Australian Open: Anche quest’anno gli “outsiders” la fanno da padrone

25/01/2008 09:28 2 commenti

L’Australian Open conferma anche quest’anno la sua caratteristica di essere un torneo che sprona gli outsiders e li porta in vetta. E’ questo, infatti, il terzo anno consecutivo che il torneo australiano vede finalista un giocatore che alla vigilia non era certo dato favorito dagli scommettitori.
Oltre al bell’exploit del giovane francese, Tsonga, che sta stupendo tutti per l’autorevolezza con cui è giunto fino alla finale, devono ricordarsi le belle prove di Gonzalez l’anno scorso e di Baghdatis nel 2006, entrambi finalisti.
Prima di loro, è d’obbligo citare anche le finali raggiunte da Carlos Moya (1997), Thomas Enqvist (1999), Arnauld Clement (2001) e Rainer Schuettler (2003).
In generale l’Open d’Australia ha sempre mostrato una grande apertura per accogliera le novità sportive: nel 2002 si segnala l’inaspettata vittoria del torneo da parte dello svedese Thomas Johansson che sconfisse nell’ultimo atto un “distratto” Marat Safin.


Lo svedese Thomas Johansson, nello stesso anno del suo trionfo in Australia (2002), ha fatto segnare il suo best ranking con la posizione n.7.

2 commenti

Xxx (Guest) 25-01-2008 12:35

E’ un torneo dello Slam che oltre a venire all’inizio del calendario(ci sono solo 2 settimane di tornei Atp che lo precedono)è anche in un posto lontanissimo e quindi molta gente fa fatica ad adattarsi alle condizioni climatiche di questo paese e di conseguenza chi non si è preparato bene fisicamente o è in ritardo nella preparazione può perdere tranquillamente al primo turno,mentre chi arriva pronto e già acclimatato oltre ad essere forte già di suo può sfruttare le debolezze dei suoi avversari e quindi andare avanti nel torneo in modo più agevole rispetto agli altri Slam.

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Sbandieratore Nato in Lombardia come De Voest ma non (Guest) 25-01-2008 12:32

La Finale sarà tra Djokovic ( che non ha ancora perso un set ) e Tsonga.
Il primo dato che balza all’occhio è di tipo anagrafico.
I due finalisti hanno 20 e 22 anni. Questo dato ci indica come il ricambio generazionale sia in pieno atto.
Federer, come avevo in precedenza detto, ha toccato il suo massimo della carriera. Ora per ovvie ragioni anagrafiche e fisiche, dovrà lasciare, almeno per quanto riguarda i successi nello slam edi il n.1 del ranking mondiale, il posto ai giovani.
L’arrivo di Djokovic avvantaggia in qualche modo Nadal per la conquista del numero 1 al mondo. Infatti, se prima sul veloce i punti li faceva solo Federer, ora lo svizzero dovrà spartirli con il serbo.
Per quanto riguarda la terra battuta, Nadal non dovrebbe nemmeno essere in discussione come n.1.
Anche per quest’anno niente Grande Slam per Federer, mentre credo che prima o poi ci possa riuscire Djokovic, visto che il suo tennis è in grado di consentirgli successi sulla terra battuta e credo – prima o poi – anche il successo al Roland Garros.
Altra rilevazione : dei quattro semifinalisti, tre avevano dai 22 anni in giù.
Questo per far capire che non possiamo aspettare che i nostri raggiungano il massimo del loro tennis a 26 anni. Altrimenti di top 10 per i prossimi 300 anni in Italia non se ne parla nemmeno.
( P.S. : che fortuna, dai quarti in poi ho indovinato tutto. Mi manca solo Djokovic che vince su Tsonga… )

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