Paire: “In un circuito normale ho ritrovato il piacere di giocare”. Quando la gioia è tutto (di Marco Mazzoni)
20/08/2021 11:55 
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Benoit Paire ha ritrovato il miglior tennis a Cincinnati
Benoit Paire è l’esatta definizione di croce e delizia. Pochi, pochissimi sul tour hanno la sua magia, quel tocco, quella visione unica del gioco e delle geometrie, che gli consentono – quando è in giornata – un campionario sterminato di soluzioni tecniche. Quando Paire gioca al suo meglio, è spettacolo puro, è adrenalina, è showtime. Purtroppo… quel tipo di giocatore l’abbiamo ammirato a sprazzi, all’improvviso, dopo tante sconfitte senza senso, spesso senza giocare.
Irritante, irascibile, indolente, scontroso, gli aggettivi negativi sul suo carattere potrebbero riempiere un intero tomo. O lo ami o lo odi, e anche chi lo ama è arrivato tante volte vicino ad odiarlo, perché lui stesso ammette di aver un comportamento instabile, una condotta discutibile, di vivere tutto intensamente nelle sue vene, senza filtri, esternando frustrazioni e gioie con esplosioni nucleari.
Il francese è stato uno dei giocatori più discussi nel periodo pandemico. Si è trascinato torneo dopo torneo senza alcuna voglia di giocare, solo per poter strappare il Prize money (difeso da un ranking particolare che gli consentiva di restare aggrappato ad una posizione discreta) e quindi scappare a farsi qualche drink in un bel posto, meglio se al mare. Incredibile la sua reazione social quando gli fu comunicato che non sarebbe stato selezionato per i giochi di Tokyo: postò un video in cui saliva e scendeva da un surf, con una musichetta irridente, a ribadire “a me che me ne frega…”. Questa solo una perla in mezzo sconfitte assurde, dove scaraventava via risposte pur di perdere e scappare via, lontano da quegli stadi vuoti e dalle tristezze di una vita sul tour che a suo dire l’aveva depresso a tal punto da cancellare la sua voglia di competere. “Gioco solo per soldi, questa vita nelle bolle non fa per me”, tagliava secco. Dopo un 2020 altrettanto disastroso (per quel poco che si è giocato da agosto), da gennaio 2021 a Wimbledon ha vinto la miseria di due partite, perdendo partite al limite della cacciata dal campo per scarso impegno. Spettacoli indecorosi.
Quest’estate è scattato qualcosa. Nei tornei alpini sul rosso – in location vacanziere… – ha ricominciato a giocare decentemente, e col ritorno del tennis negli USA, in condizioni quasi normali, senza bolla e con il pubblico sugli spalti, il tennis di Paire è rifiorito. Non è caso, come ha dichiarato questa settimana a L’Equipe durante il torneo di Cincinnati, che lo vede inaspettatamente ai quarti di finale. “Adesso mi sto divertendo molto a poter giocare davanti a un pubblico, a poter tornare su un circuito normale. Posso uscire di nuovo per strada, posso tornare nei miei fast food preferiti, posso ritrovare una vita normale, quella che amo. Tutto questo lo puoi vedere nei miei risultati. Sono felice di essere ai quarti di finale, sono i miei primi in un torneo come questo dal 2013: inoltre, ho battuto un top10 (Shapovalov) dopo parecchi anni. Questa è la felicità: sono felice di essere qui, di aver trovato il mio tennis, il mio buon umore e la mia gioia su un campo. Per me è tutto, se non ho gioia di giocare, non riesco a farlo. Io sono così, trovo motivazione dal piacere di quel che faccio, e nei tornei con le “bolle” non ne trovavo affatto“.
Paire è una persona complicata, particolare. Ricordo anni fa, sulle tribune di Roland Garros, una breve chiacchierata con un collega dell’Equipe. Benoit non era ancora esploso, e sul campo n.1 aveva appena dilapidato un vantaggio netto nel primo set, finendo per crollare, incaponendosi nel cercare smorzate strette troppo difficili, pure in una giornata di discreto vento. Un peccato buttare via così un match che poteva vincere. Il collega a fianco non era sorpreso. Mi raccontò un aneddoto curioso su Paire, relativo alla sua giovinezza, che spiega che personalità difficile abbia. In quel di Avignone un Benoit teenager si trovò a scegliere se lasciare casa per andare ad allenarsi in un centro tecnico di sviluppo verso il tennis Pro, o mollare lì, e intraprendere una vita “normale”. Pare che avesse voglia di tentare la scalata, ma anche la paura di non farcela. Già allora era un “cavallo pazzo”, grandi vittorie e sconfitte terribili, furibonde. Per questo la famiglia si recò dai tecnici, per chiedere un parere sul da farsi. I suoi allenatori furono assai franchi, conoscendolo bene. Dissero ai genitori che il giovane Benoit aveva talento e fisico per diventare un ottimo tennista professionista, capace di vincere e guadagnare bene. Ma che se l’avessero lasciato partire verso la carriera sportiva, era bene mettersi subito a caccia del miglior psicanalista perché Benoit ne avrebbe avuto assoluto bisogno, tanti erano già allora i suoi conflitti interiori, pronti a deflagrare sotto lo stress del tennis Pro. Quei tecnici l’avevano vista lunga…
Oggi Benoit ha un match assai complicato contro Rublev. Se giocherà con la stessa fiducia e attitudine mostrata nel torneo, potrebbe mettere in difficoltà il russo con i suoi tocchi e variazioni, ma dovrà riuscire a scappare dal forcing forsennato di Andrey, che potrebbe travolgerlo. Sarà una partita da gustare, come ogni match in cui Paire “gioca” per davvero. Quando la sua racchetta esprime gioia, niente è banale e scontato.
Marco Mazzoni
TAG: Benoit Paire, Marco Mazzoni, Masters 1000 Cincinnati 2021, Paire, storie
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Peccato che ieri abbia perso dal giocatore dal Tennis più “inutile” attualmente sul circuito. Avesse servito meglio alla fine del terzo, poteva portarsi a caso lo scalpo rossiccio del russo.
L’inutile è riferito alla spettacolarità, completamente assente. 2 ore di diagonali e nient’altro ogni partita.
Grazie Marco per il bell’articolo, è interessante scoprire gli aneddoti che si nascondono dietro un giocatore, soprattutto su quel lato umano che ci ricorda come i tennisti non siano dei robot. Paire, come Kyrgios, rappresenta un po’ quella categoria di giocatori che non riescono a gestire il loro Daemon interiore, come le rockstar di un tempo, così belle e così dannate. Sarebbe interessante capire se nel loro percorso di crescita abbiano mai incrociato uno psicologo in grado di aiutarli a tradurre quelle emozioni e quei vissuti apparentemente incomprensibili
Che bellezza riaverti, Benoit!
Parole sante in tempi in cui gli odiatori di massa si scagliano contro chi, come Paure, rifiuta il teatro pandemico, la nuova normalità fatta di lasciapassare e battezzamenti semestrali
@ Raffaele (#2905963)
Raffaele, non dico che certi suoi modi di fare non si prestino ad essere criticati, ma se teniamo presente quanti nostri politici siano pagati a ufo…ti ricordi, fra i tantissimi, Nicole Minetti, per tacere dei rimborsi delle alpenlibe di altri? il 90 % di loro li stiamo profumatamente remunerando senza che abbiano la minima qualità o capacità, per cui che cosa dovremmo fare con simili figuri che sicuramente non sanno fare nessun lavoro? Andare sotto Montecitorio con i forconi? Almeno Paire sta facendo il guascone solo da alcuni mesi, la nostra casta spesso da una vita.
I veri sacrifici li ha fatti mio padre , te viziato e basta! Detestabile
Secondo me ha ritrovato la voglia di giocare perché cominciava a sentire il profumo di Santa Margherita di Pula e Monastir, ma alla fine il risultato non cambia
@ Daniele Berardi (#2905898)
Infatti molti sono piatti, anche se non si allenano da lui. Ho dimenticato Agassi, pure lui è stato uno spiritello un po’ discolo, ricordate quante critiche iniziali per il suo look? E Noah, che si portava in albergo anche due ragazze per volta? Gerulaitis con le feste? Se poi si ritiene che il modello tennistico siano i Barazzutti, Brughera, i noiosissimi svedesi (Edberg era bello da vedere, però come personalità soporifero davvero). E poi, alla fin fine, che ha fatto sto’ povero Paire? Ha sputato, ha fatto un po’ il clown, non si è impegnato in alcune partite. Agassi quante volte è andato in tornei importanti solo per il sottobanco e poi farsi eliminare al primo turno? Meglio la Osaka che si rammarica di non essere andata più avanti per devolvere più dei 24 mila dollari vinti nel torneo? Per lei devono essere una cifra notevole di cui privarsi. Nole si è saputo che ha staccato un’assegno ben più rilevante per un ospedale di Bergamo, ma questo è uscito fuori dalla bocca dei primari del nosocomio, altrimenti non se ne sarebbe saputo nulla. Il tennis è un microcosmo, un modulo ridotto del mondo. Perchè sia realistico deve avere pure i bad boys and girls, altrimenti sarebbe solo una vetrina piena di tante belle statuine che dicono sempre si. Alla fine Paire o Kyrgios se fanno del male, lo fanno solo a se stessi. Il francese ha perso pure lo sponsor per le sue sbroccate. Segno che in fondo dei soldi gli importa relativamente, tutto quello sbandierare i propri guadagni in faccia ai social lo ha fatto, probabilmente, perchè sa che i suoi detrattori fanno parte di quel mondo che valuta tutto sulla base della quantità, compresa quella bancaria. Ho letto questi giorni alcuni post, qui, in cui si riteneva che la Giorgi non avesse fiuto per gli affari, non avendo mai accettato di fare testimonial per multinazionali di outfit. Vorrei proprio sapere se si critica solo sulla base di quanto tu abbia vinto, o sul fatto in sè per sè. Paire non sarà esemplare per chi ama il common way of life, ma immagino che possa essere iconico per tutti i fuori-casta della terra. E poi lo ripeto, non ha mai fatto a pugni con l’arbitro, non ha mai dato della sgualdrina a nessuna dei giudici di linea, non ha mai insultato i propri avversari come altri hanno fatto. Ha giocato col ranking? Benissimo, ha fatto vedere dall’interno cosa c’era di sbagliato nel privilegiare gli dei del tennis. I soloni dell’atp non avevano probabilmente pensato che il sistema del punteggio protetto avrebbe potuto facilmente portare anche a questo, giocatori che sarebbero scesi in campo solo per pigliarsi il prize money e poi continuare il periodo sabatico. Paire, come Kyrgios, sono cartine al tornasole delle falle dei regolamenti di un circuito.
Questo è il Paire che mi piace, non il solito pagliaccio
Paire au pair avec Rublev?On le verrà Benoit garcon!
aggiungendo ai tre Monfils e Shapov rimangono tra i pochi rimasti (quando hanno voglia di giocare) per cui pagherei volentieri il biglietto.
gran parte dei rimanenti neppure gratis ci andrei. solo noiaaaa, maledetta noiaaa
Che giochi bene o faccia schifo, trova sempre il modo di dare a modo suo spettacolo. Lui, Kirgios e Fognini sono i tre cavalli pazzi del circuito.
Grande Benoit concettualmente ha anche ragione e lo capisco…però ha sbagliato a comportansi in quel modo nei primi mesi solo per intascare un assegno…era meglio che stava fermo e si allenava soltanto come hanno fatto molti piuttosto che andare in giro a far figure barbine…
“Nastase, Mc…” un’aquila il nostro robdes12 ;-). Più interessante il contrario, direi: indagare la mente delle migliaia di tennisti professionisti e pseudo tali che sono il piattume tennisto in persona. Se tanto mi da tanto…
Per me tutto deriva dalla sua somiglianza con un ayatollah. Io ho grande ammirazione per Sinner, ma se proprio gli devo trovare un difetto, è che appare troppo ragazzo da spot mulino bianco. Una foto mentre trinca all’Oktober Fest non farebbe male alla sua immagine. Finora lo hanno tutti proposto come un chierichetto. In mezzo a tanti angioletti, ci vuole pure qualche diavolo, altrimenti il paradiso non avrebbe senso, mancandogli il contrario.
giusto, ma perchè con Fognini (che è la versione italica di Paire) non sei così magnanimo, visto che ha fatto in carriera risultati molto più prestigiosi di quelli del francese, e anche quest’anno ha fatto comunque meglio ? Snobismo esterofilo ?
Quante storie perchè un giocatore è un po’ casinaro.
@ Stefano (#2905793)
No, è un istrione, emulo della grande tradizione della Comédie française. Meglio uno che faccia ridere, che certi salici piangenti che adesso imperversano nello sport.
e comunque non è un caso che ultimamente ci sia la sua compagna sempre presente..e prima non la si vedeva nemmeno se si poteva
Nastase, Mac Enroe, Leconte, Safin, Fognini, Kyrgios, Paire. Si potrebbero aggiungere altri nomi, ma pare proprio che se nel tennis vuoi essere un creativo, tu debba avere un carattere poco lineare. Gli riconosco una personalità interessante, in quanto imprevedibile; e certe sue esternazioni salivali me lo fanno credere un istintivo che oscilli fra maturità e infantilismo. Puer-Senex in alternanza. Gli riconosco per altro la sincerità, anche se un po’ rozza, di aver posto in chiaro quale sia il motore vero che spinge gli atleti, cioè il denaro. Da qualche anno fra dei dello stadio e dei della racchetta o della piscina mi pare che si sia proposta la beatificazione degli atleti, facendoli assurgere a simboli di un bel nulla. Guarda caso tutte queste divinità hanno residenze in luoghi molto prodighi di concessioni per chi abbia denaro. Paire è stato sincero: io intanto grazie a quegli sciocconi dell’atp posso tranquillamente perdere, quando non ho voglia di giocare, e intanto alla faccia loro guadagno lo stesso. Sempre meglio che tante finte figurine da presepe che vengono proposte da altri, e soprattutto da altre. A me è sempre stato simpatico, è lo studente giamburrasca che in ogni classe fa colore e da il quid di vivacità senza la quale è tutto prevedibile e meccanico. E poi con una barba così, può fare quello che vuole. Dopo le treccine di Noah, ci voleva un po’ di cheratina a go go. 😉
Giocatore sopra le righe.
Ci vuole, in un mondo di soldatini sempre in riga.
È un buffone
Carattere particolare ma in questo caso ha ragione…Che ci lascino vivere in maniere normale una volta per tutte…Comunque vedere giocare Paire rimane uno spettacolo per gli occhi
Grande Paire, talento cristallino ma cavallo pazzo. Ma attenti a non farlo diventare idolo dei novax che è un attimo per quelli.
Il commento n. 1 lo hai letto?
Se l’ho hai letto, hai ugualmente scritto queste stupidaggini.
Non riesci proprio a trattenerti.
Grande paire
Ah poverino… Aveva bisogno dei tifosi per essere un giocatore serio… Son problemi grossi…
La psicologia dedicata agli sportivi ha fatto grandi passi.
Se sostenuto e motivato in modo corretto avrebbe fatto dei grandi risultati perchè il talento naturale, la fantasia e doti atletiche non gli mancavano.
Un serio professionista (ci sono tanti millantatori tra i “mental coach”)avrebbe incanalato la sua anarchia verso altri livelli.
Certo quando entra in modalità Kirgjos è solo irritante.
Poi dicono che i soldi non fanno la felicita’ !!
Probabilmente aveva finito i soldi
Ha fatto alcune cavolate per il suo carattere un po’ fuori le righe che contraddistingue più ciò che succede fuori dal campo, ed alcune prestazioni deludenti .
Aveva dei motivi extra sportivi che ora sembrano risolti.
È stato accusato di ogni nefandezza perché si vive in una società di odiatori e si preferisce accusare, deridere, marginalizzare, pronosticare il peggior futuro che provare a capire, a riflettere, a interpretare.
Bisognerebbe fare come i cani che rimuovono i rumori di fondo e goderci in pace il nostro sport preferito.