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Dalila Spiteri: gioco a tennis….resto chi sono e trascorro la vita! La 20enne tennista di Licata racconta la sua storia, da quando una pallina la colpì per caso…

12/09/2017 22:36 6 commenti
Dalila Spiteri classe 1997 e n.653 WTA
Dalila Spiteri classe 1997 e n.653 WTA

Anche se dipingo una mela c’è la Sicilia” (Renato Guttuso)

Il grande maestro di Bagheria non ha conosciuto Dalila Spiteri, lei non era ancora nata quando ci ha lasciati. Ma se avesse potuto dipingerne il ritratto, cogliendola magari mentre sorride ripensando alla sue radici, certo avremmo potuto scorgere nei capelli la costa di Licata e negli occhi il mare limpido che circonda l’antica Trinacria.
Avevamo contattato Dalila tempo fa e subito era stata disponibile all’intervista. In realtà sono poi passati tre mesi ma Dalila ci ha riaccolti con la stessa grazia e gentilezza della prima volta, fugando qualche nostro imbarazzo. E ci ha ospitato virtualmente in una sua giornata tennistica, per rispondere alle nostre domande. D’altronde, l’ospitalità era sacra agli antichi Greci che abitavano la sua terra e che accoglievano con feste e onori chi vi giungeva.

Allora Dalila presentati ai lettori di livetennis, anche se tanti ti conoscono benissimo e ti seguono con affetto:

Ciao a tutti! Sono nata a Licata e ho 20 anni. Avevo circa 6 anni quando il mister del circolo calcistico che frequentavo disse a mia madre che non potevo far parte della squadra di calcio perché ero troppo piccola e soprattutto perché erano tutti maschi. Così, tra disperazione e lacrime, mamma mi fece fare un giro con la macchina nella zona sportiva di Licata. Destino ha voluto che qualcuno steccasse in quel momento e che la palla finisse proprio sulla mia macchina in movimento. Da quel momento non sono più uscita dal campo! Sono cresciuta al T.C. Sant’Angelo di Licata con l’attuale presidente Pippo Cellura. Tutt’ora se c’è qualcuno che devo ringraziare in primis è il mio primo maestro Gianluca Quattrocchi. Dopo 7 anni mi ha consigliato di allenarmi in una città più grande per vedere le cose da un altro punto di vista e per avere diciamo un circolo più “attrezzato”. Così, per due anni, ho fatto avanti e indietro 3 volte a settimana da Siracusa. Anche lì ho conosciuto persone fantastiche e ringrazio il maestro Nico De Simone per avermi insegnato tantissime cose, a livello tecnico e umano. Poi la vita ha voluto che per un brutto incidente stradale smettessi di viaggiare. Ma grazie a una super mamma abbiamo vinto noi, e solo dopo 5-6 mesi eravamo già in macchina in giro per l’Italia a fare tornei. Da lì ho fatto quasi due anni in Accademia a Reggio Calabria e altri due anni in un circolo a Roma. Lì ho conosciuto il mio attuale coach Luca Locatelli. Il torneo più bello che ho fatto da piccola penso proprio che sia stata la prima “trasferta” con papà da under 12 per andare a giocare il Lemon bowl. Mi ricordo che siamo andati lì con una racchetta e un cambio per giocare il torneo e dalle pre-qualificazioni ho fatto i quarti! 8 partite vinte, ne abbiamo approfittato per fare shopping anche se per colpa mia abbiamo passato il Natale separati con mia madre e mio fratello. Come modello di tennista cui mi ispiro direi Roberta Vinci, vorrei avere la rivincita back contro back … l’ultima volta ha vinto lei . Anche se la giocatrice che ho sempre amato è Kim Clijsters. Ecco vorrei fare esattamente tutto quello che ha fatto lei.



Ora Dalila definisciti con tre, massimo quattro aggettivi:

Penso di essere solare sincera e generosa, a volte troppo “capocciona”.



Descrivi il tuo coach Luca Locatelli, e il tipo di rapporto che avete:

Con Luca mi sono trovata benissimo fin dal primo momento, anche se c’è stato inizialmente tanto odio. E’ stata la prima persona che mi ha saputo veramente prendere sia dentro che fuori dal campo e soprattutto riesce sempre a farmi dare il massimo. Mi capisce senza neanche aprir bocca. Mi ha fatto crescere tanto, ha sempre creduto in me anche quando ero tanto sfiduciata. Impariamo e cresciamo ogni giorno, impariamo tanto e insieme…visto che è anche il mio fidanzato!



Veniamo al tennis giocato: il 2017 è stato l’anno del gran balzo: dalla posizione 1118 del 2016 al best ranking 671 di agosto. E non è ancora finita….te l’aspettavi? E dove puoi e vuoi arrivare?

Sembrava che gli infortuni fossero lontani e finalmente stavo giocando tanto e spesso. Ho giocato da settembre a dicembre 2016 diciamo sempre, poi 2 mesi di preparazione e ho giocato da marzo a maggio di quest’anno . Ma, purtroppo, mi si è infiammato lo scafoide all’improvviso e mi sono dovuta fermare più di 2 mesi. Fortunatamente non devo confermare ancora niente come punti e quindi sto scalando questa bellissima montagna che è la classifica. Questa è la quarta settimana che gioco e pian piano sto ritrovando il ritmo partita. L’obiettivo era di chiudere il 2016 da 700 ma non ci sono riuscita. L’obiettivo di quest’anno è stare intorno ai 500 ma anche alzare il livello di tornei.



Da junior non hai ottenuto grandissimi risultati, almeno a guardare le classifiche. Aspettavi i Pro per maturare?

Si purtroppo da junior non ho potuto fare tanti tornei, mi limitavo a giocare i 5 tornei l’anno in Italia e a fare gli open.



La prima ed al momento unica vittoria in un torneo è arrivata nel 2016 a Solarino, nella tua Sicilia. Parlaci di questo successo:

Ogni volta che gioco a Solarino sembra che ho qualcosa o qualcuno in più con me. Mi fa bene giocare nella mia Sicilia e quella settimana ci ho creduto particolarmente tanto che il risultato è stato solo una conseguenza. Vincere il primo titolo nella mia Sicilia…. che spettacolo!



Invece quest’anno è arrivato il titolo in doppio a Vienna (ne hai vinti altri 2 lo scorso anno con Krejsova e Remondina) con Anastasia Grymalska:

Mi piace tantissimo giocare i doppi, mi diverte. Con Anastasia mi sento tranquilla in campo, lei sa trasmettere serenità e sicurezza. Ci siamo trovate subito bene anche perché andiamo d’accordo fuori dal campo.



Quest’anno sembra che ci sia la “maledizione” dei quarti di finale: sei andata vicino alle semifinali a Sezze contro la Giovine, che poi ha vinto il torneo. Ma con il gioco una vittoria arriverà:

Ecco mi è arrivata la gufata ho perso oggi al 2°turno (si riferisce alla sconfitta con Camilla Scala a Trieste nda). Si dici bene, con il gioco la vittoria arriverà!



Guarda che più della metà delle tenniste intervistate poi hanno vinto un torneo e/o hanno fatto best ranking, vedrai che portiamo bene. Andiamo avanti: 20 anni e trascorri l’anno, tranne poche vacanze, ad allenarti ed a giocare tornei in giro per il mondo. Ne vale la pena o a volte invidi le tue coetanee che vanno ad Ibiza?

Beh penso proprio che il tennis sia sacrificio, e io purtroppo ho iniziato presto se pensi che a 14 anni sono andata via da casa lontano dalla mia famiglia, dai miei amici e dalla mia Trinacria. Il mitico Simoncelli disse che “una cosa che aiuta a vivere in modo comunque più coraggioso è avere un obiettivo. Che sia di qualsiasi tipo, di sport o di lavoro. Però, Diobò, se te hai nella testa un obiettivo, un qualcosa da raggiungere, secondo me ti aiuta ad andare avanti senza paura”. E purtroppo vedo anch’io alcuni miei amici che magari finito il liceo, non sanno nemmeno cosa fare.



Hai amiche nel mondo del tennis: è possibile avere amiche nel circuito?

SI anche se purtroppo nel nostro ambiente è difficile avere delle amicizie leali. Comunque ne ho molte, per esempio Corinna Dentoni. Poi io, in generale nella vita, ho sempre avuto molti amici maschi.



Riesci a mantenere rapporti con le tue amiche d’infanzia e di scuola nonostante la vita da tennista?

Si, purtroppo solo tramite chiamate o messaggi, mi sento ancora oggi con quasi tutti ma, avendo cambiato tante scuole, ho avuto tante compagnie. Poi ho un’amica di Licata che mi sopporta da 16 anni.



Licata, la Sicilia: che cosa sono per te e quanto senti di incarnare lo spirito della tua isola?

Ho sempre portato magliette e giacche con il nome del mio paese o dell’Italia. Sin da piccola ho sempre avuto questo profondo amore. Ho una maglietta taglia L con la scritta Agrigento che mi è stata regalata come premio quando avevo 9 anni dalla mia compagna di squadra under 12. Ancora oggi la metto, forse perché tutt’oggi mi sta grande 😛



Sai che al nome Licata nell’antichità, si associava quello di Olimpiada…c’è uno spirito olimpico che aleggia nell’aria:

Tanti anni fa, quando anche l’allenamento sembrava essere impossibile da fare per colpa delle distanze o per colpa di quell’incidente, giurai che una volta partecipato alle Olimpiadi, appendevo la racchetta al chiodo… oggi smentisco quella promessa: una volta VINTE le Olimpiadi appendo la racchetta al chiodo. Vuoi mettere sentire l’inno, il mio nome e un mega-schermo nel mio giardino con tutti i miei paesani che mi tifano.



In tema di spirito olimpico, Aleksandra Krunic, che abbiamo intervistato (e poi ha vinto il suo primo WTA a Bol) ci ha detto che preferirebbe di gran lunga vincere l’oro olimpico, piuttosto che un torneo Slam. Tu che ne pensi?

Quindi vincerò anch’io in WTA presto? Grazie!! Comunque prima di vedere baciare la terra rossa alla Schiavone, anch’io ero convintissima che vincere l’oro olimpico fosse il TOP. Meglio vincere tutte e tre! Perché sono 3? Perché anche l’erba di Wimbledon non scherza.



A proposito della Krunic, è una delle poche tenniste universitarie. Tu hai frequentato liceo linguistico e liceo scientifico. Hai mai pensato di proseguire con l’università?

No purtroppo per mamma non ho mai pensato di proseguire con gli studi. Anche se non è mai troppo tardi.. chissà.



Torniamo al tennis. Stiamo vivendo un momento molto interessante nel tennis italiano. Ci sono ragazze emergenti come Trevisan, Chiesa, Paolini, Brescia, che stanno ottenendo buoni risultati:

Sono molto contenta per loro, sono tutte ottime atlete e ragazze. Spero di raggiungerle.



Fed Cup: almeno una convocazione, può essere un obiettivo per il 2019?

Spero che arrivi prima del 2019 . Vestire la maglia della nazionale ha lo stesso valore delle Olimpiadi.



Durante l’incontro Sharapova/Sevastova, uno dei commentatori di Eurosport ha sostenuto che la prima di servizio è il colpo dove si prova meno tensione psicologica. E’ vero secondo te?

Si penso che sia vero, anche se il servizio è il colpo più importante visto che è l’unico colpo in cui decidi al 100% tu cosa fare.



Tre quarti del tempo di un incontro da tennis sono di “non gioco”. A cosa si pensa in queste pause, per esempio nei cambi campo, ma anche in ricezione mentre l’avversaria tarda a battere:

E’ stato uno dei principali lavori che ho fatto con il mio mental coach Stefano. Io non pensavo a niente ahahaha!



Come gestisci la tensione pre-gara o anche le pause per pioggia. In generale sei una tennista emotiva?

Gestire le pause per forza maggiore è sempre pesante, su questo sono migliorata tanto. Il mio primo 10000K è durato 3 giorni per una partita… vincevo 1-0 il sabato e ho perso 6-1/6-0 il martedì. Pensa quante volte mi hanno rinviato il match. Oggi so gestire molto di più queste pause. Tra chiacchiere nel club o musica il tempo passa.



Una tennista italiana di cui non faccio il nome, ha scritto su Facebook che voleva saltare la rete e far “assaggiare” la racchetta in testa ad un’avversaria che esultava e faceva pugnetti sui suoi errori. Ti è capitato di avere queste fantasie?

Ahahahah! L’ha scritto una mia amica. In quel caso faceva bene… anche a me una volta è capitato di voler scavalcare la rete e iniziare un incontro di boxe. Purtroppo non si può 🙂



Ed ai Medical Time Out un po’, diciamo, tattici come reagisci?

Il mio coach mi prende ancora in giro dopo quasi due anni.. primo turno in Grecia una russa sul 6-3/5-2 15-30 per me, prima di servire ha fatto finta di svenire e siamo stati più di 15 minuti fermi… come degli scemi ci abbiamo creduto e quando stavo per darle la mano per dirle che mi dispiaceva mi ha guardato e mi ha detto che vinceva quel match.. e c’è riuscita maledizione! Oggi so gestire molto di più anche queste cose.



Adriano Panatta diceva che il “tennis è lo sport inventato dal diavolo”. Secondo te perché?

Frase che dovrebbe essere scritta in tutti i libri! Mai cosa detta fu più vera. Il tennis è uno sport dove ogni settimana perdi. Fai finale? Hai perso! Non giochi il torneo? Hai perso! Non dai il 101% un giorno? Hai perso.



Chi sarà numero 1 del ranking mondiale a fine anno e chi lo meriterebbe?

Non guardo molto il tennis in TV, non saprei dirti un nome. O forse si… Spiteri! Ahahahah!



Hai scritto su FB una massima del tuo coach: “Prima di imparare a vincere occorre imparare a perdere”. Vuoi spiegarcela?

Per poter vincere nella vita penso che bisogna imparare a perdere. Una frase che ho scritto nei muri della mia camera è :” A volte si vince e a volte si impara”. La sconfitta non ti rende altro che più forte.



Come si gestisce un rapporto facendo una vita da tennista? Jovana Jaksic ha detto che ha un patto con il suo fidanzato: non più di tre settimane senza vedersi, poi uno dei due raggiunge l’altro.

Sì lo sono, da poco più di due anni. Essendo il mio coach è difficile non vederci… Come ogni cosa anche questo ha le due facce della medaglia. Mi hai dato una bellissima idea.. anch’io devo fare quel patto ma al contrario ahahaha!



In questi giorni, dopo gli attentati terroristici, si ritorna alla minaccia nucleare con la crisi coreana. Quando pensi a queste cose come reagisci?

Purtroppo mettono paura ma, sarà retorico dirlo, io penso davvero che l’amore vinca sempre. Quindi mai fermarsi e viaggiare sempre!



Il tuo film ed il tuo libro preferiti:

Mi piace tantissimo “American Sniper”, ma anche “Perfetti sconosciuti” è tanta roba. Come libri diciamo che non ho ancora trovato quello giusto. Forse perché preferisco ascoltare le mie solite canzoni anni ’80.



Questi sono i versi di Rosa Balistrieri, grande tua concittadina. A cosa ti fanno pensare:
Stasira vaju e curru cu lu ventu/ A grapiri li porti di la Storia/ Stasira vogghiu dari pu un mumentu/ La vita a lu passatu e alla memoria/ Stasira cu la vampa di l’amura/Scavu na fossa, na fossa/A lu duluri/C’è chiù duluri, c’è chiù turmentu/Ca gioia e amuri pi l’umanità (…)

E’ una delle canzoni più belle del suo repertorio. In questa canzone c’è tutta la sua storia umana piena di lacrime e sofferenza. Lei è la storia di Licata, è la storia di chi dimentica il dolore e apre i pugni per conquistare la sua dignità, di chi fa “piovere amore”. “Grapu li pugno, cuntu li dita, restu cu sugnu, scurru la vita” Apro i pugni, conto le dita, resto chi sono, trascorro la vita



Qual è il tuo sogno da realizzare nel tennis?

Olimpiadi, Fed Cup. Dare tutto prima di smettere.



E i tre desideri da realizzare nella vita?

Non ho niente da desiderare. Penso di essere una persona molto fortunata. Ecco, forse il desiderio più grande è la salute non solo per me ma per tutte le persone mie care. Poi, fra un po’ di anni, vorrei avere una famiglia speciale come lo è stata la mia. Permettimi di aggiungere una cosa: grazie di questa intervista Antonio, grazie a livetennis e un grazie speciale alla mia famiglia.


Grazie a te Dalila, non ti perderemo di vista ora che abbiamo imparato ad apprezzarti. Lascia a noi il privilegio di desiderare qualcosa per te: vorremmo che quella pallina che ha colpito tanti anni fa la tua macchina, tornasse ancora per rimbalzare, questa volta, dentro ad un tuo trofeo. Di quelli che si innalzano in campo ma anche di quelli che si conquistano nella vita.


Antonio De Filippo


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6 commenti

CamporeseFan 13-09-2017 07:10

L’ho vista dal vivo l’anno scorso nelle quali del Tevere Remo e mi fece una buona impressione per il rovescio ad una mano ed in generale per una buona varietà di colpi. Bisogna vedere dove riesce ad arrivare senza problemi fisici.

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radar 12-09-2017 23:11

Gran bel rovescio a una mano: sempre più una rarità, soprattutto nel femminile.
Chi lo gioca ha già qualcosa di speciale.

Dalila ha carattere e lo mostra anche nell’intervista: passo dopo passo, potrà crescere e avvicinarsi e raggiungere gli obiettivi che si è posta.

Bella persona e tennista non banale!

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Emanuele 12-09-2017 20:21

In realtà a Sezze ha vinto Maria Marfutina su Giovine.

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Tennisaddicted (Guest) 12-09-2017 18:30

E bravo Locatelli… 😉

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Peppo81 (Guest) 12-09-2017 17:45

simpaticissima Dalila, da buona sicula non molla, spero che possa vincere presto il tuo primo torneo, piedi per terra e sogna!

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Macbeth (Guest) 12-09-2017 17:28

Prima cosa “beck vs beck” non si può vedere. Poi quando ha detto “A volte si vince e a volte si impara” sembrava un po’ Vialli con la Juve…

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