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Karen Khachanov e l’imbarazzante episodio avvenuto a Mosca

18/05/2020 08:45 21 commenti
Karen Khachanov RUS, 1996.05.21
Karen Khachanov RUS, 1996.05.21

Questa domenica, Karen Khachanov, una delle grandi figure del tennis russo, è stato in diretta su Instagram con il suo connazionale e amico Daniil Medvedev, numero cinque al mondo, e ha raccontato uno degli episodi più imbarazzanti che gli sono capitati da professionista, in uno dei primi club in cui ha iniziato i primi passi nel mondo del tennis (si trova a Mosca).

“L’anno scorso, quando ero in top 10, sono andato ad allenarmi per qualche giorno in un club di Mosca e ad un certo punto ho giocato un set di allenamento e le cose non sono andata bene per me. Mi sono arrabbiato e ho distrutto una racchetta, cosa che non faccio nemmeno molto spesso ”, ha dichiarato il russo, prima di dire che il peggio sarebbe arrivato dopo. “L’allenatore del club è venuto a dirmi che all’inizio dell’allenamento aveva chiesto ai loro allievi di guardarmi e imparare dal mio atteggiamento in campo. Mi sono sentito totalmente imbarazzato per quello che avevo fatto. “


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21 commenti. Lasciane uno!

smash&lob (Guest) 19-05-2020 17:47

Scritto da Luca Martin
@ smash&lob (#2555367)
Erano quelle usate da Gene Mayer (immenso bimane)?

Si ma anche da Agassi per lungo tempo

21
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Stefanino70 (Guest) 19-05-2020 14:11

E niente… Ci sei ancora!

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Markux ft (Guest) 19-05-2020 14:06

Il Fogna non darebbe mai un brutto esempio come ha fatto il Russo..altro style!!

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marvar (Guest) 19-05-2020 10:17

Fognini allora che dovrebbe dire???pessimo esempio…

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Sander (Guest) 19-05-2020 08:39

Scritto da Losvizzero
Fognini non si imbarazza mai nemmeno dopo 4

Fognini non si imbarazza, al massimo si allena con barazza.

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+1: Giuseppespartano
The Renegade 19-05-2020 08:26

@ Raul Ramirez (#2555426)

Può esserlo,ma non ha un dovere nè morale nè professionale.

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Laura (Guest) 19-05-2020 06:42

Scritto da Raul Ramirez

Scritto da The Renegade
Rendendo più amplio il discorso va ricordato che senz’altro gli atleti hanno una responsabilità perchè sono sotto i riflettori e sono guardati da milioni di bambini e ragazzi,ma va anche detto che non hanno alcun dovere di essere d’esempio;sono solo dei professionisti che fanno il proprio lavoro!

Non capisco. Perché ?? Un grande professionista, allargando il campo a qualunque professione, non dovrebbe essere d’esempio anche comportamentale a potenziali nuove leve ?…

Tu però hai il dovere di sapere l’italiano.Ampio e non amplio .

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Raul Ramirez 18-05-2020 18:18

Scritto da The Renegade
Rendendo più amplio il discorso va ricordato che senz’altro gli atleti hanno una responsabilità perchè sono sotto i riflettori e sono guardati da milioni di bambini e ragazzi,ma va anche detto che non hanno alcun dovere di essere d’esempio;sono solo dei professionisti che fanno il proprio lavoro!

Non capisco. Perché ?? Un grande professionista, allargando il campo a qualunque professione, non dovrebbe essere d’esempio anche comportamentale a potenziali nuove leve ?…

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Sunny (Guest) 18-05-2020 18:04

Può capitare a tutti, anche ai migliori:-)…..io ho venerazione per la mia racchetta, guai a chi la tocca, viene a dormire con me, non potrei mai farle del male, mai! È una questione di principio:-)

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Luca Martin 18-05-2020 13:21

@ smash&lob (#2555367)

Erano quelle usate da Gene Mayer (immenso bimane)?

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Losvizzero 18-05-2020 13:17

Fognini non si imbarazza mai nemmeno dopo 4

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smash&lob (Guest) 18-05-2020 12:29

Scritto da cataflic

Scritto da Luca Martin
Nelle arti marziali, ogni spada, ogni bokken, ogni katana è sacra. Di conseguenza anche lo strumento con cui esercitare la propria professione, la propria arte.
Alcune mie racchette le AMAVO proprio. Ricordo la Snauwaert dal color rosso fiammeggiante, amore a prima vista. La Fisher la adoravo. E la Rossignol Strato era il mio martello, con il piombo in testa e i duralift.
Mi annusavo le corde, ne ammiravo l’estetica, rimanevo affascinato dal loro suono.
Però con altre racchette non avevo feeling: la Bancroft (quella usata da Borg per un certo periodo) la detestavo; la Dunlop, con l’ovale un po’ schiacciato, blah niente di niente.
Quelle ultime che ho avuto sinceramente né caldo né freddo. Le usavo non come Kachanov, ma comunque solo come meri strumenti.

Vero…certe racchette sono proprio dei totem!
Io mi ricordo particolarmente una Head che mi donava sensazioni tattili quasi erotiche…finì frantumata a terra dopo essermi sfuggita di mano per il sudore durante un servizio in un match nella canicola estiva …penso che piansi per due giorni…

Prince Graphite midsize e oversize. Costavano tipo 500.000 lire nei primi anni 90, penalizzate da un cambio sfavorevole con il dollaro.
Roba tipo 800-1000 euro odierni.
Le racchette totem esistevano soprattutto in quegli anni. Adesso con la cinesizzazione dei telai siamo entrati nell’era dell’usa e getta anche per le racchette.

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Markux ft (Guest) 18-05-2020 12:24

Karen, ti imbarazzi con poco…

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Luca Martin (Guest) 18-05-2020 11:55

@ cataflic (#2555353)

Una Head fantastica ce l’aveva il mio Maestro. Ti capisco…

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me-cir te no 18-05-2020 11:54

Vabbè, ha sbagliato il tizio che ha preso questa iniziativa senza avvertire prima il giocatore

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+1: il capitano
il capitano 18-05-2020 11:42

Scritto da cataflic

Scritto da Luca Martin
Nelle arti marziali, ogni spada, ogni bokken, ogni katana è sacra. Di conseguenza anche lo strumento con cui esercitare la propria professione, la propria arte.
Alcune mie racchette le AMAVO proprio. Ricordo la Snauwaert dal color rosso fiammeggiante, amore a prima vista. La Fisher la adoravo. E la Rossignol Strato era il mio martello, con il piombo in testa e i duralift.
Mi annusavo le corde, ne ammiravo l’estetica, rimanevo affascinato dal loro suono.
Però con altre racchette non avevo feeling: la Bancroft (quella usata da Borg per un certo periodo) la detestavo; la Dunlop, con l’ovale un po’ schiacciato, blah niente di niente.
Quelle ultime che ho avuto sinceramente né caldo né freddo. Le usavo non come Kachanov, ma comunque solo come meri strumenti.

Vero…certe racchette sono proprio dei totem!
Io mi ricordo particolarmente una Head che mi donava sensazioni tattili quasi erotiche…finì frantumata a terra dopo essermi sfuggita di mano per il sudore durante un servizio in un match nella canicola estiva …penso che piansi per due giorni…

Ho ancora la Wilson Jack Kramer in soffitta con la croce di legno perché il legno dell’ovale non si “invergoli”, però non sono più andato in soffitta e può darsi che i tarli abbiano pranzato.

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+1: Luca Martin, Sottile
MIKE77 18-05-2020 11:39

Secondo me l’errore è considerare questi campioni come esempi di comportamento, sono semplicemente dei ragazzi molto bravi a giocare a tennis, non capisco il perchè di volerli a tutti i costi considerare come maestri di vita. Direi ai ragazzi di guardarli giocare, come eseguono i colpi, la strategia di gioco, ma il comportamento direi proprio di NO!

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+1: il capitano, Just is Back
cataflic (Guest) 18-05-2020 11:31

Scritto da Luca Martin
Nelle arti marziali, ogni spada, ogni bokken, ogni katana è sacra. Di conseguenza anche lo strumento con cui esercitare la propria professione, la propria arte.
Alcune mie racchette le AMAVO proprio. Ricordo la Snauwaert dal color rosso fiammeggiante, amore a prima vista. La Fisher la adoravo. E la Rossignol Strato era il mio martello, con il piombo in testa e i duralift.
Mi annusavo le corde, ne ammiravo l’estetica, rimanevo affascinato dal loro suono.
Però con altre racchette non avevo feeling: la Bancroft (quella usata da Borg per un certo periodo) la detestavo; la Dunlop, con l’ovale un po’ schiacciato, blah niente di niente.
Quelle ultime che ho avuto sinceramente né caldo né freddo. Le usavo non come Kachanov, ma comunque solo come meri strumenti.

Vero…certe racchette sono proprio dei totem!
Io mi ricordo particolarmente una Head che mi donava sensazioni tattili quasi erotiche…finì frantumata a terra dopo essermi sfuggita di mano per il sudore durante un servizio in un match nella canicola estiva …penso che piansi per due giorni…

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+1: il capitano
Luca Martin 18-05-2020 11:01

Nelle arti marziali, ogni spada, ogni bokken, ogni katana è sacra. Di conseguenza anche lo strumento con cui esercitare la propria professione, la propria arte.
Alcune mie racchette le AMAVO proprio. Ricordo la Snauwaert dal color rosso fiammeggiante, amore a prima vista. La Fisher la adoravo. E la Rossignol Strato era il mio martello, con il piombo in testa e i duralift.
Mi annusavo le corde, ne ammiravo l’estetica, rimanevo affascinato dal loro suono.
Però con altre racchette non avevo feeling: la Bancroft (quella usata da Borg per un certo periodo) la detestavo; la Dunlop, con l’ovale un po’ schiacciato, blah niente di niente.
Quelle ultime che ho avuto sinceramente né caldo né freddo. Le usavo non come Kachanov, ma comunque solo come meri strumenti.

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+1: il capitano
Versys65 (Guest) 18-05-2020 09:20

Capita a tutti di sfogare la propria tensione con un gesto istintivo…meglio con la racchetta che contro un altro giocatore….

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The Renegade 18-05-2020 08:59

Rendendo più amplio il discorso va ricordato che senz’altro gli atleti hanno una responsabilità perchè sono sotto i riflettori e sono guardati da milioni di bambini e ragazzi,ma va anche detto che non hanno alcun dovere di essere d’esempio;sono solo dei professionisti che fanno il proprio lavoro!

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