Statistiche ATP, Copertina, Generica

Interessanti statistiche al servizio: Isner è quello che fa piu’ ace. Starace al primo posto sulla percentuale di prime palle al servizio

05/08/2010 11:33 21 commenti
John Isner classe 1985, n.19 del mondo
John Isner classe 1985, n.19 del mondo

Vi proponiamo alcune statistiche da inizio 2010 ad adesso sul servizio. Un Grazie a Nik. Davydenko

Aggiornate al 4 agosto 2010 – Numero di Ace
1)JOHN ISNER(USA) 750 aces in 41 match
2)ANDY RODDICK(USA) 548 aces in 42 match
3)SAM QUERREY (USA) 534 aces in 41 match
4)IVO KARLOVIC (CRO) 471 aces in 21 match
5)ROBIN SODERLING(SWE) 442 in 44 match
6)NICOLAS ALMAGRO(ESP) 419 in 53 match
7)THOMAS B ERDYCH(CZE) 401 in 47 match
8)MARDY FISH(USA) 397 ace sin 39 match
9)JO-TSONGA(FRA) 394 aces in 36 match
10)FELICIANO LOPEZ(ESP) 384 aces in 37 match

ITALIANI
47)ANDREAS SEPPI(ITA) 160 aces in 40 match
75)FABIO FOGNINI(ITA) 98 aces in 32 match
79)POTITO STARACE(ITA) 90 aces in 37 match

Da segnalare che nella top 10 ci sono ben tre americani ai primi tre posti della graduatoria.Ciò sta a significare che gli americani in generale al servizio sono i migliori in tutto il mondo. Seppi non è messo malissimo al 47°posto della classifica mentre starace e fognini certo non sono certo dei bombardieri, assiepati rispettivamente al 79° e al 75°posto.

PERCENTUALE PRIME PALLE DI SERVIZIO
TOP 5:

1)POTITO STARACE: 75% di media a match
2)JUAN CARLOS FERRERO: 73% di media a match
3)VIKTOR HANESCU: 72% di media a match
4)JARKKO NIEMINEN: 71% di media a match
5)ANDY RODDICK: 70% di media a march

ITALIANI:
1)STARACE 75% di media a match
30)SEPPI 69% di media a match
43) FOGNINI 59% di media a match

Da segnalare Potito starace addiritura al comando della graduatoria,e anche andreas seppi non è messo malissimo.Fabio fognini invece è messo davvero male agli ultimi posti della graduatoria con appena il 59% di prime in campo. Nadal è n°6 mentre Roger Federer è n°25.

BREAK POINT SALVATI
1) NADAL 71% in 52 match
2)RODDICK 71% in 42 match
3)CILIC 70% in 40 match
4)FEDERER69% in 40 match
5)LOPEZ 69% in 39 match

ITALIANI
40)STARACE 60% in 37 match
50)SEPPI 56% in 40 match

Da segnalare Nadal 1° e Federer 4°.Gli italiani messi davvero male.Addiritura fognini non è presente neanche nella classifica.


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Ignazio (Guest) 05-08-2010 19:07

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Statistiche interessanti ma un pochino fuorvianti.

Si può avere un gran servizio anche senza fare tanti aces. Se io faccio 3 aces e 20 servizi vincenti ricavo dal mio servizio più punti rispetto ad uno che fa 8 aces e, per dire, 5 servizi vincenti.

Inoltre, bisogna considerare la capacità che si ha di prendere in mano il gioco grazie al servizio. Vi sono tennisti che servono per lo più piatto e forte, e magari fanno tanti aces, ma poi, se il ribattitore prende loro le misure, vanno in difficoltà nello scambio. Altri viceversa che sono bravissimi a variare effetti e traiettorie, confondendo il ribattitore, e che riescono sistematicamente ad avere il gioco in mano nei loro turni di servizio.

Per questo motivo la statistica ATP che meglio descrive l’efficacia di un servizio è quella relativa alla percentuale di punti vinti, rispettivamente con la prima e con la seconda di servizio, oppure quella relativa alla percentuale di game di servizio vinti sul totale dei games giocati.

In generale, nel tennis moderno i colpi di inizio gioco (servizio e risposta aggressiva) sono sempre più importanti, e in Italia andrebbero curati maggiormente. Purtroppo il fatto che da noi si gioca quasi solo sulla terra non ci aiuta.

A chi fosse interesssato, segnalo questo mio articolo:

http://www.livetennis.it/post/47335/fuga-dalla-terra-rossa-ecco-come-nasce-e-cos%E2%80%99e-il-progetto-campi-veloci-della-federazione-italiana-tennis

Buona lettura. 😉

E’ inutile fare tutte quelle considerazioni. Il problema è che in Italia non ci sono coach con le palle che fanno crescere i ragazzi come si deve. E smettiamola di dire sempre la terra rossa è la superficie dell’Italia ecc. Questo non centra niente. Un buon giocatore gioca bene ovunque. Certo, non si puo’ pretendere di ottenere gli stessi risultati su tutte le superfici, anche perchè logicamente ognuno ha un tipo di gioco che lo favorisce piu’ su una superficie piuttosto che a un’altra. Ma questo esula dal fatto che uno non debba provarci comunque. I nostri non saranno mai competitivi nè sul veloce e nè sull’erba perchè a tennis bisogna giocare, giocare e giocare, stare in campo con la voglia di vincere, sbattere la testa contro i piu’ forti. Solo così uno si fà le ossa. E poi se vogliamo dirla tutta, non è che i nostri facciano sfracelli sulla terra rossa. Anche lì non vincono mai, non vincono neanche i challenger, se non qualcuno ogni tanto. Purtroppo è sempre stato così, in Italia stanno bene. Si vanno a giocare i challenger sulla terra rossa, con ospitalità ecc. e quindi magari dicono: “chi ce lo fa fare ad andare a giocare un torneo sul duro in Cina rischiando al 90% di perdere? No, meglio in Italia, arrivando piu’ lontano in un challenger con vitto e alloggio”. Sicuramente questo è un discorso sbagliatissimo ma secondo me la maggior parte ragiona così. Non hanno proprio la voglia di viaggiare ed essere competitivi, perchè ripeto, non gliene frega niente, perchè il tennis non lo praticano come lavoro, ma come hobby, è questa la verità. Prendi ad esempio Volandri. Cosa gliene frega a lui di andare a farsi i tornei in cemento all’estero, quando in Italia puo’ giocarsi i challenger con l’ospitalità inclusa? E inoltre lui sta già bene di suo perchè ho letto che il padre è proprietario di un’industria farmaceutica, per cui è già sistemato. Questa è tutta gente ricca di famiglia, per cui del tennis non gliene puo’ fregar di meno, se non per passatempo. Ecco perchè io dico sempre che fino a quando in Italia il tennis rimarrà accessibile solo ai benestanti, non usciranno mai dei veri giocatori. Il benestante non ha voglia di fare sacrifici perchè ha avuto tutto facile nella vita, e il tennis si sà, è sacrificio in tutti i sensi.

Discorso in parte giusto, in parte qualunquistico.

Quello che dico io è che se ci si allena e si compete, da ragazzini, sia sulla terra che sul veloce, si diventa giocatori più completi e in grado quindi di vincere più match anche sulla terra rossa.

Il veloce stimola a migliorare i colpi di inizio gioco (servizio e risposta aggressiva) e a giocare propositivi, con i piedi vicino la riga; la terra stimola a migliorare le variazioni, i cambi di ritmo, il tocco, la fase difensiva.

Quindi per avere giocatori completi bisogna farli crescere su tutte le superfici. Poi una volta che avremo una buona base di tennisti completi tecnicamente, tra loro troveremo anche quelli che avranno la voglia e la determinazione di andare a giocare i tornei importanti.

Prendiamo i 5 migliori giocatori italiani attuali (seppi Bolelli Fognini, Starace, Volandri):

3 giocatori non hanno un servizio adatto ai campi veloci (Fognini, Volandri, Starace, che serve quasi solo in kick, rotazione che sul veloce paga poco perché la palla riumbalza meno che sulla terra). Questo è accaduto perché tutti 3, fin da ragazzini, hanno giocato quasi solo sulla terra.

degli altri due, che hanno attitudine ai campi veloci uno (Seppi) ha una delle peggiori seconde di servizio del circuito. L’altro, ha una delle peggiori risposte al servizio.

Insomma, nessuno dei nostri ha un repertorio completo ed equillibrato nei due colpi di inizio gioco.

Eppure, secondo le statistiche della PTR (Professional Tennis Registry), nel circuito maschile ad alto livello sul veloce oltre il 65% degli scambi dura meno di 5 colpi ed è vinto dal giocatore che prevale nei colpi di inizio gioco (servizio o risposta aggressiva).

In altre parole, molto spesso oltre alla mancanza di ambizione dei singoli ci sono anche lacune tecniche di base, che derivano da problematiche profonde del nostro sistema tennis. E infatti uno degli obiettivi della federazione, oltre all’aumento dei campi veloci, è anche il miglioramento della qualità dell’insegnamento, che deve focalizzarsi maggiormente sui colpi di inizio gioco.

Quando avremo 7-8 giocatori tecnicamente esenti da lacune, di questi ne troveremo anche 3 o 4 diosposti a mettersi in gioco con ambizione.

Non sono daccordo sull’ultima parte in quanto per mettersi in gioco non bisogna essere necessariamente esente da lacune. Ti faccio l’esempio di Nadal, che ovviamente non voglio paragonarlo ai nostri, ma giusto per farti capire questo: una volta durante una sua partita, i telecronisti di Sky dissero che quando hanno intervistato da piccolo Nadal gli fecero notare i tornei che aveva vinto il suo connazionale Moya e gli chiesero se lui ne voleva vincere altrettanti. Sai cosa ha risposto? Ha risposto: “no, io voglio vincere molto di piu'”. Questo per farti capire la giusta mentalità e determinazione che bisogna avere fin da piccoli, o che qualcuno ti debba inculcare. E non è che all’epoca Nadal fosse esente da lacune. qualche lacuna ce l’ha anche adesso. Anche quando si è affermato nel circuito professionistico aveva lacune ed era considerato(ma lo è anche ora) un giocatore prevalentemente da terra battuta. Allora si è rimboccato le maniche, e ha cercato di lavorare sui suoi punti piu’ deboli in modo da adattare il suo gioco anche sulle altre superfici. Non dico che ci sia riuscito completamente, ma parzialmente si, dato che ha vinto anche sulla altre superfici, certo non come sul rosso, ma si è adattato. E mica questo lo ha ottenuto così. Con il lavoro duro, i sacrifici, la voglia di stare in campo, di lottare ecc. Queste sono tutte cose che i notri non hanno ed è per questo che non riusciranno mai ad essere competitivi fuori dal rosso(anche se sul rosso tutta questa competitività non è che la vedo 😀 ). Poi si sà, Nadal non è Starace o Bolelli o Seppi ecc. però giusto per farti capire il discorso a livello di volontà. I nostri non hanno proprio interesse(oltre che volontà) ad essere competitivi, perchè ricorda che anche i piu’ forti qualche lacuna ce l’hanno sempre, ma il vero giocatore, quello sano di mente, cerca sempre di colmare le sue lacune a tutti i costi, giocando, giocando e giocando dappertutto, non sò se mi sono spiegato.

Giustissimo il tuo discorso Gladiator, e senza star a scomodare un Campione come Nadal… gli stessi suoi connazionali Robredo e Ferrer, che tecnicamente non sono superiori ai nostri top player, sono riusciti ad affermarsi grazie alla loro grinta e determinazione!!!
Alla fine il loro duro lavoro, e i loro sacrifici.. sono stati più che ricompensati alla grande!!!!

Se pensate che Robredo e Ferrer sono tecnicamente sullo stesso piano dei nostri, temo che siamo messi male, ragazzi…

Ma avete visto Ferrer, quando gioca sul cemento, come risponde aggressivo con il rovescio sulla seconda avversaria? E come si muove sul cemento, che perfezione ha nella tecnica di spostamento, anche senza scivolare? Queste sono cose che si imparano tra i 13 e i 18 anni, ragazzi.

Per non parlare di Robredo, che serve bene, ha un diritto incisivo e continuo e si muove benissimo.

Sul discorso generale che fate non discuto: i nostri maschi hanno indubbiamente meno voglia di soffrire e meno abnegazione.

Ma si portano anche dietro carenze tecniche che vengono dagfli anni giovanili, dalla loro formazione. E che poi sfociano in lacune psicologiche, in insicurezza nella gestione dei match, con improvvisi vuoti mentali.

Vedi il braccino di Seppi quando serve la seconda o le assenze totali di Fognini in alcuni turni di servizio, in cuii prende break a 0…

Però, è inutile fare discorsi demagogici. In tutto il mondo occidentale il tennis è uno sport in cui emergono principalmente le persone facoltose. Non si capisce perché i figli dei ricchi italiani debbano essere tutti per forza più viziati dei figli dei ricchi francesi e spagnoli e tedeschi…

C’è anche dell’altro, datemi retta. e quell’altro è la scarsa qualità tecnica del nostro complessivo sistema di produzione dei giocatori, che mira a produrre ragazzini in grado di vincere a 14 anni sulla terra, anziché a 20 su tutte le superfici.

Non per niente Ferrer ha fatto semi agli Us Open e finale al Master..

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Koko (Guest) 05-08-2010 18:34

Non dimentichiamoci però che ad essere davvero bravi a tennis è solo una ristretta minoranza. Per cui prima effettivamente devi essere fenomenale potenzialmente sul piano tecnico, caratteriale, fisico, tattico etc. Ad esempio se Virgili è un fenomeno tecnico e come parlantina Fiorentina gli mancano però tanti altri tasselli. Per cui non si può gridare al fenomeno solo perchè uno è bravo tecnicamente ma devono contemporaneamente essere verificate molte altre condizioni senza le quali non abbiamo mai il campione da top ten.

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Roberto Commentucci (Guest) 05-08-2010 16:52

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Statistiche interessanti ma un pochino fuorvianti.

Si può avere un gran servizio anche senza fare tanti aces. Se io faccio 3 aces e 20 servizi vincenti ricavo dal mio servizio più punti rispetto ad uno che fa 8 aces e, per dire, 5 servizi vincenti.

Inoltre, bisogna considerare la capacità che si ha di prendere in mano il gioco grazie al servizio. Vi sono tennisti che servono per lo più piatto e forte, e magari fanno tanti aces, ma poi, se il ribattitore prende loro le misure, vanno in difficoltà nello scambio. Altri viceversa che sono bravissimi a variare effetti e traiettorie, confondendo il ribattitore, e che riescono sistematicamente ad avere il gioco in mano nei loro turni di servizio.

Per questo motivo la statistica ATP che meglio descrive l’efficacia di un servizio è quella relativa alla percentuale di punti vinti, rispettivamente con la prima e con la seconda di servizio, oppure quella relativa alla percentuale di game di servizio vinti sul totale dei games giocati.

In generale, nel tennis moderno i colpi di inizio gioco (servizio e risposta aggressiva) sono sempre più importanti, e in Italia andrebbero curati maggiormente. Purtroppo il fatto che da noi si gioca quasi solo sulla terra non ci aiuta.

A chi fosse interesssato, segnalo questo mio articolo:

http://www.livetennis.it/post/47335/fuga-dalla-terra-rossa-ecco-come-nasce-e-cos%E2%80%99e-il-progetto-campi-veloci-della-federazione-italiana-tennis

Buona lettura. 😉

E’ inutile fare tutte quelle considerazioni. Il problema è che in Italia non ci sono coach con le palle che fanno crescere i ragazzi come si deve. E smettiamola di dire sempre la terra rossa è la superficie dell’Italia ecc. Questo non centra niente. Un buon giocatore gioca bene ovunque. Certo, non si puo’ pretendere di ottenere gli stessi risultati su tutte le superfici, anche perchè logicamente ognuno ha un tipo di gioco che lo favorisce piu’ su una superficie piuttosto che a un’altra. Ma questo esula dal fatto che uno non debba provarci comunque. I nostri non saranno mai competitivi nè sul veloce e nè sull’erba perchè a tennis bisogna giocare, giocare e giocare, stare in campo con la voglia di vincere, sbattere la testa contro i piu’ forti. Solo così uno si fà le ossa. E poi se vogliamo dirla tutta, non è che i nostri facciano sfracelli sulla terra rossa. Anche lì non vincono mai, non vincono neanche i challenger, se non qualcuno ogni tanto. Purtroppo è sempre stato così, in Italia stanno bene. Si vanno a giocare i challenger sulla terra rossa, con ospitalità ecc. e quindi magari dicono: “chi ce lo fa fare ad andare a giocare un torneo sul duro in Cina rischiando al 90% di perdere? No, meglio in Italia, arrivando piu’ lontano in un challenger con vitto e alloggio”. Sicuramente questo è un discorso sbagliatissimo ma secondo me la maggior parte ragiona così. Non hanno proprio la voglia di viaggiare ed essere competitivi, perchè ripeto, non gliene frega niente, perchè il tennis non lo praticano come lavoro, ma come hobby, è questa la verità. Prendi ad esempio Volandri. Cosa gliene frega a lui di andare a farsi i tornei in cemento all’estero, quando in Italia puo’ giocarsi i challenger con l’ospitalità inclusa? E inoltre lui sta già bene di suo perchè ho letto che il padre è proprietario di un’industria farmaceutica, per cui è già sistemato. Questa è tutta gente ricca di famiglia, per cui del tennis non gliene puo’ fregar di meno, se non per passatempo. Ecco perchè io dico sempre che fino a quando in Italia il tennis rimarrà accessibile solo ai benestanti, non usciranno mai dei veri giocatori. Il benestante non ha voglia di fare sacrifici perchè ha avuto tutto facile nella vita, e il tennis si sà, è sacrificio in tutti i sensi.

Discorso in parte giusto, in parte qualunquistico.

Quello che dico io è che se ci si allena e si compete, da ragazzini, sia sulla terra che sul veloce, si diventa giocatori più completi e in grado quindi di vincere più match anche sulla terra rossa.

Il veloce stimola a migliorare i colpi di inizio gioco (servizio e risposta aggressiva) e a giocare propositivi, con i piedi vicino la riga; la terra stimola a migliorare le variazioni, i cambi di ritmo, il tocco, la fase difensiva.

Quindi per avere giocatori completi bisogna farli crescere su tutte le superfici. Poi una volta che avremo una buona base di tennisti completi tecnicamente, tra loro troveremo anche quelli che avranno la voglia e la determinazione di andare a giocare i tornei importanti.

Prendiamo i 5 migliori giocatori italiani attuali (seppi Bolelli Fognini, Starace, Volandri):

3 giocatori non hanno un servizio adatto ai campi veloci (Fognini, Volandri, Starace, che serve quasi solo in kick, rotazione che sul veloce paga poco perché la palla riumbalza meno che sulla terra). Questo è accaduto perché tutti 3, fin da ragazzini, hanno giocato quasi solo sulla terra.

degli altri due, che hanno attitudine ai campi veloci uno (Seppi) ha una delle peggiori seconde di servizio del circuito. L’altro, ha una delle peggiori risposte al servizio.

Insomma, nessuno dei nostri ha un repertorio completo ed equillibrato nei due colpi di inizio gioco.

Eppure, secondo le statistiche della PTR (Professional Tennis Registry), nel circuito maschile ad alto livello sul veloce oltre il 65% degli scambi dura meno di 5 colpi ed è vinto dal giocatore che prevale nei colpi di inizio gioco (servizio o risposta aggressiva).

In altre parole, molto spesso oltre alla mancanza di ambizione dei singoli ci sono anche lacune tecniche di base, che derivano da problematiche profonde del nostro sistema tennis. E infatti uno degli obiettivi della federazione, oltre all’aumento dei campi veloci, è anche il miglioramento della qualità dell’insegnamento, che deve focalizzarsi maggiormente sui colpi di inizio gioco.

Quando avremo 7-8 giocatori tecnicamente esenti da lacune, di questi ne troveremo anche 3 o 4 diosposti a mettersi in gioco con ambizione.

Non sono daccordo sull’ultima parte in quanto per mettersi in gioco non bisogna essere necessariamente esente da lacune. Ti faccio l’esempio di Nadal, che ovviamente non voglio paragonarlo ai nostri, ma giusto per farti capire questo: una volta durante una sua partita, i telecronisti di Sky dissero che quando hanno intervistato da piccolo Nadal gli fecero notare i tornei che aveva vinto il suo connazionale Moya e gli chiesero se lui ne voleva vincere altrettanti. Sai cosa ha risposto? Ha risposto: “no, io voglio vincere molto di piu'”. Questo per farti capire la giusta mentalità e determinazione che bisogna avere fin da piccoli, o che qualcuno ti debba inculcare. E non è che all’epoca Nadal fosse esente da lacune. qualche lacuna ce l’ha anche adesso. Anche quando si è affermato nel circuito professionistico aveva lacune ed era considerato(ma lo è anche ora) un giocatore prevalentemente da terra battuta. Allora si è rimboccato le maniche, e ha cercato di lavorare sui suoi punti piu’ deboli in modo da adattare il suo gioco anche sulle altre superfici. Non dico che ci sia riuscito completamente, ma parzialmente si, dato che ha vinto anche sulla altre superfici, certo non come sul rosso, ma si è adattato. E mica questo lo ha ottenuto così. Con il lavoro duro, i sacrifici, la voglia di stare in campo, di lottare ecc. Queste sono tutte cose che i notri non hanno ed è per questo che non riusciranno mai ad essere competitivi fuori dal rosso(anche se sul rosso tutta questa competitività non è che la vedo 😀 ). Poi si sà, Nadal non è Starace o Bolelli o Seppi ecc. però giusto per farti capire il discorso a livello di volontà. I nostri non hanno proprio interesse(oltre che volontà) ad essere competitivi, perchè ricorda che anche i piu’ forti qualche lacuna ce l’hanno sempre, ma il vero giocatore, quello sano di mente, cerca sempre di colmare le sue lacune a tutti i costi, giocando, giocando e giocando dappertutto, non sò se mi sono spiegato.

Giustissimo il tuo discorso Gladiator, e senza star a scomodare un Campione come Nadal… gli stessi suoi connazionali Robredo e Ferrer, che tecnicamente non sono superiori ai nostri top player, sono riusciti ad affermarsi grazie alla loro grinta e determinazione!!!
Alla fine il loro duro lavoro, e i loro sacrifici.. sono stati più che ricompensati alla grande!!!!

Se pensate che Robredo e Ferrer sono tecnicamente sullo stesso piano dei nostri, temo che siamo messi male, ragazzi…

Ma avete visto Ferrer, quando gioca sul cemento, come risponde aggressivo con il rovescio sulla seconda avversaria? E come si muove sul cemento, che perfezione ha nella tecnica di spostamento, anche senza scivolare? Queste sono cose che si imparano tra i 13 e i 18 anni, ragazzi.

Per non parlare di Robredo, che serve bene, ha un diritto incisivo e continuo e si muove benissimo.

Sul discorso generale che fate non discuto: i nostri maschi hanno indubbiamente meno voglia di soffrire e meno abnegazione.

Ma si portano anche dietro carenze tecniche che vengono dagfli anni giovanili, dalla loro formazione. E che poi sfociano in lacune psicologiche, in insicurezza nella gestione dei match, con improvvisi vuoti mentali.

Vedi il braccino di Seppi quando serve la seconda o le assenze totali di Fognini in alcuni turni di servizio, in cuii prende break a 0…

Però, è inutile fare discorsi demagogici. In tutto il mondo occidentale il tennis è uno sport in cui emergono principalmente le persone facoltose. Non si capisce perché i figli dei ricchi italiani debbano essere tutti per forza più viziati dei figli dei ricchi francesi e spagnoli e tedeschi…

C’è anche dell’altro, datemi retta. e quell’altro è la scarsa qualità tecnica del nostro complessivo sistema di produzione dei giocatori, che mira a produrre ragazzini in grado di vincere a 14 anni sulla terra, anziché a 20 su tutte le superfici.

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Gladiator 05-08-2010 16:48

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Statistiche interessanti ma un pochino fuorvianti.

Si può avere un gran servizio anche senza fare tanti aces. Se io faccio 3 aces e 20 servizi vincenti ricavo dal mio servizio più punti rispetto ad uno che fa 8 aces e, per dire, 5 servizi vincenti.

Inoltre, bisogna considerare la capacità che si ha di prendere in mano il gioco grazie al servizio. Vi sono tennisti che servono per lo più piatto e forte, e magari fanno tanti aces, ma poi, se il ribattitore prende loro le misure, vanno in difficoltà nello scambio. Altri viceversa che sono bravissimi a variare effetti e traiettorie, confondendo il ribattitore, e che riescono sistematicamente ad avere il gioco in mano nei loro turni di servizio.

Per questo motivo la statistica ATP che meglio descrive l’efficacia di un servizio è quella relativa alla percentuale di punti vinti, rispettivamente con la prima e con la seconda di servizio, oppure quella relativa alla percentuale di game di servizio vinti sul totale dei games giocati.

In generale, nel tennis moderno i colpi di inizio gioco (servizio e risposta aggressiva) sono sempre più importanti, e in Italia andrebbero curati maggiormente. Purtroppo il fatto che da noi si gioca quasi solo sulla terra non ci aiuta.

A chi fosse interesssato, segnalo questo mio articolo:

http://www.livetennis.it/post/47335/fuga-dalla-terra-rossa-ecco-come-nasce-e-cos%E2%80%99e-il-progetto-campi-veloci-della-federazione-italiana-tennis

Buona lettura. 😉

E’ inutile fare tutte quelle considerazioni. Il problema è che in Italia non ci sono coach con le palle che fanno crescere i ragazzi come si deve. E smettiamola di dire sempre la terra rossa è la superficie dell’Italia ecc. Questo non centra niente. Un buon giocatore gioca bene ovunque. Certo, non si puo’ pretendere di ottenere gli stessi risultati su tutte le superfici, anche perchè logicamente ognuno ha un tipo di gioco che lo favorisce piu’ su una superficie piuttosto che a un’altra. Ma questo esula dal fatto che uno non debba provarci comunque. I nostri non saranno mai competitivi nè sul veloce e nè sull’erba perchè a tennis bisogna giocare, giocare e giocare, stare in campo con la voglia di vincere, sbattere la testa contro i piu’ forti. Solo così uno si fà le ossa. E poi se vogliamo dirla tutta, non è che i nostri facciano sfracelli sulla terra rossa. Anche lì non vincono mai, non vincono neanche i challenger, se non qualcuno ogni tanto. Purtroppo è sempre stato così, in Italia stanno bene. Si vanno a giocare i challenger sulla terra rossa, con ospitalità ecc. e quindi magari dicono: “chi ce lo fa fare ad andare a giocare un torneo sul duro in Cina rischiando al 90% di perdere? No, meglio in Italia, arrivando piu’ lontano in un challenger con vitto e alloggio”. Sicuramente questo è un discorso sbagliatissimo ma secondo me la maggior parte ragiona così. Non hanno proprio la voglia di viaggiare ed essere competitivi, perchè ripeto, non gliene frega niente, perchè il tennis non lo praticano come lavoro, ma come hobby, è questa la verità. Prendi ad esempio Volandri. Cosa gliene frega a lui di andare a farsi i tornei in cemento all’estero, quando in Italia puo’ giocarsi i challenger con l’ospitalità inclusa? E inoltre lui sta già bene di suo perchè ho letto che il padre è proprietario di un’industria farmaceutica, per cui è già sistemato. Questa è tutta gente ricca di famiglia, per cui del tennis non gliene puo’ fregar di meno, se non per passatempo. Ecco perchè io dico sempre che fino a quando in Italia il tennis rimarrà accessibile solo ai benestanti, non usciranno mai dei veri giocatori. Il benestante non ha voglia di fare sacrifici perchè ha avuto tutto facile nella vita, e il tennis si sà, è sacrificio in tutti i sensi.

Discorso in parte giusto, in parte qualunquistico.

Quello che dico io è che se ci si allena e si compete, da ragazzini, sia sulla terra che sul veloce, si diventa giocatori più completi e in grado quindi di vincere più match anche sulla terra rossa.

Il veloce stimola a migliorare i colpi di inizio gioco (servizio e risposta aggressiva) e a giocare propositivi, con i piedi vicino la riga; la terra stimola a migliorare le variazioni, i cambi di ritmo, il tocco, la fase difensiva.

Quindi per avere giocatori completi bisogna farli crescere su tutte le superfici. Poi una volta che avremo una buona base di tennisti completi tecnicamente, tra loro troveremo anche quelli che avranno la voglia e la determinazione di andare a giocare i tornei importanti.

Prendiamo i 5 migliori giocatori italiani attuali (seppi Bolelli Fognini, Starace, Volandri):

3 giocatori non hanno un servizio adatto ai campi veloci (Fognini, Volandri, Starace, che serve quasi solo in kick, rotazione che sul veloce paga poco perché la palla riumbalza meno che sulla terra). Questo è accaduto perché tutti 3, fin da ragazzini, hanno giocato quasi solo sulla terra.

degli altri due, che hanno attitudine ai campi veloci uno (Seppi) ha una delle peggiori seconde di servizio del circuito. L’altro, ha una delle peggiori risposte al servizio.

Insomma, nessuno dei nostri ha un repertorio completo ed equillibrato nei due colpi di inizio gioco.

Eppure, secondo le statistiche della PTR (Professional Tennis Registry), nel circuito maschile ad alto livello sul veloce oltre il 65% degli scambi dura meno di 5 colpi ed è vinto dal giocatore che prevale nei colpi di inizio gioco (servizio o risposta aggressiva).

In altre parole, molto spesso oltre alla mancanza di ambizione dei singoli ci sono anche lacune tecniche di base, che derivano da problematiche profonde del nostro sistema tennis. E infatti uno degli obiettivi della federazione, oltre all’aumento dei campi veloci, è anche il miglioramento della qualità dell’insegnamento, che deve focalizzarsi maggiormente sui colpi di inizio gioco.

Quando avremo 7-8 giocatori tecnicamente esenti da lacune, di questi ne troveremo anche 3 o 4 diosposti a mettersi in gioco con ambizione.

Non sono daccordo sull’ultima parte in quanto per mettersi in gioco non bisogna essere necessariamente esente da lacune. Ti faccio l’esempio di Nadal, che ovviamente non voglio paragonarlo ai nostri, ma giusto per farti capire questo: una volta durante una sua partita, i telecronisti di Sky dissero che quando hanno intervistato da piccolo Nadal gli fecero notare i tornei che aveva vinto il suo connazionale Moya e gli chiesero se lui ne voleva vincere altrettanti. Sai cosa ha risposto? Ha risposto: “no, io voglio vincere molto di piu'”. Questo per farti capire la giusta mentalità e determinazione che bisogna avere fin da piccoli, o che qualcuno ti debba inculcare. E non è che all’epoca Nadal fosse esente da lacune. qualche lacuna ce l’ha anche adesso. Anche quando si è affermato nel circuito professionistico aveva lacune ed era considerato(ma lo è anche ora) un giocatore prevalentemente da terra battuta. Allora si è rimboccato le maniche, e ha cercato di lavorare sui suoi punti piu’ deboli in modo da adattare il suo gioco anche sulle altre superfici. Non dico che ci sia riuscito completamente, ma parzialmente si, dato che ha vinto anche sulla altre superfici, certo non come sul rosso, ma si è adattato. E mica questo lo ha ottenuto così. Con il lavoro duro, i sacrifici, la voglia di stare in campo, di lottare ecc. Queste sono tutte cose che i notri non hanno ed è per questo che non riusciranno mai ad essere competitivi fuori dal rosso(anche se sul rosso tutta questa competitività non è che la vedo 😀 ). Poi si sà, Nadal non è Starace o Bolelli o Seppi ecc. però giusto per farti capire il discorso a livello di volontà. I nostri non hanno proprio interesse(oltre che volontà) ad essere competitivi, perchè ricorda che anche i piu’ forti qualche lacuna ce l’hanno sempre, ma il vero giocatore, quello sano di mente, cerca sempre di colmare le sue lacune a tutti i costi, giocando, giocando e giocando dappertutto, non sò se mi sono spiegato.

Giustissimo il tuo discorso Gladiator, e senza star a scomodare un Campione come Nadal… gli stessi suoi connazionali Robredo e Ferrer, che tecnicamente non sono superiori ai nostri top player, sono riusciti ad affermarsi grazie alla loro grinta e determinazione!!!
Alla fine il loro duro lavoro, e i loro sacrifici.. sono stati più che ricompensati alla grande!!!!

Infatti bravo. Questo dimostra come a volte anche senza essere dei grandi fenomeni si possa arrivare a buoni risultati con la sola volontà e determinazione. D’altronde questi due che hai citato tu non hanno effettivamente niente di piu’ eccezionale dei nostri top player. A tennis bisogna giocare, partecipare ai tornei che contano, sbattersi contro i piu’ forti. Se si pensa di imparare a giocare scontrandosi con i top 200 o 300, si parte già con il piede sbagliato. I challenger devono essere solo un trampolino di lancio in età giovanile per poi affermarsi definitivamente nel tennis che conta e rimanerci fino a fine carriera il piu’ possibile.

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Datecci Chiudinelli!!!! (Guest) 05-08-2010 16:24

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Statistiche interessanti ma un pochino fuorvianti.

Si può avere un gran servizio anche senza fare tanti aces. Se io faccio 3 aces e 20 servizi vincenti ricavo dal mio servizio più punti rispetto ad uno che fa 8 aces e, per dire, 5 servizi vincenti.

Inoltre, bisogna considerare la capacità che si ha di prendere in mano il gioco grazie al servizio. Vi sono tennisti che servono per lo più piatto e forte, e magari fanno tanti aces, ma poi, se il ribattitore prende loro le misure, vanno in difficoltà nello scambio. Altri viceversa che sono bravissimi a variare effetti e traiettorie, confondendo il ribattitore, e che riescono sistematicamente ad avere il gioco in mano nei loro turni di servizio.

Per questo motivo la statistica ATP che meglio descrive l’efficacia di un servizio è quella relativa alla percentuale di punti vinti, rispettivamente con la prima e con la seconda di servizio, oppure quella relativa alla percentuale di game di servizio vinti sul totale dei games giocati.

In generale, nel tennis moderno i colpi di inizio gioco (servizio e risposta aggressiva) sono sempre più importanti, e in Italia andrebbero curati maggiormente. Purtroppo il fatto che da noi si gioca quasi solo sulla terra non ci aiuta.

A chi fosse interesssato, segnalo questo mio articolo:

http://www.livetennis.it/post/47335/fuga-dalla-terra-rossa-ecco-come-nasce-e-cos%E2%80%99e-il-progetto-campi-veloci-della-federazione-italiana-tennis

Buona lettura. 😉

E’ inutile fare tutte quelle considerazioni. Il problema è che in Italia non ci sono coach con le palle che fanno crescere i ragazzi come si deve. E smettiamola di dire sempre la terra rossa è la superficie dell’Italia ecc. Questo non centra niente. Un buon giocatore gioca bene ovunque. Certo, non si puo’ pretendere di ottenere gli stessi risultati su tutte le superfici, anche perchè logicamente ognuno ha un tipo di gioco che lo favorisce piu’ su una superficie piuttosto che a un’altra. Ma questo esula dal fatto che uno non debba provarci comunque. I nostri non saranno mai competitivi nè sul veloce e nè sull’erba perchè a tennis bisogna giocare, giocare e giocare, stare in campo con la voglia di vincere, sbattere la testa contro i piu’ forti. Solo così uno si fà le ossa. E poi se vogliamo dirla tutta, non è che i nostri facciano sfracelli sulla terra rossa. Anche lì non vincono mai, non vincono neanche i challenger, se non qualcuno ogni tanto. Purtroppo è sempre stato così, in Italia stanno bene. Si vanno a giocare i challenger sulla terra rossa, con ospitalità ecc. e quindi magari dicono: “chi ce lo fa fare ad andare a giocare un torneo sul duro in Cina rischiando al 90% di perdere? No, meglio in Italia, arrivando piu’ lontano in un challenger con vitto e alloggio”. Sicuramente questo è un discorso sbagliatissimo ma secondo me la maggior parte ragiona così. Non hanno proprio la voglia di viaggiare ed essere competitivi, perchè ripeto, non gliene frega niente, perchè il tennis non lo praticano come lavoro, ma come hobby, è questa la verità. Prendi ad esempio Volandri. Cosa gliene frega a lui di andare a farsi i tornei in cemento all’estero, quando in Italia puo’ giocarsi i challenger con l’ospitalità inclusa? E inoltre lui sta già bene di suo perchè ho letto che il padre è proprietario di un’industria farmaceutica, per cui è già sistemato. Questa è tutta gente ricca di famiglia, per cui del tennis non gliene puo’ fregar di meno, se non per passatempo. Ecco perchè io dico sempre che fino a quando in Italia il tennis rimarrà accessibile solo ai benestanti, non usciranno mai dei veri giocatori. Il benestante non ha voglia di fare sacrifici perchè ha avuto tutto facile nella vita, e il tennis si sà, è sacrificio in tutti i sensi.

Discorso in parte giusto, in parte qualunquistico.

Quello che dico io è che se ci si allena e si compete, da ragazzini, sia sulla terra che sul veloce, si diventa giocatori più completi e in grado quindi di vincere più match anche sulla terra rossa.

Il veloce stimola a migliorare i colpi di inizio gioco (servizio e risposta aggressiva) e a giocare propositivi, con i piedi vicino la riga; la terra stimola a migliorare le variazioni, i cambi di ritmo, il tocco, la fase difensiva.

Quindi per avere giocatori completi bisogna farli crescere su tutte le superfici. Poi una volta che avremo una buona base di tennisti completi tecnicamente, tra loro troveremo anche quelli che avranno la voglia e la determinazione di andare a giocare i tornei importanti.

Prendiamo i 5 migliori giocatori italiani attuali (seppi Bolelli Fognini, Starace, Volandri):

3 giocatori non hanno un servizio adatto ai campi veloci (Fognini, Volandri, Starace, che serve quasi solo in kick, rotazione che sul veloce paga poco perché la palla riumbalza meno che sulla terra). Questo è accaduto perché tutti 3, fin da ragazzini, hanno giocato quasi solo sulla terra.

degli altri due, che hanno attitudine ai campi veloci uno (Seppi) ha una delle peggiori seconde di servizio del circuito. L’altro, ha una delle peggiori risposte al servizio.

Insomma, nessuno dei nostri ha un repertorio completo ed equillibrato nei due colpi di inizio gioco.

Eppure, secondo le statistiche della PTR (Professional Tennis Registry), nel circuito maschile ad alto livello sul veloce oltre il 65% degli scambi dura meno di 5 colpi ed è vinto dal giocatore che prevale nei colpi di inizio gioco (servizio o risposta aggressiva).

In altre parole, molto spesso oltre alla mancanza di ambizione dei singoli ci sono anche lacune tecniche di base, che derivano da problematiche profonde del nostro sistema tennis. E infatti uno degli obiettivi della federazione, oltre all’aumento dei campi veloci, è anche il miglioramento della qualità dell’insegnamento, che deve focalizzarsi maggiormente sui colpi di inizio gioco.

Quando avremo 7-8 giocatori tecnicamente esenti da lacune, di questi ne troveremo anche 3 o 4 diosposti a mettersi in gioco con ambizione.

Non sono daccordo sull’ultima parte in quanto per mettersi in gioco non bisogna essere necessariamente esente da lacune. Ti faccio l’esempio di Nadal, che ovviamente non voglio paragonarlo ai nostri, ma giusto per farti capire questo: una volta durante una sua partita, i telecronisti di Sky dissero che quando hanno intervistato da piccolo Nadal gli fecero notare i tornei che aveva vinto il suo connazionale Moya e gli chiesero se lui ne voleva vincere altrettanti. Sai cosa ha risposto? Ha risposto: “no, io voglio vincere molto di piu'”. Questo per farti capire la giusta mentalità e determinazione che bisogna avere fin da piccoli, o che qualcuno ti debba inculcare. E non è che all’epoca Nadal fosse esente da lacune. qualche lacuna ce l’ha anche adesso. Anche quando si è affermato nel circuito professionistico aveva lacune ed era considerato(ma lo è anche ora) un giocatore prevalentemente da terra battuta. Allora si è rimboccato le maniche, e ha cercato di lavorare sui suoi punti piu’ deboli in modo da adattare il suo gioco anche sulle altre superfici. Non dico che ci sia riuscito completamente, ma parzialmente si, dato che ha vinto anche sulla altre superfici, certo non come sul rosso, ma si è adattato. E mica questo lo ha ottenuto così. Con il lavoro duro, i sacrifici, la voglia di stare in campo, di lottare ecc. Queste sono tutte cose che i notri non hanno ed è per questo che non riusciranno mai ad essere competitivi fuori dal rosso(anche se sul rosso tutta questa competitività non è che la vedo 😀 ). Poi si sà, Nadal non è Starace o Bolelli o Seppi ecc. però giusto per farti capire il discorso a livello di volontà. I nostri non hanno proprio interesse(oltre che volontà) ad essere competitivi, perchè ricorda che anche i piu’ forti qualche lacuna ce l’hanno sempre, ma il vero giocatore, quello sano di mente, cerca sempre di colmare le sue lacune a tutti i costi, giocando, giocando e giocando dappertutto, non sò se mi sono spiegato.

Giustissimo il tuo discorso Gladiator, e senza star a scomodare un Campione come Nadal… gli stessi suoi connazionali Robredo e Ferrer, che tecnicamente non sono superiori ai nostri top player, sono riusciti ad affermarsi grazie alla loro grinta e determinazione!!!
Alla fine il loro duro lavoro, e i loro sacrifici.. sono stati più che ricompensati alla grande!!!!

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Gladiator 05-08-2010 15:49

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Statistiche interessanti ma un pochino fuorvianti.

Si può avere un gran servizio anche senza fare tanti aces. Se io faccio 3 aces e 20 servizi vincenti ricavo dal mio servizio più punti rispetto ad uno che fa 8 aces e, per dire, 5 servizi vincenti.

Inoltre, bisogna considerare la capacità che si ha di prendere in mano il gioco grazie al servizio. Vi sono tennisti che servono per lo più piatto e forte, e magari fanno tanti aces, ma poi, se il ribattitore prende loro le misure, vanno in difficoltà nello scambio. Altri viceversa che sono bravissimi a variare effetti e traiettorie, confondendo il ribattitore, e che riescono sistematicamente ad avere il gioco in mano nei loro turni di servizio.

Per questo motivo la statistica ATP che meglio descrive l’efficacia di un servizio è quella relativa alla percentuale di punti vinti, rispettivamente con la prima e con la seconda di servizio, oppure quella relativa alla percentuale di game di servizio vinti sul totale dei games giocati.

In generale, nel tennis moderno i colpi di inizio gioco (servizio e risposta aggressiva) sono sempre più importanti, e in Italia andrebbero curati maggiormente. Purtroppo il fatto che da noi si gioca quasi solo sulla terra non ci aiuta.

A chi fosse interesssato, segnalo questo mio articolo:

http://www.livetennis.it/post/47335/fuga-dalla-terra-rossa-ecco-come-nasce-e-cos%E2%80%99e-il-progetto-campi-veloci-della-federazione-italiana-tennis

Buona lettura. 😉

E’ inutile fare tutte quelle considerazioni. Il problema è che in Italia non ci sono coach con le palle che fanno crescere i ragazzi come si deve. E smettiamola di dire sempre la terra rossa è la superficie dell’Italia ecc. Questo non centra niente. Un buon giocatore gioca bene ovunque. Certo, non si puo’ pretendere di ottenere gli stessi risultati su tutte le superfici, anche perchè logicamente ognuno ha un tipo di gioco che lo favorisce piu’ su una superficie piuttosto che a un’altra. Ma questo esula dal fatto che uno non debba provarci comunque. I nostri non saranno mai competitivi nè sul veloce e nè sull’erba perchè a tennis bisogna giocare, giocare e giocare, stare in campo con la voglia di vincere, sbattere la testa contro i piu’ forti. Solo così uno si fà le ossa. E poi se vogliamo dirla tutta, non è che i nostri facciano sfracelli sulla terra rossa. Anche lì non vincono mai, non vincono neanche i challenger, se non qualcuno ogni tanto. Purtroppo è sempre stato così, in Italia stanno bene. Si vanno a giocare i challenger sulla terra rossa, con ospitalità ecc. e quindi magari dicono: “chi ce lo fa fare ad andare a giocare un torneo sul duro in Cina rischiando al 90% di perdere? No, meglio in Italia, arrivando piu’ lontano in un challenger con vitto e alloggio”. Sicuramente questo è un discorso sbagliatissimo ma secondo me la maggior parte ragiona così. Non hanno proprio la voglia di viaggiare ed essere competitivi, perchè ripeto, non gliene frega niente, perchè il tennis non lo praticano come lavoro, ma come hobby, è questa la verità. Prendi ad esempio Volandri. Cosa gliene frega a lui di andare a farsi i tornei in cemento all’estero, quando in Italia puo’ giocarsi i challenger con l’ospitalità inclusa? E inoltre lui sta già bene di suo perchè ho letto che il padre è proprietario di un’industria farmaceutica, per cui è già sistemato. Questa è tutta gente ricca di famiglia, per cui del tennis non gliene puo’ fregar di meno, se non per passatempo. Ecco perchè io dico sempre che fino a quando in Italia il tennis rimarrà accessibile solo ai benestanti, non usciranno mai dei veri giocatori. Il benestante non ha voglia di fare sacrifici perchè ha avuto tutto facile nella vita, e il tennis si sà, è sacrificio in tutti i sensi.

Discorso in parte giusto, in parte qualunquistico.

Quello che dico io è che se ci si allena e si compete, da ragazzini, sia sulla terra che sul veloce, si diventa giocatori più completi e in grado quindi di vincere più match anche sulla terra rossa.

Il veloce stimola a migliorare i colpi di inizio gioco (servizio e risposta aggressiva) e a giocare propositivi, con i piedi vicino la riga; la terra stimola a migliorare le variazioni, i cambi di ritmo, il tocco, la fase difensiva.

Quindi per avere giocatori completi bisogna farli crescere su tutte le superfici. Poi una volta che avremo una buona base di tennisti completi tecnicamente, tra loro troveremo anche quelli che avranno la voglia e la determinazione di andare a giocare i tornei importanti.

Prendiamo i 5 migliori giocatori italiani attuali (seppi Bolelli Fognini, Starace, Volandri):

3 giocatori non hanno un servizio adatto ai campi veloci (Fognini, Volandri, Starace, che serve quasi solo in kick, rotazione che sul veloce paga poco perché la palla riumbalza meno che sulla terra). Questo è accaduto perché tutti 3, fin da ragazzini, hanno giocato quasi solo sulla terra.

degli altri due, che hanno attitudine ai campi veloci uno (Seppi) ha una delle peggiori seconde di servizio del circuito. L’altro, ha una delle peggiori risposte al servizio.

Insomma, nessuno dei nostri ha un repertorio completo ed equillibrato nei due colpi di inizio gioco.

Eppure, secondo le statistiche della PTR (Professional Tennis Registry), nel circuito maschile ad alto livello sul veloce oltre il 65% degli scambi dura meno di 5 colpi ed è vinto dal giocatore che prevale nei colpi di inizio gioco (servizio o risposta aggressiva).

In altre parole, molto spesso oltre alla mancanza di ambizione dei singoli ci sono anche lacune tecniche di base, che derivano da problematiche profonde del nostro sistema tennis. E infatti uno degli obiettivi della federazione, oltre all’aumento dei campi veloci, è anche il miglioramento della qualità dell’insegnamento, che deve focalizzarsi maggiormente sui colpi di inizio gioco.

Quando avremo 7-8 giocatori tecnicamente esenti da lacune, di questi ne troveremo anche 3 o 4 diosposti a mettersi in gioco con ambizione.

Non sono daccordo sull’ultima parte in quanto per mettersi in gioco non bisogna essere necessariamente esente da lacune. Ti faccio l’esempio di Nadal, che ovviamente non voglio paragonarlo ai nostri, ma giusto per farti capire questo: una volta durante una sua partita, i telecronisti di Sky dissero che quando hanno intervistato da piccolo Nadal gli fecero notare i tornei che aveva vinto il suo connazionale Moya e gli chiesero se lui ne voleva vincere altrettanti. Sai cosa ha risposto? Ha risposto: “no, io voglio vincere molto di piu'”. Questo per farti capire la giusta mentalità e determinazione che bisogna avere fin da piccoli, o che qualcuno ti debba inculcare. E non è che all’epoca Nadal fosse esente da lacune. qualche lacuna ce l’ha anche adesso. Anche quando si è affermato nel circuito professionistico aveva lacune ed era considerato(ma lo è anche ora) un giocatore prevalentemente da terra battuta. Allora si è rimboccato le maniche, e ha cercato di lavorare sui suoi punti piu’ deboli in modo da adattare il suo gioco anche sulle altre superfici. Non dico che ci sia riuscito completamente, ma parzialmente si, dato che ha vinto anche sulla altre superfici, certo non come sul rosso, ma si è adattato. E mica questo lo ha ottenuto così. Con il lavoro duro, i sacrifici, la voglia di stare in campo, di lottare ecc. Queste sono tutte cose che i notri non hanno ed è per questo che non riusciranno mai ad essere competitivi fuori dal rosso(anche se sul rosso tutta questa competitività non è che la vedo 😀 ). Poi si sà, Nadal non è Starace o Bolelli o Seppi ecc. però giusto per farti capire il discorso a livello di volontà. I nostri non hanno proprio interesse(oltre che volontà) ad essere competitivi, perchè ricorda che anche i piu’ forti qualche lacuna ce l’hanno sempre, ma il vero giocatore, quello sano di mente, cerca sempre di colmare le sue lacune a tutti i costi, giocando, giocando e giocando dappertutto, non sò se mi sono spiegato.

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Gladiator 05-08-2010 15:28

Originally Posted By Koko
Si Gladiator ma questo è vero per il benestante Italiano perchè lo Spagnolo o il Calvinista anglosassone ha un diversa etica (Weber) e ama la sfida anche se ha i soldi. Il benestante italico è invece più parassitario, pgro e abbarbicato alle abitudini perchè vive ove anche come ambiente ha tutto per cui non deve fare viaggi turistici.

Sinceramente non sò se questo vali solo per il benestante italico. Io penso che si possa generalizzare in quanto di solito il benestante ha avuto tutto dalla vita e in maniera molto semplice, e di conseguenza non conosce i sacrifici è non ha nemmeno voglia di farli. Poi per carità, le eccezioni esistono sempre e magari all’estero il fenomeno è meno accentuato. Per quanto riguarda l’Italia comunque io dico sempre che la federazione deve proprio cambiare, nel senso che anzichè pensare a fare politica deve rendere il tennis accessibile a tutti se vuole evitare in futuro il baratro totale. Di questo passo il nostro tennis rischia veramente di scomparire quasi del tutto, e questo non è bello, anche perchè in Italia ci sono tanti ragazzi che avrebbero voglia di fare sacrifici e che avrebbero inoltre la giusta predisposizione anche per la vita monacale da vero professionista, ma che putroppo per la scarsa disponbilità economica non possono intraprendere.

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Roberto Commentucci (Guest) 05-08-2010 15:21

Originally Posted By Gladiator

Originally Posted By Roberto Commentucci
Statistiche interessanti ma un pochino fuorvianti.

Si può avere un gran servizio anche senza fare tanti aces. Se io faccio 3 aces e 20 servizi vincenti ricavo dal mio servizio più punti rispetto ad uno che fa 8 aces e, per dire, 5 servizi vincenti.

Inoltre, bisogna considerare la capacità che si ha di prendere in mano il gioco grazie al servizio. Vi sono tennisti che servono per lo più piatto e forte, e magari fanno tanti aces, ma poi, se il ribattitore prende loro le misure, vanno in difficoltà nello scambio. Altri viceversa che sono bravissimi a variare effetti e traiettorie, confondendo il ribattitore, e che riescono sistematicamente ad avere il gioco in mano nei loro turni di servizio.

Per questo motivo la statistica ATP che meglio descrive l’efficacia di un servizio è quella relativa alla percentuale di punti vinti, rispettivamente con la prima e con la seconda di servizio, oppure quella relativa alla percentuale di game di servizio vinti sul totale dei games giocati.

In generale, nel tennis moderno i colpi di inizio gioco (servizio e risposta aggressiva) sono sempre più importanti, e in Italia andrebbero curati maggiormente. Purtroppo il fatto che da noi si gioca quasi solo sulla terra non ci aiuta.

A chi fosse interesssato, segnalo questo mio articolo:

http://www.livetennis.it/post/47335/fuga-dalla-terra-rossa-ecco-come-nasce-e-cos%E2%80%99e-il-progetto-campi-veloci-della-federazione-italiana-tennis

Buona lettura. 😉

E’ inutile fare tutte quelle considerazioni. Il problema è che in Italia non ci sono coach con le palle che fanno crescere i ragazzi come si deve. E smettiamola di dire sempre la terra rossa è la superficie dell’Italia ecc. Questo non centra niente. Un buon giocatore gioca bene ovunque. Certo, non si puo’ pretendere di ottenere gli stessi risultati su tutte le superfici, anche perchè logicamente ognuno ha un tipo di gioco che lo favorisce piu’ su una superficie piuttosto che a un’altra. Ma questo esula dal fatto che uno non debba provarci comunque. I nostri non saranno mai competitivi nè sul veloce e nè sull’erba perchè a tennis bisogna giocare, giocare e giocare, stare in campo con la voglia di vincere, sbattere la testa contro i piu’ forti. Solo così uno si fà le ossa. E poi se vogliamo dirla tutta, non è che i nostri facciano sfracelli sulla terra rossa. Anche lì non vincono mai, non vincono neanche i challenger, se non qualcuno ogni tanto. Purtroppo è sempre stato così, in Italia stanno bene. Si vanno a giocare i challenger sulla terra rossa, con ospitalità ecc. e quindi magari dicono: “chi ce lo fa fare ad andare a giocare un torneo sul duro in Cina rischiando al 90% di perdere? No, meglio in Italia, arrivando piu’ lontano in un challenger con vitto e alloggio”. Sicuramente questo è un discorso sbagliatissimo ma secondo me la maggior parte ragiona così. Non hanno proprio la voglia di viaggiare ed essere competitivi, perchè ripeto, non gliene frega niente, perchè il tennis non lo praticano come lavoro, ma come hobby, è questa la verità. Prendi ad esempio Volandri. Cosa gliene frega a lui di andare a farsi i tornei in cemento all’estero, quando in Italia puo’ giocarsi i challenger con l’ospitalità inclusa? E inoltre lui sta già bene di suo perchè ho letto che il padre è proprietario di un’industria farmaceutica, per cui è già sistemato. Questa è tutta gente ricca di famiglia, per cui del tennis non gliene puo’ fregar di meno, se non per passatempo. Ecco perchè io dico sempre che fino a quando in Italia il tennis rimarrà accessibile solo ai benestanti, non usciranno mai dei veri giocatori. Il benestante non ha voglia di fare sacrifici perchè ha avuto tutto facile nella vita, e il tennis si sà, è sacrificio in tutti i sensi.

Discorso in parte giusto, in parte qualunquistico.

Quello che dico io è che se ci si allena e si compete, da ragazzini, sia sulla terra che sul veloce, si diventa giocatori più completi e in grado quindi di vincere più match anche sulla terra rossa.

Il veloce stimola a migliorare i colpi di inizio gioco (servizio e risposta aggressiva) e a giocare propositivi, con i piedi vicino la riga; la terra stimola a migliorare le variazioni, i cambi di ritmo, il tocco, la fase difensiva.

Quindi per avere giocatori completi bisogna farli crescere su tutte le superfici. Poi una volta che avremo una buona base di tennisti completi tecnicamente, tra loro troveremo anche quelli che avranno la voglia e la determinazione di andare a giocare i tornei importanti.

Prendiamo i 5 migliori giocatori italiani attuali (seppi Bolelli Fognini, Starace, Volandri):

3 giocatori non hanno un servizio adatto ai campi veloci (Fognini, Volandri, Starace, che serve quasi solo in kick, rotazione che sul veloce paga poco perché la palla riumbalza meno che sulla terra). Questo è accaduto perché tutti 3, fin da ragazzini, hanno giocato quasi solo sulla terra.

degli altri due, che hanno attitudine ai campi veloci uno (Seppi) ha una delle peggiori seconde di servizio del circuito. L’altro, ha una delle peggiori risposte al servizio.

Insomma, nessuno dei nostri ha un repertorio completo ed equillibrato nei due colpi di inizio gioco.

Eppure, secondo le statistiche della PTR (Professional Tennis Registry), nel circuito maschile ad alto livello sul veloce oltre il 65% degli scambi dura meno di 5 colpi ed è vinto dal giocatore che prevale nei colpi di inizio gioco (servizio o risposta aggressiva).

In altre parole, molto spesso oltre alla mancanza di ambizione dei singoli ci sono anche lacune tecniche di base, che derivano da problematiche profonde del nostro sistema tennis. E infatti uno degli obiettivi della federazione, oltre all’aumento dei campi veloci, è anche il miglioramento della qualità dell’insegnamento, che deve focalizzarsi maggiormente sui colpi di inizio gioco.

Quando avremo 7-8 giocatori tecnicamente esenti da lacune, di questi ne troveremo anche 3 o 4 diosposti a mettersi in gioco con ambizione.

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Barreto 05-08-2010 15:17

Davvero impressionante Roddick. 70 di prime palle menate a cannone pero’.

Incredibile come questo giocatore, che oltre alla potenza possiede anche un ottima velocita’, non abbia vinto piu’ di uno slam e cosi’ pochi master 1000(la maggior parte si giocano sul cemento)

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Koko (Guest) 05-08-2010 15:03

Si Gladiator ma questo è vero per il benestante Italiano perchè lo Spagnolo o il Calvinista anglosassone ha un diversa etica (Weber) e ama la sfida anche se ha i soldi. Il benestante italico è invece più parassitario, pgro e abbarbicato alle abitudini perchè vive ove anche come ambiente ha tutto per cui non deve fare viaggi turistici.

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Gladiator 05-08-2010 14:44

Originally Posted By Roberto Commentucci
Statistiche interessanti ma un pochino fuorvianti.

Si può avere un gran servizio anche senza fare tanti aces. Se io faccio 3 aces e 20 servizi vincenti ricavo dal mio servizio più punti rispetto ad uno che fa 8 aces e, per dire, 5 servizi vincenti.

Inoltre, bisogna considerare la capacità che si ha di prendere in mano il gioco grazie al servizio. Vi sono tennisti che servono per lo più piatto e forte, e magari fanno tanti aces, ma poi, se il ribattitore prende loro le misure, vanno in difficoltà nello scambio. Altri viceversa che sono bravissimi a variare effetti e traiettorie, confondendo il ribattitore, e che riescono sistematicamente ad avere il gioco in mano nei loro turni di servizio.

Per questo motivo la statistica ATP che meglio descrive l’efficacia di un servizio è quella relativa alla percentuale di punti vinti, rispettivamente con la prima e con la seconda di servizio, oppure quella relativa alla percentuale di game di servizio vinti sul totale dei games giocati.

In generale, nel tennis moderno i colpi di inizio gioco (servizio e risposta aggressiva) sono sempre più importanti, e in Italia andrebbero curati maggiormente. Purtroppo il fatto che da noi si gioca quasi solo sulla terra non ci aiuta.

A chi fosse interesssato, segnalo questo mio articolo:

http://www.livetennis.it/post/47335/fuga-dalla-terra-rossa-ecco-come-nasce-e-cos%E2%80%99e-il-progetto-campi-veloci-della-federazione-italiana-tennis

Buona lettura. 😉

E’ inutile fare tutte quelle considerazioni. Il problema è che in Italia non ci sono coach con le palle che fanno crescere i ragazzi come si deve. E smettiamola di dire sempre la terra rossa è la superficie dell’Italia ecc. Questo non centra niente. Un buon giocatore gioca bene ovunque. Certo, non si puo’ pretendere di ottenere gli stessi risultati su tutte le superfici, anche perchè logicamente ognuno ha un tipo di gioco che lo favorisce piu’ su una superficie piuttosto che a un’altra. Ma questo esula dal fatto che uno non debba provarci comunque. I nostri non saranno mai competitivi nè sul veloce e nè sull’erba perchè a tennis bisogna giocare, giocare e giocare, stare in campo con la voglia di vincere, sbattere la testa contro i piu’ forti. Solo così uno si fà le ossa. E poi se vogliamo dirla tutta, non è che i nostri facciano sfracelli sulla terra rossa. Anche lì non vincono mai, non vincono neanche i challenger, se non qualcuno ogni tanto. Purtroppo è sempre stato così, in Italia stanno bene. Si vanno a giocare i challenger sulla terra rossa, con ospitalità ecc. e quindi magari dicono: “chi ce lo fa fare ad andare a giocare un torneo sul duro in Cina rischiando al 90% di perdere? No, meglio in Italia, arrivando piu’ lontano in un challenger con vitto e alloggio”. Sicuramente questo è un discorso sbagliatissimo ma secondo me la maggior parte ragiona così. Non hanno proprio la voglia di viaggiare ed essere competitivi, perchè ripeto, non gliene frega niente, perchè il tennis non lo praticano come lavoro, ma come hobby, è questa la verità. Prendi ad esempio Volandri. Cosa gliene frega a lui di andare a farsi i tornei in cemento all’estero, quando in Italia puo’ giocarsi i challenger con l’ospitalità inclusa? E inoltre lui sta già bene di suo perchè ho letto che il padre è proprietario di un’industria farmaceutica, per cui è già sistemato. Questa è tutta gente ricca di famiglia, per cui del tennis non gliene puo’ fregar di meno, se non per passatempo. Ecco perchè io dico sempre che fino a quando in Italia il tennis rimarrà accessibile solo ai benestanti, non usciranno mai dei veri giocatori. Il benestante non ha voglia di fare sacrifici perchè ha avuto tutto facile nella vita, e il tennis si sà, è sacrificio in tutti i sensi.

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Koko (Guest) 05-08-2010 14:38

Onore a Starace che è almeno il migliore in una statistica. Tra l’altro se metti sempre una discreta prima l’avversario non ha tregua perchè deve rispondere bene senza rilassamenti di sorta come può avvenire su Fognini che è capace di servirti 4 seconde attaccabili. Per cui prima di parlare di essere competitivi da top 30 e fare voli pindarici ci si alleni seriamente nel migliorare ciò che è migliorabile con la pratica e l’impegno costante.

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Roberto Commentucci (Guest) 05-08-2010 12:46

Statistiche interessanti ma un pochino fuorvianti.

Si può avere un gran servizio anche senza fare tanti aces. Se io faccio 3 aces e 20 servizi vincenti ricavo dal mio servizio più punti rispetto ad uno che fa 8 aces e, per dire, 5 servizi vincenti.

Inoltre, bisogna considerare la capacità che si ha di prendere in mano il gioco grazie al servizio. Vi sono tennisti che servono per lo più piatto e forte, e magari fanno tanti aces, ma poi, se il ribattitore prende loro le misure, vanno in difficoltà nello scambio. Altri viceversa che sono bravissimi a variare effetti e traiettorie, confondendo il ribattitore, e che riescono sistematicamente ad avere il gioco in mano nei loro turni di servizio.

Per questo motivo la statistica ATP che meglio descrive l’efficacia di un servizio è quella relativa alla percentuale di punti vinti, rispettivamente con la prima e con la seconda di servizio, oppure quella relativa alla percentuale di game di servizio vinti sul totale dei games giocati.

In generale, nel tennis moderno i colpi di inizio gioco (servizio e risposta aggressiva) sono sempre più importanti, e in Italia andrebbero curati maggiormente. Purtroppo il fatto che da noi si gioca quasi solo sulla terra non ci aiuta.

A chi fosse interesssato, segnalo questo mio articolo:

http://www.livetennis.it/post/47335/fuga-dalla-terra-rossa-ecco-come-nasce-e-cos%E2%80%99e-il-progetto-campi-veloci-della-federazione-italiana-tennis

Buona lettura. 😉

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Gladiator 05-08-2010 12:20

Su Isner era scontato, ma su Starace devo dire la verità non me l’aspettavo. Ma d’altronde queste statistiche non servono a nulla e non dicono niente sul valore di un giocatore. Il tennis è ben altro che aces….

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Ignazio (Guest) 05-08-2010 12:16

Originally Posted By ULK
la percentuale di starace per me sarà anche veritiera,ma insomma servire come fa li in kick ci mancherebbe altro non avesse queste percentuali

Non è affatto male la prima di Starace salta molto è molto lavorata e cerca gli angoli non è semplice da effettuare.

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alto adige (Guest) 05-08-2010 11:57

da non dimenticare le stastiche sulla risposta:
sulla risposta del primo servizio ❗ seppi si trova sotto i primi 20… da un paio d´anni ormai…
se avesse una buona seconda sarebbe top 20 in generale…. troppe volte concede servizio dopo la seconda

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ULK (Guest) 05-08-2010 11:55

la percentuale di starace per me sarà anche veritiera,ma insomma servire come fa li in kick ci mancherebbe altro non avesse queste percentuali

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Furli 05-08-2010 11:44

in proporzione karlovic rimane il migliore al mondo 😉

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pafort 05-08-2010 11:42

Infatti come media ace/match al 1 posto c’è Ivo Karlovic, per confermare quanto dicevo io. Poi hai ragione tu, tu hai stilato la classifica assoluta per numero di ace. Però il TOP1 è karlovic

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pafort 05-08-2010 11:39

si dovrebbe fare una statistica non sui match ma sui turni di servizio. Sarebbe più attendibile. Voglio dire se un tennista fa 1000 turni di servizio e fa 70 ace, probabilmente gioca meno match di chi arriva al 5° set 70-68 e ne fa 150…. Di conseguenza questa classifica non identifica il….per eccellenza

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pafort 05-08-2010 11:36

Isner solo nella partita farsa ne ha serviti più di 100. La sua statistica non sta in piedi. Però è sicuramente un bombardiere TOP3

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