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Open Court: in attesa del 2018 …e di Rafa Nadal (di Marco Mazzoni)

28/12/2017 09:45 17 commenti
Rafael Nadal classe 1986, n.1 del mondo
Rafael Nadal classe 1986, n.1 del mondo

Il countdown è quasi esaurito. Il 2018 tennistico sta per scattare, con temi interessanti già dalle prime settimane di tornei. Molti i giovani in rampa di lancio, a caccia di conferme; troppi i campioni “rotti”, con enorme curiosità per vedere come torneranno in campo down under. A partire da Djokovic, dominatore a Melbourne nel decennio in corso, ma con più di un dubbio sulla sua capacità di ritrovare il top della condizione fisica ed agonistica. Tra i molti giocatori segnalati non al meglio, troviamo purtroppo anche il n.1, Rafael Nadal.

Il maiorchino ha rinunciato (e, per chi scrive, giustamente…) alla ricca esibizione di Abu Dhabi per allenarsi con calma e proteggere quel ginocchio destro che tanto lo tormenta, e che non gli ha consentito di terminare alla grande un’annata clamorosa. Impensabile ad inizio 2017.

Nadal è stato il tennista più forte nell’anno che sta per salutarci. Lo certificano i numeri, le vittorie, e soprattutto tantissime prestazioni veramente notevoli. Una stagione che resterà nella storia del gioco per la sua personalissima “decima” a Parigi, record pazzesco, inimmaginabile. Eppure più di un commentatore è stato critico in merito alla legittimità della sua leadership ed il premio di miglior tennista del 2017.

Per la prima volta in carriera Nadal ha perso nettamente negli scontri diretti col rivale di sempre, Roger Federer. Uno 0-4 “brutto”, pesante e stranamente nuovo per lui, abituato a troneggiare vs. lo svizzero nei loro confronti. A rincarare le critiche, alcuni aggiungono pure un titolo a NYC vinto nell’edizione forse più “modesta” dell’era Open, a vedere il ranking combinato dei semifinalisti. Critiche legittime, ma personalmente credo che non scalfiscono di un niente il meritato titolo di n.1 di fine anno. Del resto Federer ha chiuso varie stagioni al vertice pur avendo vinto più o meno quanto Nadal e con un bel segno meno nei loro head-to-head… Il trono di Rafa nel 2017 sarebbe stato forse “discutibile” se mai Roger avesse vinto le ATP Finals, chiudendo l’anno con un Masters in più oltre ai due Slam a testa, e dietro solo una manciata di punti. Non è accaduto, quindi Que Viva Nadal, applausi convinti all’iberico. Semmai sarebbero da rivedere i criteri con cui si costruisce la classifica. La pura somma di punti è facile, chiara, intuitiva; ma premia più la quantità della qualità. Resto un fermo sostenitore dei mitici bonus point, che premiavano le vittorie contro i migliori, ed aiutavano anche i giovani e/o emergenti a salire più rapidamente, rompendo quello status quo che regge da tempo e che ha creato alcuni “scaloni”, protettivi per alcuni, muri difficili da valicare per altri.

Tornando a Nadal, sarà molto interessante rivederlo in campo in Australia. A meno di un aggravarsi dei fastidi – del quale non c’è alcun sentore o voce – sarà a Melbourne, con punti molto pesanti da difendere. A gennaio 2017 mi aveva stupito ed incantato. Rivederlo così forte, veloce e potente anche sul cemento fu liberatorio. Un salto all’indietro gustosissimo. Regalò enorme spettacolo e si regalò il sogno di un secondo titolo aussie. Perse la finale contro un Federer super, ma fu un lancio incredibile per la sua annata. Di nuovo Roger lo stoppò in America, ma da lì in avanti, sull’amato rosso, ha ritrovato quella convinzione offensiva e lunghezza di palla che erano mancate da anni e l’avevano messo un gradito sotto a Djokovic & compagnia. Rivedendo il film del suo 2017, credo che siano state proprio queste le chiavi del suo successo. Sostenuto da una ritrovata efficienza fisica, Rafael è tornato via via sempre più offensivo. Ha avanzato la posizione in campo, più anticipo col rovescio, palle più cariche e veloci col dritto. Questo ha generato molti vincenti col gancio mancino (e pure tantissimi rovesci in progressione, irresistibili), e soprattutto una regnatela tattica fatta di drive molto più lunghi rispetto agli anni passati, quando Djokovic lo batteva sistematicamente soverchiandolo nello scambio. Con gambe veloci e potenti, ha ritrovato il giusto feeling con il dritto, cancellando quasi completamente quelli fasi di scambio con colpi corti e tatticamente troppo passive, in cui un rivale veloce e propositivo entrava mettendolo in difesa estrema. Proprio questa è la fase che ha fatto le fortune di Novak nei loro scontri diretti negli ultimi anni, negativi per Rafa. Sembrava impossibile per lui ritrovare quella efficacia e la continuità di quella efficacia; è stato bravissimo a crederci e smentire tutti. Sul rosso a tratti è parso di nuovo imbattibile, tanto che solo un Thiem carico a mille è riuscito a sovrastarlo a Roma (in un match che poi, in fondo, forse nemmeno gli è spiaciuto tanto perdere, a pochi giorni da Parigi…) con una prova maiuscola sul piano atletico, ma assai difficile da replicare 3 su 5 con tanta veemenza. Come infatti ha dimostrato la loro semifinale al Bois de Boulogne.

Ritroveremo nel 2018 un Nadal ancora così forte e dominante? Difficile da dire. Come quasi tutti hanno perso la scommessa l’anno scorso, quando nessuno ha pronosticato un simile anno per lui, pronunciarsi senza vederlo in campo adesso non ha alcun senso. Non credo che possa pesare l’assenza di zio Toni in panchina. Rafa è ragazzo sereno e maturo, ha esperienza da vendere e se c’è qualcuno che sa vincere un match e cavarsi dal buco, questo è proprio lui. Semmai, sarà interessante vederlo in campo contro i suoi due rivali storici, Roger e Novak.

Nel 2017 il “cappotto” pro-Federer è venuto da un miglioramento clamoroso nel timing di rovescio dello svizzero, abbinato ad una attitudine super offensiva a togliere il tempo di gioco, pena sbagliare. Una combinazione che ha di fatto azzerato lo storico vantaggio di Rafa. Che contromossa potrebbe attivare Nadal? Servire molto bene, ricavando più punti diretti; essere immediatamente aggressivo alla risposta, per allontanare Roger dalla riga di fondo e costringerlo a lavorare su palle sporche da dietro. Quindi puntare sui colpi di inizio gioco, prendendosi molti rischi. E contro Djokovic? Intanto andrà visto “che Djokovic” avremo… Certo che se tornasse il super Nole del 2014-2015, allora non sarebbe facile per Rafa vincere battaglie durissime su scambi in progressione, col serbo più pronto di lui ad entrare in anticipo sulla palla. In questo caso Nadal dovrebbe cercare di uscire prima dallo scambio, tirando il dritto appena possibile ed aprendo a tutta l’angolo, per far spostare Novak dalla sua zona di controllo, dove diventava una macchina spara palla quasi perfetta, ad alta intensità e precisione. E prepararsi ad una battaglia feroce sul piano atletico e mentale. E’ uno scenario che però ritengo difficilmente ripetibile, perché gli anni passano per entrambi… Alla fine, la rinascita dell’iberico è stata possibile soprattutto per l’aver ritrovato la miglior condizione fisica. Per questo i problemi al ginocchio allarmano un po’ gli amanti del gioco e soprattutto i suoi milioni di tifosi. Per ritrovare anche da gennaio un Nadal in formato 2017, vincente e fortissimo, dovrà tenere quest’attitudine aggressiva e lunghezza di palla. Vedremo.

Mancano davvero poche ore ai primi match del nuovo anno. L’Applicazione “ATP e WTA Live” sta per tornare a dare segni di vita. Buon 2018 tennistico a tutti.

Marco Mazzoni

@marcomazz


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17 commenti. Lasciane uno!

Bob (Guest) 29-12-2017 00:16

Per nastase…anche a me piace tanto rafael, passerei la vita a guardarlo giocare..anche roger mi piace ma non mi dà le stesse emozioni, non c’è un motivo razionale è qualcosa di istintivo, non ci si può fare niente

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Ivo71 (Guest) 28-12-2017 21:09

Difficile fare previsioni sulla nuova stagione…sono in tanti a giocarsela: Fede,Nadal,Dioko,ma anche Wawr,Murray, il rientro anche di Raonich, Zverev, Dimitrov…e non dimenticherei quel belga che nel finale di stagione ha battuto i 2 davanti..si contano già una decina di nomi..dal pdv fisico i 2 davanti potrebbero perdere un pochettino, mentre vedo il rientrante Dioko fresco e pronto per vincere subito..staremo a vedere..

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alexalex 28-12-2017 21:01

Scritto da nastase
mah…faccio uan domanda: vi piace il tennis o chi vince? a volte il tennis è più bello di chi è una macchina…

A me piace Nadal quando gioca, non solo quando vince! Altrimenti non mi alzerei di notte! Guarderei il risultato la mattina dopo! Bisogna smettere di credere che sia giusto tifare solo uno e sia bello veder giocare solo uno! C’è libertà di tifo e chi non tifa Roger non è per forza stupido, e chi lo tifa non è per forza un luminare del tennis!

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+1: Marcus91
mimmo0179 28-12-2017 19:20

Analisi condivisibile, Rafa giustamente numero 1 a fine 2017 perché ha fatto più di Roger in valore assoluto. Sui tabelloni più o meno fortunati possiamo starne a parlare fino a inizio 2019 e non ne usciamo. Io personalmente avrei firmato col sangue a inizio 2017 per vedere una stagione del genere dello svizzero.
Rafa che credo rimarrà numero 1 per parecchio perché Roger ha tantissimi punti da scartare e quello che potrebbe guadagnare lo farebbe sulla superficie più indigesta. Non mi sorprenderei se decidesse di saltarla nuovamente,al massimo potrebbe giocarci un paio di tornei,RG compreso. E comunque pare che le incognite ci saranno anche nel 2018,prima tra tutte la condizione di Nadal agli AO se si presenterà

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+1: Marcus91
nastase (Guest) 28-12-2017 16:35

mah…faccio uan domanda: vi piace il tennis o chi vince? a volte il tennis è più bello di chi è una macchina…

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Bob (Guest) 28-12-2017 15:23

A proposito avete sentito l’ultima di djoko? L’universo gli ha detto di fermarsi…stà ricominciando a delirare, la pepeimazzeria regna ancora sovrana

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I love tennis (Guest) 28-12-2017 15:14

@ nastase (#2000350)

Discorso privo di senso.Federer è un esteta ma non è imbattibile o perfetto,non ha la forza mentale di Nadal o la precisione e il gioco di anticipo di Djokovic.Per creare il giocatore di tennis perfetto,basta fondare i loro tre stili e si ottiene un risultato strabiliante.

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alexalex 28-12-2017 13:38

Scritto da nastase
L’analisi di Mazzoni è perfetta per quel che riguarda il gioco di Nadal e Djokovic fatto di pressione scambi lunghi bastonate di rovescio potenza, certamente notevole come attenzione e come predisposizione alla fatica e al… baseball. Il tennis in quanto arte però è un’altra cosa e l’arte è Federer e con lui Dimitrov, Thiem, Wavrinka, Shapovalov… e quei bimani un po’ estrosi che rispondono ai nomi di Zverev, Del Potro, Monflis, Fognini e pochi altri. Rivedendo il Fognini-Nadal di New York ho davvero goduto!

L’arte rimabe comunque un qualcosa che c’entra poco con lo sport!

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alexalex 28-12-2017 13:37

Presumo che Nadal non sarà affatto dominante all’inizio dell’anno. La mancanza di preparazione gli nuocerà all’Australian Open, se sarà presente! Se starà bene il ginocchio potrà tornare competitivo magari a Indian Wells, se non addirittura a Montecarlo!

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Haas78 (Guest) 28-12-2017 12:41

@ Max (#2000370)

Non ne sarei così sicuro, il bulgaro deve ancora farne di strada

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Ben (Guest) 28-12-2017 12:41

Ad onor del vero ho visto una registrazione di una partita a wimbly (non seguo il tennis da molto quindi non l’ho vista in diretta purtroppo) in cui rafael entrava in campo con pinocchietti e maglia senza maniche (come sempre da “bambino”) e roger con una giacca (rosa) sopra alla maglietta e pantaloncini..i primi a cavalcare l’onda dei poli opposti sono stati proprio loro per aumentare l’interesse sulla rivalità..quindi se ad oggi c’è ancora qualcuno che erroneamente vede rafael sinonimo di potenza e roger di eleganza non ci sorprendiamo più di tanto

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Greg (Guest) 28-12-2017 12:18

Bellissimo articolo!!

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Haas78 (Guest) 28-12-2017 11:07

@ Shuzo (#2000352)

Analisi condivisibile, non sarebbe male andarla a spiegare a certi tifosetti beceri, lasciamo stare

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Haas78 (Guest) 28-12-2017 11:06

@ nastase (#2000350)

Ci si accontenta di poco, alla fine 😀

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Max (Guest) 28-12-2017 11:06

Il vero uomo da tenere d’occhio quest’anno è dimitrov..questo è il suo momento senza la concorrenza dei “coetanei” raonic, nishikori ecc, con i giovani ancora acerbi(ma per poco) e i “vecchietti” acciaccatelli..se non approfitta, o adesso o mai più

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Shuzo (Guest) 28-12-2017 10:20

Concordo con le argomentazioni di Mazzoni. In effetti Rafa merita di essere considerato il numero 1 del mondo. Non sono gli scontri diretti a stabilire chi è più forte ma i risultati complessivi. Avendo vinto lui e Federer due Slam a testa, conta il peso degli altri risultati. Giusto se Roger avesse vinto le ATP Finals, avrebbe potuto vantare una migliore qualità di risultati. Non essendo avvenuto, ha finito per pesare anche la quantità.
Concordo anche sulla questione che per il maiorchino (come anche per il suo rivale svizzero) riuscire a mantenersi nel 2018 sullo stesso livello espresso espresso nel 2017, sarà ancora più difficile. Federer lo ha anche dichiarato pubblicamente. Tuttavia entrambi hanno dimostrato di essere in grado di trasformare l’impossibile in possibile. Inoltre, ammesso che riescano mantenere lo stesso livello di gioco, non solo Djokovic ha dimostrato che quando esprime il suo miglior tennis è in grado di batterli, ma il prossimo anno è probabile che a lottare per i titoli dello Slam, se non addirittura per essere n. 1 del mondo, ci saranno anche Zverev in primis, poi Kyrgios e Dimitrov. E non dimentichiamo il possibile ritorno di Wawrinka e Murray.

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nastase (Guest) 28-12-2017 10:07

L’analisi di Mazzoni è perfetta per quel che riguarda il gioco di Nadal e Djokovic fatto di pressione scambi lunghi bastonate di rovescio potenza, certamente notevole come attenzione e come predisposizione alla fatica e al… baseball. Il tennis in quanto arte però è un’altra cosa e l’arte è Federer e con lui Dimitrov, Thiem, Wavrinka, Shapovalov… e quei bimani un po’ estrosi che rispondono ai nomi di Zverev, Del Potro, Monflis, Fognini e pochi altri. Rivedendo il Fognini-Nadal di New York ho davvero goduto!

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