Diego Nargiso e quel talento puro irrisolto

16/12/2014 09:38 39 commenti
Diego Nargiso best ranking n.67 del mondo - Uno dei doppisti più forti che il tennis italiano abbia mai avuto
Diego Nargiso best ranking n.67 del mondo - Uno dei doppisti più forti che il tennis italiano abbia mai avuto

Quella simpatia che solo i grandi sanno mettere in campo per trascinare il pubblico. Quei colpi spettacolari che appassionano gli spalti. Quel gioco di volo incantatore e quei tocchi delicati che fanno trattenere il fiato fino all’esplosione nel più fragoroso degli applausi. Diego Nargiso era questo, tutto questo ma non solo.

Rivelatosi al mondo del tennis con la vittoria nel singolare juniores di Wimbledon nel 1987, Nargiso attirò su di sé quelle grandi aspettative che un trionfo del genere non sempre legittimamente porta con sé, divenendo un punto fisso della nazionale di Coppa Davis già dall’anno seguente, affinando quella predisposizione naturale di doppista elegante ed efficace che lo portò ben presto a diventare un tassello importante del team azzurro, contribuendo a raggiungere per ben due volte la semi finale (1996 e 1997) e giocando l’indimenticata finale di Milano contro la Svezia nel 1998, per un bilancio totale di 13 vittorie e 12 sconfitte in doppio più 5/2 in singolare con la squadra azzurra.

Una vittoria, seppur a livello junior, in un tempio prestigioso del tennis come Wimbledon, genera però una pressione che spesso può logorare la promettente carriera di chi culla il desiderio di diventare un grande campione e che può in breve trasformarsi in quella di un buon giocatore che non possiede però le stimmate del campionissimo. Così nel tempo Diego, ha saputo cogliere le migliori soddisfazioni a livello di doppio, rendendo palese che in singolare avrebbe potuto fare di più, per tagliare traguardi di ben altra portata, probabilmente alla sua portata. Non si può di certo comunque rimproverare qualcosa a Diego o renderlo il destinatario di un inutile processo: è stato un piacere vederlo giocare, rimane solo il rammarico di non averlo visto alzare al cielo trofei degni della sua classe a causa, è lui stesso a dirlo, dell’aver bruciato le tappe, credendosi già forte e pronto ad affrontare i migliori accettando wild card varie e senza quella crescita graduale che è sinonimo di una maturazione da raggiungere sì per tappe ma sicuramente più completa e senza falle.
Il suo best ranking in singolare è stato di numero 67 al mondo e i suoi migliori risultati a livello Slam sono i due terzi turni raggiunti a Londra e New York, entrambi nel 1988, l’anno della sua esplosione fra i pro e quello in cui probabilmente si è maggiormente accarezzata l’ipotesi plausibile di una carriera sportiva da fuoriclasse. Purtroppo le belle sensazioni iniziali sono andate via via scemando e Nargiso rimarrà perfino senza un’affermazione nel circuito maggiore a livello di singolare, avendo raggiunto solo due finali (perse) a Bordeuax su cemento nel 1993 contro Sergi Bruguera e a Palermo su terra battuta nel 2000 contro il belga Olivier Rochus.

È in doppio che ottiene invece 5 affermazioni: Milano indoor nel 1990 in coppia con Omar Camporese, sulla terra di Barcelona nel 1991 in coppia con Horacio de la Peña e contro la coppia tedesca formata da Boris Becker ed Eric Jelen, sul cemento di Giacarta nel 1993 con Guillaume Raoux, per finire con la doppietta sulla terra rossa di Casablanca nel 1998 e nel 2000 rispettivamente con Andrea Gaudenzi e Michael Llodra. A confermare il fatto che avrebbe potuto sicuramente raccogliere di più nella sua carriera anche le 15 finali perse nella specialità del doppio, per evidenziare ancora una volta che con i mezzi in suo possesso, con qualche acciacco fisico in meno e un pizzico di convinzione in più, Diego Nargiso sarebbe potuto diventare un numero 1 di questa affascinante specialità: per lui “solo” la piazza numero 25 al mondo e pochi risultati di rilievo negli appuntamenti major della stagione con un 3t al Roland Garros, una sfilza di secondi turni sull’erba di Wimbledon e soprattutto i prestigiosi quarti di finale a New York nel 1993. Si poteva fare di più ma la dietrologia spicciola non ha mai portata a nulla di significativo.

Quello che rimane però è la presunta certezza che Dieguito avesse mezzi e tocco di palla speciali e che avremmo voluto assistere a ben altre imprese ma il suo essere giocatore atipico in un’omologazione che già diveniva imperante lo ha fatto comunque divenire un idolo, uno di quei tennisti da seguire nei tabelloni dei vari tornei, sperando che il suo cammino sia sempre il più lungo e splendido possibile. Personalmente sono solo lieto di aver potuto assistere alle magie del tennista campano e mi auguro di vederlo al più presto nelle vesti di coach.


Alessandro Orecchio


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39 commenti. Lasciane uno!

Lucabigon 17-12-2014 14:50

Scritto da pallettaro
@ Lucabigon (#1227288)
va bene va bene va bene. Non ha avuto una carriera da top perchè non lo era, sono stato il primo a dirlo. Volevo solo sottolineare che si è dovuto confrontare con una generazione migliore, fatta di fenomeni.
Il suo best 67 al mondo era, per l’epoca e per le qualità (daccordo con te), ottimo. Ci sono stati, successivamente nella fine dei 90 e quindi a ridosso del 2000 giocatori meglio classificati e ben più modesti di lui.
Per poco non è riuscito a costruirsi una buona carriera di singolarista, ma davvero gli mancò poco. Ripiegò sul doppio, senza avere, a mio parere, nemmeno lì una gran carriera. A dimostrazione che sono stato il primo a non ritenerlo un fenomeno, bensì un buon prospetto giovanile e niente più. Sono io che ho elencato i vincitori di Wimbledon junior proprio a dimostrazione che non è garanzia di successo vincere quel torneo a livello giovanile. Nicolas Pereira, un tennista quasi coetaneo di Nargiso vinse 3/4 di slam giovanile, senza poi superare nemmeno l’italiano, arrivando appena al 74 del mondo.
Quindi non è facile fare pronostici, ma già allora gli addetti ai lavori, che conoscevano meglio di noi Diego, avevano perplessità sulla sua carriera da pro. Diversamente i giornali, i media e qualche tecnico federale si sperticarono in elogi. Fu questo un po l’equivoco.

Le vittorie da junior negli anni ’80 valevano molto meno che adesso per due semplicissime ragioni: 1) a quei tempi i giovani raggiungevano molto prima gli alti livelli perchè il tennis non era ancora ipermuscolare come adesso per cui i migliori (i fenomeni) smettevano ben presto di giocare junior in quanto già competitivi ai massimi livelli. Gente come Chang, Agassi, Wilander e Becker già da 17enni vincevano tornei nel circuito maggiore mentre Nargiso vinceva Wimbledon junior.
2) al giorno d’oggi i giovani tardano ad esplodere e nella maggior parte dei casi i tornei Slam vengono giocati dai migliori (fa eccezione la classe ’96 formata da gente iperprecoce più Zverev ’97). Quando Quinzi giocava gli Slam in tabellone c’erano tutti i migliori junior al mondo e quindi erano test più affidabili. Con ciò non voglio dire che ci sia più probabilità di esplosione ad alto livello ma i maggiori tornei junior di oggi sono un test decisamente più probante rispetto a quanto avveniva negli anni ’80. E negli ultimi 16 anni i pochi capaci di vincere Wimbledon junior a 17 anni sono stati Federer, Dimitrov , Saville e Quinzi.

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pallettaro (Guest) 17-12-2014 09:32

@ serve & volley (#1227006)

mmmmmmmmmmmmmm, non ho detto questo!!!!
Ho detto che giocò contro generazioni di fenomeni. Punto. Non ho mai detto che era un campione.
Fece meno delle attese. E le attese non erano da top 10 (i media), erano da top 30-40 (ragionevole in considerazione della concorrenza). tutto lì.

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pallettaro (Guest) 17-12-2014 09:19

@ Lucabigon (#1227288)

va bene va bene va bene. Non ha avuto una carriera da top perchè non lo era, sono stato il primo a dirlo. Volevo solo sottolineare che si è dovuto confrontare con una generazione migliore, fatta di fenomeni.
Il suo best 67 al mondo era, per l’epoca e per le qualità (daccordo con te), ottimo. Ci sono stati, successivamente nella fine dei 90 e quindi a ridosso del 2000 giocatori meglio classificati e ben più modesti di lui.
Per poco non è riuscito a costruirsi una buona carriera di singolarista, ma davvero gli mancò poco. Ripiegò sul doppio, senza avere, a mio parere, nemmeno lì una gran carriera. A dimostrazione che sono stato il primo a non ritenerlo un fenomeno, bensì un buon prospetto giovanile e niente più. Sono io che ho elencato i vincitori di Wimbledon junior proprio a dimostrazione che non è garanzia di successo vincere quel torneo a livello giovanile. Nicolas Pereira, un tennista quasi coetaneo di Nargiso vinse 3/4 di slam giovanile, senza poi superare nemmeno l’italiano, arrivando appena al 74 del mondo.
Quindi non è facile fare pronostici, ma già allora gli addetti ai lavori, che conoscevano meglio di noi Diego, avevano perplessità sulla sua carriera da pro. Diversamente i giornali, i media e qualche tecnico federale si sperticarono in elogi. Fu questo un po l’equivoco.

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RODITI (Guest) 17-12-2014 08:17

Paragonare Nargiso a Llodra e’ come paragonare Brandi a Nestor…….

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adriano_ro 16-12-2014 23:01

Ricordo una partita terribile a Vienna in Coppa Davis contro Horst Skoff con un doppio 6-0 che Rino Tommasi commentò lapidario come la peggior performance di un italiano nella specialità

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manuel (Guest) 16-12-2014 22:38

ha scritto tante pagine di storia del nostro tennis,era molto affidabile e purtroppo come tanti altri azzurri non ha fatto il famigerato salto di qualità definitivo,ma comunque grande atleta e personaggio.

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fabrizio 16-12-2014 21:59

@ stef (#1227251)

Perfettamente ragione ti sei spiegato benissimo diritto e rovescio scadenti, lo stesso discorso su Edberg concordo virgola per virgola diritto non da Top 300 il resto una meraviglia.

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Lucabigon 16-12-2014 20:42

Scritto da pallettaro
@ Lucabigon (#1227048)
infatti non ho detto che era dietro a questi, ne ho detto che era forte. Ho solo detto che allora c’erano tanti grandi campioni, ma anche tanti giocatori forti di seconda fascia, forti appunto perchè abituati a giocare con grandi giocatori e non con delle pippe. Nargiso ha comunque battuto Bruguera a Palermo, ma perdendoci a San Marino su terra, superficie adatta più allo spagnolo, direi…
Perse anche da Corretja, Haas, da un Safin 18enne a Napoli, perse da Muster da Puerta, Costa e da Berasategui su terra, che non erano certo delle pippe su questa superficie. Perse anche da Krajecek a Roma, da Korda a Wimbledon, da Chang al Roland Garros, da Medveded (altro fenomeno presente in quegli anni) , ma anche da un certo Mats Wilander, da Sampras a Miami, da McEonroe all?Us Open (!), da Jim Courier (me l’ero dimenticato!!)come numero 1! togliendogli un set (7-6) a Miami, ancora da Sampras a Orlando, da Lendl a Milano!, ancora da Wilander a montecarlo, da leconte, da Mayotte, perfino da Vilas, da Mecir. Quindi la tua affermazione che non li abbia incontrati è palesemente infondata. Ma sai meglio scrivere per dar contro, no?

Non so meglio scrivere per dare contro ma è assurdo sostenere che non ha avuto un’ottima carriera perchè il livello medio degli altri era elevato. Non l’ha avuta perchè era limitato, capace se in giornata di giocare ottimi incontri ma ciò succedeva raramente altrimenti non si spiegherebbe come mai negli anni ’90 ha chiuso solo una volta la stagione nei primi 100. Aveva limiti ben precisi sia atletici, sia tecnici (soprattutto sul rovescio) e anche di tenuta psicologica. Certo che gravitando sempre intorno ai primi 100 gli è capitato di giocare contro alcuni ottimi giocatori ma non sono state queste sconfittew ad avergli impedito di avere una carriera di profilo più elevato: ciò è indubbio.
E oltre alle buone partite giocate contro quei tennisti si potrebbero citare anche le sconfitte, no? Melville, Diego Perez (2 volte nel 1989), Mezzadri, Antonitsch, Tauson (?), Koevermans, Bates…ecc….

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fabrizio 16-12-2014 20:00

@ l Occhio di Sauron (#1227177)

Infatti nel mio commento lo paragono a Llodra ma molto più debole di testa e come ho già espresso nei mie commenti precedenti la testa è il 50% delle fortune di un giocatore, quindi volevo intendere che come gioco somiglia a Llodra ma comunque inferiore al francese.Per il discorso di Llodra nel periodo fine anni 80 inizio anni 90 io non l’ avrei visto comunque nei primi 10 perche? Semplice ti prendo un giocatore ad esempio Richard Krajicek che è stato nei primi 10 ma non con continuità, beh con tutto il rispetto l’ olandese era un altra categoria rispetto a Llodra basta pensare che quando serviva faceva i buchi per terra.Comunque sono opinioni magari hai ragione tu.

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stef (Guest) 16-12-2014 19:50

mi piacerebbe anche un articolo su Pescosolido
il diritto piu veloce del west

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stef (Guest) 16-12-2014 19:47

@ pallettaro (#1227029)

si vero c’erano un sacco di giocatori molto molto forti…il livello era altissimo

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stef (Guest) 16-12-2014 19:45

@ stef (#1227247)

Voglio dire…a livello di efficacia il rovescio era peggio del dritto, confermo cio che dicono gli utenti. Il dritto pero’ che avrebbe dovuto essere il colpo con cui si facevano (e si fanno ancora) il numero maggiore di punti, ecco il dritto non era tale da trascinare Nargiso a vittorie importanti.

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stef (Guest) 16-12-2014 19:37

@ pallettaro (#1227013)

Io ricordo Nargiso..lo vidi spesso giocare (in tv ovvio).
Ricordo si il tocco e il gioco a rete buono ma quanti punti faceva a rete in un match? o colpi di tocco? pochi troppo pochi per rivalegiare con i topspinnoni che viaggiavano all epoca. La palla di un Muster per esempio pesava un quintale e Nargiso aveva movimenti ed impugnature non esasperati. Il dritto era il suo tallone d achille…leggerino…proprio come Edbeg che pero’ compensava uno scarso drittino piatto con rovescio, servizio, volee, velocita’ in campo, tutto da super top player.

Nargiso sapeva fare benino tutto a non aveva la cilindrata per scambiare da fondo e a lungo con tantissimi giocatori della sua epoca.

Bello da vedersi ma poco continuo e poco potente. Opinione personale ovviamente…l immagine che ho di lui.

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don Pezzotta (Guest) 16-12-2014 19:03

Se in Italia avessimo avuto la cultura del lavoro…
da Panatta fino ai vari Nargiso, Canè, Camporese, avremmo avuto in classifica fior di tennisti 👿

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Kriss69forever 16-12-2014 17:38

Sindrome di Nargiso: atteggiamento arrogante e strafottente che annulla ogni eventuale (scarso) lavoro svolto, contribuendo in modo determinante a vanificare un qualsiasi talento – grande o soprattutto piccolo – del quale si sia dotati.
Praticamente la fotografia di Quinzi.

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l Occhio di Sauron 16-12-2014 17:26

Scritto da fabrizio
Io posso rimpiangere un Cane’, un Camporese magari un Pescosolido e oggi un Fognini, ma Nargiso onestamente non mi ha mai dato la sensazione con il suo gioco di arrivare ad essere un Top, aveva dei colpi da fondo abbastanza deboli un bel servizio e un buon gioco di volo, oggi lo paragonerei a un Llodra molto più debole di testa ma nulla più. Per quanto riguarda il paragone con le ere tennistiche è vero che per esempio tra il fine carriera di Sampras e la salita di Federer e Nadal c’è stato un buco di cui Hewitt ne ha approfittato ma qui si parla di un giocatore arrivato al massimo al N.74 quindi anche in un era con tennisti più scarsi magari poteva arrivare al N.40 ma niente di più.

concordo con te in generale su quanto hai scritto tranne una cosa:

Llodra è stato 1000 volte più forte di Nargiso.
Lui sì che è stato un talento sprecato ma la colpa è anche del gioco moderno che se non sai stare a remare e combattere da fondo campo con il solo gioco di rete puoi far poco. Se Llodrà fosse stato coetaneo di Nargiso secondo me era un top 10 garantito, d’altro canto Nargiso oggigiorno non sarebbe stato neppure tra i primi 1000.

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l Occhio di Sauron 16-12-2014 17:18

Secondo me quando un giocatore manca completamente di un fondamentale come il rovescio non si può parlare di talento puro.

Nargiso era capace a rete di colpi notevoli, aveva una gran sensibilità per le stop volley, le smorzate in generale, il dritto era nella norma ma il rovescio era veramente il nulla assoluto.

Da fondo non riusciva mai fare più di tre palleggi.. andiamo dai..

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fabrizio 16-12-2014 16:46

Io posso rimpiangere un Cane’, un Camporese magari un Pescosolido e oggi un Fognini, ma Nargiso onestamente non mi ha mai dato la sensazione con il suo gioco di arrivare ad essere un Top, aveva dei colpi da fondo abbastanza deboli un bel servizio e un buon gioco di volo, oggi lo paragonerei a un Llodra molto più debole di testa ma nulla più. Per quanto riguarda il paragone con le ere tennistiche è vero che per esempio tra il fine carriera di Sampras e la salita di Federer e Nadal c’è stato un buco di cui Hewitt ne ha approfittato ma qui si parla di un giocatore arrivato al massimo al N.74 quindi anche in un era con tennisti più scarsi magari poteva arrivare al N.40 ma niente di più.

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Raul Ramirez (Guest) 16-12-2014 16:41

@ pallettaro (#1227059)

Non sarebbe meglio dire che in Italia diamo delle patenti di “giocatore di talento” che “avrebbe potuto fare molto di piu’…stare nei 20….” ad un ns. giocatore su due salvo poi rosikare per i “mediocri avversari”…Da quando seguo l’ho sentito dire, ad esempio, di Canè, Nargiso, Gaudenzi, Sanguinetti, Navarra (!!), Seppi, Bolelli ed ovviamente Fognini; l’ho sentito dire persino di Furlan ( che secondo me rispetto al talento ha assolutamente fatto il suo con onore). Forse se il metro fosse leggermente più obiettivo….ci sarebbero meno “Galeazzi” in giro che parlano del “Turborovescio” del Bolognese schifati da un certo Wilander……

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ILSanto (Guest) 16-12-2014 16:26

Nargiso sicuramente poteva arrivare tra i primi 20-30 al mondo e non di più. Aggiungo che quando era nei primi 100, sembrava dagli atteggiamenti che teneva sui campi da Tennis il N° 1 al mondo. Purtroppo era il N° 70 al mondo più o meno, con un carattere viziato e arrogante ; propenso a fare più sceneggiate che giocare.
Adesso Nargiso, è un uomo molto educato che ha capito gli errori commessi in gioventù, e sarebbe un bravissimo allenatore, (se no lo è già diventato)

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mirko.dllm (Guest) 16-12-2014 15:05

Scritto da leconte
Non c’è dubbio che nargiso potesse raggiungere qualche posizione migliore in classifica, forse il traguardo piu ambizioso sarebbe stato quello di entrare nei 30.
C’è da dire che non ha mai migliorato i suoi difetti, mobilità e rovescio, a questo proposito, rispondeva veramente troppo male di rovescio per essere un grande doppista ( lo vedi anche dalle statistiche di coppa davis). Rimane un ragazzo che da giocatore era piuttosto antipatico e con atteggiamenti censurabili, ricordo insulti alla madre a wimbledon, perchè non gli aveva portato in campo un paio di scarpe adatte (giocava contro Braash, una barzelletta vivente, vinse braash ndr). Cresciuto è una persona gradevole e simpatica, rimane mitico il commento “se pensassi di essere piu debole di Eltingh smetterei subito di giocare”, sempre riproposto da tommasi . (per chi non lo sapesse , jacco eltingh, pur con mezzi inferiori, è stato molto piu forte di nargiso, sopratutto in doppio).

A proposito di Eltingh,non fu proprio l’olandese che impedì a Nargiso di fare un percorso simile a quello che il napoletano fece a Miami nel 1992,e di qualificarsi per i quarti di finale di Roma nel 1989 e di compiere così,un percorso di torneo simile a quello fatto da Diego a Miami nel 1992(ma,a differenza del torneo di Key Biscayne,senza disputare le qualificazioni,se non erro,per quanto riguarda l’edizione del Foro Italico del 1989),e che avrebbe reso quell’edizione del torneo del Foro Italico storica,considerando che in quel torneo,alla fine si qualificò per i quarti di finale Camporese?E considerando che Nargiso aveva appena 19 anni,sarebbe stata di sicuro una prestazione davvero notevole,per un giovane tennista italiano.

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mirko.dllm (Guest) 16-12-2014 14:53

Scritto da GIANCA5152
@ mirko.dllm (#1226995)
Posso garantirti non simpatico, ma simpaticissimo. Ho avuto modo di conoscerlo a Brescia nel torneo appena concluso, posso confermarti che è stato LUI a iniziare a parlare in maniera veramente amichevole. Grandissimo DIEGO!!!!!!!!!!

Mi riferivo al periodo da tennista,in cui si diceva che avesse un carattere decisamente peggiore rispetto ad ora,almeno leggendo alcune fonti dell’epoca,ed anche di Gaudenzi si diceva,fosse tutt’altro che disponibile con i suoi fan italiani.Poi magari,sarebbe interessante se intervenisse qualcuno degli utenti di livetennis che possa confermare o smentire cosa si diceva all’epoca di loro.

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leconte (Guest) 16-12-2014 14:52

Non c’è dubbio che nargiso potesse raggiungere qualche posizione migliore in classifica, forse il traguardo piu ambizioso sarebbe stato quello di entrare nei 30.
C’è da dire che non ha mai migliorato i suoi difetti, mobilità e rovescio, a questo proposito, rispondeva veramente troppo male di rovescio per essere un grande doppista ( lo vedi anche dalle statistiche di coppa davis). Rimane un ragazzo che da giocatore era piuttosto antipatico e con atteggiamenti censurabili, ricordo insulti alla madre a wimbledon, perchè non gli aveva portato in campo un paio di scarpe adatte (giocava contro Braash, una barzelletta vivente, vinse braash ndr). Cresciuto è una persona gradevole e simpatica, rimane mitico il commento “se pensassi di essere piu debole di Eltingh smetterei subito di giocare”, sempre riproposto da tommasi . (per chi non lo sapesse , jacco eltingh, pur con mezzi inferiori, è stato molto piu forte di nargiso, sopratutto in doppio).

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GIANCA5152 (Guest) 16-12-2014 13:43

@ mirko.dllm (#1226995)

Posso garantirti non simpatico, ma simpaticissimo. Ho avuto modo di conoscerlo a Brescia nel torneo appena concluso, posso confermarti che è stato LUI a iniziare a parlare in maniera veramente amichevole. Grandissimo DIEGO!!!!!!!!!!

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mirko.dllm (Guest) 16-12-2014 13:40

Scritto da pallettaro
@ mirko.dllm (#1226995)
Mah, Nargiso è stato il frutto di un equivoco mediatico. Certo aveva un gran tocco e giocava un gran tennis. Un tennis quasi troppo difficile per imporsi, come disse giustamente Clerici in un’era di assoluti fenomeni.
Cioè, per imporsi con un tennis del genere o sei Edberg o è dura.
Il tuo giudizio è eccessivo, fatto secondo me su un onda emotiva successiva ai fatti, frutto di un piccolo equivoco su una grande vittoria da junior, amplificata da giornalisti incompetenti che prima ti ingigantiscono il giocatore e poi te lo dileggiano. Nargiso fu appunto Nargiso e fece probabilmente meno delle sue possibilità, ma certamente non aveva la stoffa e/o peggio la caratura di un Edberg, cosa che cercarono inutilmente di affibbiargli.
Vincere il torneo junior di Wimbledon, ora come all’epoca non è sinonimo di successi. Competizione che, tra gli altri, vinto l’anno dopo da Pereira tennista capace di vincere Us Open, Rolang Garros e appunto Wimbledon junior per poi arrivare al massimo al 74 mondiale tra i pro. Ma lo vinsero anche Sabau, Skoch (non da bere), Paes, Kulti, Velez, De Bakker, Mutis, Young, Reid, addirittura Wesley Whitehouse e Florin Mergea, per arrivare ai recenti Peliwo, Saville che faticano ad emergere. Ma si potrebbe andare avanti.

Ma io mi riferivo a risultati ampiamente migliori che poteva ottenere Nargiso,se solo si fosse allenato di più di quanto fece,non ho mica detto che poteva diventare un campionissimo,ma fare molto di più di quanto fatto effettivamente in carriera,sicuramente sì però.Come ad esempio provare a ripetere almeno un’ altra volta in carriera l’entusiasmante percorso compiuto al torneo di Miami 1992 o il torneo di Key Biscayne se preferite,dove,dopo aver superato le qualificazioni, battè tra gli altri durante il suo percorso,se non erro un tennista molto talentuoso come Korda,allora top ten,e si fermò nei quarti di finale non prima di aver strappato il primo set a Courier,che fu il dominatore di quell’anno,anche se in quella partita perse nettamente secondo e terzo set,ecco,ad esempio un torneo di quel genere,avrebbe pootuto giocarlo addirittura tre anni prima,agli Internazionali d’Italia del 1989,dove si fermò al terzo turno,contro un avversario non irresistibile.Poi ad esempio,poteva benissimo cercare di colmare la sua lacuna della sua carente risposta ai servizi avversari,che fu un suo grave tallone d’Achille di inizio gioco,se non erro.Ti potrei citare,come esempio di tennista che fece grandi miglioramenti pur essendo privo del talento tennistico necessario,Javier Sanchez,il più debole dei fratelli Sanchez,che tuttavia riuscì a raggiungere la top 30 della classifica Atp,oltre che pregevoli risultati come raggiungere i quarti di finali in tornei del Grande Slam,come agli Us Open,se non mi sbaglio.O magari come anche lo svizzero Mezzadri,che se la memoria non mi inganna,dopo aver giocato per un periodo per l’Italia,per dissapori con la nostra federazione,optò per la nazionalità svizzera,e successivamente riuscì anche lui ad entrare tra i top 30 della classifica,proprio in un periodo in cui avevamo come miglior rappresentante,un Canè classificato oltre il settantesimo posto del ranking,e quindi un tennista come Mezzadri ci sarebbe servito come il pane.

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GIANCA5152 (Guest) 16-12-2014 13:40

Concordo pienamente e in maniera totale alla disanima. Grande atleta e grandissimo personaggio. Penso ora più di prima. Grandissimo DIEGO !!!!!!!!!!

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cataflic (Guest) 16-12-2014 12:43

Scritto da Pierre Herme the Picasso of Pastry

io sono 68′ ho seguito la carriera di nargiso dall inizio ( ricordo 1/4 a palermo ) alla fine.
tennista sopravvalutato carente negli spostamenti un rovescio da fondo piuttosto debole servizio altalenante testa da perdente.
a fine carriera lo ricordo in finale con rochus a palermo e a boedeaux perdere sul veloce da bruguera.

concordo,
Nargiso aveva un rovescio risibile a livelli atp e fondamentalmente era un po’ lento e tirava troppo piano.
Per me con una preparazione “talebana” sarebbe entrato nei 50 e molto probabilmente nel doppio sarebbe stato tra i primi, ma non di più.
Aneddoto…me lo ricordo in un allenamento con David Wheaton…dopo un po’ di palleggi iniziano una partitina…parte Wheaton primo servizio ace, altro servizio..ace , altro servizio…ace sporco….Diego si gira verso il bordo campo “cu chistu qui si gioca ‘poco” ahaah

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pallettaro (Guest) 16-12-2014 12:43

@ Lucabigon (#1227048)

infatti non ho detto che era dietro a questi, ne ho detto che era forte. Ho solo detto che allora c’erano tanti grandi campioni, ma anche tanti giocatori forti di seconda fascia, forti appunto perchè abituati a giocare con grandi giocatori e non con delle pippe. Nargiso ha comunque battuto Bruguera a Palermo, ma perdendoci a San Marino su terra, superficie adatta più allo spagnolo, direi…
Perse anche da Corretja, Haas, da un Safin 18enne a Napoli, perse da Muster da Puerta, Costa e da Berasategui su terra, che non erano certo delle pippe su questa superficie. Perse anche da Krajecek a Roma, da Korda a Wimbledon, da Chang al Roland Garros, da Medveded (altro fenomeno presente in quegli anni) , ma anche da un certo Mats Wilander, da Sampras a Miami, da McEonroe all?Us Open (!), da Jim Courier (me l’ero dimenticato!!)come numero 1! togliendogli un set (7-6) a Miami, ancora da Sampras a Orlando, da Lendl a Milano!, ancora da Wilander a montecarlo, da leconte, da Mayotte, perfino da Vilas, da Mecir. Quindi la tua affermazione che non li abbia incontrati è palesemente infondata. Ma sai meglio scrivere per dar contro, no?

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Gabriele da Ragusa 16-12-2014 12:13

@ pallettaro (#1227029)

Sn d’accordo cn te. Sembra che dall’anno scorso si stia tornando agli antichi fasti. Ma salvo Nadal esclusivamente specialista sul rosso anche in giovane età. fino al 2005-2006 sul resto della stagione il vuoto cosmico. La mia è chiaramente una voluta esagerazione, ma la generazione degli anni 90 è stata qualcosa di incredibile

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Lucabigon 16-12-2014 12:10

Scritto da pallettaro
@ serve & volley (#1227006)
hai ragione, ma la concorrenza centra. Hewitt è stato numero 1 al mondo e vincitore di Wimbledon ed UsOpen, ma ha avuto la fortuna che Federer era ancora acerbo rispetto a lui e la generazione vecchia era ormai da pensione. Queste cose purtroppo in una carriera contano quando si deve spiccare il volo.
Roddick non ha vinto nemmeno una volta Wimbledon, Hewitt sì. Questa è stata anche fortuna o solo merito di Hewitt? tutte e due, ma i grandi campioni sono una cosa i numeri un’altra. Vilas allora non sarebbe mai stato un vero campione perchè non fu mai numero 1. In certe epoche gli avversari ti danno anche una mano (roddick regalò su una volè un Wimbledon a Roger) nell’epoca di Nargiso era dura perchè se battevi Krickstein ti arrivava un Pioline, ma se battevi anche quello magari c’era un Korda. Ma c’era già Sampras e c’erano ancora Becker, Stich e Edberg. Poi arriva anche Kafelnikov! Questi erano quegli anni e non mi si venga a dire che ora è la stessa cosa. dai.

Ma questi discorsi li potresti fare se Nargiso fosse stato un top30 ma lui questa gente non la incontrava quasi mai perchè era sempre fuori dai top100 negli anni ’90. Che discorsi…come se il problema della carriera di Nargiso fosse la qualità dei migliori giocatori di quell’epoca. Nargiso non si migliorò per niente, fece scelte errate sia a livello di coach che di programmazione perchè quella era ancora un’epoca, per il tennis, in cui chi era bravo a giocare di volo doveva puntare sulle superfici veloci e invece lo si vedeva remare da fondo nei tornei italiani su terra. La qualità media dei migliori non c’entra un fico secco con la carriera di secondo piano di Nargiso perchè quella era gente che lui non affrontava quasi mai perchè facevano tornei differenti vista la classifica.

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Lucabigon 16-12-2014 12:06

Scritto da pallettaro
Era già l’epoca dei Muster e degli epigoni del terraiolo monotipo spagnolo. Difficile, per lui, è stato confermarsi nell’era dello scontro tra titani, espressioni diverse e quasi opposte nel tennis.
Lo scontro tra i Muster e i Becker, tra i discendenti di Borg (su tutti Wilander) e i Sampras in un’epoca in cui c’era anche Edberg, Krajicek, Ivanisevic, Cash, Stich, senza contare le eccezioni umane e stilistiche dei poliedrici Mecir, Chang ed Agassi.
Troppa concorrenza, purtroppo. Ebbe la sfortuna di beccare una generazione di mostri ed i rimasugli di una generazione di miti, infatti giocavano ancor con buon profitto e pericolosità ancora McEnroe e Lendl.
Ci sarebbe voluta forse una maggiore “cattiveria” tennistica che forse espresse agli albori della carriera e che conferma il fatto che spesso conta più la fame del tocco, Ahilui e ahinoi.

Avrebbe dovuto impostare la propria carriera sul veloce e sull’erba anzichè giocare sempre sulla terra dietro casa. E’ questione di capacità (e non era ai livelli dei migliori di sicuro) e di voglia di fare sacrifici. Le scelte poi del coach in tenera età influiscono anche.

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Lucabigon 16-12-2014 12:05

Questi articoli mi sembrano troppo “politically correct” e non analizzano a fondo le questione forse anche per timore di scontentare il protagonista del racconto. Nargiso, ottimo tocco e grande talento, non era per nulla disciplinato e Gunther Bosch glielo disse chiaramente in faccia quando lo allenò.

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pallettaro (Guest) 16-12-2014 11:14

@ serve & volley (#1227006)

hai ragione, ma la concorrenza centra. Hewitt è stato numero 1 al mondo e vincitore di Wimbledon ed UsOpen, ma ha avuto la fortuna che Federer era ancora acerbo rispetto a lui e la generazione vecchia era ormai da pensione. Queste cose purtroppo in una carriera contano quando si deve spiccare il volo.
Roddick non ha vinto nemmeno una volta Wimbledon, Hewitt sì. Questa è stata anche fortuna o solo merito di Hewitt? tutte e due, ma i grandi campioni sono una cosa i numeri un’altra. Vilas allora non sarebbe mai stato un vero campione perchè non fu mai numero 1. In certe epoche gli avversari ti danno anche una mano (roddick regalò su una volè un Wimbledon a Roger) nell’epoca di Nargiso era dura perchè se battevi Krickstein ti arrivava un Pioline, ma se battevi anche quello magari c’era un Korda. Ma c’era già Sampras e c’erano ancora Becker, Stich e Edberg. Poi arriva anche Kafelnikov! Questi erano quegli anni e non mi si venga a dire che ora è la stessa cosa. dai.

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Pierre Herme the Picasso of Pastry (Guest) 16-12-2014 11:01

Scritto da pallettaro
@ mirko.dllm (#1226995)
Mah, Nargiso è stato il frutto di un equivoco mediatico. Certo aveva un gran tocco e giocava un gran tennis. Un tennis quasi troppo difficile per imporsi, come disse giustamente Clerici in un’era di assoluti fenomeni.
Cioè, per imporsi con un tennis del genere o sei Edberg o è dura.
Il tuo giudizio è eccessivo, fatto secondo me su un onda emotiva successiva ai fatti, frutto di un piccolo equivoco su una grande vittoria da junior, amplificata da giornalisti incompetenti che prima ti ingigantiscono il giocatore e poi te lo dileggiano. Nargiso fu appunto Nargiso e fece probabilmente meno delle sue possibilità, ma certamente non aveva la stoffa e/o peggio la caratura di un Edberg, cosa che cercarono inutilmente di affibbiargli.
Vincere il torneo junior di Wimbledon, ora come all’epoca non è sinonimo di successi. Competizione che, tra gli altri, vinto l’anno dopo da Pereira tennista capace di vincere Us Open, Rolang Garros e appunto Wimbledon junior per poi arrivare al massimo al 74 mondiale tra i pro. Ma lo vinsero anche Sabau, Skoch (non da bere), Paes, Kulti, Velez, De Bakker, Mutis, Young, Reid, addirittura Wesley Whitehouse e Florin Mergea, per arrivare ai recenti Peliwo, Saville che faticano ad emergere. Ma si potrebbe andare avanti.

d accordo con pallettaro
io sono 68′ ho seguito la carriera di nargiso dall inizio ( ricordo 1/4 a palermo ) alla fine.
tennista sopravvalutato carente negli spostamenti un rovescio da fondo piuttosto debole servizio altalenante testa da perdente.
a fine carriera lo ricordo in finale con rochus a palermo e a boedeaux perdere sul veloce da bruguera.

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pallettaro (Guest) 16-12-2014 10:31

@ mirko.dllm (#1226995)

Mah, Nargiso è stato il frutto di un equivoco mediatico. Certo aveva un gran tocco e giocava un gran tennis. Un tennis quasi troppo difficile per imporsi, come disse giustamente Clerici in un’era di assoluti fenomeni.
Cioè, per imporsi con un tennis del genere o sei Edberg o è dura.
Il tuo giudizio è eccessivo, fatto secondo me su un onda emotiva successiva ai fatti, frutto di un piccolo equivoco su una grande vittoria da junior, amplificata da giornalisti incompetenti che prima ti ingigantiscono il giocatore e poi te lo dileggiano. Nargiso fu appunto Nargiso e fece probabilmente meno delle sue possibilità, ma certamente non aveva la stoffa e/o peggio la caratura di un Edberg, cosa che cercarono inutilmente di affibbiargli.
Vincere il torneo junior di Wimbledon, ora come all’epoca non è sinonimo di successi. Competizione che, tra gli altri, vinto l’anno dopo da Pereira tennista capace di vincere Us Open, Rolang Garros e appunto Wimbledon junior per poi arrivare al massimo al 74 mondiale tra i pro. Ma lo vinsero anche Sabau, Skoch (non da bere), Paes, Kulti, Velez, De Bakker, Mutis, Young, Reid, addirittura Wesley Whitehouse e Florin Mergea, per arrivare ai recenti Peliwo, Saville che faticano ad emergere. Ma si potrebbe andare avanti.

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serve & volley (Guest) 16-12-2014 10:12

@ pallettaro (#1226997)

Ma che c’entra la concorrenza, se un giocatore è forte emerge nonostante la concorrenza… ogni epoca ha i suoi campioni e se anche Nargiso fosse nato 15 anni dopo avrebbe beccato i Nadal, i Nole, i Federer, i Murray.. insomma non gli sarebbe andata molto meglio… La verità è che il talento da solo non fa un campione e Nargiso non era un campione…

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alessiamartinella (Guest) 16-12-2014 10:02

Bella pagina di sport!

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pallettaro (Guest) 16-12-2014 09:57

Era già l’epoca dei Muster e degli epigoni del terraiolo monotipo spagnolo. Difficile, per lui, è stato confermarsi nell’era dello scontro tra titani, espressioni diverse e quasi opposte nel tennis.
Lo scontro tra i Muster e i Becker, tra i discendenti di Borg (su tutti Wilander) e i Sampras in un’epoca in cui c’era anche Edberg, Krajicek, Ivanisevic, Cash, Stich, senza contare le eccezioni umane e stilistiche dei poliedrici Mecir, Chang ed Agassi.
Troppa concorrenza, purtroppo. Ebbe la sfortuna di beccare una generazione di mostri ed i rimasugli di una generazione di miti, infatti giocavano ancor con buon profitto e pericolosità ancora McEnroe e Lendl.
Ci sarebbe voluta forse una maggiore “cattiveria” tennistica che forse espresse agli albori della carriera e che conferma il fatto che spesso conta più la fame del tocco, Ahilui e ahinoi.

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mirko.dllm (Guest) 16-12-2014 09:55

Nargiso simpatico? Ho qualche dubbio in merito,per il resto l’articolo è godibile e buono,salvo che secondo me,tace sui motivi della mancata esplosione tennistica del campano,che era assolutamente alla sua portata,dovuta alla mancata propensione all’allenamento e al sacrificio,motivo della mancanza di continuità di risultati importanti,soprattutto in singolare,ma credo che sia lo stesso motivo della mancanza di risultati più importanti anche in doppio,dato che per me,Nargiso in questa specialità poteva ottenere risultati importanti negli Slam,direi in linea con quanto fatto ad esempio dalla coppia composta da Fognini e Bolelli,nonostante che i due,non hannno mai avuto il gioco del puro doppista.

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