Livetennis Magazine: la storia della classifica ATP ATP, Copertina

23 agosto 2023, 50 anni di ranking ATP

23/08/2023 12:59 37 commenti
Ilie Nastase, primo n.1 ATP esattamente 50 anni fa
Ilie Nastase, primo n.1 ATP esattamente 50 anni fa

23 agosto 1973. Esattamente 50 anni fa, fu pubblicata la prima Classifica ATP stilata al computer. Ilie Nastase, fortissimo e istrionico campione rumeno, è entrato nella storia come primo numero 1 in quel 23 agosto ’73, su di un cartellone enorme stampato e appeso all’interno degli spogliatoi dei tornei. Ironicamente “Nasty” (il suo soprannome) non era affatto felice di esser in cima a questa nuova classifica ufficiale, creata su freddi numeri, convinto che l’innovazione avrebbe finito per guastare le relazioni tra i giocatori, stabilendo gerarchie e gelosie. “Non ho avuto molto tempo per godermi il mio primo posto quando l’ho ottenuto, perché tutti volevano portarmelo via”, affermò infatti Nastase 40 anni dopo, in merito alle sue 40 settimane al vertice.

Una frase forte quella di Nastase, comune al sentore per il quale di un’impresa se ne gode più in retrospettiva che al momento in cui la si vive e cavalca. In realtà dopo un inizio discusso, il prestigio di essere numero uno è cresciuto in modo esponenziale nel corso dei decenni. Infatti niente ha influenzato la disciplina più delle classifiche computerizzate. Non è esagerato affermare che è il ranking che governa il gioco e la vita dei giocatori. Le classifiche determinano l’incedere di ogni tennista: sono loro che decidono a quali tornei un atleta possa partecipare, con l’enorme differenza dell’essere o meno testa di serie, o se invece è necessario passare per l’impervia via delle qualificazioni. Gli aspiranti professionisti sono spinti a girare in eventi a volte sperduti e lottare contro tutto e contro tutti per racimolare una manciata di preziosi punti in classifica, perché solo scalandola ci si avvicina al sole…

A ripensarci oggi, sembra assurdo che prima di quella data uno sport individuale così diffuso e seguito non avesse un ranking che stabilisse con certezza – o comunque secondo un metodo matematico preciso – chi fosse il miglior tennista, ma tant’è. Anzi, a quei tempi la stessa ATP e l’intero mondo della racchetta tra giornalisti e organizzatori temeva che questo concetto di “numero 1” potesse non essere compreso, addirittura sgradito. Facciamo un passo indietro, riavvolgendo il nastro della storia, per capire la genesi di questa epocale innovazione che ha cambiato per sempre lo sport del tennis, introducendo regole per stilare i tabelloni e un ordine certo per valutare la forza e carriera dei giocatori.

 

La classifica prima della nascita del ranking computerizzato

Radicati nello sport attuale, guidato dai “big data” e da statistiche sempre più precise ed ossessive su ogni aspetto della prestazione, è difficile comprendere quanto sia stato rivoluzionario l’introduzione del sistema di classifica computerizzato ai suoi tempi. Persino il concetto di numero 1 ufficiale non esisteva prima di quel 23 agosto 1973. Le classifiche di fine anno erano totalmente soggettive: venivano compilate da un mix di esperti di tennis come i pochi giornalisti che seguivano i tornei viaggiando nei quattro continenti, emittenti radio e tv, ex giocatori e associazioni nazionali, il tutto secondo criteri oggettivi ma non univoci, che finivano per stabilire al termine dell’anno chi fossero i migliori. Ma non c’era consenso, ogni diretto interessato perorava la propria visione, con ottimi argomenti per stabilire che fosse “la migliore”. Tra questi in Italia certamente il “guru” dei numeri Rino Tommasi, che scherzava affermando “prima che venisse lanciata la classifica ufficiale, il computer del tennis ero io”, parole che avevano un fondo di verità.

La creazione di classifiche computerizzate è stata una rivoluzione: ha permesso ai giocatori di definire chi fosse il numero 1 come nuova misura universale di grandezza. Il più forte, il più continuo come risultati, quello che si meritava di essere in cima ai tabelloni dei tornei a quali prendeva parte. L’uomo da battere. Oggi fa quasi sorridere pensare tutto ciò, ma 50 anni fa questo non c’era. La stessa ATP era incerta su come sarebbe stato accettato il “numero 1 ufficiale”. Gli appassionati erano abituati a considerare i campioni dei tornei dello Slam come i grandi del gioco, tanto che per molti il vincitore dell’edizione annuale di Wimbledon era considerato come una sorta di “campione del mondo”. Inserire un metodo matematico con aggiornamento periodico su regole certe e matematiche rischiava di creare una situazione allora vista come un paradosso: la vetta della classifica poteva spettare a un giocatore che non fosse sceso in campo in quel momento a causa della perdita di punti di rivale in un evento lontano, o addirittura il nuovo n.1 poteva esser stato appena sconfitto. Come può essere il migliore uno che è stato battuto? C’era poi anche il tour parallelo WCT, il calendario tennistico non era strutturato come quello attuale, a livello organizzativo si facevano passi in avanti ma si era ancora in un’era un po’ pionieristica. Insomma, il mondo della racchetta 50 anni fa era davvero tanto diverso da quello attuale, e così il modo di pensare nell’ambiente.

Se poi ci pensiamo bene, in fondo anche ai giorni nostri la stessa classifica, pur fondamentale punto di riferimento, non è considerata in modo univoco come l’aspetto più importante. Lo dimostra il fatto che l’ITF a fine 2022 ha nominato come tennista dell’anno Nadal, e non il n.1 del ranking ATP Alcaraz, o che diverse importanti riviste ed esperti continuino a stilare le proprie classifiche annuali con criteri diversi da quelli adottati per ranking computerizzato.

 

La prima classifica, col “divisore”

Le prima classifica ATP del 23 agosto 1973 fu stabilita attraverso il calcolo di una media: i punti accumulati in un periodo di 52 settimane divisi per il numero di tornei giocati (divisore minimo di 12). Ai tornei venivano assegnati punti in base ai prize money (minimo di $ 25.000) e alla quantità dei giocatori in tabellone. La prima “ATP International Player Rankings” di lunedì 23 agosto 1973 fu prodotta e stampata su di una gigantesca carta informatica dalla TRW Inc., un’importante azienda aerospaziale, a El Segundo, nella baia di Santa Monica (USA). Bob Kramer raccolse fogli da tutto il mondo, creò un elenco dei giocatori e calcolò meticolosamente i punti guadagnati dal suo ufficio di West Pico Boulevard, a Los Angeles. Dennis Spencer, che sostituì Bob Kramer nel dicembre 1975, ha affermò: “Bob ha stretto un accordo con un giovane ingegnare della TRW per elaborare le classifiche. La maggior parte dei giornalisti pensava che avesse senso perché nella loro mente il ranking ATP avrebbe potuto anche provenire dallo spazio!”. Bob Kramer ricorda: “Ho stretto un accordo con Simon Ramo di TRW per costruire una risorsa basata su un sistema di punti per stabilire la classifica, elemento che era uno dei principi chiave alla base della fondazione dell’ATP nel 1972. Ramo era un fisico rinomato, ingegnere di Los Angeles impegnato nella produzione aerospaziale. Come appassionato di tennis, vicino e amico di Jack Kramer, ci ha “prestato” un po’ di tempo del suo computer e uno dei suoi ingegneri informatici, Bob Kurle, per aiutare l’ATP a gestire i dati delle classifiche ogni mese e infine, settimanalmente”.

Il sistema basato sul merito era sostenuto dai giocatori e il funzionamento con la media ha subito ulteriori modifiche nel 1986. Quel metodo era ritenuto inizialmente il migliore per valutare la forza di un giocatore, impedendo che si potessero accumulare più punti solo giocando di più. Anzi, la presenza del divisore finiva per scoraggiare il giocare troppo, visto che le sconfitte diventavano penalizzanti: maggiore è il numero di eventi giocati, maggiore è il divisore. Non è un caso che i migliori, per preservare il loro alto ranking, giocassero poco e solo i maggiori tornei o quando si sentivano in forma (Ivan Lendl, per esempio).

Un’altra caratteristica di questo primo sistema di ranking erano i “bonus point”, elemento questo assai rimpianto da molti osservatori. Venivano assegnati extra punti in relazione alla classifica del giocatore battuto, e questo rappresentava un giusto premio per l’impresa compiuta e un vero “boost” per chi, dal basso, cresceva verso i piani alti. Questo sistema venne poi eliminato in favore di una maggior semplicità di calcolo della classifica per gli appassionati: difficile capirne in modo immediato il funzionamento e conoscere quanti questi punti fossero, e oltretutto si creavano disparità tra i giocatori che avevano raggiunto lo stesso risultato in un torneo. I punti bonus erano universalmente detestati dai migliori giocatori, che sentivano di aggiungere una sorta di “taglia alle loro teste”, oltre alla pressione di difendere i loro punti negli eventi più grandi. Resterà per sempre un tema “politico” e dibattuto.

Il vero punto debole di questo sistema era quello di arrivare a “premiare” i giocatori che gareggiavano di meno. Tennis Australia riporta un caso concreto: nel 1986, Yannick Noah saltò Wimbledon per infortunio e arrivò al terzo posto in carriera senza aver disputato il torneo più importante dell’anno. Infatti invece di un avere per il proprio ranking un divisore di 17, il totale dei suoi punti fu diviso per 16, aumentando la sua media e permettendogli di superare il 18enne Boris Becker, che difese il suo titolo a Wimbledon ma non ricevette alcun premio in classifica, rimanendo al numero 4. Con il sistema di calcolo in vigore, la costanza di rendimento assicurava medie elevate anche con calendari relativamente snelli, c’era quindi un disincentivo a giocare di più e rischiare di diluire la propria media. Di conseguenza, le superstar giocavano di meno ed erano attirate da ricche esibizioni, usate come allenamento di lusso oltre a rimpinguare il proprio portafoglio.

 

1990: arriva il Best 14, e nuove polemiche

L’avvento dell’ATP Tour nel 1990 mirava a correggere questi difetti spingendo i giocatori a competere di più sul proprio circuito. L’ATP Tour infatti nacque come partnership tra giocatori e direttori dei tornei. Le classifiche ATP adottarono il sistema “Best 14”, la media dei punti fu eliminata, insieme ai bonus point, a favore di un numero minimo di tornei da considerare e giocare – 14 invece di 12. I giocatori potevano scartare risultati scadenti senza subire contraccolpi, più giocavano, più potevano scegliere ciò che contava per il conteggio dei punti nel proprio ranking. Non mancarono le proteste. “Siamo l’unico sport in cui ogni partita non conta”, disse nel 1992 Ivan Lendl, colui che più aveva sfruttato il sistema precedente. “Non dovrebbe esser permesso di avere 15 risultati pessimi e che questi non contano perché ne hai 14 migliori e puoi far valere solo quelli” tuonò Ivan. In effetti anche questo sistema aveva delle falle importanti, visto che tendeva a premiare troppo la quantità e gli eventi ATP, a scapito anche dell’importanza degli Slam. Un esempio? Nel 1990, Stefan Edberg chiuse da numero 1 nonostante avesse perso al primo turno sia a Roland Garros che a US Open, due pessimi piazzamenti che poteva scartare e non considerare. Visse un grande anno, un vero n.1 ma… qualcosa non funzionava. È possibile avere un sistema di classifica nel quale i Major siano “scartabelli”? Oggettivamente, no.

Il nuovo millennio portò a un ripensamento radicale. Credendo che i fan fossero confusi dalle classifiche di 52 settimane, l’ATP ha promosso la Champions Race come nuovo sistema di classifica nel 2000. I giocatori hanno iniziato l’anno con zero punti – come un campionato di Formula 1, da cui il sistema nuovo si era ispirato – e hanno accumulato punti durante la stagione, fino al termine dell’annata agonistica quando il numero 1 era decretato e quindi “incoronato”. Ovviamente la Champions Race non poteva determinare le iscrizioni ai tornei e le teste di serie. A questo scopo erano ancora necessarie le classifiche precedenti. Rinominato “Tournament Entry System” e nascosto alla vista del pubblico, esisteva come un sistema di classifica-ombra. Nessuno tuttavia si è lasciato ingannare dalla classifica “reale”. Lleyton Hewitt, leader della Race all’inizio del 2000, non si considerava il numero 1 e nemmeno gli altri lo vedevano tale, anche se “rusty” alla fine raggiunse la vetta come numero 1 di fine stagione nel 2001, come campione degli US Open e del Masters.

Alla fine il sistema è stato nuovamente corretto. L’ATP si è mossa, gli Slam e i Masters 1000 sono diventati “Mandatory”, ossia contano per il ranking di ogni tennista che ha classifica Entry System per giocarli, con gli altri “migliori cinque” rimasti come incentivo per giocare di più negli eventi più piccoli e poter scegliere dove competere nelle altre settimane di calendario. Questo rimane essenzialmente il sistema di classifica attuale, con una componente “migliori sette” che estende il totale degli eventi conteggiati a 19 (20 per gli otto migliori che partecipano anche alle ATP Finals). Quindi, anche se non tutti i risultati contano, tutti gli eventi maggiori sono conteggiati.

Il sistema attuale di classifica non è perfetto – se mai la perfezione esiste… – ma oggettivamente è chiaro e si può affermare “funziona”. La Race di inizio anno segue passo passo l’evoluzione dei risultati, mentre l’introduzione del Live Ranking consente ad ogni appassionato di seguire in tempo reale e molto chiaro i cambiamenti in classifica di ogni tennista, cosa che ha assolutamente reso molto fruibile l’annata. Davvero passi da gigante rispetto a quando, 50 anni fa, gli stessi giocatori dovevano aspettare la pubblicazione su carta del “International Tennis Weekly” per sapere quale fosse il proprio ranking. Nel 1973 la classifica fu pubblicata 11 volte, nel ’76 23 volte, nel 1978 40 volte fino alle 43 del 1979. Oggi si può sapere in ogni istante come ogni giocatore sia posizionato. Del resto il mondo ormai corre velocissimo, e le informazioni circolano alla velocità della luce.

Marco Mazzoni


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37 commenti. Lasciane uno!

giorgione (Guest) 24-08-2023 13:29

Scritto da Much

Scritto da Giorgione
Chi è il tennista più anziano ancora in attività e con punti atp?

Feliciano Lopez (a quasi 42 anni) ha vinto alcune partite in tornei dove è stato invitato.
Wawrinka invece è il più vecchio dei giocatori veri: a 48 anni è mezzo è ancora dentro la Top 50. Chapeau!

non sei molto aggiornato. lopez si è ritirato a majorca e wwrinka ha 38 anni e non 48. in ogni caso, wawrinka so chi è… e so pure chi è verdasco che più vecchio di 1 anno e ancora in attività. mi riferivo a quei giocatori da quali dei challenger, 40enni che navigano nelle retrovie della classifica

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giorgione (Guest) 24-08-2023 13:25

Scritto da toto’

Scritto da Giorgione
Chi è il tennista più anziano ancora in attività e con punti atp?

Il 45enne giapponese Toshihide Matsui, 1764 del mondo.

Mitico, sta ancora giocando! incredibile. Ovviamente, non ne vince una, ma chapeau.

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toto’ (Guest) 24-08-2023 02:54

Scritto da Giorgione
Chi è il tennista più anziano ancora in attività e con punti atp?

Il 45enne giapponese Toshihide Matsui, 1764 del mondo.

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Stefanotrapp (Guest) 24-08-2023 02:37

Bellissimo articolo, complimenti

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Massimiliano (Guest) 24-08-2023 00:43

@ Much (#3724218)

Visti… ed amati. Sopratutto McEnroe.

Grazie 🙂

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Much (Guest) 23-08-2023 23:02

Scritto da Giorgione
Chi è il tennista più anziano ancora in attività e con punti atp?

Feliciano Lopez (a quasi 42 anni) ha vinto alcune partite in tornei dove è stato invitato.
Wawrinka invece è il più vecchio dei giocatori veri: a 48 anni è mezzo è ancora dentro la Top 50. Chapeau!

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Much (Guest) 23-08-2023 22:49

@ Massimiliano (#3723918)

Auguri, ottima notizia!
Poi vuol dire che hai visto fenomeni come McEnroe, Becker, Edberg e Sampras!

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GIALAPPA SBANDY REMIX 23-08-2023 22:29

Scritto da Much
Bravissimo Mazzoni!
Aggiungo la Top 16 della prima classifica:
Nastase, Orantes, Smith, Ashe, Laver, Rosewall, Newcombe, Panatta, Okker, Connors, Kodes, Bartolucci, Taylor, Riessen, Gorman, Pilic.
Il dominio delle nazioni anglosassoni (9 dei 16) era evidente, ma l’Italia era in un buon momento. Adriano riuscì a manere ai vertici per diversi anni.

Panatta Adriano oggi sarebbe criticatissimo : prima di tornare top 10 al n.6 del mondo era sceso quasi fuori dai top 50. Proprio come Berrrettini. Altro che rimanere ai vertici per diversi anni.
Tutti si ricordano invece – foortuna per lui – dei successi del 1976 e del n.4 al mondo.
Per fare un paragone e rendere l’idea, del n.3 del mondo dell’ ” italiano ” Ljubicic costruito da Riccardo Piatti, che vuol dire n.1 al mondo dietro i due extraterrestri Federer e Nadal, non si ricorda più nessuno !

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+1: il capitano
GIALAPPA SBANDY REMIX 23-08-2023 22:25

Scritto da Sinner the Winner
Molto interessante.
Il fatto che si sia arrivati all’attuale metodo di ranking dopo e tramite una lunga serie di modifiche e perfezionamenti successivi dimostra una volta di più che si tratta di un valore molto significativo (per quanto, ovviamente, non perfetto).
E il fatto che i giocatori da sempre gli diano grande importanza smentisce le affermazioni di alcuni “espertoni” secondo i quali si tratta di un dato di scarso valore; forse loro preferirebbero si tornasse al vecchio sistema di valutazione in stile Tuffi.

Certo che vale per i giocatori, sia raggiungere il n.1 al mondo, che per partecipare i tornei.
Ma è un valore statistico, non tecnico e di qualità. Sono due cose diverse.
Ovvio, nella maggior parte dei casi il n.1 è anche il miglior tennista al mondo in quel momento, o almeno da 52 settimane. Ma non sempre, però. Non ti sembra il mio un discorso oggettivo ?

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GIALAPPA SBANDY REMIX 23-08-2023 22:22

Scritto da Pier no guest

Scritto da Er Cicala
E vabbè prima classifica e Bertolucci numero 12, oggi sarebbe 120 penso anche se aveva un grande braccio ma per il resto…

Mark Spitz non si qualificherebbe neppure per le Olimpiadi.
Vogliamo discuterlo?
Bertolucci e tutti gli altri finito un match non avevano la security personale, “vivevano” la vita come è giusto che sia, in giro per il mondo, concedendosi qualche eccesso (chiedere a Panatta cosa beveva la sera Borg e come stava in campo l’indomani), godendosi i quattrini che era frutto di prize money non certo a livello di oggi e di contratti con sponsor tecnici (vedi ancora Borg che in America usava le Bancroft… In realtà sempre Donnay ma camuffate).
Ma erano i top dell’epoca, si allenavano quanto bastava per primeggiare.
Tra 30 anni un tennista dormirà sul tapis roulant e tirerà la prima costantemente a 260 se non si limitano gli attrezzi.

Non sei stato mai fuori dal Sutton Club di Barcellona alle 6 del mattino il giovedì notte- venerdì mattina tu.
Top 10 seduti addosso al palo della luce per terra ? Pervenuti !
Numeri uno che cadono perchè non si reggono in piedi ubriachi o non in grado di tornare in hotel guidando la loro fuoriserie ? Pervenutissimi !
Un saluto.

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+1: Pier no guest
GIALAPPA SBANDY REMIX 23-08-2023 22:19

Scritto da Pier no guest
Articolo esaustivo.
Avrei dedicato una nota alla polo di Nastase.La ricordo bene :cotone pesante,traspirazione nulla ma nessuno numero 1 l’avrebbe potuta rendere a brandelli dopo una vittoria. Cuciture in ghisa.

Il primo a fare l’incredibile Hulk è stato Mariano Zabaleta, strappandosi la maglietta dopo ogni vittoria.

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GIALAPPA SBANDY REMIX 23-08-2023 22:18

Scritto da Octagon
Il primo ranking ATP computerizzato pubblicato il 23 agosto 1973 comprendeva 186 giocatori, quello attuale ne ha 2066, un fattore più di dieci.
Ne consegue che le posizioni nel ranking, a parte le primissime, hanno nel tempo un valore molto diverso: essere #100 allora, su 186 giocatori, cioè nella metà inferiore del gruppo, non è certo la stessa cosa che esserlo oggi, dove con oltre 2000 presenze sei parte del 5% migliore.
Nel primo ranking il nostro Mulligan era #51: sarebbe grossolanamente errato equipararlo al #500 attuale, occorrerebbe fare qualche ragionamento più corretto e sofisticato, ma di certo vale molto di meno dell’attuale #51.
Di questa cosa occorre tener conto quando ci si avventura a confrontare tennisti di epoche molto diverse.

Fino agli anni ’80 gli americani devastavano le classifiche, inoltre, ma parliamo di almeno 40 giocatori targati USA nei primi 100 e moltisimi top 10
Ma se ti dico – a parte Lendl – Sampras Agassi Courier Jay Berger Krickstein ma arrivavano a 6 giocatori top 10, molti top 20.
Anche ai tempi di Connors, McEnroe etc. etc.
Avevano molti più tornei internazionali negli USA.
E negli anni ’70 c’erano pure molti australiani.
Per uno spagnolo o italiano era difficile andare top 100, già 4 era tanta roba. Poi dietro il vuoto, perchè non c’erano tutti i challenger in Spagna ed in Italia come oggi.

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GIALAPPA SBANDY REMIX 23-08-2023 22:12

Scritto da walden

Scritto da me-cir te no
Forse a qualcuno interesserà anche sapere che in 50 anni ci sono stati:
-28 numeri 1
-41 top 2
-60 top 3
-84 top 4
-101 top 5
-115 top 6
-133 top 7
-151 top 8
-164 top 9
-181 top 10
Questo vuol dire che: in media passano quasi due anni prima di vedere un nuovo numero uno (nuovo = mai raggiunta quella posizione)
Arrivare per la prima volta dove è adesso Sinner e dove è stato in passato Berrettini è una cosa che riesce in media a poco più di due persone ogni anno.
Arrivare dove è arrivato Fognini per la prima volta riesce mediamente a poco più di tre persone ogni anno.
E’ veramente difficile per tutti. Quindi, se Musetti non dovesse entrare nei top 10 entro il 2024, o se Sinner non dovesse finire il 2023 al 4° posto (ci riuscisse sarebbe solo l’85simo in 50 anni), per favore non ne facciamo un dramma.

Questi sono i contributi che vorremmo leggere tutti i giorni, un antidoto all’ignoranza dei provocatori seriali.
Faccio un esempio, fra i vari commenti denigratori di ieri verso Nardi, qualcuno parlava di una carriera alla Travaglia o Mager, quasi concedendogli qualcosa. Ora i due nostri bravi tennisti, a vent’anni, l’età attuale di Nardi erano uno 380 e l’altro 440, non 122esimo.

Dimentichi di dire che Travaglia quando stava salendo nel ranking si è fermato per un grosso infortunio. Altrimenti era top 30 già da anni, non primi 70 al mondo. Stava salendo molto velocemente.

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GIALAPPA SBANDY REMIX 23-08-2023 22:11

Scritto da walden

Scritto da Much
Bravissimo Mazzoni!
Aggiungo la Top 16 della prima classifica:
Nastase, Orantes, Smith, Ashe, Laver, Rosewall, Newcombe, Panatta, Okker, Connors, Kodes, Bartolucci, Taylor, Riessen, Gorman, Pilic.
Il dominio delle nazioni anglosassoni (9 dei 16) era evidente, ma l’Italia era in un buon momento. Adriano riuscì a manere ai vertici per diversi anni.

Pur riconoscendo il fatto che Panatta sia stato, fino ad ora, il miglior tennista italiano dell’era Open, dobbiamo però segnalare che la sua permanenza ai vertici fu tutt’altro che lunga e duratura. Sinner lo supererà a fine anno nelle presenze in top 10 e Berrettini lo ha già superato.

Infatti : Panatta è ricordato come n.4 del mondo e top 10, come se fosse stata tutta una carriera così.
Invece ha avuto quel picco l’anno del successo al Roland Garros ed a Roma, la Coppa Davis non dava punteggi.
Ma la maggior parte è stato più un top 20, a livello mondiale, rispetto ad un top 10.
Anche le classifiche relative ai migliori piazzamenti dei tennisti di tutti i tempi, nei tornei dello Slam lo vedono molto basso in queste classifiche speciali.
Infatti ha vinto un solo Roland Garros, ma nel contesto nazionale italiano, è stato il miglior tennista internazionale da Pietrangeli in poi, quindi è risaltato molto.
Berrettini idem : è stato un anno top 10 e n.6 per qualche settimana. Senza infortuni sarebbe durato 10 anni ancora nei top 10, o almeno 6 o 7, ma lo sforzo prodotto per raggiungere quel livello l’hanno penalizzato di brutto.
Invece per Sinner sembra che abbiamo – o almeno il Sud Tirol, anche se è un prodotto del nostro lariano Riccardo Piatti – un top 10 che giochi da top 10 tutta una carriera.

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Giorgione (Guest) 23-08-2023 22:11

Chi è il tennista più anziano ancora in attività e con punti atp?

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GIALAPPA SBANDY REMIX 23-08-2023 22:07

Il Live Ranking ho avuto il prestigio di inventarlo io su questo sito, ma anche da altri forum, prendendo spunto da un sito che mi sembra si chiamasse Tennisplanet, straniero, dove però l’ATP Projected Ranking era contenuto ai primi 20.
Io invece pubblicavo – da solo – quasi tutti i primi 100 aggiornati. Un lavoraccio.
Poi livetennis mise una sezione apposta per L’ATP Entry System aggiornato.
Vi parla uno che scriveva commenti quando sotto le notizie ce n’erano al massimo 8, non si arrivava a 10, appena nato livetennis.

C’è stata un po’ di confusione dappertutto.
a – il numeero 1 dell’ATP Entry System non è in pratica sempre il più forte al mondo, ma quello che ha prodotto un maggior punteggio nell’ATP Entry System. Potrebbe darsi anche grazie ad infortuni del vero più forte al mondo, che non ha potuto giocare sempre al meglio.
Però quando in forma, è lui il più forte.
Emblematica la finale tra in due VERI più forti al mondo, agli US OPEN : Pete Sampras ed Andrè Agassi che non erano nemmeno tra i primi 5 al mondo.
Ma in telecronaca gli stessi Tommasi e Clerici la definirono la vera finale tra i due più forti al mondo, sebbene le classifiche non lo dicessero.
RIOS è stato n.1 al mondo, senza esserlo in pratica. Nessuna vittoria Slam in tutto l’anno.
La classifica defninisce il rendimento dei giocatori durante 52 settimane, non la loro forza o qualità.

CHAMPIONS RACE. Hanno fatto di tutto per copiare la Formula 1. Hewitt dopo gli Australian Open non poteva definirsi il più forte al mondo, perchè in testa alla classifica Champions Race iniziale.
Come chi vince il primo GP di Formula 1 non è il più veloce pilota al mondo. Nessuno l’ha mai definito il n.1 di tutti, quello in testa alla classifica parziale di F1.

La mia rivoluzione nel tennis ?
Tornare agli ovali ridotti, per aumentare lo spettacolo.
Tornei definiti come in F1. Solo Champions Race, Stop all’ATP Entry System.
Classifiche separate per tipo di superficie.
Classifiche specifiche per livello di tornei negli ultimi 2 anni ( 8 tornei del Grande Slam per definire l’entry list ).
Da queste ricaviamo le teste di serie ed il cut off nei tornei.
Poi, per quanto riguarda il ranking definitivo, varrebbe quello dell’anno prima.
Siccome in questo modo si penalizzerebbe i fenomeni che salgono rapidi in classifica ( Alcaraz da 100 al mondo non potrebbe giocare nemmeno i tornei dello Slam l’anno dopo, che avrebbe vinto ), un numero limitato di posti per qualificati e Wild Card.
Se dopo 4 tornei giocati con Wild Card, passi sistematicamente 2 turni almeno, poi giocherai i tornei per diritto di classifica.
Così si darebbe la possibilità ai giocatori penalizzati di non essere penalizzati.
NON SI E’ DETTO NELL’ARTICOLO.
C’è stato un periodo in cui cambiava il n.1 al mondo anche ogni 2 settimane ( Rafter, Kafelnikov, Rios, forse anche Muster e mi sembra Ivanisevic, o forse è stato n.1, Moya, Hewitt, Roddick il periodo pre – Federer ).
In base all’ATP il pubblico del tennis non sapeva e non aveva il suo n.1 nel suo sport preferito.
BENE, con la mia soluzione, il n.1 sarebbe uno solo per tutto l’anno solare, quello che ha chiuso la stagione prima al n.1.
Anche se si infortuna e non gioca tutto l’anno. Ma sarebbe un caso raro.
Oggi il numero uno sarebbe sempre Alcaraz, mentre durante l’anno è stato scavalcato da Djokovic mi sembra un paio di volte.
Chi è il n.1 al mondo vero ? Alcaraz o Djokovic ? O ce ne sono 2 ?

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walden 23-08-2023 21:53

Scritto da Much
Bravissimo Mazzoni!
Aggiungo la Top 16 della prima classifica:
Nastase, Orantes, Smith, Ashe, Laver, Rosewall, Newcombe, Panatta, Okker, Connors, Kodes, Bartolucci, Taylor, Riessen, Gorman, Pilic.
Il dominio delle nazioni anglosassoni (9 dei 16) era evidente, ma l’Italia era in un buon momento. Adriano riuscì a manere ai vertici per diversi anni.

Pur riconoscendo il fatto che Panatta sia stato, fino ad ora, il miglior tennista italiano dell’era Open, dobbiamo però segnalare che la sua permanenza ai vertici fu tutt’altro che lunga e duratura. Sinner lo supererà a fine anno nelle presenze in top 10 e Berrettini lo ha già superato.

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walden 23-08-2023 21:34

Scritto da me-cir te no
Forse a qualcuno interesserà anche sapere che in 50 anni ci sono stati:
-28 numeri 1
-41 top 2
-60 top 3
-84 top 4
-101 top 5
-115 top 6
-133 top 7
-151 top 8
-164 top 9
-181 top 10
Questo vuol dire che: in media passano quasi due anni prima di vedere un nuovo numero uno (nuovo = mai raggiunta quella posizione)
Arrivare per la prima volta dove è adesso Sinner e dove è stato in passato Berrettini è una cosa che riesce in media a poco più di due persone ogni anno.
Arrivare dove è arrivato Fognini per la prima volta riesce mediamente a poco più di tre persone ogni anno.
E’ veramente difficile per tutti. Quindi, se Musetti non dovesse entrare nei top 10 entro il 2024, o se Sinner non dovesse finire il 2023 al 4° posto (ci riuscisse sarebbe solo l’85simo in 50 anni), per favore non ne facciamo un dramma.

Questi sono i contributi che vorremmo leggere tutti i giorni, un antidoto all’ignoranza dei provocatori seriali.

Faccio un esempio, fra i vari commenti denigratori di ieri verso Nardi, qualcuno parlava di una carriera alla Travaglia o Mager, quasi concedendogli qualcosa. Ora i due nostri bravi tennisti, a vent’anni, l’età attuale di Nardi erano uno 380 e l’altro 440, non 122esimo.

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Sudtyrol (Guest) 23-08-2023 21:24

Scritto da Pier no guest

Scritto da Er Cicala
E vabbè prima classifica e Bertolucci numero 12, oggi sarebbe 120 penso anche se aveva un grande braccio ma per il resto…

Mark Spitz non si qualificherebbe neppure per le Olimpiadi.
Vogliamo discuterlo?
Bertolucci e tutti gli altri finito un match non avevano la security personale, “vivevano” la vita come è giusto che sia, in giro per il mondo, concedendosi qualche eccesso (chiedere a Panatta cosa beveva la sera Borg e come stava in campo l’indomani), godendosi i quattrini che era frutto di prize money non certo a livello di oggi e di contratti con sponsor tecnici (vedi ancora Borg che in America usava le Bancroft… In realtà sempre Donnay ma camuffate).
Ma erano i top dell’epoca, si allenavano quanto bastava per primeggiare.
Tra 30 anni un tennista dormirà sul tapis roulant e tirerà la prima costantemente a 260 se non si limitano gli attrezzi.

Va anche considerato che il numero complessivo dei praticanti è enormemente cresciuto e questo, oltre ai materiali e le modalità di allenamento, rende la competizione molto più serrata.

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Massimiliano (Guest) 23-08-2023 17:55

Articolo molto, molto interessante e completo. Grazie.
Grazie anche a Me-cir-te no per le statistiche sui top 10, i numeri aiutano ad analizzare i contesti e le difficoltà, nonché l’esclusività nel raggiungere determinati traguardi nel ranking, vedi Sinner, Berrettini, Fognini etc.
Comunque, il 23 Agosto del 1973, io ero nato da ben 5 giorni!! Devo riflettere se sia una buona notizia avere mezzo secolo … 🙂

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+1: il capitano
Much (Guest) 23-08-2023 17:36

Bravissimo Mazzoni!
Aggiungo la Top 16 della prima classifica:
Nastase, Orantes, Smith, Ashe, Laver, Rosewall, Newcombe, Panatta, Okker, Connors, Kodes, Bartolucci, Taylor, Riessen, Gorman, Pilic.
Il dominio delle nazioni anglosassoni (9 dei 16) era evidente, ma l’Italia era in un buon momento. Adriano riuscì a manere ai vertici per diversi anni.

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Sinner the Winner 23-08-2023 16:42

Molto interessante.
Il fatto che si sia arrivati all’attuale metodo di ranking dopo e tramite una lunga serie di modifiche e perfezionamenti successivi dimostra una volta di più che si tratta di un valore molto significativo (per quanto, ovviamente, non perfetto).
E il fatto che i giocatori da sempre gli diano grande importanza smentisce le affermazioni di alcuni “espertoni” secondo i quali si tratta di un dato di scarso valore; forse loro preferirebbero si tornasse al vecchio sistema di valutazione in stile Tuffi.

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Pier no guest 23-08-2023 16:01

Scritto da Er Cicala
E vabbè prima classifica e Bertolucci numero 12, oggi sarebbe 120 penso anche se aveva un grande braccio ma per il resto…

Mark Spitz non si qualificherebbe neppure per le Olimpiadi.
Vogliamo discuterlo?
Bertolucci e tutti gli altri finito un match non avevano la security personale, “vivevano” la vita come è giusto che sia, in giro per il mondo, concedendosi qualche eccesso (chiedere a Panatta cosa beveva la sera Borg e come stava in campo l’indomani), godendosi i quattrini che era frutto di prize money non certo a livello di oggi e di contratti con sponsor tecnici (vedi ancora Borg che in America usava le Bancroft… In realtà sempre Donnay ma camuffate).
Ma erano i top dell’epoca, si allenavano quanto bastava per primeggiare.
Tra 30 anni un tennista dormirà sul tapis roulant e tirerà la prima costantemente a 260 se non si limitano gli attrezzi.

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+1: il capitano
me-cir te no 23-08-2023 15:49

Forse a qualcuno interesserà anche sapere che in 50 anni ci sono stati:
-28 numeri 1
-41 top 2
-60 top 3
-84 top 4
-101 top 5
-115 top 6
-133 top 7
-151 top 8
-164 top 9
-181 top 10

Questo vuol dire che: in media passano quasi due anni prima di vedere un nuovo numero uno (nuovo = mai raggiunta quella posizione)
Arrivare per la prima volta dove è adesso Sinner e dove è stato in passato Berrettini è una cosa che riesce in media a poco più di due persone ogni anno.
Arrivare dove è arrivato Fognini per la prima volta riesce mediamente a poco più di tre persone ogni anno.

E’ veramente difficile per tutti. Quindi, se Musetti non dovesse entrare nei top 10 entro il 2024, o se Sinner non dovesse finire il 2023 al 4° posto (ci riuscisse sarebbe solo l’85simo in 50 anni), per favore non ne facciamo un dramma.

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+1: Aio051174
Vincenzo (Guest) 23-08-2023 14:50

Paragonare Maradona o Pelé con Messi o Ronaldo, Jordan o Jabbar con James o Bryant, Laver, Borg, Becker, Sampras ecc… con Djokovic, Nadal e Federer è totalmente inutile, figuratevi i vari Panatta, Pietrangeli e Bartolucci con Fognini, Sinner e Musetti, è ancora più inutile a parer mio

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Mac (Guest) 23-08-2023 14:15

Scritto da Er Cicala
E vabbè prima classifica e Bertolucci numero 12, oggi sarebbe 120 penso anche se aveva un grande braccio ma per il resto…

Metti una racchetta di legno in mano a qualche top20 di oggi e vedi che non la prende mai contro un bel po’ dei Bertolucci dell’ epoca

12
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+1: il capitano
-1: Er Cicala
Giomax999 (Guest) 23-08-2023 14:12

■ Ai tornei venivano assegnati punti in base ai prize money (minimo di $ 25.000) e alla quantità dei giocatori in tabellone >> DA RIPRISTINARE ASSOLUTAMENTE
■ Venivano assegnati extra punti in relazione alla classifica del giocatore battuto ) >> DA RIPRISTINARE ASSOLUTAMENTE
■ la media dei punti fu eliminata >> DA RIPRISTINARE

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Pier no guest 23-08-2023 14:12

Articolo esaustivo.
Avrei dedicato una nota alla polo di Nastase.La ricordo bene :cotone pesante,traspirazione nulla ma nessuno numero 1 l’avrebbe potuta rendere a brandelli dopo una vittoria. Cuciture in ghisa.

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+1: il capitano
Paolo (Guest) 23-08-2023 13:44

@ robi (#3723628)

Concordo con te, ma poi sempre sti paragoni stupidi da ebeti proprio, sono epoche diverse modi di giocare a tennis diversi. Sono considerazioni propio inutili eviterei di scrivere simili idiozie

9
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-1: Er Cicala
robi (Guest) 23-08-2023 13:26

Scritto da Er Cicala
E vabbè prima classifica e Bertolucci numero 12, oggi sarebbe 120 penso anche se aveva un grande braccio ma per il resto…

Bertolucci darebbe la paga a molti top 20 di oggi..ma per favore….

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+1: sergiot
-1: Er Cicala
marco.mazzoni 23-08-2023 12:49

@ toto’ (#3723565)

Vedi a scrivere a memoria! L’avevo beccato e stavo per intervenire, ma accolgo volentieri l’errore e la segnalazione.
buon tennis!

7
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+1: JannickWinner, Marco M., sergiot, il capitano, GIOTAD
Octagon 23-08-2023 12:48

Il primo ranking ATP computerizzato pubblicato il 23 agosto 1973 comprendeva 186 giocatori, quello attuale ne ha 2066, un fattore più di dieci.

Ne consegue che le posizioni nel ranking, a parte le primissime, hanno nel tempo un valore molto diverso: essere #100 allora, su 186 giocatori, cioè nella metà inferiore del gruppo, non è certo la stessa cosa che esserlo oggi, dove con oltre 2000 presenze sei parte del 5% migliore.

Nel primo ranking il nostro Mulligan era #51: sarebbe grossolanamente errato equipararlo al #500 attuale, occorrerebbe fare qualche ragionamento più corretto e sofisticato, ma di certo vale molto di meno dell’attuale #51.

Di questa cosa occorre tener conto quando ci si avventura a confrontare tennisti di epoche molto diverse.

6
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+1: Er Cicala, walden
No Way (Guest) 23-08-2023 12:28

Bravo Marco, mi piacciono questi pezzi sulla storia del tennis

5
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+1: Marco M., sergiot
toto’ (Guest) 23-08-2023 12:27

Clamorosa gaffe dell’ottimo Mazzoni. Il campione del mondo Itf 2022 non è Djokovic ma Nadal. Succede anche ai migliori.

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Salvo (Guest) 23-08-2023 12:23

Ottimo articolo, a parte qualche imperfezione ortografica e lessicale da limare.

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il capitano 23-08-2023 12:18

Ottimo articolo che fa chiarezza su come si facevano e si fanno ora le classifiche. Grazie Marco.

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+1: Marco M., sergiot, j
Er Cicala 23-08-2023 12:14

E vabbè prima classifica e Bertolucci numero 12, oggi sarebbe 120 penso anche se aveva un grande braccio ma per il resto…

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+1: Er Cicala
-1: sergiot, Maury