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Shuai Peng/Su – Wei Hsieh e un ultimo significativo doppio al Masters di Singapore

28/09/2014 23:43 4 commenti
La Taiwanese Su-Wei Hsieh e la cinese Shuai Peng nella foto
La Taiwanese Su-Wei Hsieh e la cinese Shuai Peng nella foto

Era già stato detto tutto durante l’ultimo Us Open, un torneo a tratti sorprendente in cui la cinese Shuai Peng arrivava inaspettatamente in semi finale e dove proprio la stessa giocatrice asiatica rivelava la sua intenzione di separarsi dalla sua partner di doppio, la taiwanese Su – Wei Hsieh, con cui aveva formato una coppia affiatata e di successo, arrivando fino ai trionfi Slam di Wimbledon 2013/Parigi 2014 e al Masters di fine anno sempre nel 2013, raggiungendo anche la prima posizione del ranking mondiale. È di questi giorni però la notizia che le due giocheranno per un’ultima volta insieme (escludendo un nuovo ritorno in coppia futuro…) al Masters di Singapore, un dovere verso i tanti tifosi e forse soprattutto verso se stesse: una giusta ricompensa per i sacrifici compiuti e per gli obiettivi prestigiosi raggiunti in coppia.

Nonostante fossero a mio avviso le avversarie più scomode per le nostre Chichis e quelle con cui fosse più facile perdere per l’atipicità dei colpi, ho sempre guardato a queste due valide avversarie come a due messaggere, due giocatrici che tenevano in alto due bandiere con colori differenti e di due Paesi da sempre in contrasto, ma che sul campo facevano abbandonare pensieri di rivalità in un’unione di tifo che in un attimo cancellava questioni extra sportive che col tennis avevano ben poco a che fare e che puntualmente venivano zittite non appena colpivano la palla.
Si dice si siano dette addio perché la Peng non rivede nella sua (ex) compagna di doppio quell’ambizione fondamentale per mantenersi in vetta dopo averla faticosamente raggiunta. Si dice si siano dette addio perché la Hsieh vorrebbe risalire in classifica nel singolare, non potendo presenziare al momento quindi nei main draw dei tornei più importanti, dove poter giocare ancora insieme alla Peng: o continuare in doppio trascurando il singolare o salutare la sua collega. Si dice che rifiutando la Hsieh la cittadinanza cinese, la Peng le abbia detto addio per inseguire il sogno di Rio 2016, anche se non è ancora chiaro se sceglierà per il 2015 una compagna di doppio connazionale: se non lo dovesse fare perché separarsi da una partner vincente senza una motivazione così importante come un sogno olimpico? Si è parlato a dire il vero anche di antipatie personali e di alchimie perdute improvvisamente ma c’è anche la tesi, a mio avviso molto credibile, che paventa una decisione o per meglio dire un’imposizione giungere dall’alto: ciò che è certo è che qualcosa nel loro redditizio equilibrio si è rotto.

Varcata la soglia di ingresso del campo, le due si sono rese protagoniste di una storia di unione e fratellanza fra popoli, senza però quel lieto fine che sarebbe stato lecito attendersi. Hsieh e Peng fino a poco tempo prima della separazione nelle varie interviste di rito, si definivano amiche e compagne ideali per i continui spostamenti logicisti e geografici che i serrati impegni del circuito WTA impongono solitamente. Ma adesso le loro strade si separeranno e si vocifera insistentemente che a metterci lo zampino sia stata la Federazione tennistica cinese: per continuare a giocare e vincere insieme, la Hsieh avrebbe dovuto rinunciare alla propria identità nazionale, prendere la cittadinanza cinese e chinare la testa. Le spinose questioni politiche che le due avevano tenuto magnificamente a bada e lontano dalle loro racchette, forse hanno avuto la meglio, rompendo la loro coppia e invadendo un’oasi felice (sportiva) che aveva tenuto i due mondi rigorosamente separati. Il mondo dello sport e quello della politica dovrebbero camminare su due binari paralleli ma nettamente separati, lasciando al libero arbitrio degli atleti la decisione di percorrere il loro cammino sportivo nel modo che meglio credono. Per troppe volte interessi politici, credi religiosi e motivazioni che con lo sport non hanno nulla a che fare, hanno condizionato intere manifestazioni sportive e il tifo della gente: ancora una volta, il sospetto che ci sia stata una tale invasione di campo, è decisamente forte.

Peng e Hsieh vanno tifate, anche solo per un’ultima volta a Singapore, per i colpi e per il gioco che sanno mettere in campo, dimenticando le loro origini e le rivendicazioni territoriali che da sempre i loro popoli urlano per mantenere intatta la propria identità nazionale: se un rovescio lungo linea spiazza l’avversaria e si pianta vicino all’incrocio delle righe di fondocampo e ci permette di alzare in aria un trofeo, è un colpo che lascia a bocca aperta qualunque sia la nostra nazionalità e la nostra compagna di doppio è semplicemente una compagna di doppio, qualunque sia il Paese da cui questa proviene. Purtroppo non sarà l’ultima volta che lo sport ci racconterà storie contaminate da politica e ideali, ma la mia sensazione è che con questa separazione la possibilità di lanciare un messaggio distensivo sia andata persa.


Alessandro Orecchio


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4 commenti

tommaso (Guest) 29-09-2014 13:59

La Hsieh pare aver scelto la Mirza come compagna di doppio per l’anno prossimo

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Libeccio (Guest) 29-09-2014 09:14

Gran bell’articolo, brutta perdita per il circuito

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Mats (Guest) 29-09-2014 07:50

Bell’articolo.

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giovanni (Guest) 29-09-2014 00:10

Coppia migliore di doppio. Il tocco di palla Della Hsieh è molto importante

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