
Djokovic e la battuta di Murray: “Ora che hai un vero coach vinci i tornei. Stavo considerando di vincere il 25° Grande Slam anche prima, quindi non è cambiato molto”


Novak Djokovic si è presentato alla conferenza stampa pre-Roland Garros con il sorriso di chi ha ritrovato fiducia e serenità dopo il centesimo titolo conquistato a Ginevra e l’emozione vissuta durante la cerimonia d’addio di Rafael Nadal. Il campione serbo ha raccontato gli episodi più significativi di una giornata che rimarrà nella storia del tennis.
“È stata una giornata molto intensa e meravigliosa ieri,” ha esordito Djokovic. “Ovviamente vincere il 100° titolo è una bella pietra miliare, sicuramente molto necessaria per il mio gioco e il livello di fiducia arrivando al Roland Garros. Ma soprattutto per celebrare la carriera di Rafa e i suoi successi in questo torneo.”
Il momento più divertente è arrivato quando ha raccontato l’incontro con Andy Murray, suo ex-coach fino a poche settimane fa: “Abbiamo scherzato un po’ sul suo abbigliamento di ieri, perché non l’avevo mai visto vestito così bene,” ha rivelato Djokovic tra le risate. “Riguardo al torneo, sì, mi ha fatto i complimenti e ha detto: ‘Ora che hai un vero coach, stai vincendo tornei.’ Non l’ho presa come uno scherzo,” ha aggiunto sorridendo.
Sulla fine del rapporto con Murray, Djokovic ha chiarito: “È stata una decisione reciproca. Eravamo entrambi sulla stessa pagina. Non è stata iniziativa sua o mia. Siamo arrivati insieme a dire che pensiamo dovremmo fermarci qui.” Il serbo ha poi elogiato l’ex numero 1: “Andy è semplicemente una persona fantastica. È uno dei ragazzi con il QI tennistico più brillante in circolazione. Chiunque deciderà di lavorare con lui sarà fortunato.”
Il titolo di Ginevra ha rappresentato una svolta psicologica fondamentale: “Avevo bisogno di vincere partite, specialmente su questa superficie. Sono il tipo di giocatore che ha bisogno di fare alcune partite prima dei grandi tornei. È un sentimento diverso per me ora rispetto a due, tre settimane fa.”
Il momento più toccante è arrivato quando ha parlato della cerimonia per Nadal e del futuro del Big Four: “Onestamente stavo pensando anche alla mia fine ieri sera quando stavamo guardando Rafa nel suo discorso. Sono orgoglioso di essere ancora lì, che sto ancora continuando, ma allo stesso tempo ero e sono ancora un po’ triste che se ne siano andati tutti, perché quei ragazzi erano le mie più grandi motivazioni.”
Djokovic ha ammesso di desiderare un addio simile: “Ognuno di noi sogna di essere ricordato in quel modo e celebrato. Spero un giorno di poter avere quel tipo di saluto dal mondo del tennis.” Tuttavia, ha scherzato quando gli è stato chiesto se avesse una data in mente: “Non ho pensato alla data esatta, se è quello che stai cercando.”
Sulle tecnologie nel tennis, il serbo si è dichiarato favorevole all’elettronica: “Se devo scegliere tra i due, sono più un sostenitore della tecnologia. È semplicemente più accurata, fa risparmiare tempo.”
Infine, parlando degli obiettivi per il Roland Garros, Djokovic ha confermato le sue ambizioni: “Stavo considerando di vincere il 25° Grande Slam anche prima, quindi non è cambiato molto, ma è vero che dopo il titolo di Ginevra mi sento più fiducioso. Ho ancora molte ambizioni, ho ancora obiettivi elevati.”
Un Djokovic rinato che si presenta a Parigi con la serenità di chi ha ritrovato la strada giusta e l’emozione di chi ha vissuto momenti indimenticabili insieme ai suoi più grandi rivali di sempre.
Dal nostro inviato a Parigi, Enrico Milani
TAG: Novak Djokovic, Roland Garros, Roland Garros 2025
Tu hai visto dei report dove sono stati messi a confronto la tecnologia con l’occhio umano e le relative percentuali di precisione sulla terra?
Perché quel che conta è come si veste in una cerimonia, non quel che fa sul campo o dice a riguardo del gioco che gli dà da vivere…
(e come forse saprà avendo letto quanto scrivo, non è che io porti Giocovic proprio in palmo di mano…)
Si sa: è maschio, quindi commenti sarcastici sull’aspetto sono leciti; anzi, necessari.
O li fa anche per i vestitini fumetteschi con cui si presenta, in campo, quando gioca, Naomi Osaca?
La tecnologia sui campi dove la pallina lascia un segno, terre rosse, verdi, blu, arcobaleno… è assolutamente e statisticamente meno accurata del giudizio umano.
Ma fa risparmiare tempo per non fare spazientire questa umanità che è sempre meno paziente e che invece deve restare incollata allo schermo così da non perdersi alcun passaggio pubblicitario (nei lunghi cambi campo, che una volta non c’erano: fanno forse risparmiare tempo?).
Ma sarà poi veramente così?
Proposta: perché non organizzano un circuito di tornei paralleli con tutte quelle novità regolamentari (no vantaggi ma punto decisivo, validità della battuta che tocca la rete, solo prima di servizio, sparegGioco in ogni partita, ad arrivare a 4 giochi, al meglio delle 3 partite…anzi sostituendo proprio le intere partite solo con sparegGiochi).
Poi facciamo il conto e vediamo quale circuito avrà più seguito: quello con le regole tradizionali o quello con le regole “espresse”?
Strano ma è stato davvero sincero stavolta, capita raramente
Già, il fenomeno per vincere il centesimo titolo ha dovuto andare a Ginevra, un 250, che come numero sta 8 volte nel 2000, valore di uno slam. Ecco diciamo che vincere Parigi richiede un impegno 4 volte maggiore. Vediamo come sta dopo aver giocato 3 partite da 4 set…
Era meglio guardassi di più il tuo di abbigliamento, almeno l’orlo ai pantaloni bianchi e togliere l’etichetta alla manica della giacca … si poteva fare
Sempreverde di simpatia. Mica facile… 😀 😀
Dubito riuscirà a reggere tre set su cinque per sette partite, ma mai fidarsi di Nole… forse è l’unico che può mettersi in mezzo fra Sinner e Alcaraz al RG
Lo aspettiamo con piacere al QF con Zverev e poi alla SF con Sinner.
In bocca alla volpe!