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Millman propone: campionato nazionale a squadre, con regole diverse. E in italia? (di Marco Mazzoni)

15/04/2020 09:20 4 commenti
John Millman nella foto
John Millman nella foto

“Cosa succede se l’Australia recupera prima che i tour ATP/WTA fossero pronti a ripartire? Questa è una idea. Che ne pensate?”

Con questo tweet l’australiano John Millman ha lanciato una sua proposta, ben articolata, di un piccolo tour nazionale in Australia, nel caso in cui la situazione sanitaria nel suo paese fosse già discreta, mentre le condizioni nel resto del mondo non fossero ancora abbastanza sicure da permettere la regolare ripartenza dei tour ATP e WTA. In una nota allegata, Millman spiega nel dettaglio la sua proposta.

“Se l’Australia recupera prima che il tour ATP sia in grado di ripartire, credo che avremmo un’opportunità unica nel nostro sport per creare un grande interesse nazionale sul tennis. Invece di tracciare la vostra strada sui guadagni dei soliti tornei del tour, immaginate qualcosa di completamente differente.

Che ne pensate di un campionato intestatale a squadre? I team sarebbero misti, e composti da:

  • 2 giocatori “Leggende” (un maschio e una femmina)
  • 6 giocatori Pro attuali (tre maschi e tre femmine)
  • 2 giocatori Junior (un maschio e una femmina)

Si svolgerebbero incontri di singolare, doppio e doppio misto. Potremmo sperimentare anche un metodo di punteggio diverso.

I giocatori avrebbero un contratto (soldi garantiti), quindi un aiuto finanziario importante prima di tornare sul tour, mentre il pubblico potrebbe vedere degli incontri di tennis interessanti con un formato diverso da quello classico, ammirando in campo giocatori del passato, del presente e del futuro”.

Questa la proposta di John Millman. Al suo tweet ha risposto con entusiasmo James Duckworth, e molti appassionati australiani. Alcuni hanno fatto delle piccole contro proposte, come poter aggregare almeno un tennista (m/f) straniero, magari tra le leggende, o allargare il numero dei giovani a tre.

Sarà curioso vedere le reazioni dei colleghi “Aussie” a questa proposta, soprattutto quelle dei giocatori più importanti ed influenti (Barty, Kyrgios, De Minaur) ed eventualmente di Craig Tiley, CEO dell’Australian Open e factotum del tennis down under. O se altri paesi con ottima base tennistica e grande passione copieranno l’idea proponendola a livello interno.

Personalmente l’idea non mi dispiace. L’emergenza sanitaria è ancora troppo presente per pensare a tornei a brevissimo, anche all’interno di un singolo paese, ma le misure adottate prima o poi porteranno dei benefici, e quindi la situazione sanitaria nazionale andrà a migliorare. Al contrario, l’enorme handicap per il tennis resta quello dei viaggi tra nazioni o addirittura continenti: qua la situazione diventa assai complessa, perché ogni paese sta vivendo ondate diverse nella diffusione del virus, e tempi di recupero molto distanti tra di loro. Ipotizzare viaggi tra paesi molto lontani è oggi utopia, a meno di non fare una sorta di gruppo “sterile”: X giocatori e giocatrici arrivano in un unico luogo, svolgono test medici e quarantena, e quindi si spostano in modo chiuso tra le sedi dei primi tornei “riaperti”, con aerei ad hoc solo per loro, ecc. Una sorta di circo chiuso, senza pubblico, solo per far ripartire il tennis di vertice e trasmettere in tv i match. Sarebbe forse possibile, ma alquanto complicato, forse troppo. Le porte chiuse, per quanto pessime e surreali, potrebbero diventare l’unica possibilità per ripartire nel medio periodo.

Invece l’idea di Millman, una piccola ripartenza nazionale con un format innovativo, vista l’assenza del tour classico potrebbe anche funzionare. Chissà, anche in Italia se ben organizzato, tra qualche mese. Magari in aree già abbastanza sicure dal punto di vista sanitario. La base di giocatori di oggi, ieri e domani, non manca; come la fame di tennis tra i nostri appassionati. Forse l’anello mancante potrebbe essere quello imprenditoriale. Chi si prende la briga di organizzare il tutto, trovare sponsor, location, ecc, in questo momento così complicato? Non facile.

 

Marco Mazzoni

 

 


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4 commenti

marco (Guest) 16-04-2020 00:34

D’accordo sul ripartire, prima a livello regionale, poi nazionale, ma con il punteggio del tennis regolare: già ci sono i rodei e la next gen a rovinare il gioco.

E’ sufficiente trovare sponsor interessati a far ripartire il tennis, quando sarà possibile, e organizzare dei super open (tipo Bnl), a cui possono partecipare tutti. C’è niente da inventare: c’è da moltiplicare l’esperienza dei Bnl.

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Ranuccio Tomassoni (Guest) 15-04-2020 15:44

Mi pare una buona idea!

In Austria a maggio ripartono alcuni sport, tra i quali il tennis, consentiti allenamenti e livello amatoriale.

Viene consigliato di servire solo con le proprie palle (suona strano), magari a livello pro si potrebbe semplificare giocando ogni game con una sola palla, ma nuova ad ogni game.

Dato che non ci sono ne raccattapalle ne giudici di linea la cosa è più praticabile che stare a separare le palle ogni volta, in più si eliminano i tempi morti che sorgono ogni volta che uno si mette a scegliere la palla con la quale servire.
Francamente come la sparizione del rito dell’asciugamano questa potrebbe essere una cosa che rimane anche dopo la fine dell’epidemia.

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+1: il capitano
Ivory (Guest) 15-04-2020 11:30

Marco sinceramente non capisco il senso di una competizione di questo tipo. Se a livello sanitario non abbiamo l’ok non si può giocare a tennis e organizzare qualsiasi genere di competizione. Se invece daranno l’ok abbiamo competizioni già pronte e funzionanti. Si chiamano tornei Open e ce ne sono decine in calendario ogni settimana in tutta Italia. Un professionista può tranquillamente giocare in un Open, a patto che decida di ridimensionarsi da un punto di vista economico (visto il momento sarebbe il caso e sarebbe un’occasione per allenarsi) oppure che l’organizzatore riconosca la sua presenza con un gettone extra. Non vedo la necessità di ipotizzare una formula astrusa che non avrebbe alcun appeal per gli sponsor e che non potrebbe contare sul pubblico, quando esiste già una formula ben rodata, che consentirebbe tra l’altro di sostenere i circoli in grande difficoltà.

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cataflic (Guest) 15-04-2020 09:33

Non mi sembra una brutta idea, in fondo una volta passata questa fase, permettere a pincopalli finlandesi, brasiliani o statunitensi di riportare l’infezione senza quarantene o altre forme di tutela non è possibile.
Dopo tutto quello che abbiamo passato basta un pullman di infetti poi a contatto con altri 500 spettatori che abbiamo fatto la frittata

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