Nadal risponde a Federer Copertina, Generica

Rafael Nadal risponde a Roger Federer sulla regola dei 20 secondi: “Arriva ad un certo punto che questa canzoncina stanca un po’ a tutti. C’è un arbitro che è in campo, lasciamolo arbitrare tranquillamente”

29/06/2014 11:44 105 commenti
Rafael Nadal classe 1986, n.1 del mondo
Rafael Nadal classe 1986, n.1 del mondo

Rafael Nadal risponde a Roger Federer che l’altro ieri aveva parlato della regola dei 20 secondi tra un punto e l’altro dichiarando “che era importante giocare velocemente e rispettare il tempo limite di 20 secondi per servire. Altrimenti rischiamo di perdere molti telespettatori a causa della troppa lentezza del gioco che così diventa noioso”.

Risponde Nadal:Arriva ad un certo punto che questa canzoncina stanca un po’ a tutti. C’è un arbitro che è in campo, lasciamolo arbitrare tranquillamente. Basta venire in conferenza stampa ed esercitare pressioni dicendo sempre la solita cosa.”

“Ho chiesto al Consiglio ATP come andavano le cose due anni fa e la risposta fu che il tennis, in un periodo di crisi dell’intero globo, stava crescendo moltissimo.
Direi che gli appassionati sono aumentati e non diminuiti come dicono alcuni.
Quando parla Federer, parla Federer, ma adesso sto parlando io e sto chiarendo questo punto. Alla fine ognuno vuole le cose come meglio gli conviene perchè alla fine è più semplice vedere le cose dal punto di vista a te più favorevole”.
Anche Novak Djokovic infrange spesso questa regola, anche più di me
.


TAG: , , , ,

105 commenti. Lasciane uno!

Ghiro (Guest) 30-06-2014 13:02

@ Bombardiere in stato di grazia (#1106211)

Ok, scusa, non lo sapevo, ma tra un ghiro e uno in stato di grazia chi vuoi che fosse il primo ad accorgersene?
Comunque spunti ne poteva offrire, fatta salva la provenienza.
Ciao.

105
Replica | Quota | 0
Bisogna essere registrati per votare un commento!
Original Giulio 30-06-2014 13:00

@ Bombardiere in stato di grazia (#1106211)

E infatti chi l’ha copiato l’ha detto nell’ultima riga..se si leggessero fino in fondo gli articoli… 🙄

104
Replica | Quota | 0
Bisogna essere registrati per votare un commento!
Bombardiere in stato di grazia (Guest) 30-06-2014 12:56

Scritto da Il Ghiro

Scritto da grandepaci
Sgombriamo subito il campo da inutili fraintendimenti: Roger Federer è un fenomeno. Lo dicono i numeri e un albo d’oro che (per ora) non ha eguali; il suo nome resterà nella storia del tennis. Ma tra l’essere un fenomeno e l’essere il “Dio della racchetta” ci passano in mezzo parecchie cose. Perché se sono appunto certi numeri (come i 17 tornei del Grande Slam vinti) a celebrare il fuoriclasse svizzero, altre cifre raccontano una storia diversa, quella di un mito del “giocatore più forte di sempre” costruito su ricordi che sono sempre più sbiaditi.
Cerchiamo di fotografare quest’altra verità, e facciamolo proprio dopo che Federer si è appena portato a casa per la settima volta il trofeo del torneo di Halle, prologo tedesco della stagione sull’erba che porta a Wimbledon. Così magari si può capire perché André Agassi, uno che peli sulla lingua non ne ha mai avuti, ha recentemente dichiarato: «La gente può dire ciò che vuole ma per me il miglior giocatore di sempre è Rafa Nadal. Non vi piace il suo stile? Neanche a me, soprattutto quando mette la camicia a quadri con la cravatta blu».
Lodi incondizionate. È tornato al successo ad Halle Re Roger, e puntuali sono partite le lodi sperticate della stampa e di tifosi che appartengono a una sorta di setta che non si limita a sostenere il campione di Basilea ma per la quale ogni volta che Federer mette in campo una volée è il trionfo del “vero tennis”. Considerazioni legate all’affetto e al rispetto che si devono a un grande campione, certo, ma che sembrano francamente sproporzionate rispetto alla realtà. Quello di Halle è stato infatti per l’elvetico il secondo successo stagionale e appena il terzo da gennaio 2013, tutti in manifestazioni non di primissimo piano. Senza scomodare gli eterni rivali Novak Djokovic e Rafa Nadal, che nello stesso periodo ne hanno ottenuti rispettivamente 10 e 14 di ben altra levatura, basta guardare l’albo d’oro dell’eterno brutto anatroccolo dei “Fab Four”, Andy Murray, per accorgersi che anche l’inglese ha doppiato Federer alzando 4 trofei tra cui quello di uno Slam.
Si può obiettare che prendere in considerazione un periodo di tempo così limitato non sia indicativo, e allora toniamo ancora più indietro con gli anni valutando le ultime quattro stagioni e ciò che soprattutto conta, cioè i tornei del Grande Slam. Ebbene, dal 2011 Federer ha vinto la miseria di uno degli ultimi 14 majors raggiungendo in un’unica altra occasione la finale. E il 2011 non è un anno casuale, ma quello dell’esplosione di Novak Djokovic, il momento nel quale Federer si è trovato a dover affrontare non più un solo avversario del proprio livello, Nadal, ma due. E da quando questi si sono messi a far sul serio la pallina Federer non l’ha quasi vista più: non solo perché negli stessi ultimi 42 mesi il serbo e il maiorchino si sono portati a casa un totale di 10 Slam (con anche 9 finali raggiunte), ma anche in quanto negli scontri diretti sul campo ne è uscito quasi sempre con le osse rotte. Roger ha infatti vinto 5 delle ultime 15 partite contro Nole (erodendo un vantaggio complessivo che ora lo vede avanti solo 18 a 16) e 2 delle ultime 11 con Nadal (bilancio totale 23 a 10 per l’iberico).
Gli avversari contano. Perché per definire il valore assoluto di un giocatore contano anche gli avversari che ha dovuto affrontare sulla sua strada. Ed appare abbastanza evidente che da quando Federer non si è dovuto più misurare con Andy Roddick, Mark Philippoussis, Marcos Baghdatis, Marat Safin, Robin Soderling e Fernando Gonzales (da lui incontrati in 9 delle 17 finali vinte dello Slam), tennisti che per mancanza di talento o di continuità saranno presto dimenticati, ma con fuoriclasse di prima grandezza la musica per lui sia parecchio cambiata. Il suo record di trionfi nei quattro tornei principali lo svizzero l’ha infatti costruito quasi tutto tra il 2004 e il 2009, periodo di interregno tra gli ultimi fuochi di Pete Sampras e André Agassi e l’arrivo dei nuovi fenomeni Nadal e Djokovic.
E proprio a gente come Pete Sampras e ad André Agassi bisogna far riferimento per confutare la più semplice delle giustificazioni, quella secondo la quale a condannare Federer, 33 anni ad agosto 2014, è l’anagrafe. La carta d’identità non sembrava infatti pesare ad Agassi quando a 35 anni ha raggiunto la sua ultima finale dello Slam all’Us Open o a Sampras quando ha vinto l’ultimo torneo che ha disputato in carriera sempre a Flushing Meadows nel 2002. Risultati ottenuti sul cemento, dove gli scambi possono durare un’eternità e bisogna conquistarsi ogni piccolo quindici, e non sull’erba, l’unica superficie sulla quale Federer sembra ancora competitivo per i bersagli grossi, sulla quale con un buon servizio puoi far durare un game il tempo di quattro ace eliminando buona parte della corsa, del sudore e della fatica, cioè di quello cose che rendono lo sport quello che è.
Auguriamo a Federer di smentirci e trionfare al Wimbledon ormai alle porte, ma probabilmente neanche questo basterebbe a cambiare idea. Davanti al fuoriclasse svizzero bisogna sempre togliersi il cappello per tutto quello che ha fatto, però non è necessario inchinarsi perché non si tratta di un re assoluto ma di un fenomeno tra i fenomeni. :winkarticolo copiato che quoto in pieno..e voi…

PER LA REDAZIONE(scusate ma non saprei in quale altro modo contattarvi)
Non sono concorde con questo post in molte valutazioni, però è uno dei più interessanti scritti negli ultimi tempi e credo sia un errore relegarlo in questa discussione ormai finita.
Credo sarebbe fonte di lunghe discussioni, molte delle quali interessanti.
Non si potrebbe, se l’autore è favorevole, riproporlo come articolo da commentare nella home page principale?
Grazie.

questo commento è COPIATO pari pari da un articolo!!!
http://www.gqitalia.it/sport/tennis/2014/06/17/roger-federer-falso-mito-giocatore-forte-storia/
Altro che spunti interessanti e discussioni…ma ormai di che vogliamo stupirci…

103
Replica | Quota | 0
Bisogna essere registrati per votare un commento!
Il Ghiro (Guest) 30-06-2014 12:38

Scritto da grandepaci
Sgombriamo subito il campo da inutili fraintendimenti: Roger Federer è un fenomeno. Lo dicono i numeri e un albo d’oro che (per ora) non ha eguali; il suo nome resterà nella storia del tennis. Ma tra l’essere un fenomeno e l’essere il “Dio della racchetta” ci passano in mezzo parecchie cose. Perché se sono appunto certi numeri (come i 17 tornei del Grande Slam vinti) a celebrare il fuoriclasse svizzero, altre cifre raccontano una storia diversa, quella di un mito del “giocatore più forte di sempre” costruito su ricordi che sono sempre più sbiaditi.
Cerchiamo di fotografare quest’altra verità, e facciamolo proprio dopo che Federer si è appena portato a casa per la settima volta il trofeo del torneo di Halle, prologo tedesco della stagione sull’erba che porta a Wimbledon. Così magari si può capire perché André Agassi, uno che peli sulla lingua non ne ha mai avuti, ha recentemente dichiarato: «La gente può dire ciò che vuole ma per me il miglior giocatore di sempre è Rafa Nadal. Non vi piace il suo stile? Neanche a me, soprattutto quando mette la camicia a quadri con la cravatta blu».
Lodi incondizionate. È tornato al successo ad Halle Re Roger, e puntuali sono partite le lodi sperticate della stampa e di tifosi che appartengono a una sorta di setta che non si limita a sostenere il campione di Basilea ma per la quale ogni volta che Federer mette in campo una volée è il trionfo del “vero tennis”. Considerazioni legate all’affetto e al rispetto che si devono a un grande campione, certo, ma che sembrano francamente sproporzionate rispetto alla realtà. Quello di Halle è stato infatti per l’elvetico il secondo successo stagionale e appena il terzo da gennaio 2013, tutti in manifestazioni non di primissimo piano. Senza scomodare gli eterni rivali Novak Djokovic e Rafa Nadal, che nello stesso periodo ne hanno ottenuti rispettivamente 10 e 14 di ben altra levatura, basta guardare l’albo d’oro dell’eterno brutto anatroccolo dei “Fab Four”, Andy Murray, per accorgersi che anche l’inglese ha doppiato Federer alzando 4 trofei tra cui quello di uno Slam.
Si può obiettare che prendere in considerazione un periodo di tempo così limitato non sia indicativo, e allora toniamo ancora più indietro con gli anni valutando le ultime quattro stagioni e ciò che soprattutto conta, cioè i tornei del Grande Slam. Ebbene, dal 2011 Federer ha vinto la miseria di uno degli ultimi 14 majors raggiungendo in un’unica altra occasione la finale. E il 2011 non è un anno casuale, ma quello dell’esplosione di Novak Djokovic, il momento nel quale Federer si è trovato a dover affrontare non più un solo avversario del proprio livello, Nadal, ma due. E da quando questi si sono messi a far sul serio la pallina Federer non l’ha quasi vista più: non solo perché negli stessi ultimi 42 mesi il serbo e il maiorchino si sono portati a casa un totale di 10 Slam (con anche 9 finali raggiunte), ma anche in quanto negli scontri diretti sul campo ne è uscito quasi sempre con le osse rotte. Roger ha infatti vinto 5 delle ultime 15 partite contro Nole (erodendo un vantaggio complessivo che ora lo vede avanti solo 18 a 16) e 2 delle ultime 11 con Nadal (bilancio totale 23 a 10 per l’iberico).
Gli avversari contano. Perché per definire il valore assoluto di un giocatore contano anche gli avversari che ha dovuto affrontare sulla sua strada. Ed appare abbastanza evidente che da quando Federer non si è dovuto più misurare con Andy Roddick, Mark Philippoussis, Marcos Baghdatis, Marat Safin, Robin Soderling e Fernando Gonzales (da lui incontrati in 9 delle 17 finali vinte dello Slam), tennisti che per mancanza di talento o di continuità saranno presto dimenticati, ma con fuoriclasse di prima grandezza la musica per lui sia parecchio cambiata. Il suo record di trionfi nei quattro tornei principali lo svizzero l’ha infatti costruito quasi tutto tra il 2004 e il 2009, periodo di interregno tra gli ultimi fuochi di Pete Sampras e André Agassi e l’arrivo dei nuovi fenomeni Nadal e Djokovic.
E proprio a gente come Pete Sampras e ad André Agassi bisogna far riferimento per confutare la più semplice delle giustificazioni, quella secondo la quale a condannare Federer, 33 anni ad agosto 2014, è l’anagrafe. La carta d’identità non sembrava infatti pesare ad Agassi quando a 35 anni ha raggiunto la sua ultima finale dello Slam all’Us Open o a Sampras quando ha vinto l’ultimo torneo che ha disputato in carriera sempre a Flushing Meadows nel 2002. Risultati ottenuti sul cemento, dove gli scambi possono durare un’eternità e bisogna conquistarsi ogni piccolo quindici, e non sull’erba, l’unica superficie sulla quale Federer sembra ancora competitivo per i bersagli grossi, sulla quale con un buon servizio puoi far durare un game il tempo di quattro ace eliminando buona parte della corsa, del sudore e della fatica, cioè di quello cose che rendono lo sport quello che è.
Auguriamo a Federer di smentirci e trionfare al Wimbledon ormai alle porte, ma probabilmente neanche questo basterebbe a cambiare idea. Davanti al fuoriclasse svizzero bisogna sempre togliersi il cappello per tutto quello che ha fatto, però non è necessario inchinarsi perché non si tratta di un re assoluto ma di un fenomeno tra i fenomeni. :winkarticolo copiato che quoto in pieno..e voi…

PER LA REDAZIONE(scusate ma non saprei in quale altro modo contattarvi)
Non sono concorde con questo post in molte valutazioni, però è uno dei più interessanti scritti negli ultimi tempi e credo sia un errore relegarlo in questa discussione ormai finita.
Credo sarebbe fonte di lunghe discussioni, molte delle quali interessanti.
Non si potrebbe, se l’autore è favorevole, riproporlo come articolo da commentare nella home page principale?
Grazie.

102
Replica | Quota | 0
Bisogna essere registrati per votare un commento!
Ghiro (Guest) 30-06-2014 03:12

Scritto da Matir
@ Il Ghiro (#1105761)
…avrei qualhe appunto:
1.Se una regola penalizza 2 giocatori e depenalizza praticamente tutti gli altri, non direi che è ad-personam in negativo, semmai è in positivo per la stragrande maggioranza dei giocatori.
2.Il concetto di spettacolo è abbastanza soggettivo: per me spettacolo è una demi-volee al bacio, un lob liftato, un passante in corsa. 2 he fanno “a botte” per 5 ore non lo definisco spettacolo, lo definisco noia. E se devo aspettare 1 minuto e mezzo per la fine di un punto, fondamentalmente è un minuto che mi allontana dal gioco. (ma ripeto, è soggettivo).
Personalmente, per qualsiasi sport, più si va nella direzione del “muscolare” e peggio è.
3.Non capiso da dove venga l’assioma “più una partita ha scambi lunghi più è spettacolare”. Per quel che mi riguarda è vero nel momento in cui sono l’eccezione, ma quando diventano la regola semplicemente mi annoio.
E fatico a pensare che uno che non tifi per uno dei 2, o non sia un appassionato di tennis possa definire ciò “spettacolo”.
In ultimo, vedere questa regola come “penalizzante per il loro tennis” e non vedere la sua assenza come “penalizzante per chiunque non sia fisicamente mostruoso” mi sembra di parte.
Se così fosse, qualsiasi giocatore potrebbe decidere di fermarsi 3 minuti tra un punto e l’altro per annullare il gap fisico e riposarsi.
Sarebbe considerato ancora spettacolo?

Ciao, ti rispondo solo adesso perché sono appena tornato da un addio al celibato, e li’ lo spettacolo c’è’ stato!
Per chiarire, i miei concetti estetici sul tennis sono simili ai tuoi, anch’io preferisco il serve and volley però dobbiamo intenderci, qual’e’ lo scopo della regola?
Se lo scopo e’ televisivo ha un senso, se invece è un modo surrettizio per cambiare il tennis ed impedire il modo di giocare di 4 top 10(i 2 più Murray e Ferrer) ne ha un altro.
Dire che il gioco deve essere continuo ed affidarsi al buon senso non era sufficiente ?
Un’ altra cosa che potrei dirti e’ che il modo di giocare che caratterizza questo periodo e’ solo un ciclo, che stava comunque per chiudersi, come quello dei pallettari puri, poi dei serve and volley ecc.ecc.
Infatti,dopo la stagione dei Nole,Rafa e Andy, il tennis si sta evolvendo in modo diverso,i nuovi aspiranti top 5, indipendentemente da questa regola, avranno caratteristiche diverse dai 3citati.
Parlo dei quasi top 5/10Raonic,Dimitrov, Tomic(se sistemasse i problemi extra tennis),Dolgo, dei giovani in rampa tipo Vesely o Thiem, fino ad arrivare ai giovanissimi tipo Kokkinakis,Kirgios ecc.ecc., non vedo tennisti simili ai 3citati o con caratteristiche prettamente difensive.
Molti di loro cercano rapidamente il punto, e non hanno caratteristiche fisiche da superuomini.
Vedi eredi di Rafa, Nole ed Andy (come modo di giocare)all’orizzonte?

101
Replica | Quota | 0
Bisogna essere registrati per votare un commento!