Intervista a Gianluca Acquaroli: “Lavorare per me era una necessità per finanziarmi l’attività tennistica, ma mi sono accorto che fare allo stesso tempo il professionista e l’insegnante era impossibile e mi portava via troppe energie”

25/07/2017 08:47 4 commenti
Gianluca Acquaroli classe 1994
Gianluca Acquaroli classe 1994

In un anno, da quando ha deciso di intraprendere la carriera professionistica, ne ha fatta di strada… Gianluca Acquaroli in pochi mesi ha bruciato le tappe, sfiorando per un soffio un inaspettato titolo italiano di Seconda Categoria e conquistando in primo punto ATP: al Torneo ITF “Città di Pontedera il tennista classe 1994 certaldese, alfiere del circolo organizzatore, è stato premiato con una wild card nel tabellone principale e se la vedrà con l’avversario potenzialmente più forte del lotto, l’ex numero 52 al mondo Igor Sijsling. Conosciamo meglio Gianluca e la sua avventura nel circuito internazionale…

Quali sono le tue sensazioni alla vigilia del tuo incontro di esordio a Pontedera?

Mi sento bene fisicamente e sono in fiducia, sono reduce dalla finale in un Open a Torino con montepremi 10.000 euro dove ho giocato ottimamente e ho lottato ogni punto con un avversario del calibro di Gianluca Naso. Anche nei tornei internazionali quest’anno ho espresso un bel tennis, qualificandomi in diverse occasioni, e probabilmente ho avuto un po’ di sfortuna al momento del sorteggio nei tabelloni principali.

Sei atteso da un match molto duro contro Igor Sijsling, ex numero 52 delle classifiche mondiali: che cosa si prova a affrontare un avversario di questa portata?

E’ stimolante e sono contento di potermi giocare questa partita. Certamente un po’ di pressione c’è per il fatto di essere a casa, ma tutto sommato sono tranquillo. So che non ho nulla da perdere, anzi per me avere dall’altra parte della rete un avversario come Sijsling sarà un’opportunità di imparare qualcosa e accrescere la mia esperienza.

Per chi non ti conosce, raccontaci i tuoi punti di forza e gli aspetti dove devi ancora crescere…

Sicuramente il rovescio è il mio colpo migliore, ma anche sugli altri fondamentali sto lavorando tanto, soprattutto sul servizio, che adesso mi dà più sicurezza e diversi punti diretti. Con il mio coach Leonardo Azzaro, che ringrazio per l’occasione concessami, abbiamo iniziato un percorso di miglioramento spero ancora molto lungo. Gli aspetti che devo migliorare sono le scelte nei momenti importanti, sui cui devo essere più lucido e concreto: a questo livello giocano tutti bene, e fare la scelta giusta è fondamentale per vincere.

E’ da appena un anno che svolgi a tempo pieno l’attività di tennista professionista: fino a dodici mesi fa lavoravi anche sul campo come insegnante. E’ più dura fare il maestro o il giocatore?

Tutte le professioni sono difficili a modo loro, e hanno aspetti positivi e negativi. Lavorare per me era una necessità per finanziarmi l’attività tennistica, ma mi sono accorto che fare allo stesso tempo il professionista e l’insegnante era impossibile e mi portava via troppe energie, così ho deciso di investire su me stesso e provarci per davvero. Sono felice della mia decisione, perché è quello che ho sempre sognato: certo fare il tennista professionista non è una passeggiata, perché sei spesso lontano da casa e serve molta forza mentale per superare le difficoltà.

Al di là degli aspetti tecnici, quale insegnamento umano ti ha portato la tua scelta?

Oltre che come giocatore, sono maturato come persona: quando sei in giro devi sbrigartela da solo e arrangiarti senza che nessuno ti aiuti. All’inizio mi sembrava di essere un pesce fuor d’acqua, ma adesso inizio a sentirmi a mio agio in questo bellissimo mondo…


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4 commenti

totipz 25-07-2017 19:18

Fare un commento del genere poiché giocare a tempo pieno comporta talmente tante spese che se non sei top150 non le pareggi facilmente…..a meno che non inserisci tanti open e competizioni per club che aiutano…ma anche questo è fare il professionista? Ho i miei dubbi

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totipz 25-07-2017 19:16

Scritto da Marco Rossi
A Gianluca un grosso in bocca al lupo anche da parte mia. E una domanda: mi dai la definizione di ‘tennista professionista’ secondo il tuo punto di vista? Chi è un ‘tennista professionista’? Chi può dirsi ‘tennista professionista’? Ad esempio ci sono alcuni personaggi che si autodefiniscono ‘tennisti professionisti’ in base al fatto di aver raggiunto la posizione numero 700 in doppio senza nemmeno mai aver avuto un ranking in singolo… Insomma, quando secondo te un tennista può dirsi un ‘tennista professionista’? È necessario raggiungere un certo ranking? È necessario raggiungere un certo prize-money per coprire le spese autofinanziando l’attività? O è sufficiente fare attività a tempo pieno, indipendentemente dai risultati?

Stavo pensando di fa

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Marco Rossi (Guest) 25-07-2017 15:59

A Gianluca un grosso in bocca al lupo anche da parte mia. E una domanda: mi dai la definizione di ‘tennista professionista’ secondo il tuo punto di vista? Chi è un ‘tennista professionista’? Chi può dirsi ‘tennista professionista’? Ad esempio ci sono alcuni personaggi che si autodefiniscono ‘tennisti professionisti’ in base al fatto di aver raggiunto la posizione numero 700 in doppio senza nemmeno mai aver avuto un ranking in singolo… Insomma, quando secondo te un tennista può dirsi un ‘tennista professionista’? È necessario raggiungere un certo ranking? È necessario raggiungere un certo prize-money per coprire le spese autofinanziando l’attività? O è sufficiente fare attività a tempo pieno, indipendentemente dai risultati?

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+1: totipz
Elio 25-07-2017 10:59

In bocca al lupo 😉

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+1: Ken_Rosewall