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La crescita dei giovani talenti secondo Ivan Ljubicic, Emilio Sanchez, Corrado Barazzutti e Gipo Arbino

28/05/2021 08:00 8 commenti
Ivan Ljubicic nella foto
Ivan Ljubicic nella foto

Sostenere i talenti per dare una possibilità non solo ai predestinati ma anche alle terze e quarte scelte che sovente rimangono nell’ombra ed è quasi impossibile per loro raggiungere il grande tennis. È questo l’ambizioso obiettivo di I Tennis Foundation, un’associazione benefica fondata dall’avvocato torinese Simone Bongiovanni, e dei suoi illustri testimonial.

Da una settimana è in corso il bando di iscrizione al Master Estivo in Sardegna di questa estate (ritrovo a Torino il 30 giugno e poi tutti al Forte Village Resort dal 3 al 25 luglio). La selezione è aperta a tutti i 2008 italiani e per essere selezionati occorre registrarsi entro il 10 giugno sul sito www.itennisfoundation.com: i migliori 20 – 10 ragazzi e 10 ragazze – per qualità tennistiche e attitudine avranno l’opportunità di vivere un Master di alta formazione e apprendere il più possibile da alcuni dei migliori coach oggi in circolazione.

Tra questi Ivan Ljubicic, Gipo Arbino, Corrado Barazzutti ed Emilio Sanchez, che con la sua academy Sanchez-Casal ha anche la responsabilità tecnica di I Tennis Campus.
Ma come si costruisce un tennista? “Credo che tantissimo parta da casa, quindi dai genitori – spiega Ivan Ljubicic -.
Loro hanno il ruolo più importante nella vita di un giocatore: perché possono contribuire in modo determinante a creare delle personalità forti. Dopo spetta all’allenatore aggiungere dei pezzi di un puzzle via via sempre più complesso.

Ad esempio, questa volontà di migliorarsi che hanno dimostrato negli ultimi 20 anni i FabFour arriva dalla loro famiglia. Questi fantastici giocatori hanno fatto capire a tutti che bisogna sempre cercare di fare qualcosa meglio e mai fermarsi”.
Prima quindi il nucleo familiare, poi però una volta entrati sul campo da tennis e individuata una persona di fiducia, occorre lasciar fare a chi è del mestiere: “La famiglia ha una valenza importantissima – gli fa eco Gipo Arbino – Deve andare di comune accordo con il coach, parlare con lui, chiedere tutto ciò che vuole, ma mai interferire sull’aspetto
tecnico con il ragazzo. Deve affidarsi all’allenatore”. “Avere fiducia in qualcuno che ti risolve i problemi con cui cresci instaurando anche un rapporto umano forte, aspetto che secondo me è fondamentale, è ciò che ricerco in tutte le persone che lavorano con me”, conferma Lorenzo Sonego, eliminato ieri sera da Korda nell’ATP 250 di Parma.
Corrado Barazzutti allarga il discorso ai valori del tennis e quindi del progetto di I Tennis Foundation: “Sono felice di appoggiare I Tennis Campus perché è un’iniziativa che farà del bene ai ragazzi e alle ragazze che verranno selezionati.
Il tennis è uno sport che insegna la disciplina, a confrontarsi con le altre persone, che non solo fa emergere
caratteristiche fisiche o di abilità tecniche, ma ti forma caratterialmente. Tutte cose fondamentali per la crescita ed educazione dei giovani. Complimenti ad I Tennis Foundation, ma oltre alle iniziative private mi piacerebbe che lo sport venisse preso sul serio anche dal governo e dalla pubblica istruzione”.
Barazzutti spende inoltre parole bellissime su Gipo Arbino, punto cardine della tennis academy benefica: “Gipo è uno di quei maestri che è riuscito a coronare il sogno di tutti noi tecnici, ovvero quello di prendere un bambino da una scuola tennis e portarlo a diventare uno dei giocatori più forti al mondo. Sono pochi gli allenatori ad esserci riusciti. Per chi fa il nostro mestiere è il massimo a cui si possa aspirare”.

Ivan Ljubicic ritorna sull’indispensabile fiducia che ci deve essere tra coach e tennista: “Per me il rapporto tra allenatore e giocatore deve essere puro al 100%. Il coach ha sempre una visione diversa rispetto al giocatore, ma il giocatore deve andare in campo con delle idee chiare di quello che deve fare. Sia nel caso di me con Roger, che un altro coach con qualsiasi altro giocatore, è importante impostare un rapporto aperto. Si discute prima il piano partita, poi il giocatore quando scende in campo esegue ciò che si è deciso insieme di fare.

Ma il flusso dell’informazione non può essere a senso unico. Noi coach abbiamo bisogno del feedback dell’atleta per metterlo nelle migliori condizioni possibili di esprimersi al massimo. Dobbiamo capire cosa pensano, come ragionano.
Troppi giocatori invece non dicono niente, poi vanno in campo, qualcosa non funziona e si girano verso il coach prendendosela con lui. Odio assistere a queste scene.
Consigli durante il match? Mai. Il giocatore di tennis in campo deve prendere mille decisioni in una partita e
l’allenatore può mettere solo confusione. La partita da fuori si vede diversamente che in campo. Per questo
personalmente sono completamente contrario al coaching in campo, perché distrugge un po’ quello che è il tennis: cioè una battaglia fra due persone che devono trovare il modo di vincere una partita”.

EMILIO SANCHEZ, FOUNDER ACADEMIA SANCHEZ-CASAL, EX 7 ATP E Già CAPITANO DAVIS CUP SPAGNA
“Quando Simone Bongiovanni mi ha parlato per la prima volta di questo progetto ho pensato che fosse un sognatore, perché mai nessuno nella storia del tennis ha portato avanti un progetto di aiuto sociale con queste caratteristiche e a questo livello – racconta invece il grande Emilio Sanchez, che nella sua accademia ha fatto crescere un certo AndyMurray – Per questo come Academia Sanchez-Casal non potevamo che abbracciare questo progetto. Sono da tanti anninel tennis, ma questa iniziativa è un sogno, mi ispira e non vedo l’ora di scendere in campo con questi ragazzi durante il Master Estivo al Forte Village”.

IVAN LJUBICIC
L’ex n. 3 ATP trovò riparo dalla guerra nei Balcani proprio alle porte di Torino. L’attuale coach di Roger Federer ha quindi con la sede delle ATP Finals 2021-2025 un legame fortissimo: “Quando scoppiò la guerra civile, da un giorno all’altro l’amico vicino di casa o il tuo padrino diventano di colpo tuoi nemici. Ricordo la paura dei miei genitori, soprattutto di mia madre. I sei mesi nel campo profughi sono stati i più difficili della mia vita. Poi arrivò l’opportunità di arrivare in Italia. Mi ricordo il furgone bianco con la scritta Le Pleiadi che ci venne a prendere a Trieste, il viaggio e l’arrivo in questo posto spettacolare: non potevamo credere di essere finiti nel circolo più importante d’Europa”.
Infatti, in quel periodo il tennis club di Moncalieri ospitava di fatto la nazionale di Davis azzurra: Camporese, Furlan, Caratti, Pescosolido, Brandi, Mordegan e poi tecnici e preparatori come, tra gli altri, Riccardo Piatti, Danilo Pizzorno e Pino Carnovale. Quella fu la partenza di una carriera scintillante, proseguita anche dopo il ritiro: “Quando Roger mi ha chiesto di allenarlo mi ha sorpreso, non sapevo stesse cercando un altro coach. Ero fiero pensasse che avrei potuto dargli un qualcosa in più. Erano cinque anni che non vinceva uno Slam e credevo fermamente potesse riuscirci ancora. È stato probabilmente il momento più importante della mia carriera”.

GIPO ARBINO, COACH DI LORENZO SONEGO
“L’associazione è composta da professionisti seri e di cuore, per questo ho accettato di sostenere l’iniziativa e dedicare tutto il mio tempo compatibilmente con gli impegni nel circuito. Il progetto ha molte analogie con la storia di Lorenzo.
Ho deciso di sostenere la prima tennis academy no-profit con l’obiettivo di aiutare altri ragazzi o ragazze a percorrere la sua stessa strada.

SIMONE BONGIOVANNI, FOUNDER I TENNIS FOUNDATION
“I valori trainanti di I Tennis Campus sono la meritocrazia, in quanto saranno selezionati solo i ragazzi più dotati – spiega Simone Bongiovanni -. E la solidarietà intesa nel privilegiare una volta tanto non le prime o seconde linee che hanno già il supporto delle famiglie, dei manager e delle federazioni, ma le terze, quarte e quinte scelte che necessitano di un supporto concreto da parte di qualcuno per poter emergere in questo sport”.


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8 commenti

ilpallettaro (Guest) 29-05-2021 08:36

per emergere nel tennis ci vogliono una valanga di soldi.
la questione è se ci sono davvero le potenzialità, o meno. e questo lo si vede molto presto, perché l’altezza, la reattività, la potenza muscolare quelle sono e se il margine di crescita è troppo esiguo allora devi lasciare perdere.

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No Way (Guest) 28-05-2021 16:14

Scritto da Raffaele
Perché pensare che ci debba essere sempre del marcio ovunque? Sono un maestro di tennis di Cuneo e conosco questa associazione no-profit fondata con l’obiettivo di allargare le maglie di accesso al mondo del tennis. Non c’è nessuna fregatura, ma solo tantissima voglia di valorizzare i giovani talenti del tennis che non potrebbero permettersi una formazione di questo livello.
Un progetto unico, e le partnership con FIT, Ljubicic, Sanchez, Arbino, Sonego, Forte Village, oltre a tutti i grandi sponsor che sono coinvolti, dovrebbero far capire che si tratta di una cosa molto seria e da sostenere. Già due miei allievi del 2008 hanno inviato la candidatura: incrocio le dita!! E forza I Tennis Campus!!

Guarda non conosco questa associazione no-profit quindi non commento il caso specifico.

In generale al concetto di filantropia ci avviciniamo in modo sospettoso, ma non per cattiva volontà quanto per esperienze dirette, più o meno scottanti.

Purtroppo molte associazioni no-profit (che in sintesi vuol dire che devono spendere tutto ciò che ricavano, quindi no dividendi) oltre al fine principale e ufficiale hanno spesso dei secondi fini, tipo spese gonfiate da indirizzare a società amiche (per esempio per consulenze fittizie), oppure generazione di consenso politico (acchiappa voti) o al limite evasione fiscale (a fronte di donazioni effettive ma i cui importi vengono gonfiati).

Basta un’iniziativa di facciata, magari bella e lodevole, e così si coprono le magagne e si nascondono i secondi fini.

Per cui non c’è da biasimare chi si è fatto diffidente, anzi c’è da incoraggiarlo perché solo così si possono smascherare i falsi filantropi e mettere in luce quelli veri.

Detto questo, che purtroppo vale in generale (ma grazie al cielo non sempre), spero davvero che questa nuova associazione sia di effettiva filantropia e non nasconda nessun secondo fine. Se così, bravi davvero.

Ciao.

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enzolabarbera1938@libero.it (Guest) 28-05-2021 13:50

@ Unforgivable Sinner (#2815848)

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Raffaele (Guest) 28-05-2021 13:02

Perché pensare che ci debba essere sempre del marcio ovunque? Sono un maestro di tennis di Cuneo e conosco questa associazione no-profit fondata con l’obiettivo di allargare le maglie di accesso al mondo del tennis. Non c’è nessuna fregatura, ma solo tantissima voglia di valorizzare i giovani talenti del tennis che non potrebbero permettersi una formazione di questo livello.
Un progetto unico, e le partnership con FIT, Ljubicic, Sanchez, Arbino, Sonego, Forte Village, oltre a tutti i grandi sponsor che sono coinvolti, dovrebbero far capire che si tratta di una cosa molto seria e da sostenere. Già due miei allievi del 2008 hanno inviato la candidatura: incrocio le dita!! E forza I Tennis Campus!!

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+1: stefanedberg44
Farinacci 28-05-2021 10:32

Che differenze c’e’ fra un maestro FIT e uno PTR?

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Unforgivable Sinner (Guest) 28-05-2021 09:12

Scritto da ItalyFirst
Dai! Troppo bello per essere vero! La fregatura da qualche parte deve esserci..scherzo, dai…iniziativa lodevolissima, anche alla luce dei costi che le famiglie sostengono per frequentare le varie Academy in giro per il mondo. Un amico mi ha detto che ha speso quasi 4000 euro a testa per una settimana per i due figli spediti al centro di RRRafa..

In una società capitalista gli allocchi sono funzionali al sistema. Ce n’è bisogno come l’aria da respirare.

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omerjno 28-05-2021 08:58

@ ItalyFirst (#2815821)

Ljubicic è una persona molto seria, e non penso si sognerebbe mai di fregare qualcuno. Non sarebbe la prima volta che offre qualcosa alla comunità( esempio: Brioni )

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+1: il capitano
ItalyFirst (Guest) 28-05-2021 08:27

Dai! Troppo bello per essere vero! La fregatura da qualche parte deve esserci..scherzo, dai…iniziativa lodevolissima, anche alla luce dei costi che le famiglie sostengono per frequentare le varie Academy in giro per il mondo. Un amico mi ha detto che ha speso quasi 4000 euro a testa per una settimana per i due figli spediti al centro di RRRafa..

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+1: Ken_Rosewall