Progetto “S.O.S. Tennis”, per studiare la ripartenza

19/05/2020 07:07 9 commenti

In provincia di Torino, laddove il Canavese inizia a farsi profondo, a Rivarolo, c’è un negozio che è molto più di un negozio.
“Cà Sport” dei fratelli Paolo e Alberto Moro non è soltanto un punto vendita dove i tennisti possono attingere il meglio del meglio: è un concetto, un’idea.
In questi tempi grami, dove l’unica certezza a condurci è la straordinaria incertezza, Paolo e Alberto hanno cercato di fronteggiare l’emergenza che da mesi ci attanaglia evitando di star lì a piangersi addosso e hanno cercato di metter su un gruppo di operatori del comparto tennis che provasse a cercare risposte in un momento in cui le risposte proprio non riescono a emergere: il gruppo S.O.S. Tennis è nato così e per questo. Sono riusciti persino nell’impresa, non facile, di far rinascere in me la possibilità di ritornare a vivere emozioni accanto a uno sport che mi ha dato tanto, ma che mi ha anche negato tanto: poter far parte d’un nucleo, poterlo supportare nel suo dispensare momenti di riflessione e rinata voglia di fare, è stato motivo di piacere.

Dicevamo di S.O.S. Tennis, un gruppo omogeneo nelle sue eterogeneità, fatto di gestori di circolo, maestri e istruttori di Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria di Levante e di Ponente, che in più di cinquanta giorni di lockdown ha provato a ipotizzare a quale futuro saremo chiamati, consci del fatto che niente e nessuno sarà probabilmente mai più come prima.

Riaprire i club? Con che presupposti e come? La pandemia impone e imporrà il rispetto di nuove norme e di nuove forme, indicando un futuro verso il quale tutti ci siamo trovati largamente impreparati. E poi le realtà dei circoli di tennis sono quanto di più variegato esista: da chi si trova a gestire due soli campi, a chi invece opera in contesti più complessi e strutturati, con proposte multiple e polisportive… Tutti però uniti da problematiche comuni: dalla necessaria sanificazione degli spazi, all’incedere d’una nuova crisi economica che si preannuncia ben più devastante di quella che ci sembrava d’aver cominciato a superare.

Se fino all’altro ieri dovevamo puntare sulla qualità delle didattiche proposte, sulla qualità del servizio complessivo offerto, senza ombra di dubbio, molta della nostra clientela, soprattutto nella prima fase post-isolamento, presterà grande attenzione alla tutela della salute e alla prevenzione del contagio.

Tutto ciò, unito alla grande incertezza economica – sapendo che l’unica strada percorribile, se si sceglie per la riapertura degli impianti, è quella di indebitarsi e nuovamente con le banche…-, ha fatto precipitare nella più cupa angoscia gli operatori del settore. E qui tornano in scena i fratelli Moro, i quali dapprima hanno messo su una chat–sfogatoio nella quale accogliere e raccogliere tutti gli umori degli astanti, per poi trovare dinamiche e supporti per cercare di trovare insieme pensieri e soluzioni per provare a scovare orizzonti meno bui.

Il mondo del tennis – indifferentemente se di città o provincia – ha sempre cercato di trovare soluzioni interne alle proprie realtà, scansando le condivisioni, richiudendosi a riccio.
Il format proposto dai Moro – che giovi ricordarlo, non hanno interessi diretti in gestioni di club – fin dall’inizio è stato teso al concetto del procedere insieme, visto che nessuno, da questa avventura terribile, potrà pensare di salvarsi da solo.

Da lì sono partite videoconferenze “a tema”, per capire dapprima come affrontare l’emergenza e come venirne fuori senza troppe ossa rotte, poi provando a ragionare su progetti condivisibili e su ampia scala territoriale, fino a dare un supporto psicologico di altissima gamma, quando ci si è accorti che la più parte degli operatori, schiantati dai dubbi, si stava infilando in una via di non ritorno.

In soccorso è giunta l’opera preziosissima di Luca Saccagno, un high performance coach di caratura mondiale, che di solito opera nella sua base Miami ma che il Covid-19 ha confinato nella natia Aosta, il quale a più riprese, con alto spirito di servizio, s’è messo a disposizione del gruppo per infondere ottimismo, cercando di far comprendere quanto una diversa capacità di analisi, un diverso punto di vista possano aiutarci a identificare nuovi e positivi percorsi, anche in un reale disastro.

Di ramo in ramo s’è giunti poi all’apprezzatissima “call” nella quale il CT della nazionale azzurra di volley, Chicco Blengini, e Vincenzo Santopadre, superfluo dirlo, coach di Matteo Berrettini, sono stati non solo ospiti d’eccezione, ma anche pregevoli consiglieri nel far constatare come e quanto si debbano pescare cose buone dal vivere “stay in the moment”, e come le avversità, sfrondate da destino e fato, possano rivelarsi risorse preziose, facenti parte d’un percorso di crescita…normale.

Chicco Blengini ha posto l’accento su quanto sia fuorviante nello sport il pensiero unico teso alla sempiterna vittoria, impossibile da realizzarsi e, qualora la vittoria non venga raggiunta, pronto a virare verso l’alibi che possa giustificare l’insuccesso: l’atleta deve focalizzare la sua attenzione nel cercare il 100 % della sua prestazione in quel dato momento, trattando come fuorvianti i pensieri di vittoria e sconfitta.

Vincenzo Santopadre ha tenuto in modo particolare a sottolineare come la crescita esponenziale di Matteo Berrettini sia nata certamente da un innegabile miglioramento tecnico e fisico, ma soprattutto dall’essersi dotato d’una forza mentale superiore, capace di fargli accettare le avversità e come da queste se ne possa uscire migliori e più forti.

L’incontro con Blengini e Santopadre è stato il suggello a due mesi di lavoro che il S.O.S. Tennis dei fratelli Moro s’è sottoposto: ora che il momento emergenziale più duro è superato, ora che saremo chiamati a confrontarci con una realtà ignota ed economicamente complicata, se saremo in grado di guardare con un briciolo di fiducia in più, lo si deve a quest’angolo di Piemonte, dove s’è scelto di rilanciare, di non arrendersi. “Cà Sport” è più d’un negozio: è un concetto, un pensiero. Sarebbe bellissimo se tanto mondo del tennis ne cogliesse l’essenza, l’unico modo per provare a sopravvivere.

 

Elis Calegari

 


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9 commenti. Lasciane uno!

M@ssimo (Guest) 19-05-2020 21:39

@ Ciao (#2555569)

I guanti dovrebbero essere in alternativa al disinfettare le mani con frequenza.
Letto in un volantino con le linee guida della FIT in merito.

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Sinner fan club (Guest) 19-05-2020 16:48

Tutto molto interessante.

Inspecie alcuni passaggi che avrei voluto copiare e incollare in un’azione resami impossibile dal sistema di protezione di un copyright mai utile come in questo caso, in cui pregevoli passaggi sintattici avrebbero potuto attecchire per talea su qualsiasi fondo sintetico, sulla terra o anche in cielo.
Luca Saccagno parrebbe pronto per un percorso di guerra su di un campo minato, Blengini e Santopadre garantire una crescita normale seppur preziosa se “stay in the moment”.
Noi ci stavamo rompendo le ossa schiantati dai dubbi, almeno fino a che non sono partite le videoconferenze “a tema”, finalmente.
La più cupa angoscia ha permesso di raccogliere gli umori degli astanti che lasciavano presenti a ogni angolo del proprio circolo.
Sembra che una forza mentale superiore si sia impossessata di Berrettini ma non disperiamo di vederlo nuovamente presto in forma.
Qui si rilancia perché sono ben più di un’espressione concreta, reale, sono addirittura un concetto, almeno un’idea.
Sarebbe bellissimo raccoglierne l’essenza… ma compiere questa impresa non era e non è affatto facile. Vero?

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Ciao (Guest) 19-05-2020 16:31

Domanda,da domani d’inizio ad allenarmi,ho fissato un campo,volevo sapere ma per giocare bisogna tenere i guanti? Fatemi sapere,perché io di farmi lessare le mani per il caldo e il sudore non ne ho voglia..preferisco non giocare

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maga (Guest) 19-05-2020 10:46

L’articolo è un bellissimo esercizio di pura retorica.

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M@ssimo (Guest) 19-05-2020 09:13

Mi sono sforzato a vuoto di cercare spunti e logiche concrete legate all’idea di sos. Proprio non riesco a cogliere il messaggio profondo dell’articolo, mi spiace.

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camilatiadoro (Guest) 19-05-2020 08:44

è un redazionale a favore del negozio, punto.

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cataflic (Guest) 19-05-2020 08:18

Tutto bellissimo, ma onestamente sembra di sentir parlare Locatelli : un imprescindibile sesquipedale supercazzola.
Parole, parole, parole…e poi dobbiamo riprendere con il guantino???
Come hanno risolto la gestione degli spazi comuni nei circoli?
Come hanno risolto la possibilità di fare corsi collettivi?
Come hanno risolto la gestione dei tornei?
Come hanno risolto la gestione degli spogliatoi?
Come hanno risolto la possibilità di giocare doppi?
Le soluzioni!! ! !
Sennò, guarda, anche la chat del circoletto con le solite battute e donnine ha tenuto alto il morale per come si poteva…

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+1: wafer
Andrea scanzi (Guest) 19-05-2020 07:56

Boh non ho capito una mazza tranne la pubblicita del negozio

2
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Viva la pallina e la patata (Guest) 19-05-2020 07:38

🙄 🙄 E allora? Che cosa vuol dire un articolo siffatto? Conclusioni? Suggerimenti? Dove si può trovare il lavoro svolto? Come si può partecipare? Oppure è semplicemente un redazionale a favore del negozio?

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