Coach Paolo Cannova a 360°. La sua storia, il rapporto con Carlos Rodriguez e il lavoro con Caruso e Giannessi.

25/11/2016 20:48 15 commenti
Coach Paolo Cannova a 360°
Coach Paolo Cannova a 360°

Paolo Cannova, Coach siciliano di Palermo classe 1974, durante l’intensa settimana Bresciana mi ha raccontato la sua storia, dagli albori, sino ad oggi. Ormai Coach affermato e alla guida di ottimi tennisti quali Caruso, Massara e da qualche mese anche Alessandro Giannessi. Paolo con il suo solito entusiasmo ha ripercorso con intensità e senza troppi filtri tutte le tappe della sua carriera, trasmettendomi tutte le sue reali emozioni, i suoi progetti e i suoi sogni, che insieme ai suoi allievi sta cercando di raggiungere con il duro lavoro e con un’alchimia tra giocatore e allenatore, che a detta sua, sta alla base per ottenere dei grandi successi e perché no inaspettati traguardi.

GLI INIZI. “La mia storia da Coach inizia nel lontano 1999, -esordisce Paolo- quando dopo aver smesso con l’attività professionistica decisi, prima di diventare Maestro di Tennis, di prendere sotto la mia ala protettiva dei ragazzi del Circolo Tennis e Vela Messina. Tutto iniziò perché avevo sempre avuto la voglia e la passione dell’insegnamento. Mi ha da sempre affascinato e lo facevo già allora molto volentieri. Col passare dei mesi, notai che questo lavoro iniziava sempre più ad appassionarmi, e considerato che i miei Coach mi avevano dato delle nozioni importanti, il mix fu esplosivo e quindi decisi di mettermi in gioco.” Preso dalla forte passione, l’allenatore palermitano decise di frequentare il corso di Maestro Nazionale FIT diventando prima Maestro Nazionale e in seguito International Coach.

FIRST ON THE COURT. Nel 2001 per Paolo Cannova arrivò la svolta. “Insieme ad un amico storico, (Claudio Rodilosso) decidemmo di costituire un progetto unico nel suo genere, aprimmo la “First on the Court”. Era una società con un’idea meravigliosa. Eravamo itineranti, ma solamente nel circuito WTA. Offrivamo alle giocatrici durante i tornei che loro disputavano i tre tipi di servizi più richiesti quali Coaching, Sparring Partner e Preparatore Fisico. Questa società funzionava alla grande ma era altrettanto dispendiosa economicamente, quindi dopo cinque anni di successi decidemmo di chiudere. Nel frattempo avendo lavorato con tantissime giocatrici e Coach avevo acquisito nozioni che mi avevano reso più ricco a livello tennistico, grazie anche alla collaborazione con le sorelle Williams, Kim Clijsters e tante altre. Le tenniste che più presero parte al nostro progetto furono Martina Hingis e Justine Henin, all’epoca numero 1 e 2 del mondo”. Soprattutto la Henin usufruì in maniera assidua di First on the Court, e grazie a ciò, Cannova riuscì ad instaurare uno stupendo rapporto col suo Coach storico Carlos Rodriguez (ex allenatore anche di Li Na). “Con Carlos si instaurò un rapporto di amicizia oltre che di lavoro -afferma Paolo- è una persona strepitosa, tengo a lui in maniera particolare, mi ha dato tantissimo sotto tutti i punti di vista e lo considero il mio mentore. E’ un grande comunicatore “. Il coach palermitano con grande entusiasmo aggiunge “Pensa che durante le partite della Henin essendo nello stesso Player Box ed essendo lui un Coach particolarmente loquace, avevamo un continuo scambio di opinioni che mi ha fatto crescere professionalmente e soprattutto comprendere che i veri “Grandi” condividono e non tengono dentro i loro pensieri”. Cannova continua sempre su Rodriguez “Mi colpì’ la sua umiltà, mi chiedeva addirittura consigli su come migliorare la sua allieva, caratteristiche non comuni nei Coach del mondo del tennis. Mi ha ispirato tanto e ho provato a fare mia questa sua “grande” caratteristica e con onestà ti dico che mi ispiro ancora a lui sia sul lato tennistico che umano.”

PRIME ESPERIENZE DA COACH PRIVATO. Finito “First on The Court”, Carlos Rodriguez, il quale non volle che il siciliano uscisse dal mondo WTA, lo aiutò ad aprire un rapporto lavorativo con una tennista polacca, lei era Marta Domachowska. “Iniziammo questo rapporto di collaborazione nel 2005, quando lei era circa numero 79 del mondo e insieme raggiungemmo il suo best ranking di sempre al numero 37 WTA. Finito il rapporto con la tennista polacca, iniziò una collaborazione con la francese Stephanie Cohen-Aloro, anche questa una esperienza formativa e di crescita, grazie anche alla preparazione invernale che svolgemmo nel Centro Tecnico Federale Francese presso il Roland Garros. Nello stesso anno arrivò la collaborazione con la giocatrice di doppio, Cara Black. Paolo afferma”Lei aveva caratteristiche strepitose, sia tecnico-fisiche che mentali. Venni contattato da Cara per amalgamare al meglio il rapporto con la sua partner, che ai tempi era Rennae Stubbs. Stessa compito ebbi poco tempo dopo, quando decise di iniziare una partnership con Liezel Huber. Insieme sul campo erano dei “treni”. Iniziammo a lavorare a Roma e vincemmo parecchi tornei della tournèè americana, fino a raggiungere l’obbiettivo che ci eravamo prefissati, numeri 1 del mondo. Fu un vero lavoro di squadra.” Il rapporto con loro fu stupendo e una volta terminato, non si risparmiarono mai nell’affermare che il mio apporto fu fondamentale per il raggiungimento della prima posizione mondiale.” Conclusa questa gratificante avventura, Paolo accettò il ruolo di Direttore Tecnico del Circolo del Tennis Firenze per due anni, ma la svolta arrivò con il ritorno in Sicilia.

IL RITORNO IN SICILIA. “Il TC Match Ball di Siracusa mi contattò proponendomi di lavorare con un giovane ragazzo prodigio, Antonio Massara, all’epoca finalista dei campionati Italiani Under 14. Mi piacque tantissimo l’idea di tornare in Sicilia a fare il Coach privato a dei giovani emergenti siciliani, ma soprattutto mi colpì il fatto di aver trovato un Club ambizioso e pronto a sacrificare grandi spazi e parecchie risorse economiche per sposare un progetto totalmente agonistico/professionale, (anche questo, ahimè, atteggiamento poco comune nei Club Italiani). Il tutto fu poi mixato dal fatto che trovai in Nico De Simone, Tecnico Nazionale e Maestro del Club, un professionista vero, con il quale entrammo subito in sintonia.”

L’ARRIVO DI CARUSO. Nel 2009 dopo un anno di lavoro al TC Match Ball di Siracusa, si unì l’allora diciassettenne Salvatore Caruso. L’avolese che arrivava da seconda categoria con zero esperienza nel circuito ATP e Junior, si aggregò al team già esistente che comprendeva oltre all’allora giovanissimo Massara anche Eros Siringo ed Ettore Zito. “Tra di noi ci fu subito alchimia” afferma Paolo con sicurezza. “Salvo aveva pochissima esperienza, era ancora acerbo. Di Caruso mi colpirono l’unione della sua famiglia e la capacità della stessa di non entrare troppe nelle dinamiche tennistiche tra me e il figlio, coscienti del fatto che il lavoro va fatto svolgere a dei professionisti (atteggiamento, secondo Paolo, fondamentale per la riuscita di un tennista, ma che sembra purtroppo ormai perduto nelle famiglie di ultima generazione) e la sua attitudine al lavoro, compresa la capacità di allenarsi sempre con caparbietà. Questa è senza dubbio la sua capacità migliore. Negli allenamenti quando qualcosa non gli riesce, la ripete mille volte finché non ottiene ciò che vuole.” Paolo si ferma un secondo prende fiato e con decisione afferma “Possono passare i millenni, arrivare materiali a rivoluzionare palline e racchette, ma questa è una qualità fondamentale per arrivare nel tennis e questa cosa non cambierà mai.” Paolo ovviamente crede ciecamente nelle qualità di Salvatore, quindi la domanda che mi premeva fare era, dove pensi possa arrivare e cosa dovrà migliorare Caruso per raggiungere i suoi obiettivi? Senza troppi giri di parole Paolo risponde: “Io con Salvo non ho finito! Ritengo che lui possa ancora fare tanto e avere una classifica importante. Parto dal presupposto che, se mi avessero detto, quando lo presi a diciassette anni, che noi saremmo arrivati a giocare in tabellone ad un Master 1000 (Roma) semifinale ai Challenger (San Benedetto, Biella, Fano, Brescia), due qualificazioni Slam (Australian Open, Wimbledon), le quali dei vari master mille (Montecarlo, Indian Wells), non dico che non ci avrei creduto, però sapevo quanto sarebbe stato difficile arrivarci. E per lo stesso motivo, anche se ovviamente adesso il passo è più complesso, penso si possa sognare e credere di entrare nei primi cento (100). Partire da 2.5 classifica FIT e raggiungere questi risultati significa che c’era tanto in lui, ma poterlo assicurare era impensabile.” Cannova è un fiume in piena quando parla del suo pupillo e continua dicendo: “Ritengo che lui possa, senza rubare nulla a nessuno, oltre ad arrivare nei 100, ritagliarsi un periodo nei primi 80 giocatori al mondo. Questo sarebbe, ad oggi, il top della sue potenzialità tennistiche. Però non puoi mai sapere o prevedere in uno sport così particolare come il tennis. Purtroppo, potrebbe succedere per mille aspetti che ciò non accada, così come potrebbe raggiungere risultati inimmaginabili. Per coach Cannova, ci sono due aspetti da migliorare per poter raggiungere questo traguardo e sono: servizio e la consapevolezza. “Il servizio è il colpo in cui Salvo ha più lacune e su cui stiamo lavorando. Per quanto riguarda la consapevolezza dei propri mezzi sono convinto che possiamo migliorarla coi risultati (“ride”) e tecniche mirate e sono sicuro di poterlo aiutare sotto questo aspetto. Inoltre, un pensiero va al 2017, affermando: “Il prossimo anno, dopo le esperienze delle qualificazioni ATP di quest’anno, andremo nel tour maggiore, per fare punti e risultati. Ormai l’esperienza in gran parte è stata fatta. Bisogna mettere nero su bianco e fare punti. Quest’anno Caruso ormai è diventato protagonista ed è sicuro di sé a livello challenger. Spero che la stessa cosa accada presto negli ATP. Una cosa è certa il prossimo anno, stagione su terra a parte, per il resto dell’anno giocheremo solo su cemento, dove Salvo gioca un tennis straordinario ed esprime al meglio le sue caratteristiche.”

A breve la seconda parte con la nuova ma proficua esperienza con Giannessi e tanto altro.


Luigi Calvo


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15 commenti. Lasciane uno!

Theo (Guest) 26-11-2016 19:26

Un saluto ad Antonio Massara, gran bel giocatore!!!

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Theo (Guest) 26-11-2016 19:23

Grande Paolo, un grandissimo coach ed una persona meravigliosa.

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Angelos99 26-11-2016 17:32

@ Figologo (#1735990)

Adesso però ci fai stare in Ansia eh ahhahah

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Figologo (Guest) 26-11-2016 14:47

C’è un aspetto di questa intervista che mi fa riflettere molto, lo tirero fuori a tempo debito.

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Ken_Rosewall 26-11-2016 10:19

Articolo molto interessante!

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alessandro zijno (Guest) 25-11-2016 23:44

Intanto faccio i complimenti a Luigi Calvo che ho avuto modo di conoscere a Brescia e stimare molto per l’impegno e i risultati, come testimonia questa bella intervista. Poi estendo i complimenti a Paolo Cannova, al quale glieli ho fatti più volte di persona. Ho visto anche Massara qualche volta e il giocatore è pronto anche lui per salire e tanto, di classifica. A presto ragazzi!!!

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Marcus91 25-11-2016 23:41

Bellissima intervista, e molto interessante la storia di questo coach, sono curioso di leggere la 2a parte!! 🙂

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james (Guest) 25-11-2016 22:54

Ho avuto la fortuna di allenarmi con lui e il gruppo di Massara e Caruso per qualche anno. Paolo è una persona pazzesca e un grande allenatore… auguro il meglio a lui e ai suoi ragazzi

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Carl 25-11-2016 21:45

Sarebbe interessante che commentasse l’affermazione di Fognini sugli allenatori italiani.

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gil (Guest) 25-11-2016 20:42

salvo deve scalare la classifica, nei prossimi 5 mesi non ha nessun punto in uscita, come dice il suo allenatore adesso si devono fare punti e per farli si devono scegliere i tornei piu’alla portata! lorenzi ormai nei primi 50 con la programmazione esatta e’ riuscito a raccogliere il massimo dal suo tennis

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gisva (Guest) 25-11-2016 17:47

Bellissima intervista e gran bel personaggio.

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Andreas Seppi 25-11-2016 17:03

Un coach deve per forza essere positivo su un suo allievo. Magari avrà ragione, il tempo lo dirà 😀
Grande Paolo, in bocca al lupo

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Gabriele da Ragusa 25-11-2016 16:40

Interessante spunto. Io ricordo Cannova ancora in competizione, credo fosse il 2000 0 2001 giocare un torneo satellite (ora futures) a Baia samuele in provincia di Ragusa contro un giovanissimo Seppi classificato 2.5 credo. Match che alla fine vinse Seppi 15-16 enne.
Secondo me su Caruso, mio conterraneo e bravissimo ragazzo, e’ un tantino ottimista. Per me puo togliersi delle soddisfazioni ma la vedo dura possa fare una carriera da top100. Ma mi auguro riesca.
Aspettiamo la 2 parte

3
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ASHTONEATON 25-11-2016 16:30

Interessantissima intervista fatta ad uno dei pochi coach validi nostrani!!!
Non vedo l’ora di leggere la seconda parte….
Complimenti!!!

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AndryREAX 25-11-2016 16:01

Che bella intervista. Sampei, col suo immancabile cappello di paglia, è davvero una persona solare ed un bravissimo coach e io son contento di averne potuto conoscerne la storia tramite questa intervista.

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