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Magnus Norman parla della crisi profonda del tennis svedese: “Non riesco a crederci, quando guardo le classifiche”

10/11/2013 18:37 10 commenti
Magnus Norman allena Stanislas Wawrinka
Magnus Norman allena Stanislas Wawrinka

Magnus Norman, allenatore di Stanislas Wawrinka, ha mostrato fastidio per la situazione del tennis scandinavo e non capisce come la Svezia non abbia un solo top 300 nel ranking ATP.
Magnus spera in un veloce ritorno di Robin Soderling, fermo da due anni per il post-mononucleosi.

Dichiara Norman:E’ molto triste la situazione perché non abbiamo nessuno nei top 300. Non riesco a crederci, quando guardo le classifiche. Forse la federazione ha fatto alcuni errori. Ho sempre lavorato con i giovani e davvero non riesco a capire perchè nessuno è riuscito ad entrare nel ranking che conta.

“Sarebbe importante esaminare ciò che fanno anche altri paesi, come per esempio l’Argentina. Bisogna sperare nel futuro ed abbiamo alcuni giovani promettenti di 16 e 17 anni.
Dobbiamo cercare di far si che diventino degli ottimi professionisti, affiancandoli ad ex tennisti come coach
“.


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Koko (Guest) 11-11-2013 16:34

Scritto da roberto
Bè la svezia ha avuta anche una bella dose di sfortuna ultimamente.. basta pensare a joachim e thomas johansson, andreas vinciguerra, ora robin soderling hanni avuto grossi infortuni.. va bene sperare nei giovani ma chi sarebbero? i fratelli ymer..mah io ricordo di tale daniel berta, classe 92 che vinse nel 2009 parigi junior ora che classifica ha? secondo me i giovani svedesi hanno proprio perso interesse per il tennis…peccato il loro modo di stare in campo e l’organizzazion dei tornei sono da prendere esempio

Sono tennisti che puntano su armi che il rallentamento dei campi ha reso inefficaci. Costretti ad esagerare per ottenere qualcosa si sono rotti! Ma chiaramente si sono scontrati con un ambiente che mutava essendo meno adatti di prima. Prima c’erano anche Svedesi in grado di pallettare molto tipo Wilander mentre poi si è affermata solo la versione alta e con servizio che sui campi attuali può essere al massimo un Isner!

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Tommaso (Guest) 11-11-2013 16:21

@ roberto (#971783)

Hai ragione Daniel Berta esiste 😉 ora occupa la posizione 1113

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francis (Guest) 11-11-2013 14:38

@ roberto (#971783)

d’accordo sui tanti infortunati ma c’è comunque da dire che dopo soderling, che ha comunque 29 anni, c’è un decennio di vuoto

8
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Koko (Guest) 11-11-2013 00:47

Scritto da GIALAPPA SBANDY REMIX

Scritto da Koko
E’ anche vero che uno Svedese che voglia emergere deve viaggiare parecchio. Non ci sono nelle vicinanze la miriade di challengerini sul rosso come in Argentina o Italia.Inoltre non è che siano l’India come consistenza demografica, ci sono pochi abitanti rispetto ai grandi paesi europei e quindi meno base agonistica. Lo strano era prima non adesso!

Il discorso è valido … ma per gli Australiani.
Gli Svedesi non è che si trovano in mezzo al deserto del Sahara o nella pianura siberiana : Stoccolma è attaccata alla Danimarca, ad un passo dal continente europeo.
Stai in Europa ed hai solo tornei da fare.
Per gli australiani il discorso è diverso, ed è quello che fai tu.
Una mia omonima, Bianca Acquistapace, era n.25 in, Australia, n.700 WTA, ma ha poi deciso di darsi all’insegnamento e non proseguire. 700 a 20 anni, se girava il mondo sarebbe salita sicuramente e con probabilità entrava anche nelle prime 200 o 100 al mondo, ma se fallisci, ci lasci i soldi.
Ed è successo di tennisti che hanno investito da giovani, ed ora sono in giro a raggranellare i soldi che hanno speso prima. Meglio fermarsi prima.
In Australia ci sono pochissimi challenger, e non sono competitivi.
Il loro problema è che cambiando la superficie, tradizionalmente inglesizzata con l’erba, non hanno più avuto tornei per loro congeniali per ottenere pù punti. Con il cemento, si sono trovati gli stranieri più competitivi.
Ora stanno mettendo giù i circoli con terra rossa anche in Australia, ed il loro problema è proprio quello.
Quando inizi, in Sud America ed Europa, ci sono più tornei challenger su terra rossa, che altro.

Si ma si tratta di paesi nordici con clima inclemente e non è un caso che siano molto forti negli indoors. Un praticante Svedese si trova in europa ma dovrebbe in qualche modo trasferirsi magari in Spagna come Murray per emergere. Non è tanto il viaggio ma l’assenza di una scuola locale aperta tutto l’anno e numerosa che porta solo pochi a poter avere una scuola di livello continentale europeo, dominato da Spagna e Francia più che dai paesi nordici. E’ un pò lo stesso problema dell’Inghilterra che ha i soldi ma tempo inclemente e pochi campi in terra rossa. Non è che crei i giocatori solo con gli indoors o con l’erba di Wimbledon. In generale i paesi nordici hanno fasi di grande crescita in cui trovano diversi giocatori di elite ma allo stesso tempo possono cadere molto in basso con quasi nessuno che li sostituisca perchè Edberg non nasce ogni anno. Anche nel calcio succede: dopo Ibra quale Svedese è oggi in grado di sostituirlo?
Noi abbiano invece molti top 300 che se la cavicchiano ma pochi giocatori di elite il che forse è anche peggio per chi non si interessa di piccoli tornei.

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roberto (Guest) 11-11-2013 00:02

Bè la svezia ha avuta anche una bella dose di sfortuna ultimamente.. basta pensare a joachim e thomas johansson, andreas vinciguerra, ora robin soderling hanni avuto grossi infortuni.. va bene sperare nei giovani ma chi sarebbero? i fratelli ymer..mah io ricordo di tale daniel berta, classe 92 che vinse nel 2009 parigi junior ora che classifica ha? secondo me i giovani svedesi hanno proprio perso interesse per il tennis…peccato il loro modo di stare in campo e l’organizzazion dei tornei sono da prendere esempio

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GIALAPPA SBANDY REMIX 10-11-2013 21:25

Scritto da ross

Scritto da Koko
E’ anche vero che uno Svedese che voglia emergere deve viaggiare parecchio. Non ci sono nelle vicinanze la miriade di challengerini sul rosso come in Argentina o Italia.Inoltre non è che siano l’India come consistenza demografica, ci sono pochi abitanti rispetto ai grandi paesi europei e quindi meno base agonistica. Lo strano era prima non adesso!

infatti… dopo borg ricordo almeno una quindicina di giocatori nei top ten, che per la popolazione svedese è qualcosa di straordinario. se si pensa che in italia non ce n’è stato nemmeno uno

Non funziona così.
Il tennis non funziona per proporzioni, ma per situazioni e metodologia di lavoro.
Altrimenti come mai abbiamo avuto due sorelle Williams, che una era la seconda della famiglia, n.2 al mondo ?
Come mai due fratelli come i Rochus si trovano nei top 40 al mondo, ed in Italia facciamo fatica ad averne uno, eccezionalmente ne abbiamo due ?
Risposta : seguendo le stesse strade che portano in alto.

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GIALAPPA SBANDY REMIX 10-11-2013 21:06

Scritto da Koko
E’ anche vero che uno Svedese che voglia emergere deve viaggiare parecchio. Non ci sono nelle vicinanze la miriade di challengerini sul rosso come in Argentina o Italia.Inoltre non è che siano l’India come consistenza demografica, ci sono pochi abitanti rispetto ai grandi paesi europei e quindi meno base agonistica. Lo strano era prima non adesso!

Il discorso è valido … ma per gli Australiani.
Gli Svedesi non è che si trovano in mezzo al deserto del Sahara o nella pianura siberiana : Stoccolma è attaccata alla Danimarca, ad un passo dal continente europeo.
Stai in Europa ed hai solo tornei da fare.
Per gli australiani il discorso è diverso, ed è quello che fai tu.
Una mia omonima, Bianca Acquistapace, era n.25 in, Australia, n.700 WTA, ma ha poi deciso di darsi all’insegnamento e non proseguire. 700 a 20 anni, se girava il mondo sarebbe salita sicuramente e con probabilità entrava anche nelle prime 200 o 100 al mondo, ma se fallisci, ci lasci i soldi.
Ed è successo di tennisti che hanno investito da giovani, ed ora sono in giro a raggranellare i soldi che hanno speso prima. Meglio fermarsi prima.
In Australia ci sono pochissimi challenger, e non sono competitivi.
Il loro problema è che cambiando la superficie, tradizionalmente inglesizzata con l’erba, non hanno più avuto tornei per loro congeniali per ottenere pù punti. Con il cemento, si sono trovati gli stranieri più competitivi.
Ora stanno mettendo giù i circoli con terra rossa anche in Australia, ed il loro problema è proprio quello.
Quando inizi, in Sud America ed Europa, ci sono più tornei challenger su terra rossa, che altro.

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GIALAPPA SBANDY REMIX 10-11-2013 21:00

Ehi, Magnus … prova a vedere gli USA, allora, rispetto agli anni ’80, e poi mi dici …

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ross (Guest) 10-11-2013 19:07

Scritto da Koko
E’ anche vero che uno Svedese che voglia emergere deve viaggiare parecchio. Non ci sono nelle vicinanze la miriade di challengerini sul rosso come in Argentina o Italia.Inoltre non è che siano l’India come consistenza demografica, ci sono pochi abitanti rispetto ai grandi paesi europei e quindi meno base agonistica. Lo strano era prima non adesso!

infatti… dopo borg ricordo almeno una quindicina di giocatori nei top ten, che per la popolazione svedese è qualcosa di straordinario. se si pensa che in italia non ce n’è stato nemmeno uno 😥

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Koko (Guest) 10-11-2013 18:54

E’ anche vero che uno Svedese che voglia emergere deve viaggiare parecchio. Non ci sono nelle vicinanze la miriade di challengerini sul rosso come in Argentina o Italia.Inoltre non è che siano l’India come consistenza demografica, ci sono pochi abitanti rispetto ai grandi paesi europei e quindi meno base agonistica. Lo strano era prima non adesso!

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