grande dustin e bravi ragazzi… bell’articolo…

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