Secondo il dirigente, l'Europa resterà il cuore del tour Pro ATP, Copertina

Intervista esclusiva a Giorgio Di Palermo: “I Premium 175 hanno colmato una lacuna”

22/05/2023 15:51 8 commenti
Giorgio Di Palermo, direttore del “Piemonte Open Intesa Sanpaolo” (foto SuperTennis - Andrea Pellegrini)
Giorgio Di Palermo, direttore del “Piemonte Open Intesa Sanpaolo” (foto SuperTennis - Andrea Pellegrini)

Giorgio Di Palermo è riuscito nella non facile impresa di condurre in porto la prima edizione del Piemonte Open, il Challenger Premium 175 che si è disputato sui campi del Circolo della Stampa Sporting di Torino. Una prima edizione martoriata dalla pioggia che Giorgio, supportato da norme che glielo consentivano, è riuscito a far concludere trasferendo semifinali e finali dai preposti campi in terra a quelli in duro del Training Center delle ATP Finals. Decisione lecita e consentita, ma difficile da prendere, e per questioni di linearità di condotta, e per rispetto di giocatori e pubblico. Ma per poter concludere il torneo non si poteva davvero far altro.
Prova complicata per Di Palermo? Per uno con un curriculum come il suo, per uno che in seno all’ATP ne ha viste di ogni, chiudere bene e con fermezza il Challenger torinese è stata poco più una passeggiata tonificante.

Giorgio Di Palermo, per dire quello che san tutti, è romano, classe 1964, e dopo una laurea in giurisprudenza, è subito salito sul tram che gli ha cambiato esistenza e vita. “Non ti dimenticare di scrivere che sono un uomo fortunato.”
La fortuna sta nell’aver cominciato, subito dopo l’università, ad aver esperienze manageriali nell’ambito del tennis professionistico, prima coi Challenger, poi con gli appuntamenti WTA e ATP, sempre avendo come base e trampolino il Foro Italico.
Ma la fortuna bisogna assecondarla e Giorgio, abitato sì da notevole disincanto romano, ma pronto e sveglio nel capire contesti e situazioni, sfruttando l’innata abilità nel districarsi con almeno cinque o sei lingue straniere, ha colto nel ’96 l’opportunità che l’ATP gli offrì, diventando ben presto uno dei Tour Manager più apprezzati del circuito, tanto che nel 2009 entrò addirittura a far parte del board del sindacato dei giocatori, divenendone il rappresentante in seno allo speciale CdA. Da due anni è vice presidente di Tennis Europe e dal 2018 l’occhio lungo di Binaghi ha fatto sì che Di Palermo entrasse nei ranghi della dirigenza della nostra Federtennis, ora FITP: uno con le conoscenze di Giorgio non può che fare del bene al nostro movimento, soprattutto in relazione all’ambito internazionale e di vertice. L’occasione di incontrarlo a Torino ci permette di capire dove sta andando il tennis, che derive sta prendendo.

Giorgio, se ti va, cominciamo proprio da questo torneo, per poter parlare dei Challenger Premium 175: che ne pensi?
“Penso che siano un’ottima cosa. I giocatori vogliono giocare sempre di più e nella seconda settimana dei Master 1000, coloro che avevano perso, quelli di seconda fascia ma compresi in un ranking di tutto rispetto, non potevano far altro che star fermi, o rivolgersi verso tappe minori e molto poco appetibili. L’inserimento dei tornei Premium 175 ha colmato una lacuna e ha aperto nuove prospettive.”

In effetti a Torino, dopo aver visto i tabelloni di Phoenix, Aix en Provence e infine quello di Bordeaux, eravamo pronti a fregarci le mani, invece le nostre attese sono andate deluse. Mi chiedo che buoni argomenti abbiano avuto sulle rive della Gironda per vedere schierati Murray, Wawrinka, Thiem, Gasquet, tutti i francesi di fama e molti altri bei nomi…
“Se ti riferisci a ‘certi argomenti’, ti stoppo subito: per ferreo, rigorosissimo regolamento, Master 1000 e Challenger non possono stringere contratti extra prize money. Punto. Certo, la differenza tra i due draw è palese, ed è lecito che tu ti chieda come hanno fatto, però sarebbe un errore bocciare la prima avventura, visto che l’accordo per il Circolo della Stampa verte su tre edizioni. Diciamo che al primo tentativo non siamo stati molto fortunati. Attendere a Torino uno dei nostri giocatori di punta, significava vederlo perdere a Roma anzitempo e non è un bel pensiero. Meglio tornare però a ripeterti quello che ti dicevo poc’anzi: questi tornei sono stati creati per favorire i giocatori che sgomitano per salire ai vertici e che invece spesso nella seconda settimana dei Master 1000 son fuori dai giochi. Guarda che più dei soldi in palio a loro interessano i punti da poter mettere in carniere. 175 punti per il vincitore, a certi livelli, sono davvero tanti e non potrebbero neppure immaginare di poterli conquistare in tappe di più alto lignaggio”.

Be’, pensa come cambia da questa settimana l’annata di Federico Gaio: da n° 337 che era avvicina i 250 e può sperare di arrivare a giocare le quali nei tornei del Grande Slam…
Ma veniamo ad altro argomento, com’è cambiato geopoliticamente il tennis negli ultimi tre anni: prima il Covid, poi la guerra in Europa… La soppressione di molte tappe nell’Estremo Oriente per pandemia, il conflitto russo-ucraino ha obbligato a ridisegnare le strategie dello show business tennistico, cercando nuovi spazi?
“È innegabile che qualcosa sia mutato, ma se guardi bene il nostro mondo questo continua ad essere fortemente dipendente e incentrato sull’Occidente, col cuore stabile in Europa. Del resto, se ci pensi e ti riferisci alla Cina, non abbiamo mai avuto dei riscontri straordinari che facessero propendere per un serissimo spostamento verso est della bilancia degli interessi. Non è avvenuto il boom che invece ha registrato la percussione fatta dalla NBA, che ha obbligato a volgere attentamente lo sguardo verso la Cina e a stravolgere certe strategie, visto il clamoroso successo e interesse originatosi verso il basket USA. Per quanto concerne l’ATP poi, non è che si sia perso molto: spesso e volentieri certi mercati erano più orientati verso l’ospitare tappe di rilievo femminili, avendo sicure protagoniste le ragazze di casa. Diverso il discorso del Medio Oriente che offre ai giocatori situazioni e ponti d’oro, cosa che effettivamente comincia ad avere un peso da considerare”.

Giocare sempre, giocare ovunque però porta con sé alcune problematiche, vedi la polemica sulle palle scatenata da Medvedev dopo Rotterdam, proseguita da Tsitsipas e portata vanti da altri, o al fatto che troppo spesso si inanellano tra i big frequenti ritiri e infortuni. Pensa se in Formula Uno un circuito sì e un circuito no al via mancassero una volta le Red Bull, un’altra le Ferrari e un’altra ancora le Mercedes…
“Il circuito, fatto di quasi dodici mesi di gare senza interruzioni, pone imprendiscibilmente problemi, alcuni irrisolvibili senza un ‘adeguata programmazione personale. Quello che l’ATP ha cercato di fare è stato far sì che tornei d’un dato swing, lungo due, tre tappe di rilievo più tutto il corollario di appuntamenti minori attorno ad esso, venissero disputati col medesimo tipo di palle.
Nella fattispecie, se pensi a dove si giocava nel periodo di maggior polemica, era impossibile non avere criticità: Europa indoor, Medio Oriente outdoor sul duro, America Latina terra, e subito dopo duro negli States… I materiali rappresentano un complemento; se c’è un problema, credo che vada ricercato altrove”.

Cosa pensi del tennis che verrà, quello senza i “Fab 3”?
“Che il tennis andrà avanti è avrà sempre protagonisti in grado di renderci felici. Certo, chissà quanto ci vorrà e se mai ci sarà di un nuovo un tempo per riavere dominatori assoluti come Federer, Nadal e Djokovic, però non è che siamo tanto malmessi con Rune, Alcaraz e…i nostri.
Hai visto cosa succede quando gioca Sinner? È veramente “Sinnermania” e sono sicuro che ci attende un periodo radioso grazie anche a quello che sapranno fare Musetti, Berrettini – che ci auguriamo tutti torni presto -, Sonego e tutti i ragazzi che stanno seguendo a ruota.
Pensaci, da quanto stavamo aspettando un periodo così? Godiamocelo perché ce lo siamo meritato. E per quanto riguarda me, è bellissimo davvero aver avuto un incarico federale ed esserne parte e in qualche modo contribuire a realizzarlo. Te l’ho detto o no che sono un uomo fortunato?”.

Elis Calegari


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8 commenti

Come trasformare un challenger frequentatissimo da bambini ed anziani del quartiere Santa Rita in un meeting fra elitari: un vero genio del marketing costui; sarà anche corretto cambiare superficie per le semifinali rendendole indoor, ma allora chiamate questo torneo la seconda edizione di quello appunto sul veloce indoor che si tenne negli stessi spazi vetrati indoor a fine inverno 2022: Poi con Nardi ad esempio già eliminato dalle qualificazioni parigine Federico Gaio potrebbe ancora scegliere se giocarle???? Se Parigi val bene una messa, secondo me altrettanto le si può far saltare a un atleta che necessitasse di farle per motivi di classifica, giocando di domenica sera quando il tempo era giustamente dato in miglioramento cista l’importanza di queste nuove categorie di tornei che valgono quasi un Atp 250… Infine l’alto lignaggio cosa sarebbe, il ranking di tennisti seppur in ripresa di risultati come ad esempio Stefano Napolitano?

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gisva 22-05-2023 18:47

Scritto da walden

Scritto da gisva
I 175 possono essere utili, ma due in una settimana sono troppi.
Torino aveva potenzialmente un tabellone migliore di Bordeaux, ma le prime teste di serie di TOrino erano ancora in gioco a ROma, per cui non sono andate a Torino ed hanno anche impedito che la seconda fascia di giocatori andasse lì. Quindi c’è stato i sorpasso di Bordeaux.
Ci fosse stato un 175 ed un 100, sarebbe stato meglio.
Inoltre va fatta una riflessione sulla disparità fra punti e soldi dati dai tornei.
Non vero che i giocatori preferiscono i punti ai soldi. Quindi spesso fanno scelte che non sembrano comprensibili, invece lo sono.

I 175 andrebbero collocati nella seconda settimana di uno Slam, e vicino (anche se non necessariamnete nello stesso Stato dove si svolge, nel caso del RG, per esempio l’Italia o la Germania potrebbero andar bene, nel caso di W sempre la Germanioa o l’Olanda, etc.)per queste ragioni, piuttosto che nella seconda di un Master
1. lo SLAM raccoglie un numero maggiore di partecipanti, sia come MD che come qualificazioni, rispetto ad un Master, quindi ci sarebbe più “scelta”;
2. si tratterebbe di una seconda settimana “vera”, mentre nei Master di due settimane in realtà, anche senza ritardi dovuti al maltempo, al Sabato non si sono ancora giocati due turni, quindi i migliori sono ancora in corsa, negli slam entro la Domenica si sono giocati tre turni, quindi molte “eliminazioni eccellenti” potrebbero essere interessate al torneo. Inoltre le qualificazioni potrebbero coinvolgere tennisti che a loro volta hanno partecipato alle qualificazioni, e quindi già preparati e presenti in loco.
3. Nella seconda settimana degli Slam si svolgono già dei Challenger, anche 125, cioè il livello più alto, ma un 175, vale a dire un “quasi ATP” potrebbe attirare anche i non abituali frequentatori di Challenger. Ci sarebbe una “domanda” sostenuta, e quindi la possibilità di organizzarne due con buon riscontro, a differenza di quanto capitato nei due di Cagliari e, soprattutto, Torino.

Nella seconda settimana degli Slam, c’è un cambio di scenario, per cui non è necessario un torneo riempitivo.

Dopo l’Australia i tennisti tornano a casa e preparano il resto della stagione.
Dopo Rolando, c’è chi continua su terra e chi pensa all’erba.
Dopo Wimbledon lo stesso.
Dopo lo US Open, molti cambiano continente.
Per questo bastano i 125 o minori.

Anche dopo Miami non è stato messo in 175 per lo stesso motivo.
Per questo penso che il problema dei 175 su terra, sia soprattutto che erano in due nella stessa settimana.
Ci sono comunque una ventina di top100 che potrebbero partecipare. Non di più.
Per questo ne basta uno

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walden 22-05-2023 16:55

Scritto da gisva
I 175 possono essere utili, ma due in una settimana sono troppi.
Torino aveva potenzialmente un tabellone migliore di Bordeaux, ma le prime teste di serie di TOrino erano ancora in gioco a ROma, per cui non sono andate a Torino ed hanno anche impedito che la seconda fascia di giocatori andasse lì. Quindi c’è stato i sorpasso di Bordeaux.
Ci fosse stato un 175 ed un 100, sarebbe stato meglio.
Inoltre va fatta una riflessione sulla disparità fra punti e soldi dati dai tornei.
Non vero che i giocatori preferiscono i punti ai soldi. Quindi spesso fanno scelte che non sembrano comprensibili, invece lo sono.

I 175 andrebbero collocati nella seconda settimana di uno Slam, e vicino (anche se non necessariamnete nello stesso Stato dove si svolge, nel caso del RG, per esempio l’Italia o la Germania potrebbero andar bene, nel caso di W sempre la Germanioa o l’Olanda, etc.)per queste ragioni, piuttosto che nella seconda di un Master
1. lo SLAM raccoglie un numero maggiore di partecipanti, sia come MD che come qualificazioni, rispetto ad un Master, quindi ci sarebbe più “scelta”;
2. si tratterebbe di una seconda settimana “vera”, mentre nei Master di due settimane in realtà, anche senza ritardi dovuti al maltempo, al Sabato non si sono ancora giocati due turni, quindi i migliori sono ancora in corsa, negli slam entro la Domenica si sono giocati tre turni, quindi molte “eliminazioni eccellenti” potrebbero essere interessate al torneo. Inoltre le qualificazioni potrebbero coinvolgere tennisti che a loro volta hanno partecipato alle qualificazioni, e quindi già preparati e presenti in loco.
3. Nella seconda settimana degli Slam si svolgono già dei Challenger, anche 125, cioè il livello più alto, ma un 175, vale a dire un “quasi ATP” potrebbe attirare anche i non abituali frequentatori di Challenger. Ci sarebbe una “domanda” sostenuta, e quindi la possibilità di organizzarne due con buon riscontro, a differenza di quanto capitato nei due di Cagliari e, soprattutto, Torino.

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walden 22-05-2023 16:32

Scritto da Antonio
Non è corretto che assegnino lo stesso punteggio di chi raggiunge i quarti di finale di un mille dove devi battere 4 avversari di un certo livello per approdarci, invece in questa nuova fascia di tornei spesso il n2 del seeding non è nemmeno tra 50-60 al mondo. Sono punti più facile.
Ugo Humbert per esempio ha fatto 350 punti che non avrebbe mai fatto in tornei atp e in così poco tempo

Come sempre sbagli l’esempio, Humbert vanta una vittoria in un 500, che è stata una delle cause del suo crollo quando non è uscito al primo turno di quel torneo.

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gisva 22-05-2023 16:21

I 175 possono essere utili, ma due in una settimana sono troppi.

Torino aveva potenzialmente un tabellone migliore di Bordeaux, ma le prime teste di serie di TOrino erano ancora in gioco a ROma, per cui non sono andate a Torino ed hanno anche impedito che la seconda fascia di giocatori andasse lì. Quindi c’è stato i sorpasso di Bordeaux.

Ci fosse stato un 175 ed un 100, sarebbe stato meglio.

Inoltre va fatta una riflessione sulla disparità fra punti e soldi dati dai tornei.
Non vero che i giocatori preferiscono i punti ai soldi. Quindi spesso fanno scelte che non sembrano comprensibili, invece lo sono.

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becu rules (Guest) 22-05-2023 16:08

Scritto da Antonio
Non è corretto che assegnino lo stesso punteggio di chi raggiunge i quarti di finale di un mille dove devi battere 4 avversari di un certo livello per approdarci, invece in questa nuova fascia di tornei spesso il n2 del seeding non è nemmeno tra 50-60 al mondo. Sono punti più facile.
Ugo Humbert per esempio ha fatto 350 punti che non avrebbe mai fatto in tornei atp e in così poco tempo

E detto da un francofono come te… 😯
D’accordo al 100% – bene che ci siano più tornei per permettere a chi è uscito presto nei 1.000 di poter giocare, ma si “regalano” troppi punti rispetto ad eventi come i 250 ad esempio, che non si giocano in concorrenza con altri ATP1000

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Perugino doc (Guest) 22-05-2023 16:02

Se sono organizzati come Torino allora è meglio lasciare stare

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+1: Gabriele Camussa tennis club Chiomonte
Antonio (Guest) 22-05-2023 15:54

Non è corretto che assegnino lo stesso punteggio di chi raggiunge i quarti di finale di un mille dove devi battere 4 avversari di un certo livello per approdarci, invece in questa nuova fascia di tornei spesso il n2 del seeding non è nemmeno tra 50-60 al mondo. Sono punti più facile.
Ugo Humbert per esempio ha fatto 350 punti che non avrebbe mai fatto in tornei atp e in così poco tempo

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+1: Lambohbk, me-cir te no