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Spacca Palle: Nadal, alla ricerca della potenza ed esplosività perduta

15/05/2014 21:05 12 commenti
Rafael Nadal classe 1986, n.1 del mondo
Rafael Nadal classe 1986, n.1 del mondo

Scrivere di Nadal non è mai banale. Lo impone la portata del campione, che con decine di imprese gladiatorie ha esaltato il pubblico di mezzo mondo e regalato emozioni; e lo impone anche la complessità del personaggio e del suo tennis, a suo modo unico e irripetibile. Farlo adesso, in un passaggio ancora vincente ma delicato della sua stagione (e carriera) diventa affare ancor più complicato. Dopo la rocambolesca finale di Melbourne, Rafa ha giocato raramente il suo miglior tennis. Buoni risultati, ma anche qualche batosta sonora, inattesa. Pure la vittoria nel torneo di casa a Madrid ha lasciato più di una perplessità, graziato in finale dalla sfortuna di Nishikori, che l’aveva dominato sul piano tecnico ed agonistico in campo. Tanto che zio Toni ha tuonato all’indomani “così non si va da nessuna parte”, con piena ragione, quasi a spronare Rafa e tutto il suo team a spingere di più sull’acceleratore, vedendo sullo specchietto retrovisore la tempesta all’orizzonte. La vittoria nel torneo di Madrid non ha affatto cancellato le perplessità per le prestazioni troppo altalenanti sul piano tecnico ed agonistico, il tutto a meno di 10 giorni da Parigi, il suo principale obiettivo stagionale.

Roma diventa quindi un torneo per lui estremamente importante. E’ l’ultimo banco di prova prima del Roland Garros, l’ultima settimana agonistica per elevare il livello di gioco, aspetto che diventa quasi prioritario alla difesa del titolo vinto nel 2013 contro il fantasma di Federer. Per chi osserva le sue gesta con occhio critico, è un momento fertile per studiarne tennis e prestazione, cercando di capire cosa lo stia attualmente deprimendo.

Al Foro Italico ha giocato due incontri, ottenendo due vittorie in match molto diversi e contro avversari estremamente differenti. Due match tuttavia accomunati da enorme fatica per portarli a casa e da prestazioni altalenanti. Averlo visto affrontare due giocatori tra loro molto distanti e traendone sensazioni molto distinte, mi ha permesso di valutare alcuni fasi del suo tennis, e confrontando le due prestazioni si può provare a tracciare una breve analisi di quali siano in questo preciso momento i suoi problemi. Il tutto con una premessa importantissima: Nadal ci ha dimostrato più e più volte di esser capace di rinascere, di tirarsi fuori da momenti difficili per problemi fisici e tecnici, e di superare ostacoli che altri non oserebbero nemmeno immaginare di poter scavalcare. Quindi l’analisi di oggi potrebbe esser totalmente smentita da un suo rilancio, dalla classica impennata che lo fa tornare a primeggiare non solo come risultati ma anche sul piano squisitamente sportivo e tecnico su tutti i rivali. Con Parigi alle porte, è quello che gli auguriamo.

In due parole, il nocciolo della scadente condizione tecnica di Rafa lo si può racchiudere nella sua difficoltà di esplodere la massima potenza con la massima reattività, proprio come è stato solito fare nelle sue stagioni migliori (come il 2013, il 2010 e tante altre ancora) e nei suoi tornei migliori.

Rispetto alla complicatissima vittoria di ieri sera contro Gilles Simon, oggi affrontava il russo Youzhny, un tennista capace di produrre un tennis anche superiore come soluzioni e qualità a quello del francese. Però ha vinto meglio, dopo un primo set che gli si era maledettamente complicato dopo esser stato un break avanti, e perso al tiebreak. Il russo ha un rovescio notevole, ed è capace di farti il punto in più modi, ma rispetto al Simon di ieri sera colpisce con assai anticipo. Questo è forse l’aspetto principale che manda Nadal in difficoltà, come ha ben messo a nudo Nishikori a Madrid, Djokovic a Miami e in parte anche Ferrer a Monte Carlo. Rafa va in difficoltà contro giocatori che gli tolgono il tempo. Con meno tempo, il maiorchino non riesce a scaricare tutta la sua forza sulla palla, perché oggi è meno reattivo, veloce e potente in ogni aspetto del gioco. Tutto nasce dall’aver perso qualcosa nella parte inferiore del corpo, soprattutto spinta dei piedi e della reattività delle ginocchia. Non che oggi non spinga, ma quella mostruosa catena cinetica di forze che riusciva a sprigionare nei momenti migliori (come l’anno scorso, per dire) e che gli permetteva di scaricare a terra una potenza eccezionale a mulinare i piedi non è al suo meglio. Il Rafa attuale spinge di meno e lo fa con una reattività inferiore. Non scatta a così rapido, parte con una frazione di secondo di ritardo, e lo fa scaricando a terra meno potenza. Senza l’uso ideale delle gambe, la sola velocissima sbracciata non basta più a dargli quella forza e precisione nei colpi che l’ha reso uno dei giocatori più forti di sempre. Questa lacuna è meno messa a nudo contro i giocatori che non anticipano molto il colpo, perché così riesce a riprendersi quella “frazione di secondo” che pare aver perso, e che gli è indispensabile perché i suoi gesti sono ampi. Il Nadal “doc” arrivava in corsa veloce come un treno, estremamente coordinato, con appoggi ideali a scaricare a terra enorme forza, e lo faceva sempre con un tempo di anticipo, perfetto per guadagnare quella frazione di vantaggio che gli dava il tempo di caricare il suo “cannone” e sprigionare la massima forza in controllo. Oggi al contrario se trova la massima potenza ha meno controllo per un discorso di timing, tanto che quando prova a spingere a tutta spesso la palla gli termina lunga; oppure se carica di meno per guadagnare così un po’ del tempo che ha perso nell’avvicinamento alla palla, finisce per tirare colpi corti, inoffensivi e pure imprecisi. Mai visti infatti così tanti errori di Nadal non forzati come nelle ultime settimane. Il tutto ovviamente gli ha tolto sicurezza, e quindi produce più errori.

Il suo tennis al massimo è un miracolo di equilibrio di forze, che lui riusciva sapientemente a governare con una classe immensa, trovando un tennis inarrivabile per potenza, consistenza, continuità e pericolosità. Non solo un muro che non si sfonda, è stato capace di trasformarsi in un terrificante produttore di gioco in spinta, letale da ogni angolo. Ed uno dei suoi punti di forza era quello di riuscire a ribaltare l’inerzia di scambi in cui pareva messo sotto con palle interlocutorie follemente lunghe, veloci e precise, che pizzicavano magicamente gli angoli lasciati scoperti da chi lo pressava, o li ributtava indietro. Questa era una delle sue qualità principali a renderlo quasi invincibile, soprattutto sul rosso. Tra Monte Carlo, Barcellona, Madrid e Roma di queste situazioni se ne sono viste pochissime, quando erano invece la normalità nel suo tennis sul rosso. Oggi Nadal se viene messo sotto nello scambio lotta e sbraccia, ma non sempre riesce a proporre contromosse davvero efficaci; sembra in estrema difficoltà nel ribaltare l’inerzia degli scambi trovando palle vigorose, lunghe ed angolate. Ieri sera contro Simon, o domenica scorsa contro Nishikori, molte delle sue difese erano palle centrali, nemmeno troppo lunghe, facilmente aggredibili da giocatori con piedi veloci e molto attenti come il nipponico o il francese. Rafa sembra aver perso tempo e quindi spazio, e con meno vigore fisico sta regalando tempo e spazio al rivale. Questo lo porta a dover coprire troppo campo, anche per il giocatore più tosto del mondo, e quindi fa fatica. Tanta, troppa fatica. Difficile ipotizzare che questo Nadal, con questo tipo di prestazione, possa arginare il pressing infernale di un Djokovic al top; e non solo del serbo ma anche di altri tennisti capaci giocare palle potenti, lunghe, in anticipo.

L’unico momento in cui Rafa pare ancora in controllo della sua miglior prestazione è negli scambi in cui riesce a prendere l’iniziativa (meglio se subito dopo il servizio) e muove veloci i piedi spostandosi nel suo angolo sinistro, menando il ritmo col drittone. Qua continua a restare letale, perché in quella situazione la risposta del rivale è più lenta e gli lascia il tempo per caricare e sparare in sicurezza.

Altra “novità in negativo” è un uso accentuato del back di rovescio, che non gioca per rompere il ritmo ma perché arriva male o tardi sulla palla, impossibilitato a colpirla bene col bimane e preferisce rimandarla tagliata al centro, offrendo però una situazione potenzialmente molto invitante al rivale, visto che il suo back non è una soluzione particolarmente ficcante ed insidiosa (eccetto rari casi).

Troppe volte Nadal ci ha abituato a rimonte e rinascite, come nel 2009 quando pareva il cugino sbiadito e prosciugato di muscoli ed energie e poi ha disputato un 2010 da sogno; o quando si riprese con gli interessi dalla serie di batoste subite dal Djokovic irreale del 2011. Dare Rafa “per morto” sarebbe l’errore più clamoroso che si possa fare, tanto che ad oggi personalmente continuo a ritenerlo il favorito per Parigi, perché scommetto in una sua ripresa tecnica e soprattutto fisica. Tuttavia è indubbio che era mai arrivato così male dal punto di vista tecnico nell’avvicinamento a Parigi, e questo gli ha insidiato dei tarli nelle sue granitiche sicurezze, come lui stesso ha candidamente esternato dopo le brutte sconfitte a Barcellona e Monte Carlo. Oltretutto i rivali, vedendolo meno invincibile, di sicuro scendono in campo con un piglio e speranze diverse.

Nadal ha sottoposto il suo fisico a uno stress mai visto nella storia moderna del gioco, ed è già un piccolo miracolo che riesca ancora a vincere e spesso dominare dopo così tante battaglie in corpo. Nonostante tutto, scommettere sulla ripresa di Nadal già qua a Roma ed a Parigi è la puntata più sicura, ma deve far presto perché i giorni sono pochi e gli avversari sono tanti, affamati e vogliosi di buttarlo giù dal trono. A lui rilanciare, ritrovare la miglior efficienza nel suo tennis e continuare ad infiammare i suoi ardenti tifosi.

 

dal Foro Italico, Marco Mazzoni


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12 commenti. Lasciane uno!

Marco Mazzoni (Guest) 17-05-2014 22:30

@ Paolo (#1071142)

sì, è un mix di tutto quello, e per rendere al 100% con un tennis come il suo serve una determinazione, fiducia e convinzione totale, cosa che nelle ultime settimane si è vista solo a spazzi. Però la chiusura del match vs Murray e oggi vs Dimitrov sono segnali importanti di risveglio sul piano della prestazione.

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Paolo (Guest) 17-05-2014 19:24

Bell’articolo e interessante diagnosi, Marco. Bisognerebbe vedere il perché di questa minore reattività. Ritardo nella preparazione? Motore “surriscaldato” dopo tanto tempo? Gli anni che passano anche per lui, ormai nella seconda parte della sua maturità agonistica? Per me un po’ di tutto questo, ma sopratutto dubbi e insicurezze che, come sappiamo, bloccano gambe e braccia, e sono acerrimi nemici del rendimento fisico ottimale.

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peppecuns (Guest) 16-05-2014 15:09

Scritto da rafael
Non è che indietro con la preparazione fisica perchè vuole rivincere wimbledon?

infatti, lo scorso anno dopo il RG era stracotto..forse ha finalizzato la preparazione per il RG e wimbledon a discapito di qualche torneo sulla terra..

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rafael (Guest) 16-05-2014 14:05

Non è che indietro con la preparazione fisica perchè vuole rivincere wimbledon?

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pallettaro (Guest) 16-05-2014 11:30

tranquilli, lui sa quando riprendere la potenza, ora non gli serve ancora. Miracolosamente tra due settimane è bello che nuovo

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Marco Mazzoni (Guest) 16-05-2014 09:40

@ fabio tifa nadal (#1069336)

ciao, mi riferivo a Roma 2013 🙂
buon tennis

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forzascoli (Guest) 16-05-2014 09:26

proprio un bell’articolo, per altro ampiamente condivisibile.

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fabio tifa nadal (Guest) 16-05-2014 09:14

Redazione nel 2013 al RG ha vinto con Ferrer non con Federer

Apparte questo concordo nel vederle Rafa in calo, e contro giocatori aggressivi può perdere anche a Parigi, sulla falsariga di come avvenne con Soderling nel 2009.

D’altronde l’anno scorso è stato interrotto il dominio a Montecarlo, quest’anno è il turno del RG, che credo vincerà meritatamente Nole Djokovic.

Però non so bene perchè, ma mi aspetto un grande Wimbledon da Rafa… dopo le delusioni del 2012 e 2013.

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Luca (Guest) 15-05-2014 23:10

Secondo me questa stagione non sarà milto esaltante…potrà vincere Roma e RG ma riguardo alla stagione su cemento e su erba la vedo davvero dura..domani vincerá contro Murray e credo che con Dimitrov ci sarà una veta e propria lotta ma credo che questo torneo non so come ma lo vince..

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Sylvandor 15-05-2014 21:30

Concordo con quanto scritto nell’articolo e aggiungerei: rispetto a due come Federer e Djokovic, Nadal ha un gioco più fisico e quindi più dispendioso. Inoltre è esploso prima. Djokovic ha vinto il suo primo slam a 20 anni, Federer a 21, mentre Nadal a 18 anni vinse il RG e da lì non si è più fermato. Cioè tira la carretta da ormai 10 anni ed evidentemente non può stare al top fisicamente e se Nadal non sta bene fisicamente, non dico che sia un tennista normale, ma comunque fatica molto. Tra l’altro c’è da segnalare una particolarità di Nadal. Le sue migliori stagioni del passato sono considerate il 2008 e il 2010. Guardate il rendimento nelle stagioni successive a quelle due: il 2009, cioè l’unico anno in cui perse al RG e in cui ebbe moltissimi alti e bassi e il 2011, dove complice un Djokovic alieno vinse in tutto il RG, Monte Carlo e Barcellona. Dopo la straordinaria stagione dello scorso anno, l’inizio di questa sembrerebbe ricalcare quanto accaduto in passato.

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solas (Guest) 15-05-2014 21:28

dopo 15 ore dalla sfida con simon di 3 ore e mezza non puoi vincere cosi contro il russo, vediamo ora con murray se la benzina è illimitata

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groucho (Guest) 15-05-2014 21:20

Siamo già stati abituati a rimonte e rinascite miracolose… cartilagini che si riformano, per esempio. Evidentemente ci dev’essere qualche pozione magica che lo aiuta, e la magia è una scienza seria oggigiorno, una scienza che aiuta un po’ tutti gli sportivi di alto livello.
Quando Nadal appenderà la racchetta al chiodo (e ci saranno ancora tanti atti magici tra oggi e quella data), a me il suo tennis non mancherà nemmeno un po’.
Opinioni naturalmente, non desidero convincere nessuno.

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