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Intervista esclusiva a Lorenzo Sonego: “Quando in partita c’è lotta mi diverto. Il focus è migliorare i colpi d’inizio gioco, in particolare la risposta”

27/05/2023 09:00 22 commenti
Lorenzo Sonego (foto ATP tour)
Lorenzo Sonego (foto ATP tour)

Se dico che le doti migliori di Lorenzo Sonego vanno ricercate nella semplicità e nell’umiltà, sembra quasi che voglia sminuire la grandezza di “Sonny”. Invece è proprio il contrario.
Ecco, adesso vorrei avere qui accanto qualcuno che so io, quello che si inventa qualsiasi cosa pur di non di raccogliere le palle alla fine dell’ora, che si guarda bene dal passare la stuoia: da quando è in odore di passare in “terza”, gli sembra lesa maestà preoccuparsi delle faccende che stanno in coda agli allenamenti.
Invece “Sonny”, già 21 al mondo, tre titoli ATP finora in carriera, non attende un “maggiordomo” e fa quello che ha sempre ha fatto, fin dal primo giorno in cui ha calcato un campo da tennis: a sessione conclusa, tappeto. Un dettaglio ma una sorta di mantra, giusto così per continuare a non montarsi la testa.

Del resto il suo mentore e coach Gipo Arbino ha voluto crescerlo facendogli capire fin da subito che la grandezza sarebbe arrivato a coglierla solo ricordando sempre bene da dove si è partiti ed evitando con cura di bearsi a considerare ciò che aveva ottenuto e dove era arrivato.
E di strada Lori e Gipo ne han fatta tanta per poter arrivare.
Degli inizi, della militanza nelle giovanili del Toro, la squadra per cui Sonny stravede e stravedeva, si sa, come si sa di come, pur avendo piedi affatto disprezzabili, sia stato indotto proprio da Gipo a mollare definitivamente il calcio per puntare tutto sul tennis.

Arbino le qualità di Sonego le ha lette subito. Il fisico segaligno, gracile degli inizi non doveva e poteva trarre in inganno: il ragazzo sarebbe cresciuto. Poco, ma sicuro. Piuttosto l’aveva colpito con quale dedizione Lorenzo si applicasse, con quale voglia e determinazione cercasse di migliorarsi ad ogni allenamento. Diceva tanto lo sguardo solare di Sonny: divertito quando gli veniva proposta una nuova sfida, fiammeggiante appena si entrava in lotta. E pazienza se per lungo tempo i palcoscenici erano gli Open di provincia e non i tornei internazionali: Lori non mollava un punto e correva e giocava già come se stesse al Roland Garros. Molto scarsamente considerato, praticamente ignorato, Sonny dovette attendere che Gipo chiamasse direttamente in Federazione perché qualcuno si accorgesse delle qualità del suo protetto e la vita prendesse una piega diversa.

Lori, cosa vedi se ti volti indietro?
“Guardo con tenerezza e orgoglio a tutto il percorso che ho compiuto. Ciò che sono ora è figlio del cammino fatto. Mi dà forza, consapevolezza considerare da dove sono partito.”

Da ragazzino, quando ti chiamavano “Polpo” per l’incredibile tua capacità di allungarti e rimandare qualsiasi cosa, quando i tuoi avversari si chiamavano D’Anna e Marangoni, e Napolitano e Donati ti sembravano d’un’altra categoria, avresti mai immaginato di arrivare a questi livelli?
“Io ci ho sempre creduto. Davvero ho sempre pensato che un giorno ce l’avrei fatta. Non ho mai dubitato ed è per questo che ho accettato di buon grado quello che Gipo via via mi proponeva, cercando di modificare il mio gioco da ‘difensore ad oltranza’ in attaccante da fondo.”

Quello che continua a entusiasmarmi di te è il modo che hai di stare in campo: contrariamente a molti, tu dai proprio l’impressione di divertirti nella lotta, anzi più ce n’è e meglio è.
“Sì, è proprio così. Anzi, devo dirti che quando sono andato in campo con troppa pressione, quando sentivo che non mi stavo divertendo, lì sono proprio giunte le mie prestazioni più insoddisfacenti.”

Se ti riferisci al periodo prima della vittoria di Metz, quando hai cominciato a perdere classifica, non è che hai pagato lo sforzo prodotto per arrivare a essere 21 al mondo, e che hai cominciato a pensare a che meccanismo perverso s’innesta nella testa quando pensi a come salvaguardare il ranking ottenuto?
“Può darsi. Certamente per me era un cosa totalmente nuova. Fino ad un dato momento non avevo fatto altro che salire, che inanellare prestazioni sempre più soddisfacenti; e invece ad un tratto è cominciato il periodo buio, quando, per un motivo o per l’altro, per un’inezia, le vittorie non venivano più. Se mi chiedi come ho fatto, non posso che risponderti che ho cercato di rimanere il più calmo e tranquillo possibile. Più mi agitavo e peggio andava. Dovevo imparare a gestire una situazione nuova, che prima o poi attraversano tutti. A me non era ancora capitato e dovevo imparare ad affrontarla.”

Hai puntato sul lavoro, per migliorarti e venirne fuori? Guardandoti in TV e prima in allenamento, mi sembra che il tuo dritto sia ancora più buono, più ficcante e pesante. Anche la seconda di servizio, soprattutto quella da sinistra, mi sembra decisamente più efficace, e come effetto impresso, e come traiettorie?
“Continuiamo a lavorare davvero tanto e quello che dici si unisce a quanto sono più forte d’un tempo sul rovescio. Il focus però rimane orientato verso il miglioramento dei colpi d’inizio gioco, con un’attenzione particolare sulla risposta al servizio: quelli sono i cardini del tennis moderno, a mio avviso.”

Innegabilmente sei migliorato in tutto e aveva ragione Gipo nel dirti, nel momento più buio, che dovevi avere fiducia e pazienza perché sì perdevi certe partite inspiegabilmente, ma avevi aggiunto pezzi importanti e stavi giocando meglio di quanto non facessi quando vincevi sempre e comunque. Venendo a ora, cosa senti che ti manca ancora per giocartela e sempre coi migliori? A Roma hai perso da Tsitsipas ma hai avuto le tue chanches… In cosa senti che i più forti sono diversi, in cosa senti che hanno ancora qualcosa in più?
“La loro continuità fa la differenza. Non hanno cedimenti, nemmeno per un attimo. Ai massimi livelli sono i dettagli quelli che determinano il risultato. Basta un nonnulla, una frazione di secondo di straniamento e con loro di ritrovi sotto. Ma lavoreremo anche su questo.”

All’inizio ti ho chiesto che cosa vedevi voltandoti, adesso, ora che hai compiuto ventotto anni, ti chiedo che cosa immagini ci sia davanti a te
“Vedo tante altre grandi stagioni da interpretare al meglio. Di sicuro quello che voglio fare è continuare a spostare l’asticella sempre più verso l’alto.”

Sempre con Gipo a fianco, suppongo…
“E ti pare che dopo tutto quello che abbiamo attraversato possa mai cambiare? Avanti con Gipo, come abbiamo sempre fatto.”

 

Elis Calegari


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22 commenti. Lasciane uno!

Allende (Guest) 27-05-2023 13:32

Scritto da walden
Questa breve intervista con Sonego mi offre lo spunto per qualche considerazione su quella che chiamo la “Generazione (semi)Perduta” ossia quella a metà fra i vari Cecchinato, Travaglia, Giannessi, Gaio, Caruso, etc. e i “newcomers” (molti non sono più Next Gen) degli anni 2020-2023.
Per capirsi quella di Quinzi, Baldi, Donati, Napolitano, Brancaccio, Pellegrino, Moroni, Fonio, Mager, Vavassori, Berrettini e Sonego. Questi ultimi due sono stati quelli che hanno raggiunto il top (per un breve periodo vi si era avvicinato anche Mager, presto, purtroppo, risucchiato in posizioni molto meno prestigiose) della classifica , vincendo Tornei ATP, arrivando, nel caso di Berrettini, ad un finale SLAM, etc. Ma erano anche, insieme a Mager quelli meno considerati, rispetto ai primi che ho citato. Non è mia intenzione trovare spiegazione per i fatti singoli che hanno portato al ritiro di alcuni e carriere modeste di altri, ma vorrei capire cosa può insegnare a quella che adesso sta dando l’”Assalto al Cielo”, peraltro, se parliamo di Sinner e Musetti, già raggiunto.
Una decina di anni fa c’erano tutte le premesse perchè gli “Xs” potessero fare qualcosa di simile a quello che stanno facendo gli attuali “Zs”, ma questo non è successo, se escludiamo Berrettini e Sonego, difficilmente (per chi è ancora attivo) le loro carriere potranno trovare una svolta (in effetti Vavassori è in grande crescita, segno che non è “mai troppo tardi”, ma la possibilità di arrivare ad essere un top 40 o 50 è tutta da valutare). Perchè alla fine solo gli “underdogs” sono decollati? Io penso, al di la delle situazioni specifiche personali, proprio per questo. Perchè nessuno scommetteva su di loro, sono potuti crescere lentamente e lontano dai riflettori, migliorarsi utilizzando il tempo necessario.
Se quindi vogliamo trarre un apprendimento dall’esperienza passata, dobbiamo, allora, evitare di ripetere lo stesso errore con questa nuova generazione. Basta con questi continui confronti con quei due ventenni, lo Spagnolo ed il Danese, ma cercare di valorizzare i miglioramenti, mai emettere sentenze definitive, ma aspettare, lasciare il tempo a ciascuno. Cobolli, Zeppieri erano considerati ormai destinati a carrire mediocri, secondo certi personaggi. Vavassori sino a qualche mese fa era buono solo per il doppio. Ed oggi (quasi) tutti ad esaltarli. Ricordiamocelo quando fra un po’ di tempo ci spelleremo le mani per qualcuno che oggi è ritenuto un mezzo fallito.

Sono assolutamente d’accordo con te.

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tinapica 27-05-2023 11:26

Scritto da forzaschiavo
@ Mario Blu (#3585285)
perchè non può fare una cosa e l’altra? altro che invidia, si rosica! anticipo la contro risposta, può fare quel che vuole, della sua vita privata e pure di quella tennistica, personalmente mi interessa cosa farà sul campo e gli auguro di non avere più infortuni…ah no, aspetta, replica “eh ma la Satta ha rovinato le carriere già a due sportivi”, e a noi tifosi cosa cambia? a me zero!

Perché non può fare una cosa e poi l’altra?
Perché per ottenere risultati di vertice, al vertice mondiale, una cosa e l’altra insieme non si possono fare, in qualsiasi disciplina agonistica, non solo nel tennis.
Eccezioni ci sono state, ma si contano sulle dita delle mani. A me vengono in mente giusto Anquetil, Panatta, Maradona…
con tutto il rispetto e tutta la gratitudine che devo a Berrettini, non lo vedo nella stessa categoria.
Vedremo tra poche settimane: spero di dover “subire” una clamorosa smentita.
Daje Matte’: nun fa’ er frescone!

21
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Pier no guest 27-05-2023 09:00

Scritto da stex
@ walden (#3585197)
aggiungerei che forse sono arrivati quelli che hanno avuto meno “collegiali” e meno tecnici e pressioni federali…
E dobbiamo ringraziare il piatti di caratti e furlan se la federazione si è accorta come fosse meglio far crescere i giocatori con i propri allenatori invece che con quelli federali…

Per me più che accorta la Federazione si è rassegnata…

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Mario (Guest) 26-05-2023 23:38

Avanti Lorenzo e Gipo, siete un gran team di persone umili, squisite e serie…

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+1: Pippolivetennis, puffo65
Andrea Sonego 26-05-2023 18:55

Grande Lorenzo! N.1 in Italia come preparazione, resistenza fisica e determinazione. E sempre avanti con Gipo!

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+1: il capitano
Tic Tac (Guest) 26-05-2023 18:49

@ forzaschiavo (#3585390)

Però poi non vi dovete sorprendere se floppa la stagione su erba, dove difende 750 punti e precipita in classifica.

17
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Betafasan 26-05-2023 18:10

Speriamo di vederti in semifinale ehhh!

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walden 26-05-2023 17:42

Scritto da Ozzastru
Quinzi ha detto in un’intervista che non ha saputo reggere lo stress da tennista destinato a un grande futuro, Nardi è sulla stessa strada: speriamo che trovi un bivio che gli faccia cambiare direzione. Lorenzo è cresciuto all’ombra dei nostri tre big, scavandosi una pista molto importante nel ranking e anche nei nostri cuori. Il sorriso che non manca mai a fine partita che perda o vinca è il suo marchio di fabbrica. Noi siamo con lui. Forza Lorenzo!!!!

Nardi mi sembra tutto fuorchè stressato, di tutto il parlare che lo riguarda, sembra, dico sembra, non fregargliene granchè. E’ un po’ “meciriano”, almeno all’apparenza. Adesso va in GB, gioca sull’erba e vedremo cosa combina. Io apprezzo molto il suo stile, tranne il taglio di capelli, che mio figlio, poco più vecchio di lui, aveva a 15 anni.

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forzaschiavo (Guest) 26-05-2023 17:41

@ Mario Blu (#3585285)
perchè non può fare una cosa e l’altra? altro che invidia, si rosica! anticipo la contro risposta, può fare quel che vuole, della sua vita privata e pure di quella tennistica, personalmente mi interessa cosa farà sul campo e gli auguro di non avere più infortuni…ah no, aspetta, replica “eh ma la Satta ha rovinato le carriere già a due sportivi”, e a noi tifosi cosa cambia? a me zero!

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walden 26-05-2023 17:37

Scritto da Mario Blu
E intanto mehtre Sinner , Sonego e Musetti sono impegnati nella preparazione del Roland Garros, Matteo se la spassa in costa Smeralda facendo serate e movida con la Satta. Beato lui.

Confermo. Beato lui.

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walden 26-05-2023 17:35

Scritto da No Way

Scritto da walden

Scritto da No Way

Scritto da walden
Questa breve intervista con Sonego mi offre lo spunto per qualche considerazione su quella che chiamo la “Generazione (semi)Perduta” ossia quella a metà fra i vari Cecchinato, Travaglia, Giannessi, Gaio, Caruso, etc. e i “newcomers” (molti non sono più Next Gen) degli anni 2020-2023.
Per capirsi quella di Quinzi, Baldi, Donati, Napolitano, Brancaccio, Pellegrino, Moroni, Fonio, Mager, Vavassori, Berrettini e Sonego. Questi ultimi due sono stati quelli che hanno raggiunto il top (per un breve periodo vi si era avvicinato anche Mager, presto, purtroppo, risucchiato in posizioni molto meno prestigiose) della classifica , vincendo Tornei ATP, arrivando, nel caso di Berrettini, ad un finale SLAM, etc. Ma erano anche, insieme a Mager quelli meno considerati, rispetto ai primi che ho citato. Non è mia intenzione trovare spiegazione per i fatti singoli che hanno portato al ritiro di alcuni e carriere modeste di altri, ma vorrei capire cosa può insegnare a quella che adesso sta dando l’”Assalto al Cielo”, peraltro, se parliamo di Sinner e Musetti, già raggiunto.
Una decina di anni fa c’erano tutte le premesse perchè gli “Xs” potessero fare qualcosa di simile a quello che stanno facendo gli attuali “Zs”, ma questo non è successo, se escludiamo Berrettini e Sonego, difficilmente (per chi è ancora attivo) le loro carriere potranno trovare una svolta (in effetti Vavassori è in grande crescita, segno che non è “mai troppo tardi”, ma la possibilità di arrivare ad essere un top 40 o 50 è tutta da valutare). Perchè alla fine solo gli “underdogs” sono decollati? Io penso, al di la delle situazioni specifiche personali, proprio per questo. Perchè nessuno scommetteva su di loro, sono potuti crescere lentamente e lontano dai riflettori, migliorarsi utilizzando il tempo necessario.
Se quindi vogliamo trarre un apprendimento dall’esperienza passata, dobbiamo, allora, evitare di ripetere lo stesso errore con questa nuova generazione. Basta con questi continui confronti con quei due ventenni, lo Spagnolo ed il Danese, ma cercare di valorizzare i miglioramenti, mai emettere sentenze definitive, ma aspettare, lasciare il tempo a ciascuno. Cobolli, Zeppieri erano considerati ormai destinati a carrire mediocri, secondo certi personaggi. Vavassori sino a qualche mese fa era buono solo per il doppio. Ed oggi (quasi) tutti ad esaltarli. Ricordiamocelo quando fra un po’ di tempo ci spelleremo le mani per qualcuno che oggi è ritenuto un mezzo fallito.

Bravo Walden, ottimo intervento, pacato e intelligente. Purtroppo sui forum prevalgono i rissosi, i disfattisti o i narcisisti, e qui su livetennis abbiamo ampi esempi di ognuna di queste tipologie

Ti ringrazio, ti informo, però, che, secondo qualcuno, anch’io faccio parte di questa categoria.

Io ho scritto che il tuo intervento è pacato e intelligente, non che lo sei tu

In effetti mi servo di un ghost writer… 😉

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Ozzastru (Guest) 26-05-2023 17:24

Quinzi ha detto in un’intervista che non ha saputo reggere lo stress da tennista destinato a un grande futuro, Nardi è sulla stessa strada: speriamo che trovi un bivio che gli faccia cambiare direzione. Lorenzo è cresciuto all’ombra dei nostri tre big, scavandosi una pista molto importante nel ranking e anche nei nostri cuori. Il sorriso che non manca mai a fine partita che perda o vinca è il suo marchio di fabbrica. Noi siamo con lui. Forza Lorenzo!!!!

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stex (Guest) 26-05-2023 16:51

@ walden (#3585197)

aggiungerei che forse sono arrivati quelli che hanno avuto meno “collegiali” e meno tecnici e pressioni federali…
E dobbiamo ringraziare il piatti di caratti e furlan se la federazione si è accorta come fosse meglio far crescere i giocatori con i propri allenatori invece che con quelli federali…

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Thiago (Guest) 26-05-2023 16:20

Sonego è un patrimonio assai sottovalutato nel nostro tennis. Non solo per i risultati, ma per l’umiltà e serenità con la quale vive la sua bella avventura ai piani alti del gioco. Bella l’intervista, bella persona lui. Tutti quelli che lo conoscono ne parlano sempre un gran bene, gli auguro il meglio. Sarebbe splendido ritrovarlo nei quarti di uno Slam, magari a Wimbledon, si meriterebbe questa soddisfazione.

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+1: Betafasan, zawix, Pippolivetennis
Mario Blu (Guest) 26-05-2023 16:17

E intanto mehtre Sinner , Sonego e Musetti sono impegnati nella preparazione del Roland Garros, Matteo se la spassa in costa Smeralda facendo serate e movida con la Satta. Beato lui.

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-1: Lukaa
No Way (Guest) 26-05-2023 16:14

Scritto da walden

Scritto da No Way

Scritto da walden
Questa breve intervista con Sonego mi offre lo spunto per qualche considerazione su quella che chiamo la “Generazione (semi)Perduta” ossia quella a metà fra i vari Cecchinato, Travaglia, Giannessi, Gaio, Caruso, etc. e i “newcomers” (molti non sono più Next Gen) degli anni 2020-2023.
Per capirsi quella di Quinzi, Baldi, Donati, Napolitano, Brancaccio, Pellegrino, Moroni, Fonio, Mager, Vavassori, Berrettini e Sonego. Questi ultimi due sono stati quelli che hanno raggiunto il top (per un breve periodo vi si era avvicinato anche Mager, presto, purtroppo, risucchiato in posizioni molto meno prestigiose) della classifica , vincendo Tornei ATP, arrivando, nel caso di Berrettini, ad un finale SLAM, etc. Ma erano anche, insieme a Mager quelli meno considerati, rispetto ai primi che ho citato. Non è mia intenzione trovare spiegazione per i fatti singoli che hanno portato al ritiro di alcuni e carriere modeste di altri, ma vorrei capire cosa può insegnare a quella che adesso sta dando l’”Assalto al Cielo”, peraltro, se parliamo di Sinner e Musetti, già raggiunto.
Una decina di anni fa c’erano tutte le premesse perchè gli “Xs” potessero fare qualcosa di simile a quello che stanno facendo gli attuali “Zs”, ma questo non è successo, se escludiamo Berrettini e Sonego, difficilmente (per chi è ancora attivo) le loro carriere potranno trovare una svolta (in effetti Vavassori è in grande crescita, segno che non è “mai troppo tardi”, ma la possibilità di arrivare ad essere un top 40 o 50 è tutta da valutare). Perchè alla fine solo gli “underdogs” sono decollati? Io penso, al di la delle situazioni specifiche personali, proprio per questo. Perchè nessuno scommetteva su di loro, sono potuti crescere lentamente e lontano dai riflettori, migliorarsi utilizzando il tempo necessario.
Se quindi vogliamo trarre un apprendimento dall’esperienza passata, dobbiamo, allora, evitare di ripetere lo stesso errore con questa nuova generazione. Basta con questi continui confronti con quei due ventenni, lo Spagnolo ed il Danese, ma cercare di valorizzare i miglioramenti, mai emettere sentenze definitive, ma aspettare, lasciare il tempo a ciascuno. Cobolli, Zeppieri erano considerati ormai destinati a carrire mediocri, secondo certi personaggi. Vavassori sino a qualche mese fa era buono solo per il doppio. Ed oggi (quasi) tutti ad esaltarli. Ricordiamocelo quando fra un po’ di tempo ci spelleremo le mani per qualcuno che oggi è ritenuto un mezzo fallito.

Bravo Walden, ottimo intervento, pacato e intelligente. Purtroppo sui forum prevalgono i rissosi, i disfattisti o i narcisisti, e qui su livetennis abbiamo ampi esempi di ognuna di queste tipologie

Ti ringrazio, ti informo, però, che, secondo qualcuno, anch’io faccio parte di questa categoria.

Io ho scritto che il tuo intervento è pacato e intelligente, non che lo sei tu 😆

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walden 26-05-2023 15:59

Scritto da No Way

Scritto da walden
Questa breve intervista con Sonego mi offre lo spunto per qualche considerazione su quella che chiamo la “Generazione (semi)Perduta” ossia quella a metà fra i vari Cecchinato, Travaglia, Giannessi, Gaio, Caruso, etc. e i “newcomers” (molti non sono più Next Gen) degli anni 2020-2023.
Per capirsi quella di Quinzi, Baldi, Donati, Napolitano, Brancaccio, Pellegrino, Moroni, Fonio, Mager, Vavassori, Berrettini e Sonego. Questi ultimi due sono stati quelli che hanno raggiunto il top (per un breve periodo vi si era avvicinato anche Mager, presto, purtroppo, risucchiato in posizioni molto meno prestigiose) della classifica , vincendo Tornei ATP, arrivando, nel caso di Berrettini, ad un finale SLAM, etc. Ma erano anche, insieme a Mager quelli meno considerati, rispetto ai primi che ho citato. Non è mia intenzione trovare spiegazione per i fatti singoli che hanno portato al ritiro di alcuni e carriere modeste di altri, ma vorrei capire cosa può insegnare a quella che adesso sta dando l’”Assalto al Cielo”, peraltro, se parliamo di Sinner e Musetti, già raggiunto.
Una decina di anni fa c’erano tutte le premesse perchè gli “Xs” potessero fare qualcosa di simile a quello che stanno facendo gli attuali “Zs”, ma questo non è successo, se escludiamo Berrettini e Sonego, difficilmente (per chi è ancora attivo) le loro carriere potranno trovare una svolta (in effetti Vavassori è in grande crescita, segno che non è “mai troppo tardi”, ma la possibilità di arrivare ad essere un top 40 o 50 è tutta da valutare). Perchè alla fine solo gli “underdogs” sono decollati? Io penso, al di la delle situazioni specifiche personali, proprio per questo. Perchè nessuno scommetteva su di loro, sono potuti crescere lentamente e lontano dai riflettori, migliorarsi utilizzando il tempo necessario.
Se quindi vogliamo trarre un apprendimento dall’esperienza passata, dobbiamo, allora, evitare di ripetere lo stesso errore con questa nuova generazione. Basta con questi continui confronti con quei due ventenni, lo Spagnolo ed il Danese, ma cercare di valorizzare i miglioramenti, mai emettere sentenze definitive, ma aspettare, lasciare il tempo a ciascuno. Cobolli, Zeppieri erano considerati ormai destinati a carrire mediocri, secondo certi personaggi. Vavassori sino a qualche mese fa era buono solo per il doppio. Ed oggi (quasi) tutti ad esaltarli. Ricordiamocelo quando fra un po’ di tempo ci spelleremo le mani per qualcuno che oggi è ritenuto un mezzo fallito.

Bravo Walden, ottimo intervento, pacato e intelligente. Purtroppo sui forum prevalgono i rissosi, i disfattisti o i narcisisti, e qui su livetennis abbiamo ampi esempi di ognuna di queste tipologie

Ti ringrazio, ti informo, però, che, secondo qualcuno, anch’io faccio parte di questa categoria.

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No Way (Guest) 26-05-2023 15:28

Scritto da walden
Questa breve intervista con Sonego mi offre lo spunto per qualche considerazione su quella che chiamo la “Generazione (semi)Perduta” ossia quella a metà fra i vari Cecchinato, Travaglia, Giannessi, Gaio, Caruso, etc. e i “newcomers” (molti non sono più Next Gen) degli anni 2020-2023.
Per capirsi quella di Quinzi, Baldi, Donati, Napolitano, Brancaccio, Pellegrino, Moroni, Fonio, Mager, Vavassori, Berrettini e Sonego. Questi ultimi due sono stati quelli che hanno raggiunto il top (per un breve periodo vi si era avvicinato anche Mager, presto, purtroppo, risucchiato in posizioni molto meno prestigiose) della classifica , vincendo Tornei ATP, arrivando, nel caso di Berrettini, ad un finale SLAM, etc. Ma erano anche, insieme a Mager quelli meno considerati, rispetto ai primi che ho citato. Non è mia intenzione trovare spiegazione per i fatti singoli che hanno portato al ritiro di alcuni e carriere modeste di altri, ma vorrei capire cosa può insegnare a quella che adesso sta dando l’”Assalto al Cielo”, peraltro, se parliamo di Sinner e Musetti, già raggiunto.
Una decina di anni fa c’erano tutte le premesse perchè gli “Xs” potessero fare qualcosa di simile a quello che stanno facendo gli attuali “Zs”, ma questo non è successo, se escludiamo Berrettini e Sonego, difficilmente (per chi è ancora attivo) le loro carriere potranno trovare una svolta (in effetti Vavassori è in grande crescita, segno che non è “mai troppo tardi”, ma la possibilità di arrivare ad essere un top 40 o 50 è tutta da valutare). Perchè alla fine solo gli “underdogs” sono decollati? Io penso, al di la delle situazioni specifiche personali, proprio per questo. Perchè nessuno scommetteva su di loro, sono potuti crescere lentamente e lontano dai riflettori, migliorarsi utilizzando il tempo necessario.
Se quindi vogliamo trarre un apprendimento dall’esperienza passata, dobbiamo, allora, evitare di ripetere lo stesso errore con questa nuova generazione. Basta con questi continui confronti con quei due ventenni, lo Spagnolo ed il Danese, ma cercare di valorizzare i miglioramenti, mai emettere sentenze definitive, ma aspettare, lasciare il tempo a ciascuno. Cobolli, Zeppieri erano considerati ormai destinati a carrire mediocri, secondo certi personaggi. Vavassori sino a qualche mese fa era buono solo per il doppio. Ed oggi (quasi) tutti ad esaltarli. Ricordiamocelo quando fra un po’ di tempo ci spelleremo le mani per qualcuno che oggi è ritenuto un mezzo fallito.

Bravo Walden, ottimo intervento, pacato e intelligente. Purtroppo sui forum prevalgono i rissosi, i disfattisti o i narcisisti, e qui su livetennis abbiamo ampi esempi di ognuna di queste tipologie

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+1: puffo65
walden 26-05-2023 14:45

Questa breve intervista con Sonego mi offre lo spunto per qualche considerazione su quella che chiamo la “Generazione (semi)Perduta” ossia quella a metà fra i vari Cecchinato, Travaglia, Giannessi, Gaio, Caruso, etc. e i “newcomers” (molti non sono più Next Gen) degli anni 2020-2023.
Per capirsi quella di Quinzi, Baldi, Donati, Napolitano, Brancaccio, Pellegrino, Moroni, Fonio, Mager, Vavassori, Berrettini e Sonego. Questi ultimi due sono stati quelli che hanno raggiunto il top (per un breve periodo vi si era avvicinato anche Mager, presto, purtroppo, risucchiato in posizioni molto meno prestigiose) della classifica , vincendo Tornei ATP, arrivando, nel caso di Berrettini, ad un finale SLAM, etc. Ma erano anche, insieme a Mager quelli meno considerati, rispetto ai primi che ho citato. Non è mia intenzione trovare spiegazione per i fatti singoli che hanno portato al ritiro di alcuni e carriere modeste di altri, ma vorrei capire cosa può insegnare a quella che adesso sta dando l'”Assalto al Cielo”, peraltro, se parliamo di Sinner e Musetti, già raggiunto.
Una decina di anni fa c’erano tutte le premesse perchè gli “Xs” potessero fare qualcosa di simile a quello che stanno facendo gli attuali “Zs”, ma questo non è successo, se escludiamo Berrettini e Sonego, difficilmente (per chi è ancora attivo) le loro carriere potranno trovare una svolta (in effetti Vavassori è in grande crescita, segno che non è “mai troppo tardi”, ma la possibilità di arrivare ad essere un top 40 o 50 è tutta da valutare). Perchè alla fine solo gli “underdogs” sono decollati? Io penso, al di la delle situazioni specifiche personali, proprio per questo. Perchè nessuno scommetteva su di loro, sono potuti crescere lentamente e lontano dai riflettori, migliorarsi utilizzando il tempo necessario.
Se quindi vogliamo trarre un apprendimento dall’esperienza passata, dobbiamo, allora, evitare di ripetere lo stesso errore con questa nuova generazione. Basta con questi continui confronti con quei due ventenni, lo Spagnolo ed il Danese, ma cercare di valorizzare i miglioramenti, mai emettere sentenze definitive, ma aspettare, lasciare il tempo a ciascuno. Cobolli, Zeppieri erano considerati ormai destinati a carrire mediocri, secondo certi personaggi. Vavassori sino a qualche mese fa era buono solo per il doppio. Ed oggi (quasi) tutti ad esaltarli. Ricordiamocelo quando fra un po’ di tempo ci spelleremo le mani per qualcuno che oggi è ritenuto un mezzo fallito.

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+1: Lambohbk, Mauriz70, DuDu, Betafasan, Lukaa, Pippolivetennis, puffo65
ItalyFirst (Guest) 26-05-2023 14:38

Sonny è un ragazzo delizioso, così almeno mi appare. Per quanto riguardo l’aspetto tecnico dell’intervista, da spettatore, a mio avviso il punto debole dell’azzurro rimane sempre il rovescio, anche se molto migliorato rispetto al passato. I giocatori più forti o del suo livello riescono ancora spesso a destabilizzarlo da quel lato.

3
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+1: il capitano
Sante85 (Guest) 26-05-2023 14:31

Non sarà un fenomeno e probabilmente ha toccato già il suo picco assoluto ma Sonego è uno degli atleti umanamente più belli e solari che ci siano. Impegno, dedizione, mai un comportamento fuori dalle righe. Gente come Sonego o Lorenzi ti fanno capire cosa sia realmente lo sport e come faccia bene al mondo vissuto nella maniera corretta.

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+1: Betafasan, zawix, tinapica
forzaschiavo (Guest) 26-05-2023 14:27

Lollo ti adoro, da granata e da tifosa di tennis!!! avanti tutta 😉

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+1: Betafasan