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Günter Bresnik e lo scandalo del sistema ranking: “Quello che stanno facendo ai giocatori più giovani è uno scandalo”

30/04/2021 10:10 104 commenti
Günter Bresnik nella foto
Günter Bresnik nella foto

Noto per essere molto diretto e pragmatico, Günter Bresnik, ex allenatore di Dominic Thiem e ora al lavoro con Gael Monfils, ha rilasciato un’intervista in cui è stato duramente critico per l’atteggiamento di alcuni giocatori. Per Gunter, non c’è posto per un certo tipo di lamentele nella fase che il mondo sta attraversando.

“Preferirei non vedere le persone che guardano i loro telefoni cellulari tutto il tempo. Tutto era meglio 20 anni fa. D’altra parte, è sempre bello visitare Monte Carlo, Buenos Aires o Cincinnati. La gente normale lavora tutto l’anno per passare due settimane di vacanza, ma i tennisti non l’hanno mai fatto, è dura. Ma non ho pazienza per i piagnistei di molti giocatori, non quando si vede la situazione di altre persone ogni giorno”.

Ma Bresnik è andato oltre e ha evidenziato alcune delle lamentele che non capisce. “Non si può soffrire perché si hanno pochi spettatori nello stadio, perché si gioca senza pubblico. Com’è possibile? Come si può pensare così quando ci sono famiglie che non hanno nemmeno il cibo da mettere in tavola. Al giorno d’oggi, la maggior parte dei giovani tennisti trascorrono il 90% del loro tempo libero su PlayStation, Instagram, Facebook e altre m…. È un loro diritto, ma non lamentatevi dopo”.

Bresnik ha lasciato dure critiche all’attuale sistema di ranking: “Quello che stanno facendo ai giocatori più giovani è uno scandalo”. Un titolo nei Futures è cambiato da 18 a 10 punti e non si contano più di 18 tornei. Se vinco 18 tornei non avrò abbastanza punti per essere nella top 300 e passare alla categoria successiva. È stupido. È come andare alle elementari per cinque anni e poi non puoi passare alle medie. Se qualcuno fa bene il suo lavoro, si evolve e non può avanzare, allora il sistema è un’idiozia”.


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104 commenti. Lasciane uno!

Giorgio il mitico (Guest) 01-05-2021 20:09

Scritto da Insalatiera76
Condivido, però andiamo anche oltre.
Il nostro sistema economico funziona come funziona, e produce necessariamente le distorsioni per cui alcune anime pie si scandalizzano.
Il grande pubblico vede solo i grandi eventi, i futures non li vede nessuno, i challenger li guardano (o li guardiamo) in pochi appassionati, gli ATP 250 stanno appena un po’ meglio.
Il valore economico di un torneo sta quasi esclusivamente nei diritti TV, perchè chi li acquista poi vende gli spazi pubblicitari, e più pubblico è sintonizzato più puoi fare pagare la pubblicità.
La biglietteria è un ricavo marginale.
Il risultato netto di questo sistema è quello che vediamo: solo gli slam sono macchine per fare soldi, tutto il resto non è un buon investimento e i tornei minori sono una perdita secca.
Pensate allo striscione pubblicitario dietro la linea di fondo. Quando è inquadrato dalla telecamera fissa di un challenger, in quanto siamo collegati? C’è scritto in alto a sinistra delle schermo: in genere poco più di 100, non si arriva mai a 500.
Quante persone nel mondo guardano lo stesso striscione in una semifinale slam? Milioni? Decine di milioni?
Sono questi numeri a definire il valore economico del torneo, ed il nostro sistema valuta solo quello.
Trovo ridicolo che chi accetta (spesso acriticamente) il nostro sitema economico poi si lamenti delle sue ovvie conseguenze.
Nel nostro sistema è ovvio che:
– i premi in denaro dati ai tennisti siano fortemente concentrati sugli slam, e che chi gioca tornei minori lo faccia in perdita (sperando un giorno di entrare in top 100 e recuperare l’investimento, con lo stesso spirito di chi spera di vincere quando compra il gratta e vinci);
– le donne siano pagate meno degli uomini (hanno minore audience televisiva)
– i tipi alla Paire o alla Tomic assumano atteggiamenti di cui dovrebbero vergognarsi, che giustificano ricordandoci quanto guadagnano (come se la retribuzione sia un parametro su cui valutare lo spessore di una persona)
– alcuni utenti di questo sito (che non posso ovviamente definire “appassionati di tennis”) gli diano ragione
– atleti di sport che muovono più pubblico siano più pagati dei tennisti, e viceversa per gli sport con meno seguito.

E’ tutto conosciuto quanto scrivi, il problema è ben altro e si chiama CONFLITTO D’INTERESSI.

Se un top 10 ha un contratto con premi direttamente proporzionali alla sua classifica costui ha tutto l’interesse economico alla classifica bloccata o quasi.

I talenti emergenti e molti buoni giocatori sono evidentemente DANNEGGIATI economicamenti da questa specie di “tappo” che si crea ai vertici.

Se ci RAGIONATE il signor Paire che dice sinceramente che “tira a campare” non sbaglia, tanto le classifiche sono bloccate e tutto si può scrivere su Paire ma le classifiche non le ha bloccate lui !!!!!

Quindi se ne deduce che dobbiamo inc……ci con i super top ed i loro interessi economici !!!!!!!!

Con le classifiche normali vedevate Paire correre in campo più chiunque altro !!!!!

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+1: gene61
Fabio 65 (Guest) 01-05-2021 13:20

Come non condividere tali affermazioni!
Purtroppo il mondo sta andando in una direzione senza meta e direi che gli stessi giovani sono i primi ad adeguarsi… magari anche per il pessimo esempio che, nell’ultimo trentennio gli ha dato la nostra generazione.

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+1: il capitano
Da Rio (Guest) 01-05-2021 12:47

Concordo pienamente, inoltre aggiungo che con i ranking semibloccati non puoi scalare se il tuo livello è alto, con facilità, poiché i punti nei Futures sono pochi e non puoi prendere parte a tornei più importanti .. apparte se ricevi WC a ogni torneo perché appartieni a una federazione importante che organizza molti tornei

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Luca Martin (Guest) 01-05-2021 10:54

Scritto da il capitano

Scritto da Steffifan

Scritto da il capitano
Strano che in un mondo fatto di social network nessun giovane si lamenti del congelamento. Giovani che hanno paura di esporsi perché temono “vendette” da parte delle associazioni a cui appartengono o giovani senza “spina dorsale”?

Capitano, ma è comprensibile!
Hai mai visto gli ultimi assunti organizzare uno sciopero contro la ditta?

Ho organizzato una rivolta a scuola contro gli orari, il mio motto era “chi non lotta è un figlio di mignotta”. Il preside ha ceduto però mi hanno tolto 10 punti sul voto degli esami di maturità.

Io gli orari me li aggiustavo da solo. Ero sempre in ritardo, con le bidelle che mi rincorrevano urlanti. Ma quando riuscivo finalmente a sistemarmi nel mio banco, udivo in lontananza il motorino scoppiato di un mio amico. Allora mi consolavo dicendomi: c’è chi fa di peggio! 🙂

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+1: il capitano