Deborah Chiesa: la strada è ancora lunga ma il tennis è la mia vita. La giovane tennista trentina si racconta ai lettori di livetennis

21/03/2017 11:45 25 commenti
Deborah Chiesa classe 1996, n.457 WTA
Deborah Chiesa classe 1996, n.457 WTA

E’ il 1968: in un mondo che sta cambiando, anche la musica leggera italiana, quella televisiva, rassicurante, sempre uguale, del Festival di Sanremo si appresta a vivere una piccola rivoluzione. Vito Pallavicini, un ingegnere prestato alla musica, paroliere apprezzatissimo per aver scritto qualche anno prima “Io che non vivo”, canzone poi ripresa finanche da Elvis Presley, ha appena iscritto al Festival un pezzo innovativo, dirompente, divenuto poi famosissimo. Ha un ritmo soul, la musica è stata composta da Pino Massara insieme con un signore, Paolo Conte, che affascinerà poi, e continua a farlo, generazioni di giovani e meno giovani. Il brano è “Deborah”, la storia di un amore finito e gridato, con un sound aggressivo ma anche dolce, a tratti una invocazione, un’alternanza di sonorità, tipica della musica soul. La scelta del cantante fu chiara: Fausto Leali l’interprete indiscusso della musica cosiddetta “nera”. A lui fu abbinato un grandissimo Wilson Pickett, una leggenda del soul e del r&b, lanciatissimo all’epoca con la sua hit mondiale “Midnight Hour”. Fu un’edizione straordinaria, forse irripetibile del Festival di Sanremo: fu quella, soprattutto, del monumentale Louis Armstrong, un sacrilegio averlo in gara, invitato a cantare sul palco ma ignaro che dovesse eseguire soltanto un pezzo. “Deborah” si classificò al quarto posto, ma come succede spesso, il suo successo fu maggiore delle canzoni prime classificate. Quel grido disperato e suadente di Wilson Pickett: “Deborah”, mi viene in mente fin da subito mentre lavoro a questa intervista. E penso ai genitori di Deborah Chiesa, bambini in quegli anni, che forse da un vecchio televisore bianco e nero, ascoltavano quel nome danzare sulle note e ne rimanevano affascinati, quasi rapiti, al punto da inciderlo nelle loro vite.

Allora Deborah, raccontaci come è iniziato il tuo rapporto con il tennis e con chi ti alleni attualmente:

Ho iniziato a giocare all’età di 6 anni, al Circolo Tennis Trento con i maestri Christian Mazzardi e Samuele Carraro; ho fatto il mio primo corso con mia sorella di due anni più grande. In casa mia giocavano tutti a tennis, i miei genitori, mio nonno e i miei zii, quindi mi sono sentita attratta, inevitabilmente, da questo sport con cui ho subito trovato feeling. A dire il vero, da più piccola ho praticato il nuoto, ma poi verso i 10 anni ho dovuto scegliere tra i due sport e non c’è stato nessun dubbio. Essendo cresciuta in Trentino ho imparato anche a sciare e, sempre da piccola, andavo molto spesso sulle piste da neve con tutta la mia famiglia: ora diventa un po’ più problematico, dato che è fondamentale evitare di infortunarmi. Mi sono allenata fino ai 12 anni al Circolo Tennis Trento con Nicola Bruno, poi sono passata sotto la guida di Massimo Sartori a Caldaro seguita da Omar Mion. A 15 anni mi sono trasferita parzialmente a Pietra Ligure: mi accompagnava ogni volta mia mamma, per allenarmi con Marco Boesso. Lì sono rimasta fino ad agosto 2014, dove in concomitanza con l’inizio dell’ultimo anno di liceo, sono tornata vicino casa, a Rovereto, con i maestri Andrea e Luca Stoppini. Con loro sono cresciuta tanto tecnicamente ma, da dicembre scorso, ho deciso di iniziare una nuova avventura al “Piccari Tennis Team” di Anzio, con Francesco e Alessandro appunto e Marco Panichi per la preparazione atletica. Mi sono dunque trasferita ad Anzio, non lontano da Roma, e divido l’appartamento con Alice Matteucci. Sono molto contenta di questa scelta perché ho trovato degli ottimi professionisti, oltre ad avere la possibilità di allenarmi con Karin Knapp e Daniela Hantuchova che viene qualche volta a stare con noi.



Passiamo ai tuoi debutti:

Il primo torneo ITF U18 che ho giocato è stato a Dubai nel 2010, avevo 14 anni; nella mia carriera da junior ho raggiunto un best ranking N. 82 e nel 2013 ho giocato tre dei quattro Grand Slam junior (Australian Open, Roland Garros e Wimbledon). Il mio primo ITF 10.000 invece l’ho giocato l’anno successivo, nel 2011, a Bagnatica, dove mi era stata data una WC per il tabellone principale ed ho passato il primo turno.



Descrivi il tuo tennis per quanti non ti hanno mai visto giocare:

Il mio tennis è aggressivo, fatto di accelerazioni soprattutto di rovescio che è anche il mio colpo migliore. Il servizio è un colpo fondamentale nel mio gioco e spesso mi permette di iniziare in vantaggio lo scambio. Ho ancora tantissimo da migliorare dalla parte del dritto, ma ci lavoro giorno per giorno. Mi piace la lotta e quando un match si mette male, diventa difficile, non mi tiro indietro né mi demoralizzo e cerco di rimanere attaccata all’avversaria, punto su punto. Fisicamente sto lavorando tanto, perché è una componente fondamentale del tennis, però la strada è ancora lunga.



Come valuti la stagione scorsa e come sta andando questo inizio di 2017?

Sono soddisfatta della stagione appena conclusa, avevo iniziato l’anno oltre la posizione N. 1000 e ho chiuso alla N. 460, raggiungendo il mio best ranking e tre volte la finale di un 10.000. Ho iniziato poi la preparazione più tardi perché ho avuto un’infiammazione al metatarso del piede sinistro che non mi ha permesso di allenarmi in campo per più di un mese, per cui ora gioco i primi tornei e, per il momento, vado avanti con molta calma senza aspettarmi niente, perché l’importante è che riesca a giocare un torneo senza avvertire risentimenti dell’infortunio. Non mi propongo un obiettivo numerico per quanto riguarda la mia classifica, il mio obiettivo è quello di migliorare sempre e di essere competitiva nei tornei maggiori. Per questo 2017 cercherò di giocare prevalentemente i tornei da 25.000 $ in su.



Il tuo match più bello:

Non ho ancora un match decisamente più bello degli altri, ma ricordo con grande piacere ed entusiasmo, il 25.000 di Imola dell’anno scorso, dove, partendo dalle qualificazioni ho perso ai quarti di finale dalla vincitrice del torneo (Veronica Kudermertova nda).



Hai una modello di tennista?

Adoro Serena Williams, ma è difficile ispirarsi a una leggenda come lei. Come tennista italiana direi Karin, giocatrice potente e sempre alla ricerca del punto.
Se dovessi scrivere uno spot promozionale per il tennis, su che cosa punteresti?
Punterei sul fatto che è uno sport che si può praticare a qualsiasi livello e fino a qualsiasi età.



Cosa ti sta dando il tennis e che cosa invece stai lasciando al tennis, se ti confronti con le tue coetanee?

Il tennis mi sta dando tantissimo, perché mi aiuta a crescere non solo come atleta ma anche a maturare come persona. Mi fa viaggiare tanto, scoprire nuovi posti, lingue e culture, che sono la mia passione. Mi toglie la quotidianità che potrebbe avere una studentessa della mia età, la vicinanza a famiglia e amici, però devo dire che tutti i sacrifici che sto facendo per questo sport li rifarei mille altre volte.



Come prepari un incontro? Studi le avversarie, prepari una strategia a tavolino con il tuo coach oppure preferisci lasciarti guidare dall’istinto nel corso del match?

Prima di affrontare un’avversaria cerco sempre di vederla giocare e assieme al mio allenatore ci focalizziamo sui suoi punti deboli e sui miei punti di forza. Prepariamo delle giocate che poi cerco di mettere in pratica durante il match. A volte ci riusciamo, altre no, ma l’impostazione è questa.



In che modo gestisci l’entusiasmo delle vittorie? E la delusione delle sconfitte?

Onestamente è sempre molto dura perdere, però assieme al mio allenatore, si analizza la partita e si cerca di capire dove migliorare e che cosa è andato bene. Riguardo l’entusiasmo per la vittoria, purtroppo e per fortuna in questo sport dura poco, perché in ogni torneo c’è solo un vincitore. Ma, nello stesso tempo, ogni settimana hai una nuova chance di migliorarti.



Qual è il tuo rapporto con emotività e tensione in campo e fuori dal campo?

Sono una ragazza abbastanza emotiva però devo dire che in campo riesco a mantenere molto spesso un atteggiamento propositivo e positivo. La tensione è normale che ci sia per tutti, però di solito quando entro in campo e inizio a colpire la palla, comincia a sciogliersi.



Due tenniste giovani e promettenti nate a Trento: tu e Angelica Moratelli. E’ un caso?
Onestamente non ne ho idea, visto che parliamo di una città piccolina. Speriamo di non rimanere solo delle promesse…



Si discute molto sul futuro del tennis italiano, in particolar modo femminile. Tolta Deborah Chiesa, su chi punteresti tra giovani e giovanissime come possibile top 100 nel 2018 e perché?

Secondo me Jasmine Paolini ha molte potenzialità e un gioco brillante per poter entrare in top100.



Dopo Flavia Pennetta, anche Francesca Schiavone e Roberta Vinci stanno pensando alla possibilità di lasciare. Francesca sembrerebbe aver già deciso di concludere la carriera, Roberta sta decidendo ora. Tu cosa le consiglieresti? (vietato rispondere “non ha bisogno dei miei consigli”….)

Come ho detto prima è una vita piena di sacrifici, io le consiglierei di continuare a giocare finché si diverte veramente e non diventa un peso. Diversamente potrà iniziare a fare tutto ciò che finora le è stato precluso… la scelta è ampia!



In generale, pensi sia giusto ritirarsi all’apice della carriera, magari con un successo, oppure vivere anche il naturale declino?

Io credo che finché un giocatore/trice sente di avere ancora qualcosa da dare in campo, è giusto che continui a fare ciò che ama.



Camila Giorgi fa discutere e divide gli appassionati di tennis. Tu l’hai conosciuta? Secondo te è possibile puntare ancora su una sua scalata del ranking e su una sua vittoria prestigiosa?

Non conosco proprio Camila, ma è certamente ancora giovane e ha tutte le carte in regola per poter ottenere dei buoni risultati e migliorarsi.



Quanto costa essere una tennista che gioca gli ITF?

Costa molto, gli aiuti sono pochi. Io devo ringraziare ancora una volta la mia famiglia che mi dà fiducia e mi permette di fare questo lavoro.



Kiki Mladenovic, alcuni giorni fa, ha dichiarato che il tennis femminile è più lento di quello maschile ma proprio per questo più spettacolare e che riceve, ingiustamente, meno attenzione mediatica e sponsor. Qual è il tuo parere al riguardo?

Dire che il tennis femminile sia più lento mi pare un dato scontato. Tuttavia credo che sia avvincente e spettacolare tanto quanto quello maschile. Dipende ovviamente dal giocatore o dalla giocatrice che scende in campo.



E’ un fatto che molte tenniste che abbiamo intervistato, per esempio Naty Piludu, non amano guardare il tennis femminile in TV preferendo quello maschile:

Non ne ho idea del perché, a me piace in egual misura vedere una partita femminile o maschile, dipende sempre, come ho già detto, da chi sta in campo. Se diverte è certamente più avvincente, maschio o femmina che sia.



Il genio della lampada ti dà la possibilità di giocare una finale di torneo prestigiosa. Quale torneo scegli e chi vorresti incontrare in finale?

Mi piacerebbe vincere a Melbourne, è lo Slam che più mi affascina, ma non saprei chi scegliere visto che ci sono tantissime campionesse. Intanto fammela giocare…



Tu sei la ragazza di Gianluigi Quinzi. Come si vive un rapporto con chi pratica il tuo stesso sport: c’è competizione? E la distanza è un problema?

Con Gianluigi non c’è assolutamente competizione: certo, la distanza è abbastanza problematica, ma fa parte di uno di quei famosi sacrifici che questo sport richiede.



Anche su Quinzi ci sono grandi aspettative. Ha tantissimi fans. Vuoi rassicurarli e, in generale, come vedi la sua evoluzione?

Non mi sento di rassicurare nessuno, perché se sono suoi fans, mi auguro che crederanno in lui finché gioca. Purtroppo però, come per tutti, ci sono tanti denigratori che si permettono di giudicare senza sapere.



Tu sei una bravissima doppista:

A me piace tanto giocare il doppio perché, una volta ogni tanto, puoi condividere le tue sensazioni sul campo con un’altra persona ed è un’esperienza stimolante. Poi credo che il doppio ti aiuti molto a migliorare tutti gli aspetti del tuo gioco anche in vista del singolo.



Ci sono tenniste che rendono moltissimo nei tie break, altre che lo patiscono. Come lo giochi?

Io cerco di lottare punto per punto, senza pensare al punteggio, perché il tie break è imprevedibile e non è mai finita, neanche sul 6/1 e devi essere sempre pronta a sfruttare le chance che ti dà l’avversaria, a volte inaspettatamente, magari per paura di vincere.



Hai amiche vere tra le tenniste oppure, come sostiene la Muguruza, in questo sport l’amicizia è molto difficile a causa della competizione?

Parzialmente credo che abbia ragione, perché è molto difficile avere amicizie vere all’interno del circuito. Però devo dire che io ne ho qualcuna tipo Sara Sorribes, con la quale ho giocato molti doppi da junior: anche se ormai lei frequenta solo i tornei WTA è un’ottima amica sulla quale posso sempre contare.



La tua avversaria urla ad ogni tuo errore facendo il pugnetto. Ti capita? E come reagisci?

Spesso capita ed è difficile non farsi influenzare. In questi casi cerco di focalizzarmi ancora di più su di me e sul mio gioco.



Come trascorri il tuo tempo libero?

Nel poco tempo libero che ho a disposizione mi piace molto leggere libri di qualsiasi genere; dai classici della letteratura, ai gialli, ai romanzi. Al momento sto leggendo un romanzo, “Dopo di te” di Joyo Moyes: è il sequel di “Io prima di te”, da cui hanno anche tratto un bel film. Quando gioco i tornei mi piace staccare guardando “Gossip Girl”: ho tutte la stagioni scaricate sul computer.



Il doping è una piaga del mondo sportivo. Cosa bisogna fare? Controlli più assidui? Sanzioni esemplari?

Credo che i controlli sicuramente non manchino, anche a sorpresa: forse ci sarebbe bisogno di sanzioni più esemplari.



Ti faccio commentare gli stessi versi di un poeta trentino, Marco Pola, che ho sottoposto ad Angelica Moratelli: “Sen tuti presoneri/de tut, del pan, del vin,/ dei soldi, dell’amor e del dolor…/Per questo stamatina gò davèrt la gabiéta al lugherin”…

Sicuramente un elogio alla libertà, noi umani siamo prigionieri di qualsiasi cosa e invece dovremmo sentirci liberi di fare ciò che ci piace e prendere il volo. Il tennis può essere uno dei modi in cui ti conquisti le ali.



Quali sogni coltiva Deborah Chiesa nel tennis e nella vita?

Io spero di riuscire ad esprimere il massimo che posso offrire a questo sport e sapere che ho fatto e dato tutto quello che si poteva fare. Il mio sogno è poter vivere di tennis. Al momento la mia vita è il tennis ma sicuramente, al termine della carriera, crearmi una famiglia, vista la mia positiva esperienza personale, sarà uno dei miei obiettivi.



….un’ultima cosa…leggi livetennis.it?

Devo dire che non leggevo finora livetennis né altri siti specializzati, ma prometto che, da adesso in poi, quando posso lo farò…e vi ringrazio per l’interesse che avete mostrato verso di me!


Siamo partiti da Wilson Pickett, dalla canzone “Deborah” e dalla musica soul che forse esprime pienamente il temperamento di questa ragazza, fatto di accellerazioni aggressive, la voglia di comandare il gioco, ma anche di riflessione, lo studio delle avversarie, la voglia di migliorarsi, il tutto all’interno di un amore incondizionato per questo sport.
Un anno dopo aver cantato “Deborah”, Pickett ritornò a Sanremo. Era il 1969 e, insieme ad un semi sconosciuto Lucio Battisti, Wilson cantò “Un’avventura”, un altro successo indelebile nella musica italiana. Una canzone che vogliamo dedicare a Deborah Chiesa, in virtù di quanto abbiamo conosciuto di lei: il suo amore per il tennis non sarà un’avventura, ne siamo certi, perché ci ha fatto capire che…. “non è un fuoco che col vento può morire/ma vivrà/quanto il mondo….”


Antonio De Filippo


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25 commenti. Lasciane uno!

claudio (Guest) 11-02-2018 20:29

bravissima Deborah,hai dato emozioni e la vittoria per l’Italia!

25
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Marcomp (Guest) 11-05-2017 16:58

Scritto da radar
Il tennis di Deborah è mirato alla ricerca del punto, niente attese, niente pallino in mano all’avversaria: ragazza interessante e tennista che dà il giusto peso alla tattica e alla strategia.
Intervista piacevole, ne risulta una bella chiacchierata a viso aperto, che spazia su più temi, fornendo spunti e punti di vista sinceri e originali.
Ora che la conosciamo un po’ meglio sarà ancora più piacevole fare il tifo per lei!

Leggo solo oggi ma quoto in toto….. :mrgreen:

24
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Fra (Guest) 11-05-2017 14:27

Belle domande e risposte molto intelligenti, soprattutto data la giovane età…complimenti per l’intervista, e un grosso in bocca al lupo a Deborah per il suo esordio in un torneo WTA…e che torneo!

23
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radar 21-03-2017 23:39

Il tennis di Deborah è mirato alla ricerca del punto, niente attese, niente pallino in mano all’avversaria: ragazza interessante e tennista che dà il giusto peso alla tattica e alla strategia.

Intervista piacevole, ne risulta una bella chiacchierata a viso aperto, che spazia su più temi, fornendo spunti e punti di vista sinceri e originali.

Ora che la conosciamo un po’ meglio sarà ancora più piacevole fare il tifo per lei!

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AndreaGaudenzi2 (Guest) 21-03-2017 21:53

Bellissima intervista e ottima impressione da Deborah…speriamo il meglio per il futuro ed il fisico la lasci in pace…per Quinzi…c’è un Tomorrow Messico su Instagram…speriamo che la passione per questo sport di Deborah contagi anche Gianluigi

21
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Roberta (Guest) 21-03-2017 20:09

E’ piacevolissimo leggere ogni volta queste interviste! 😀 Deborah, una ragazza che sa quel che vuole, determinata in campo e nella vita!
Quando dice “Spero di vivere di tennis..” ho immaginato, praticando uno sport altrettanto sottopagato e marginale, quanto sia difficile! Le auguro davvero di riuscirci! Forza Deborah!

20
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Luca96 21-03-2017 18:36

Bella intervista a questa giovane promessa e spero proprio che possa fare una carriera dignitosa…staremo a vedere 😉 i fratelli Piccari sono degli ottimi allenatori,quindi è guidata bene.

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Tifoso degli italiani (Guest) 21-03-2017 17:09

Scritto da Antonio De Filippo

Scritto da Tifoso degli italiani
Bella intervista!
Mi è rimasta una curiosità: Quanto è alta Deborah?

È alta 1,70. Grazie dei complimenti, un abbraccio.

Grazie a te 😉

18
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yuja’s smile (Guest) 21-03-2017 16:54

Scritto da LuchinoVisconti

Scritto da yuja’s smile

Scritto da LuchinoVisconti

Scritto da makko
Sono limitato (ok) sono maschilista (ok) ma rimango perplesso come una tennista possa avere come modello Williams S. che gioca a randellate (letteralmente racchetta/randello) ovvero un gioco mascolino che piaccia o meno presuppone una gran forza Che ovviamente non deve mancare nel tennis femminile ma un tennis femminile che si basa principalmente sulla forza è un tennis di serie b mentre un tennis femminile che si basa su altro potrebbe essere un tennis di serie a

Bravo! Finalmente uno che non ha gli occhi foderati di prosciutto!
E comunque la Chiesa (che non ho mai avuto il piacere di veder giocare) ha un bellissimo sorriso e occhi stupendi.
Un grosso in bocca al lupo per la sua carriera.
(E’ giovane, e magari apprezza Serena soltanto perchè vincente, un po’ come quelli che tifano Juve, incuranti del RESTO)

Ciao Luchino! Volevo complimentarmi con te perché continui a seguire la Divina. Voglio consigliare a te e a Fede-rer il documentario: Yuja Wang – The marvellous pianist, per scoprire la sua essenza al di là del talento, il carisma e l’indiscusso fascino! Bravo, sono orgoglioso di te, ma soprattutto lo devi essere tu stesso: come diceva il Sommo Poeta (o quanto meno lo faceva dire ad Ulisse) FATTI NON FOSTE A VIVER COME BRUTI MA PER SEGUIR VIRTUTE E CANASCENZE …

Ciao e grazie. Avevo risposto anche all’altro tuo messaggio, che forse non hai letto essendo in thread che è uscito dalla prima pagina.
Seguirò senz’altro i tuoi preziosi consigli, compe impagababile è stato quello che mi ha fatto scoprire un mondo nuovo, fatto di bellezza ed emozioni, come del resto il tennis di Federer.
Buona vita e a risentirci!

Avevo letto la tua risposta: per questo mi sono complimentato con te. In questo mondo cattivo e freddo, tutti noi abbiamo bisogno di emozioni … e Yuja e Roger, in campi diversi, ce le possono regalare!

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Sottile 21-03-2017 16:48

Bella intervista, spero che questa ragazza possa avere una brillante carriera.
Motivo di preoccupazione: non si sente di rassicurare i fans sul futuro del fidanzato GLQ 🙄

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Antonio De Filippo (Guest) 21-03-2017 16:33

Scritto da Tifoso degli italiani
Bella intervista!
Mi è rimasta una curiosità: Quanto è alta Deborah?

È alta 1,70. Grazie dei complimenti, un abbraccio.

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pibla (Guest) 21-03-2017 16:30

In bocca al lupo Deborah!

Su Quinzi non è per niente rassicurante, anzi, tra le righe si capisce che quella di smettere di giocare è una delle opzioni e questo a parer mio la dice lunga…

p.s. ad un tennista non consiglierei mai di leggere i commenti di un sito di tennis; le notizie assolutamente sì, i commenti no, perché il tennis è uno sport molto tecnico e complesso, di nicchia e tra quelli che ne scrivono commenti, pochi sanno davvero di ciò di cui parlano, me per primo compreso.

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LuchinoVisconti (Guest) 21-03-2017 16:26

Scritto da yuja’s smile

Scritto da LuchinoVisconti

Scritto da makko
Sono limitato (ok) sono maschilista (ok) ma rimango perplesso come una tennista possa avere come modello Williams S. che gioca a randellate (letteralmente racchetta/randello) ovvero un gioco mascolino che piaccia o meno presuppone una gran forza Che ovviamente non deve mancare nel tennis femminile ma un tennis femminile che si basa principalmente sulla forza è un tennis di serie b mentre un tennis femminile che si basa su altro potrebbe essere un tennis di serie a

Bravo! Finalmente uno che non ha gli occhi foderati di prosciutto!
E comunque la Chiesa (che non ho mai avuto il piacere di veder giocare) ha un bellissimo sorriso e occhi stupendi.
Un grosso in bocca al lupo per la sua carriera.
(E’ giovane, e magari apprezza Serena soltanto perchè vincente, un po’ come quelli che tifano Juve, incuranti del RESTO)

Ciao Luchino! Volevo complimentarmi con te perché continui a seguire la Divina. Voglio consigliare a te e a Fede-rer il documentario: Yuja Wang – The marvellous pianist, per scoprire la sua essenza al di là del talento, il carisma e l’indiscusso fascino! Bravo, sono orgoglioso di te, ma soprattutto lo devi essere tu stesso: come diceva il Sommo Poeta (o quanto meno lo faceva dire ad Ulisse) FATTI NON FOSTE A VIVER COME BRUTI MA PER SEGUIR VIRTUTE E CANASCENZE …

Ciao e grazie. Avevo risposto anche all’altro tuo messaggio, che forse non hai letto essendo in thread che è uscito dalla prima pagina.
Seguirò senz’altro i tuoi preziosi consigli, compe impagababile è stato quello che mi ha fatto scoprire un mondo nuovo, fatto di bellezza ed emozioni, come del resto il tennis di Federer.
Buona vita e a risentirci!

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Peppo81 (Guest) 21-03-2017 16:17

Un grande in bocca al lupo a questa ragazza con i piedi per terra ma con tanti sogni per la sua carriera, e che l’infortunio non le dia noia.

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yuja’s smile (Guest) 21-03-2017 15:24

Scritto da LuchinoVisconti

Scritto da makko
Sono limitato (ok) sono maschilista (ok) ma rimango perplesso come una tennista possa avere come modello Williams S. che gioca a randellate (letteralmente racchetta/randello) ovvero un gioco mascolino che piaccia o meno presuppone una gran forza Che ovviamente non deve mancare nel tennis femminile ma un tennis femminile che si basa principalmente sulla forza è un tennis di serie b mentre un tennis femminile che si basa su altro potrebbe essere un tennis di serie a

Bravo! Finalmente uno che non ha gli occhi foderati di prosciutto!
E comunque la Chiesa (che non ho mai avuto il piacere di veder giocare) ha un bellissimo sorriso e occhi stupendi.
Un grosso in bocca al lupo per la sua carriera.
(E’ giovane, e magari apprezza Serena soltanto perchè vincente, un po’ come quelli che tifano Juve, incuranti del RESTO)

Ciao Luchino! Volevo complimentarmi con te perché continui a seguire la Divina. Voglio consigliare a te e a Fede-rer il documentario: Yuja Wang – The marvellous pianist, per scoprire la sua essenza al di là del talento, il carisma e l’indiscusso fascino! Bravo, sono orgoglioso di te, ma soprattutto lo devi essere tu stesso: come diceva il Sommo Poeta (o quanto meno lo faceva dire ad Ulisse) FATTI NON FOSTE A VIVER COME BRUTI MA PER SEGUIR VIRTUTE E CANASCENZE …

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Tifoso degli italiani (Guest) 21-03-2017 14:52

Bella intervista!

Mi è rimasta una curiosità: Quanto è alta Deborah?

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LuchinoVisconti (Guest) 21-03-2017 14:05

Scritto da makko
Sono limitato (ok) sono maschilista (ok) ma rimango perplesso come una tennista possa avere come modello Williams S. che gioca a randellate (letteralmente racchetta/randello) ovvero un gioco mascolino che piaccia o meno presuppone una gran forza Che ovviamente non deve mancare nel tennis femminile ma un tennis femminile che si basa principalmente sulla forza è un tennis di serie b mentre un tennis femminile che si basa su altro potrebbe essere un tennis di serie a

Bravo! Finalmente uno che non ha gli occhi foderati di prosciutto!
E comunque la Chiesa (che non ho mai avuto il piacere di veder giocare) ha un bellissimo sorriso e occhi stupendi.
Un grosso in bocca al lupo per la sua carriera.
(E’ giovane, e magari apprezza Serena soltanto perchè vincente, un po’ come quelli che tifano Juve, incuranti del RESTO)

9
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IOeCO 21-03-2017 14:05

Credo Deborah indichi Serena come modello, per un semplice motivo, hanno un gioco “con le dovute proporzioni” simile.
Servizio potente e colpi da fondo pesanti.

8
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vaidanihantu 21-03-2017 13:56

io venderei l’anima per allenarmi con la Hantuchova. Non riesco andare oltre a leggere, sono troppo invidioso. Tra l’altro Deborah l’ho vista di persona in un torneo junior anni fa, torneo che ho giocato anche io in quella stessa edizione… che strade diverse che prende la vita!

7
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biglebowsky (Guest) 21-03-2017 13:32

specificando di essere assoluto assertore della massima “ognuno nella vita faccia quello che lo rende felice”, i numerosi e lunghi fidanzamenti tra giovani coetanei di questa fascia di età che sembrano la norma, temo che non aiutino a sviluppare pienamente la carriera tennistica.
ovviamente in generale e non nel caso particolare.

6
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Axl 21-03-2017 13:01

“Purtroppo ci sono molto denigratori che si permettono di giudicare senza sapere”…questi frase sarebbe da far leggere a tutti quelli che sparano a zero sui nostri giovani quando perdono qualche partita e se ne escono con la battutina “non vorrai mica che tizio legga quello che scriviamo noi!!”.prima di essere dei giocatori son dei ragazzi,più o meno sensibili,ed hanno bisogno di sostegno,non di critiche campate in aria.non cambierà mai questa brutta moda,ma le parole della Chiesa dovrebbero far molto riflettere….

5
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magilla (Guest) 21-03-2017 12:47

mai una risposta scontata….brava!

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makko (Guest) 21-03-2017 12:26

Sono limitato (ok) sono maschilista (ok) ma rimango perplesso come una tennista possa avere come modello Williams S. che gioca a randellate (letteralmente racchetta/randello) ovvero un gioco mascolino che piaccia o meno presuppone una gran forza Che ovviamente non deve mancare nel tennis femminile ma un tennis femminile che si basa principalmente sulla forza è un tennis di serie b mentre un tennis femminile che si basa su altro potrebbe essere un tennis di serie a

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Luigi44 (Guest) 21-03-2017 12:23

Che piacere leggere queste interviste, non me ne perdo una!
Non sapevo che Deborah avesse avuto quei problemi al piede. Ora capisco come mai in questi primi tornei non stia facendo grandi risultati. Le auguro di cuore di poter davvero vivere di tennis. Un’ambizione difficile da conseguire ma qualcuno ce la fa!

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Fede-rer 21-03-2017 11:58

Dalle parole dell’intervista emerge il profilo di una ragazza molto interessante e con la testa sulle spalle. Purtroppo non ho mai avuto il piacere di vederla giocare e quindi non posso esprimermi sulle sue potenzialità. Di certo il fatto che ci creda e si impegni fa sperare che il suo processo di maturazione la porti più in alto possibile.

Speravo anche di essere maggiormente rassicurato circa il suo fidanzato, sul fatto che ci creda ancora e che si stia impegnando al 100% per coronare il suo sogno. Dalle parole della Chiesa, tra le righe, non leggo molte rassicurazioni. Spero che GQ ci creda ancora. Se così fosse ce la può fare. Ultimamente lo vedo molto sfiduciato in campo, con pochissima “garra”.
Essere fidanzati e praticare lo stesso sport a livello agonistico può essere un fatto anche molto positivo ammesso che ci si supporti a vicenda, si fomentino le reciproche ambizioni e non si tarpino le ali al proprio partner. Se entrambi i membri della coppia sono ambiziosi i risultati possono essere ottimi!

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